L'amico del cuore

di
genere
gay

Eravamo io e Simone, legati da quell'amicizia esclusiva che lui chiamava "amicizia del cuore".
​Tutto era iniziato una sera in cui avevamo mangiato una pizza e, in un lampo di stupidità, eravamo scappati senza pagare. Rifugiatisi nel primo posto trovato, un cinema porno, l'adrenalina si era mescolata all'eccitazione della pellicola.
​Ad un certo punto, eccitato come non mai, Simone si è voltato verso di me.
​"Non ce la faccio più, dai," mi ha sussurrato, la voce tesa e urgente. "Devi farmi una sega. Sei il mio amico del cuore."
​Ho obbedito. Ho aperto la sua zip e ho liberato il suo cazzo teso e rovente. Lì, nel buio, durante la visione del film, la mia mano si è mossa fino al suo orgasmo.
​Ritirai la mano, scosso. Simone si sistemò rapidamente i pantaloni. Uscimmo dal cinema. Non parlammo di quello che era successo, ma la nostra amicizia era cambiata per sempre.
​Nei giorni successivi, Simone non ne fece parola, e quasi pensai che fosse stato un evento isolato. Invece, un sabato sera, mentre stavamo rientrando in auto dalla discoteca, lui ruppe il silenzio.
​"Amico," disse Simone, la sua mano destra lasciò il volante e mi afferrò la coscia con una presa possessiva. "Non ce la faccio. Sei qui, seduto accanto a me. Devi farmela."
​Era un ordine. Mi piegai su di lui, aprii la zip dei suoi jeans e tirai fuori il suo cazzo caldo. Mentre l'auto sfrecciava nella notte, la mia mano ricominciò a muoversi, per un tempo che sembrava lunghissimo.
​Sentii il suo bacino sobbalzare. Simone emise un suono gutturale, una vera e propria esplosione di piacere.
​Rientrammo a casa. Il silenzio era denso.
​"Domani vieni a casa mia?" mi chiese, parcheggiando l'auto.
​"Sì," risposi.
​"Perfetto," disse, un sorriso soddisfatto gli increspava le labbra.
Avevo accettato l'invito. Sapevo che l'offerta era un pretesto; era da un po' che Simone voleva farmi vedere la sua collezione di vinili iniziata dal padre. Ma la sensazione dominante era che, dopo quello che era successo in macchina, voleva stare da solo con me, in un luogo dove i confini potessero crollare senza l'adrenalina della fuga o della guida.
​Il giorno dopo, a casa sua, mi condusse in una stanza che non avevo mai visto: un piccolo studio, pieno di scaffali di legno scuro stipati di dischi. L'odore era di polvere, carta antica e vinile.
​"È tutta roba di mio padre," spiegò Simone, passando le dita su un bordo di dischi. "Ma adesso ci metto mano solo io."
​Eravamo soli. I suoi genitori erano fuori. Il silenzio della casa amplificava la tensione che era rimasta sospesa tra noi dalla sera prima. L'armadio era la scusa perfetta per l'isolamento.
​Simone si chinò per tirare fuori un album dal basso. Era di spalle.
​"Questo non lo conosce quasi nessuno," disse. "Dovremmo ascoltarlo."
​Si alzò e si avvicinò al giradischi, ma non lo accese subito. Si fermò a pochi centimetri da me, il disco in mano. I suoi occhi mi studiarono con quella stessa audacia esplorativa che avevo visto nel cinema e in macchina.
​"Sai," disse, posando il disco sul piatto e lasciando la puntina sollevata. "La musica può aspettare. Quello che non può aspettare è questo."
​Mi spinse delicatamente contro lo scaffale dei vinili. Il suo corpo era caldo, pesante, e la musica non era ancora iniziata, ma sentivo già un ronzio nelle orecchie.
​"Mi è piaciuto farti eccitare in macchina," sussurrò Simone. "Mi piace essere l'unico che può farti questo."
​Mi toccò la vita con la mano, senza lasciare spazio a dubbi.
​"Sei il mio amico del cuore," continuò Simone, la frase ora era un rito di sottomissione.
Mi ha abbracciato, stringendomi con forza la vita. Ho sentito immediatamente la pressione del suo cazzo teso e duro che strusciava contro il mio culo coperto dai jeans. Il respiro mi si è bloccato in gola.
​"Dolce amico del cuore," mi ha sussurrato all'orecchio, la voce roca. "Non potrei fare a meno di te, ormai. Non riesco più a guardarli senza pensare a te."
​Sentivo che eravamo entrambi eccitati, la sua erezione che spingeva contro di me era inequivocabile. Non ho opposto resistenza.
​Con una mossa rapida e determinata, Simone mi ha slacciato i pantaloni e me li ha fatti scendere lungo le gambe, insieme ai boxer. Ora ero nudo dalla vita in giù, piegato in avanti, con la pelle esposta all'aria fresca della stanza e non solo.
​Simone ha continuato a strusciare il suo cazzo caldo sul mio culo nudo, eccitandomi con il contatto. Non era solo sesso; era il culmine di un'amicizia proibita e segreta.
​Poi si è fermato un attimo. Ho sentito il rumore di uno schiocco umido mentre si sputava sulla mano.
​Ha tirato fuori il suo cazzo massiccio dal contatto con la pelle e l'ha allineato al mio ano. Ho sentito la pressione decisa della punta, calda e umida, contro il mio buchino.
​"Rilassati, amico. Voglio tutto," ha ansimato Simone, spingendo con forza.
​Ho sentito un misto di dolore acuto e uno shock elettrico. Il mio corpo si è irrigidito immediatamente. Il suo cazzo non è entrato completamente, bloccato dalla mia tensione e dalla mancanza di preparazione.
​Ero in preda a un tumulto di emozioni: l'amicizia, la trasgressione, l'eccitazione. Non mi aspettavo che volesse spingersi fino a questo punto.
​Simone ha ritirato leggermente la punta, ma non si è arreso. "Sei teso. Sei pronto a farmi questo? Sei il mio amico del cuore, no?"
Ho sentito il suo fiato pesante sulla nuca. Simone ha percepito la mia tensione e il blocco, ma non l'ha preso come un rifiuto. L'ha preso come una sfida, o forse, come un'ulteriore prova della mia fiducia.
​Ha ritirato completamente il cazzo e mi ha girato di scatto verso di lui, prendendomi il viso tra le mani. I suoi occhi erano accesi, non di rabbia, ma di un desiderio possessivo.
​"Non dire niente," mi ha ordinato, la sua voce era bassa e ferma. "Sei qui per me. Sei il mio amico del cuore, e il tuo corpo è qui per me. È così."
​Poi mi ha baciato. Un bacio brutale e profondo che mi ha tolto il respiro. La sua lingua ha invaso la mia bocca, mentre con le mani mi ha spinto di nuovo contro lo scaffale dei dischi.
​"Sarà come dico io," ha ansimato Simone, staccandosi e spingendomi di nuovo nella posizione curva.
​Ho sentito il rumore di uno schiocco umido mentre si sputava sulla mano.
​Simone non ha cercato un lubrificante; ha usato la saliva, un atto crudo e rapido che urlava l'urgenza. Poi ha inserito due dita nel mio ano con una pressione decisa. Ho stretto i denti, ma non ho lottato. La sottomissione aveva preso il sopravvento.
​Mi ha preparato con una rapidità quasi violenta. Le sue dita si muovevano con una sicurezza che dimostrava la sua intenzione di non fermarsi.
​"Adesso ci siamo," ha mormorato Simone, tirando fuori le dita bagnate.
​Ho sentito il peso del suo cazzo caldo e massiccio che premeva nuovamente contro il mio ano. Questa volta, c'era un misto di gel e umidità ad aiutare.
​Simone ha spinto con decisione, ma senza l'urto cieco di prima. La punta del suo cazzo ha superato la resistenza e ho sentito la sua lunghezza scivolare dentro di me.
​Un gemito involontario mi è sfuggito. Il dolore sordo era ancora presente, ma subito sopraffatto da un senso di pienezza e di incredibile eccitazione. Eravamo nudi in una stanza piena di vecchi dischi, e io ero penetrato dal mio migliore amico.
​Simone ha afferrato i miei fianchi, iniziando un ritmo lento, poi sempre più veloce. La sua voce era un ansimo rauco vicino al mio orecchio.
​"Adesso sei mio," ha detto. "Solo mio. Vero, amico del cuore?"
​Non potevo parlare. Potevo solo annuire con la testa, premendo contro lo scaffale dei vinili.
Ho annuito, la testa che batteva contro la copertina di un vecchio LP. La sua presa sui miei fianchi è diventata frenetica, il ritmo del suo cazzo dentro di me era implacabile. Ho sentito il suo bacino colpire il mio culo con forza.
​Simone ha emesso un urlo soffocato, un suono che si è fuso con la musica graffiata del vinile.
​Ho sentito l'ondata di liquido caldo riempirmi. Era profondo, totale. Il peso del suo corpo è crollato contro il mio. Siamo rimasti così per un tempo che non saprei misurare, ansimando, uniti dalla spinta finale del suo sperma dentro di me.
​Simone si è staccato lentamente, tirando fuori il suo cazzo bagnato e rilassato. La sensazione di vuoto e di liquido caldo che colava tra i miei glutei era la prova della nostra trasgressione.
​Sistemandosi i pantaloni, Simone ha acceso la luce, lasciando la musica in sottofondo. Il disco continuava a girare in silenzio. Eravamo entrambi spettinati e arrossati, l'odore di sesso e sudore forte.
​"Vieni," ha detto dolcemente, prendendomi la mano e portandomi a sedere sul piccolo divano di fronte agli scaffali.
​Ci siamo seduti. La musica di suo padre ha riempito il silenzio tra noi. Lui ha sistemato il mio corpo accanto al suo, un gesto possessivo che non aveva più nulla di amichevole, ma tutto di intimo. Il tocco era di un amante, non di un amico.
​"Questo disco," ha detto Simone, indicando il giradischi, "è il nostro segreto. Nostro e di nessun altro."
​Mi ha guardato, il suo sguardo era serio, quasi solenne.
​"Domani torni qui," ha ordinato, la voce era ferma. "Non ti chiedo se vuoi, ti dico che devi. C'è ancora molto da fare. Sei l'amico del cuore. Sei mio."
​Ho annuito. Non avevo scelta, né desiderio di averne. Ero completamente sottomesso alla sua volontà.
Quando sono tornato il giorno dopo, la tensione era ancora più palpabile perché non c'era più l'elemento sorpresa. Sapevamo entrambi esattamente perché ero lì.
​Siamo rimasti in quella stanza inerti per circa una mezz'ora. Simone aveva messo su un disco diverso, un blues puro e profondo, e fingevamo di parlarne, ma i nostri sguardi si incrociavano costantemente, carichi di intenzioni non dette. Il mio corpo reagiva al suono della musica, ma soprattutto alla sua vicinanza.
​Poi, Simone si è alzato. Ha fermato il giradischi con un tocco secco, interrompendo la musica a metà di una frase.
​Mi ha guardato, e il suo sguardo era un ordine chiaro. "Adesso spogliati," ha ordinato, la voce ferma.
​Ho obbedito immediatamente. La sottomissione era totale, perché, nonostante decidessi tutto lui, la verità era che lo volevo anch'io il suo cazzo. Volevo che mi dominasse in quel modo.
​Ho tolto la maglietta, poi i jeans e, per ultimi, i boxer. L'aria fresca sulla pelle nuda ha aumentato la mia eccitazione. Ero lì, esposto e indifeso, in piedi di fronte all'amico del cuore che era diventato il mio padrone segreto.
​Simone mi ha fatto cenno di girarmi. Ha osservato il mio culo e la schiena con un'attenzione quasi scientifica.
​"Così va bene," ha mormorato, la sua voce era un sussurro rauco che mi ha fatto venire la pelle d'oca. "Sei molto più bello sapendo che il tuo corpo è qui solo per me."
​Si è avvicinato e, invece di prendermi subito, ha fatto scorrere la mano lungo la mia schiena, le dita che toccavano la pelle calda. Mi ha spinto delicatamente in avanti, facendomi appoggiare al muro, proprio accanto allo scaffale dei vinili.
​"Oggi, voglio fare le cose con calma," ha detto, e ho sentito il suono della sua zip che si apriva alle mie spalle.
​Non c'era fretta, sono rimasto appoggiato al muro, nudo.
​"Oggi, voglio fare le cose con calma," ha detto, e ho sentito il suono della sua zip che si apriva alle mie spalle.
​Invece di toccarmi, Simone si è allontanato per un attimo. Ho sentito il rumore di un cassetto che si apriva e si chiudeva. Quando è tornato, mi ha preso un fianco con la mano. Ho sentito un odore dolce, inconfondibile, che non c'entrava nulla con la polvere dei vinili.
​"Questo non l'hai mai provato," ha sussurrato Simone.
​Ho sentito qualcosa di freddo e denso spalmarsi sul mio ano e sui miei glutei. Nutella. Lo shock e l'eccitazione si sono mescolati in un tumulto di sensazioni. Era così assurdo, così sporco e così infantile da essere incredibilmente erotico.
​Ho trattenuto il respiro. Simone ha spinto la sua bocca contro la mia pelle.
​La sensazione della sua lingua, calda e umida, che leccava la Nutella dal mio ano era al di là di ogni aspettativa. Era dolce, ma proibito, e la sua intimità era assoluta. Gemevo piano, un suono soffocato contro il muro. Simone non si è fermato, leccando via ogni traccia della crema al cioccolato, in un atto che era pura adorazione e puro dominio.
​Quando ha finito, ha ansimato soddisfatto. "Sei delizioso. Amico del cuore."
​Il mio corpo era vibrante, pronto, completamente rilassato da quell'atto inatteso.
​Simone non ha perso tempo. Mi ha afferrato i fianchi con forza e ha allineato il suo cazzo contro il mio ano umido e preparato.
​"Adesso prendi tutto quello che ho," ha ordinato.
​Questa volta non c'era resistenza, solo la spinta del desiderio. Il suo cazzo è entrato in me con facilità, profondo e caldo, portando con sé un leggero sentore di cioccolato. Ho gridato in un gemito liberatorio mentre mi riempiva.
​Simone ha iniziato a muoversi con un ritmo costante, le mani salde sui miei fianchi, il suo cazzo un perno attorno a cui ruotava il nostro segreto.
Il mio gemito si è trasformato in un grido soffocato quando il suo cazzo ha trovato il ritmo perfetto, entrando e uscendo da me con una potenza inaudita. Il leggero odore di Nutella si mescolava al sapore salato della pelle.
​Simone ha accelerato. Poi, ha allungato la mano e mi ha afferrato i capelli alla nuca con una presa dolorosa, ma intensamente eccitante.
​Mi ha tirato indietro la testa, costringendomi ad inarcare la schiena e ad esporre completamente il mio collo e il mio volto, mentre continuava a spingere con violenza nel mio ano. Ero completamente in suo potere.
​"Guarda dove sei," mi ha ordinato Simone, la sua voce era un ringhio rauco e trionfante. Mi ha costretto a guardare gli scaffali pieni di vinili, il simbolo della sua vita e della nostra amicizia, che ora era la scena del nostro segreto più grande.
​"Sei qui per me," ha ansimato, la sua presa sui miei capelli era una corda che mi legava. "Sei il mio amico del cuore. E io posso farti questo quando voglio. È così, vero?"
​Ho potuto solo gemere in risposta, un suono di pura sottomissione. La sua spinta era arrivata al massimo. Ho sentito il piacere acuto del suo orgasmo imminente e il mio corpo vibrava in un'eccitazione incontrollabile.
Simone non ha allentato la presa sui miei capelli. Invece, mi ha tirato indietro la testa e si è avvicinato, spingendo il suo corpo ancora più a fondo nel mio.
​"Guarda quanto mi vuoi," ha sussurrato, e mi ha baciato.
​Il bacio era feroce, umido, eppure, sotto il dominio del suo cazzo che mi riempiva e della sua mano che mi teneva i capelli, era il gesto più intimo che avessimo mai condiviso. Nonostante fossimo nudi, sporchi e in un atto proibito, quel bacio sulla bocca riaffermava il legame profondo, l'amicizia trasformata in ossessione.
​Mentre le nostre lingue si intrecciavano, Simone ha intensificato il ritmo. Non stava spingendo semplicemente per il suo piacere; sentivo che stava cercando di colpire un punto specifico dentro di me. Il suo cazzo era un martello, e le spinte erano profonde, precise.
​"Vieni per me," ha ansimato tra un bacio e l'altro. "Vieni per il tuo amico del cuore, qui, nel culo."
​Quell'atto di stimolazione interna era una cosa mai provata e meravigliosa. Sentivo un accumulo di energia nel basso ventre che superava la semplice eccitazione. Era un piacere che partiva dalle viscere, puro e acuto.
​Ho stretto i pugni, la testa spinta all'indietro dalla sua presa.
​Insieme, in un'unica spinta finale, i nostri corpi sono esplosi. Simone ha emesso un ruggito sommesso mentre eiaculava profondamente dentro di me. E in quell'istante, ho urlato anch'io, il mio orgasmo era violento, inaspettato, partito direttamente dal profondo della mia passività.
​Le mie ginocchia hanno ceduto. Simone mi ha sostenuto con le braccia.
Siamo rimasti uniti per un lungo istante, entrambi ansimanti. Il suo cazzo era ancora dentro di me, il peso del suo corpo contro la mia schiena era rassicurante e schiacciante allo stesso tempo.
​Simone ha tirato fuori lentamente, con un suono viscido che ha rotto l'incanto del silenzio. Mi sono sentito bagnato e vuoto.
​Mi ha lasciato andare, ma subito mi ha afferrato la mano.
​"Resta qui," mi ha detto Simone. Poi, mi ha condotto di fronte agli scaffali dei vinili. Il suo cazzo era ancora eretto, leggermente sporco, la prova fisica della nostra trasgressione.
​Si è chinato, prendendo il vinile che aveva lasciato sul giradischi.
​"Adesso," ha detto, con un sorriso trionfante. "Devi fare l'ultima cosa per il tuo amico del cuore."
​Non era un atto sessuale, ma un ordine che consolidava il mio ruolo di servizio.
​"Voglio che tu metta a posto questo disco," mi ha ordinato. "Siamo nudi, siamo sporchi. Ma devi rimetterlo esattamente dove l'ho preso. E poi ti pulisci."
​Ho guardato il disco, poi il suo cazzo teso, e poi i suoi occhi. Era una richiesta assurda, la perfetta chiusura alla nostra follia: unire l'atto sessuale proibito al compito più banale e intimo dell'amicizia.
​Ho preso il disco dalle sue mani. Mi sono chinato, con il culo ancora sporco, e ho infilato il vinile nello scaffale, esattamente nello spazio vuoto.
​"Perfetto," ha detto Simone. Poi mi ha fatto un piccolo cenno con la testa verso il bagno. "Adesso vai. Ma ricordati: domani si ricomincia."
L'indomani ero lì di nuovo, in quella stanza piena di musica e di segreti. L'aria era elettrica. Non c'era bisogno di parlare; sapevamo che l'amicizia era ormai un teatro per la sottomissione e il piacere.
​Ci siamo spogliati entrambi. Il mio corpo era immediatamente eccitato, teso dall'attesa di cosa avrebbe inventato Simone questa volta.
​Simone si è seduto sul divano, il suo cazzo era già duro e teso. Ho visto il barattolo di Nutella sul tavolino.
​Mi ha guardato con un sorriso complice e audace, ha aperto il barattolo e, con un dito, si è spalmato una generosa quantità di crema al cioccolato sul cazzo caldo e palpitante.
​"Adesso," ha detto semplicemente, senza bisogno di ordini.
​Ho intuito subito cosa voleva che facessi. Era il mio turno di servirlo, e il cibo era ancora una volta il veicolo per la nostra trasgressione.
​Mi sono inginocchiato davanti a lui. Ho allungato la mano e ho preso il suo cazzo appiccicoso e profumato. Ho avvicinato la bocca. Il contrasto era incredibile: la dolcezza del cioccolato fuso si univa al sapore della sua pelle, un'unione di innocenza e perversione che mi ha fatto impazzire.
​Ho inghiottito la Nutella e ho iniziato a succhiare il suo cazzo. La mia lingua lavorava con una foga che non era solo piacere, ma anche la gioia di obbedire e di essere completamente sotto il suo controllo. La musica era un lontano ronzio.
​Simone mi teneva la testa, spingendo il suo cazzo sempre più in fondo nella mia gola. Le sue mani erano possessive.
​"Bravissimo," ansimava, la sua voce era strozzata. "Sei il mio amico perfetto. Il mio amico del cuore."
​Ho sentito il suo corpo vibrare sotto la mia bocca. In un attimo, il suo sperma caldo e denso si è riversato nella mia bocca, mescolandosi al sapore dolce della Nutella. Ho inghiottito tutto, obbediente fino all'ultimo.
​Mi sono allontanato, il viso sporco di cioccolato e della sua eiaculazione.
​Simone mi ha guardato, il suo sorriso era pieno, soddisfatto. "Vieni qui," ha detto, tirandomi su e facendomi sedere accanto a lui. Mi ha pulito la bocca con il suo pollice.
Ho inghiottito tutto, obbediente fino all'ultimo. Simone mi ha tirato su e mi ha pulito la bocca con il pollice. Poi, mi ha spinto sul divano.
​Siamo rimasti seduti lì, nudi, per un tempo indefinito. Simone ha messo su un altro disco, un jazz lento ha ripreso a riempire la stanza. Era la nostra pausa, il nostro modo di fingere che l'intimità fosse dovuta alla musica e non al sesso che avevamo appena fatto. L'odore di cioccolato si mescolava all'aroma del vinile antico.
​Dopo quello che è sembrato un tempo lunghissimo, Simone si è alzato in silenzio e si è avvicinato a me. Non c'è stato bisogno di parole. Era tempo di tornare al nostro segreto fondamentale.
​Mi ha afferrato i fianchi con la forza che conoscevo e mi ha spinto in avanti, in ginocchio sul tappeto, costringendomi a mettermi alla pecorina.
​Ho sentito il suo cazzo caldo e duro premere contro il mio ano umido. Non c'era più bisogno di preparativi o di Nutella; il mio corpo lo riconosceva e lo desiderava. Con una spinta, il suo cazzo è scivolato dentro di me.
​Simone ha ricominciato il suo ritmo, lento all'inizio, poi sempre più potente. Le mie mani affondavano nel morbido tappeto mentre lui mi possedeva.
​Mentre sentivo la potenza del suo cazzo scorrere dentro di me, ho guardato gli scaffali. Erano pieni, infiniti.
​Ho pensato: ci sono ancora tanti vinili da ascoltare per i prossimi mesi. Ogni disco sarebbe stata la scusa per tornare in questa stanza, per spogliarmi, per farmi penetrare, per adempiere al mio ruolo di amico sottomesso. La nostra amicizia era diventata un ciclo di sesso proibito senza fine.
​Il ritmo di Simone è diventato frenetico, selvaggio. Ha spinto una volta, due volte, raggiungendo la profondità massima.
​"Amico!" ha ruggito lui, e in quell'istante, ho sentito la sua eiaculazione calda e abbondante riversarsi nel mio culo.
​Il mio orgasmo è arrivato un attimo dopo, violento e totale, in risposta diretta alla sua spinta. Il mio corpo si è contratto, esausto e soddisfatto.
​Siamo rimasti curvi sul pavimento, ansimanti, il vinile che continuava a suonare in sottofondo.
scritto il
2025-12-11
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