Nei filari della vigna
di
minkanku91
genere
gay
La vendemmia di quell'anno era un lavoro duro, ma il sole caldo e l'odore dell'uva creavano una strana intimità. Eravamo in cinque: tre signori sulla cinquantina, io con i miei ventitré anni, e Lino, un ragazzo appena maggiorenne.
Lino era bravo a tagliare i grappoli, ma la sua timidezza era evidente. Era il bersaglio preferito dei tre anziani. "Lino è bravo solo con le forbici, ma non sa cosa farne del 'ferro'!" Lo prendevano in giro perché non aveva mai fatto sesso, e lui non riusciva a difendersi. Restava in silenzio, la sua rabbia si trasformava in rossore.
Mentre lavoravamo, sentii i tre parlare del prossimo carico: "Tra poco ci spostiamo noi tre," disse uno. "Voi due rimanete qui a tagliare le file che restano."
Era la nostra occasione. Appena i tre si allontanarono, avviandosi verso il trattore, mi avvicinai a Lino. Lui era chino sull'uva, il volto ancora rosso.
"Ascolta," gli dissi, a voce bassa.
Lino alzò lo sguardo, i suoi occhi verdi pieni di nervosismo e sconfitta.
Gli feci la proposta diretta, usando le parole che gli anziani non avrebbero mai usato: "Quando restiamo soli, te lo faccio fare io. Sarai tu a scoparmi il culo."
Lino si bloccò, il respiro bloccato in gola. Il suo labbro inferiore tremava leggermente, ma il suo sguardo sul mio inguine rivelava l'eccitazione. "Sarà il nostro segreto," continuai. "Adesso. Andiamo in fondo alla fila."
Lino annuì. Non c'era tempo per i ripensamenti.
Ho aspettato che il rumore del trattore si spegnesse del tutto. Eravamo completamente soli, isolati dai filari alti e carichi.
Ci siamo mossi rapidamente, senza parlare, verso l'angolo più appartato della vigna.
Lino si è tolto i jeans in fretta. Io ho fatto lo stesso, tirando giù i miei pantaloni da lavoro sporchi di terra.
Mi sono messo a pecorina contro il tronco rugoso di una vite. Ho sentito il suo cazzo bollente premere contro la mia apertura (l'ano). Nessun lubrificante. L'urgenza era la nostra unica preparazione.
Ho ansimato. "Vai. Sono pronto. Fai in fretta, prima che tornino."
Ho sentito la pressione. Lino ha spinto, con tutta la forza della sua frustrazione e del suo desiderio. Ho stretto i denti per la frizione a secco e l'eccitazione. Ho sentito lo strappo della sua iniziazione.
Ha aspettato un istante, e poi ha iniziato a pompare. Lento, poi veloce. I suoi gemiti non erano più timidi, ma carichi di trionfo e piacere. Le sue spinte erano forti, animalesche.
L'ho incoraggiato, sentendolo arrivare al limite. Lino ha ruggito, e si è svuotato con un'ultima, potente spinta, inculandomi fino in fondo. Il suo corpo è crollato sulla mia schiena, tremante.
Ci siamo sfilati in fretta.
"Adesso," ho sussurrato, riallacciandomi i pantaloni. "Nessuno ti prenderà più in giro."
Lino si è tirato su i jeans. I suoi occhi brillavano di soddisfazione, ma subito dopo si sono spenti per la consapevolezza. "Sì, che mi prenderanno in giro," ha detto, la voce piatta e amara. "Mica posso raccontare di averlo fatto con te."
Ho capito. Il sesso era stato una liberazione per lui, ma la sua maschera pubblica era ancora intatta. "Allora dovremo far sì che tu non sia più l'unico a essere soddisfatto," gli ho risposto. "E che la prossima volta, non sia l'ultima."
Quattro mesi dopo, l'aria nella vigna era cambiata, ma la nostra relazione era fiorita. In quei mesi, avevamo avuto numerosi incontri segreti, e ormai entrambi eravamo attivi e passivi, scambiandoci i ruoli con naturalezza e desiderio crescente. Nonostante avessimo avuto rapporti altrove, la vigna manteneva un tocco unico di erotismo e cosa proibita.
Il nostro compito quel giorno era raccogliere i ramoscelli di vite e legarli in fascine da usare per il fuoco.
Quella mattina, ci ritrovammo di nuovo soli nella vigna. Il compito di legare le fascine era solo un pretesto.
Ho lasciato cadere lo spago. Lino si è avvicinato, spingendomi delicatamente tra due filari.
"Prima voglio io," ha sussurrato Lino, la sua voce piena di un'autorità ormai consolidata.
Mi sono tolto rapidamente i pantaloni. A secco, con l'urgenza di non sprecare nemmeno un secondo di quel tempo rubato.
Mi sono messo a pecorina con le mani appoggiate sul terreno freddo. Lino ha spinto. Ho sentito il suo cazzo bollente contro l'ano e poi la penetrazione, intensa e conosciuta. Lino ha iniziato a pompare subito, forte e profondo, le sue spinte cariche di tutta la frustrazione accumulata.
"Sei il mio segreto," ansimava.
Sono venuto prima io, un'esplosione silenziosa. Lino mi ha seguito con una spinta finale e si è svuotato dentro di me.
Si è sfilato, e siamo crollati in ginocchio per un istante.
"Adesso io," ho detto, riprendendo fiato.
Lui si è voltato. Si è messo a pecorina per me, il suo sedere esposto e pronto. Ho afferrato il mio cazzo e ho spinto.
Lino ha gemuto, forte. Ho spinto il mio cazzo tutto dentro. Ho cominciato a muovermi, godendomi la sensazione di inculare il mio compagno di lavoro.
"È la nostra cosa, Lino," gli ho sussurrato.
È venuto, un grido strozzato e acuto che ha echeggiato nel freddo. Subito dopo, ho raggiunto il mio culmine.
Ci siamo rivestiti in fretta. Lino ha afferrato i ramoscelli a terra. "Dobbiamo fare queste fascine," ha detto.
Lino era bravo a tagliare i grappoli, ma la sua timidezza era evidente. Era il bersaglio preferito dei tre anziani. "Lino è bravo solo con le forbici, ma non sa cosa farne del 'ferro'!" Lo prendevano in giro perché non aveva mai fatto sesso, e lui non riusciva a difendersi. Restava in silenzio, la sua rabbia si trasformava in rossore.
Mentre lavoravamo, sentii i tre parlare del prossimo carico: "Tra poco ci spostiamo noi tre," disse uno. "Voi due rimanete qui a tagliare le file che restano."
Era la nostra occasione. Appena i tre si allontanarono, avviandosi verso il trattore, mi avvicinai a Lino. Lui era chino sull'uva, il volto ancora rosso.
"Ascolta," gli dissi, a voce bassa.
Lino alzò lo sguardo, i suoi occhi verdi pieni di nervosismo e sconfitta.
Gli feci la proposta diretta, usando le parole che gli anziani non avrebbero mai usato: "Quando restiamo soli, te lo faccio fare io. Sarai tu a scoparmi il culo."
Lino si bloccò, il respiro bloccato in gola. Il suo labbro inferiore tremava leggermente, ma il suo sguardo sul mio inguine rivelava l'eccitazione. "Sarà il nostro segreto," continuai. "Adesso. Andiamo in fondo alla fila."
Lino annuì. Non c'era tempo per i ripensamenti.
Ho aspettato che il rumore del trattore si spegnesse del tutto. Eravamo completamente soli, isolati dai filari alti e carichi.
Ci siamo mossi rapidamente, senza parlare, verso l'angolo più appartato della vigna.
Lino si è tolto i jeans in fretta. Io ho fatto lo stesso, tirando giù i miei pantaloni da lavoro sporchi di terra.
Mi sono messo a pecorina contro il tronco rugoso di una vite. Ho sentito il suo cazzo bollente premere contro la mia apertura (l'ano). Nessun lubrificante. L'urgenza era la nostra unica preparazione.
Ho ansimato. "Vai. Sono pronto. Fai in fretta, prima che tornino."
Ho sentito la pressione. Lino ha spinto, con tutta la forza della sua frustrazione e del suo desiderio. Ho stretto i denti per la frizione a secco e l'eccitazione. Ho sentito lo strappo della sua iniziazione.
Ha aspettato un istante, e poi ha iniziato a pompare. Lento, poi veloce. I suoi gemiti non erano più timidi, ma carichi di trionfo e piacere. Le sue spinte erano forti, animalesche.
L'ho incoraggiato, sentendolo arrivare al limite. Lino ha ruggito, e si è svuotato con un'ultima, potente spinta, inculandomi fino in fondo. Il suo corpo è crollato sulla mia schiena, tremante.
Ci siamo sfilati in fretta.
"Adesso," ho sussurrato, riallacciandomi i pantaloni. "Nessuno ti prenderà più in giro."
Lino si è tirato su i jeans. I suoi occhi brillavano di soddisfazione, ma subito dopo si sono spenti per la consapevolezza. "Sì, che mi prenderanno in giro," ha detto, la voce piatta e amara. "Mica posso raccontare di averlo fatto con te."
Ho capito. Il sesso era stato una liberazione per lui, ma la sua maschera pubblica era ancora intatta. "Allora dovremo far sì che tu non sia più l'unico a essere soddisfatto," gli ho risposto. "E che la prossima volta, non sia l'ultima."
Quattro mesi dopo, l'aria nella vigna era cambiata, ma la nostra relazione era fiorita. In quei mesi, avevamo avuto numerosi incontri segreti, e ormai entrambi eravamo attivi e passivi, scambiandoci i ruoli con naturalezza e desiderio crescente. Nonostante avessimo avuto rapporti altrove, la vigna manteneva un tocco unico di erotismo e cosa proibita.
Il nostro compito quel giorno era raccogliere i ramoscelli di vite e legarli in fascine da usare per il fuoco.
Quella mattina, ci ritrovammo di nuovo soli nella vigna. Il compito di legare le fascine era solo un pretesto.
Ho lasciato cadere lo spago. Lino si è avvicinato, spingendomi delicatamente tra due filari.
"Prima voglio io," ha sussurrato Lino, la sua voce piena di un'autorità ormai consolidata.
Mi sono tolto rapidamente i pantaloni. A secco, con l'urgenza di non sprecare nemmeno un secondo di quel tempo rubato.
Mi sono messo a pecorina con le mani appoggiate sul terreno freddo. Lino ha spinto. Ho sentito il suo cazzo bollente contro l'ano e poi la penetrazione, intensa e conosciuta. Lino ha iniziato a pompare subito, forte e profondo, le sue spinte cariche di tutta la frustrazione accumulata.
"Sei il mio segreto," ansimava.
Sono venuto prima io, un'esplosione silenziosa. Lino mi ha seguito con una spinta finale e si è svuotato dentro di me.
Si è sfilato, e siamo crollati in ginocchio per un istante.
"Adesso io," ho detto, riprendendo fiato.
Lui si è voltato. Si è messo a pecorina per me, il suo sedere esposto e pronto. Ho afferrato il mio cazzo e ho spinto.
Lino ha gemuto, forte. Ho spinto il mio cazzo tutto dentro. Ho cominciato a muovermi, godendomi la sensazione di inculare il mio compagno di lavoro.
"È la nostra cosa, Lino," gli ho sussurrato.
È venuto, un grido strozzato e acuto che ha echeggiato nel freddo. Subito dopo, ho raggiunto il mio culmine.
Ci siamo rivestiti in fretta. Lino ha afferrato i ramoscelli a terra. "Dobbiamo fare queste fascine," ha detto.
3
voti
voti
valutazione
1.7
1.7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Sverginato da Milo
Commenti dei lettori al racconto erotico