Indimenticabile Debora

di
genere
etero

Ero sdraiato sulla sabbia della nostra solita spiaggia quando sentii Rino chiamarmi da lontano. "Oggi c'è una novità che ti piacerà!"
​Bruno mi informò che Debora era tornata e che aveva chiesto di me. Debora. Era stata la mia fidanzatina quattro anni prima.
​Appena si avvicinò alla riva, le vidi il seno. Lei si accorse che la stavo fissando e si coprì. Mi scusai e aggiunsi che la stavo guardando perché era troppo bella da sembrarmi una creatura mitologica. Rise.
​Subito dopo mi chiese di farle una foto in topless con il suo telefono.

​Mi devo essere assopito. Quando aprii gli occhi, al mio fianco il suo asciugamano era vuoto, con il reggiseno poggiato sopra.
​Arrivò all'improvviso, chinandosi e baciandomi. Stavolta restò in topless. Il mio cazzo schizzò fuori dal costume. Lei lo prese in mano. Sorrideva mentre incominciava a segarmi.
​Continuò sino a farmi venire. L'abbracciai e la baciai mentre la mia mano scivolò dentro il suo costume per renderle il favore.
​Ci preparammo e andammo insieme a prendere il pullman.

​Le squillò il telefono: era sua madre che le annunciava che a cena ci sarebbe stato il suo ex, Eduardo. Lei era costretta ad accettare.
​Disse che il pullman successivo sarebbe passato solo dopo un'ora.
​"Andiamo verso il fiume," propose lei. Una zona dove non c'era anima viva.
​Ci spogliammo nuovamente. Le slacciai il reggiseno e le baciai il seno. Ad un certo punto, mi prese il cazzo in bocca.
​Poi fui io a leccare la sua fica, e la sentii gemere di piacere. Infine, la penetrai. Il mio cazzo scivolò dentro di lei. Ci misi molto e quando venni ero in affanno.
​Tornò insieme a suo ex, Eduardo.
​Io scappai. Accettai di fare manutenzione all'appartamento in multiproprietà a Valencia.

​Quando ormai la testa pensava ad altro, lei mi mandò al cellulare la foto in topless che le avevo scattato in spiaggia. Il testo diceva: Ti piace questa foto.
​Subito dopo arrivò un altro messaggio: E questa ti piace? L'immagine arrivò: era inginocchiata su una panchina di fronte alla Ciudad de las Artes y las Ciencias a Valencia. Un altro messaggio diceva: Vieni subito, mi manchi.
​Ero scioccato. Rientrammo in metro. Ci spogliammo e facemmo l'amore.
​Furono i giorni più belli della mia vita. Andavamo in giro per Valencia e scopavamo a tutte le ore e in tutte le posizioni.
​Una decina di giorni dopo sparì nuovamente.

​Due anni dopo, sono qui, a Valencia. Convivo con Carmen, una donna spagnola che diventerà la mia compagna per sempre.
​Nella cucina c'è la foto incorniciata di Debora in topless. Carmen non mi ha mai chiesto chi fosse la ragazza.
​Oggi Carmen è a Gijón dalla madre. Suonano alla porta. È Debora.
​Cinque minuti dopo, stiamo scopando come pazzi. Il mio cazzo affonda nella viscere della sua fica. La inondo di sperma.
​Dopo pranzo, andiamo in un ristorantino carino nel centro storico e poi ci sediamo nel prato di Plaça de la Reina. Mi dice che il marito, Eduardo, è ad un convegno proprio a Valencia.
​Due signori passano al nostro fianco. Uno dice: "A noi francesi piace prenderlo nel culo." Vidi Debora sorridere. Quando aggiunse: "Anche a noi italiane piace," non capii più niente.
​Arrivammo all'appartamento. Ci spogliammo e lei si mise alla pecorina.
​Le infilai un dito nella fica e poi lo stesso dito glielo infilai nel culo. Poi infilai il cazzo. Entrò con facilità, ma era un po' stretto. Il mio cazzo scorse in profondità e lei si muoveva ondeggiando. Durò un sacco di tempo e non mi venne mai il pensiero che Carmen potesse tornare da un momento all'altro.
​Andò via quasi subito.
​Carmen arrivò subito dopo. "Ho visto la ragazza della foto," mi disse. "Era in strada e camminava spensierata."
​Mi venne in testa che il dottorino era un bel cornuto. Ma anche per me era il primo tradimento verso Carmen.
​Non voglio più tradire Carmen, mi dico. Se mi chiamasse, giuro che non risponderei. Ma se dovesse bussare ancora... Non so. La cercherei, forse. Resisterle è impossibile, chissà.
scritto il
2025-12-04
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