La tentazione

di
genere
gay

​Il bar era il solito, affollato di voci e profumo di caffè. Fabrizio aveva appena finito la sua colazione. Al momento dei saluti, ha poggiato la sua mano sulla mia che era appoggiata sul tavolo. È stato un gesto fugace, un tocco leggero che ho sentito sulla pelle. Non ci ho pensato, ma adesso, ripensandoci, mi chiedo se il signore che era seduto al tavolo vicino al nostro abbia visto quel tocco e lo abbia frainteso.
​Fabrizio se n'è andato, lasciandomi con un'altra tazza di caffè e i miei pensieri. È stato allora che si è avvicinato. Sembrava avere circa quarant'anni, elegante, pulito, un completo che gli cadeva a pennello. Si è seduto al tavolo di fronte, e in un attimo, la sua figura elegante ha riempito lo spazio che Fabrizio aveva appena lasciato. Mi ha sorriso, e quel sorriso era quasi più scioccante della sua proposta.
​"Scusa se ti disturbo," ha detto, con una voce profonda e pacata. "Mentre parlavi con il tuo amico, ho notato che avete una bella intesa. Sembri una persona che non ha paura di ciò che desidera. Sono qui in vacanza, e mi piacerebbe avere compagnia per stasera. Ti pagherò molto bene. Dieci, magari quindici minuti. Ti do mille euro per un pompino."
​Sono rimasto senza parole. "Non faccio queste cose," ho risposto, un po' troppo in fretta. Volevo dire che non le facevo per soldi, ma la frase mi è uscita come una difesa per nascondere il fatto che il mio cervello aveva già cominciato a fare i conti. In quel momento, l'unica cosa che vedevo era un nuovo telefono, la sua fotocamera perfetta, la sua velocità. Ho pensato alle volte in cui l'ho fatto per piacere con Giuseppe e Fabrizio, in una complicità che non aveva prezzo. Ma qui si trattava di una transazione.
​Il signore ha capito il mio imbarazzo. "Non devi sentirti a disagio," ha sussurrato. "Riflettici. Non ho fretta." Mi ha lasciato un biglietto da visita con un nome, Marco, un numero e un indirizzo. Poi, con un ultimo sguardo, se n'è andato.
​Ho passato il resto della giornata con quel biglietto in tasca. Ogni volta che lo sfioravo, vedevo il telefono nuovo. A mille euro per un quarto d'ora, mi dicevo che era solo pragmatismo. Quando è scesa la sera, ho ceduto. Ho chiamato. "Sono il ragazzo del bar," ho mormorato. La sua risposta è stata immediata: "Sapevo che avresti chiamato. Ti aspetto."
​L'albergo era di lusso, in centro. Ho parcheggiato la moto e sono salito alla stanza 314. La porta era socchiusa. Marco era lì, in un accappatoio bianco, rilassato. "Grazie per essere venuto," ha detto. La tensione ha iniziato a sciogliersi, sostituita da un'eccitazione diversa, elettrica.
​Mi sono tolto la giacca e i pantaloni, restando in boxer, e mi sono inginocchiato a lato del letto. Il mio cuore batteva forte. Ho sentito Marco che si toglieva l'accappatoio e si accomodava sul materasso. Ho aperto gli occhi e ho visto il suo cazzo, eretto e lucido. L'ho afferrato: era caldo, la pelle liscia. Ho abbassato la testa, la mia bocca si è aperta e l'ho preso.
​All'inizio ho mosso la testa lentamente, il mio respiro mischiato ai suoi sospiri. Sentivo il suo bacino spingersi delicatamente in avanti; c'era un'intesa silenziosa. Ho aumentato il ritmo, sentendo un gemito profondo uscire dalla sua gola. La sua mano si è posata sulla mia testa, non per forzarmi, ma per guidarmi.
​Ho esplorato ogni sensazione: la mia lingua accarezzava la punta, il mio palato sfiorava il fusto e la mia gola si dilatava per accoglierlo completamente. Sentivo il suo cazzo pulsare contro la mia lingua, la sua eccitazione era palpabile e mi eccitava a mia volta. Ho continuato con passione e sicurezza, assaporando il calore e il sapore di quel momento proibito. Le sue dita si sono strette tra i miei capelli, spingendo più a fondo, finché con un urlo soffocato è venuto, riempiendo la mia bocca.
​Quando tutto è finito, mi sono pulito e mi sono alzato. Marco mi ha baciato delicatamente sulla fronte. Mi ha lasciato un sacchetto di plastica sul comodino. Non ho avuto il coraggio di aprirlo subito. Mi sono vestito in silenzio, abbiamo scambiato un ultimo sguardo carico di tutto quello che era appena successo, e sono andato via.
scritto il
2025-12-23
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