La prima e l'ultima volta con Ninetto

di
genere
gay

L'ufficio di mio padre, nel pieno centro della città, era immerso nel silenzio. Lui era partito per un convegno e io dovevo approfittarne per mettergli a posto il PC. Era un lavoro lungo e, dopo un paio d'ore passate tra cavi e aggiornamenti, ho sentito il bisogno di staccare. Sono uscito sul balcone, ho acceso una sigaretta e, tra la folla, ho riconosciuto quella camminata: era Ninetto.
​I nostri occhi si incrociarono e la mente tornò a quattro mesi prima, in camera mia, quando il suo telefono interruppe tutto proprio mentre il mio cazzo era a un millimetro dal penetrarlo. "Sali," dissi al citofono con la voce roca.
​Sento i passi nel corridoio, apro la porta ma torno subito al PC; sto formattando il disco, un'operazione delicata. "Entra," dico senza voltarmi. Ninetto si avvicina e, invece di sedersi sulla sedia dei clienti, si siede direttamente sul mio grembo. Il contatto è bruciante. Inizia a muovere il culo con lentezza, un movimento rotatorio che punta dritto al mio basso ventre. Mentre con la destra monitoro il sistema, con la sinistra scivolo nei suoi pantaloni. Afferro il suo cazzo, già duro come marmo.
​Ninetto si spoglia in un baleno, restando completamente nudo nella luce fredda del monitor. Si risedette su di me e iniziai a segarlo con un ritmo regolare, sentendo ogni sua vena pulsare. "Vieni, Ninetto... ora!" gli ordinai. Quando lo sperma caldo mi bagnò le dita, lo usai subito per lubrificare il suo ano, massaggiandolo finché non lo sentii distendersi.
​Avviato il riavvio del PC, mi spogliai e mi risedetti. Lo afferrai per i fianchi e, con una spinta decisa verso l'alto, lo penetrai completamente. Il suono fu un "clack" umido, carnale. Ninetto gridò nel silenzio dell'ufficio. Cominciai a spingere dal basso, colpendo il fondo del suo ventre, mentre lui ricadeva su di me con tutto il suo peso. Il piacere era atroce e bellissimo, reso fluido dal mix di sudore e sperma, finché non esplosi dentro di lui in un lungo sospiro tremante.
​Dopo una breve pausa per installare Office e l'antivirus, la tensione tornò a salire. "Vieni di là," dissi. Ci spostammo nudi nella sala d'aspetto. Mi appoggiai con i gomiti sul divanetto di pelle e mi misi alla pecorina, inarcando la schiena. Ninetto non perse tempo: cercò l'imbocco e con un colpo solo mi penetrò. La sensazione fu di una pienezza quasi dolorosa. Il suo cazzo mi apriva centimetro dopo centimetro, e a ogni sua spinta animalesca il mio corpo rimbalzava contro la pelle fredda del divano. Mi stava possedendo con una foga che sapeva di vendetta per il tempo perduto.
​"Sì... tutto dentro!" ansimai, finché non sentii il getto potente del suo sperma inondarmi l'interno. Ma non era ancora finita. Lo spinsi indietro, lo feci sdraiare e lo penetrai io per l'ultimo cambio di ruoli. Ci muovemmo in un groviglio frenetico di gambe e sudore, finché non venni di nuovo dentro di lui, suggellando quel momento.
​Mentre riprendevamo fiato, Ninetto mi guardò con malinconia. "Sono passato solo per i bagagli rimasti nella vecchia casa. Abbiamo un furgone pronto. Domani mattina presto partiamo per sempre. Ci trasferiamo all'estero."
​La notizia mi colpì come uno schiaffo. Il PC era a posto, il debito era pagato, ma quella era stata la nostra prima e ultima volta.
scritto il
2025-12-29
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