Serva di famiglia (parte 5)

di
genere
sadomaso

“Tesoro, papà ha trovato il modo di farti avere un po’ di soldi. Ha corrotto una guardia che, a sua volta, ha corrotto un'altra guardia dalla tua parte”.
Camille pianse per questa notizia, pianse di gioia, provando un grande senso di sollievo.
Il suo pensiero andò subito alla possibilità di contribuire alla vita nella casa nella quale era stata accolta.
Pensando al denaro che avrebbe potuto portare, ebbe la speranza che, non essendo più un inutile peso, l’avrebbero tenuta nella speranza che un giorno tutto cessasse e potesse riprendere la vita di prima, finalmente accolta nella famiglia, fosse anche solo per il suo contributo economico.
“Tranquilla amore, ti faremo avere soldi periodicamente. Trovati domani mattina qui, alle 11. Come al solito a quell’ora ci sarà molta confusione. Verrai avvicinata da un soldato che ti darà istruzioni”.
Camille era al settimo cielo.
Tornata in quella casa che cominciava a sentire meno estranea, non riuscì a trattenere la sua gioia e informò coloro che vedeva come famiglia, seppure adottiva.
In Michelle si accese la luce negli occhi, così come in Nala. La famiglia della loro ospite era ricca e avrebbe fatto avere una buona quantità di denaro, periodicamente.
Una boccata di ossigeno.
Con la guerra tutto era aumentato e si faceva fatica in ogni cosa. Camille aveva anche dovuto imparare a sistemare i vestiti, proprio lei che quando un abito si sgualciva lo sostituiva, magari regalandolo a Michelle per lei o per Nala.
La mattina successiva si recò all'appuntamento.
C’era molta confusione ma si sentiva leggera, già maggiormente accolta in quella nuova casa. Avrebbe continuato a fare il suo dovere ma avrebbe contribuito. Era felice.
Come tutte le volte, si era pettinata bene e indossato un abito pulito e stirato. Voleva infondere coraggio a sua mamma che l’avrebbe vista ben tenuta, sebbene con abiti non all’altezza della suo status ma, comunque, puliti e ben stirati.
Passò mezz’ora e venne avvicinata da un soldato che, con fare sbrigativo e cercando di non farsi vedere da occhi curiosi, le disse di seguirlo pur standogli distante, così che nessuno potesse pensare che si muovevano assieme nella stessa direzione.
Raggiunsero un punto abbastanza isolato, coperto da arbusti.
Dall’altra parte c’era già sua madre in compagnia di altro soldato, per il passaggio di danaro.
Il soldato cominciò a guardarla.
“Sei bella”.
A Camille cominciò a gelarsi il sangue.
“Fatti toccare”.
Senza aspettare risposta, l’uomo allungò la mano sul suo seno.
Istintivamente lei si ritrasse e la madre, a qualche metro, gli urlò di non osare toccarla.
Antoinette chiese anche l’intervento dell’altro soldato che, però, rimase in silenzio a guardare la scena.
La donna non poté notare la naturalezza dell’uomo nell’osservare il suo collega che cercava di allungare le mani. Evidentemente era una cosa normale e non intendeva intervenire.
La donna non si diede pace.
Il soldato, però, sapeva di avere un potere contrattuale enorme.
“Hey bellina, se non fai quello che voglio, non avrai i soldi. Adesso mettiti in ginocchio davanti a me e chiedimi scusa”.
Camille si sentì mancare la terra sotto i piedi. Ebbe la sensazione di essere presa da un vortice e proiettata in alto, con la paura di cadere. Non sentiva nemmeno più sua madre che urlava e il soldato dall'altra parte che la invitava a stare zitta, per non farsi notare.
Camille vide venir meno non tanto i soldi, ma ciò che rappresentavano: la sua partecipazione in quella casa e l’idea che avrebbe potuto essere parte della nuova famiglia, in attesa di riabbracciare la propria.
Aveva promesso i soldi a Michelle e non poteva tornare a mani vuote.,
Come un automa, posò le ginocchia a terra e chiese scusa, come voleva quell’uomo.
“Non basta più, bella biondina. Adesso poggia la fronte a terra e striscia fino a i miei piedi”.
L’uomo fece anche qualche passo indietro, per creare il percorso che la ragazza avrebbe dovuto compiere.
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2025-10-30
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