Un pomeriggio inaspettato

di
genere
gay

Eravamo io, Aldo e Damiano, e a tutti e tre piaceva Laura. Era un pomeriggio come tanti, carico di quell'attesa nervosa che solo una cotta può generare. Poi arrivò lei, Laura. Il suo sguardo si posò su Aldo, un'intesa silenziosa e immediata. Si scelsero senza dire una parola, e sparirono insieme. Probabilmente erano andati a scopare da qualche parte.
La delusione fu palpabile, un'onda silenziosa che ci investì. Nessuna reazione eclatante, nessun grido o pugno sul tavolo. Solo un vuoto che dovevamo riempire. Così, senza bisogno di parlarsi, io e Damiano finimmo per guardarci un film porno. Capitava ogni tanto, certo, ma sempre in gruppi di tre o quattro amici, mai solo in due. Quella volta eravamo noi due, e bastò quello a rendere l'atmosfera diversa, carica di una strana, silenziosa intesa.
L'eccitazione crebbe, forse anche perché in qualche modo, nell'attrice del film, pensavamo a Laura. Era un modo strano e un po' distorto di elaborare la delusione, di proiettare il nostro desiderio non corrisposto.
Poi successe una cosa imprevedibile, una cosa gay, mai fatta prima tra di noi. Era spontaneo. Damiano si alzò, ed era chiaro cosa stesse per fare, andare a farsi una sega. Io, tra il serio e lo scherzo, gli chiesi: "Quando finisci, la fai anche a me?". Lui si fermò. Non ci fu disagio, né esitazione. Ci guardammo, e l'accordo fu immediato, muto. Ha acconsentito a farmi la sega, e ovviamente io avrei fatto lo stesso con lui.
Damiano iniziò a farmi la sega, come se fosse la cosa più normale del mondo. Non c'era imbarazzo, solo una sorprendente familiarità che nasceva da quella delusione condivisa. E mi piacque, mi piaceva più di quando me la faccio da solo. Essere toccato da un'altra persona, sentire quella mano, quella presenza, era eccitante, anche se quell'altra persona era un ragazzo. Era una sensazione che andava oltre il fisico, un misto di piacere, conforto e una scoperta inaspettata.
Venni nella sua mano. Poi fu il mio turno. Senza dire una parola, allungai una mano verso i suoi pantaloni. Slacciai il bottone, poi abbassai la cerniera, liberando il suo membro che balzò fuori, turgido e caldo. Lo presi in mano, sentendo la sua consistenza liscia e le vene pulsanti sotto le mie dita. Iniziai a muovere la mano su e giù, con un ritmo lento e costante, sentendo la familiarità del gesto, ma anche la novità data dal fatto che fosse lui. Il suo respiro si fece più pesante, e i suoi occhi si chiusero per un istante, segno di un piacere crescente. Mentre gli facevo la sega, spinto da una curiosità improvvisa e da una crescente intimità che non avevo mai provato, dopo un po' gli infilai un dito nel culo. Sentii il suo corpo irrigidirsi per un istante, poi rilassarsi sotto il mio tocco inaspettato. I suoi sospiri si fecero più profondi, il suo bacino si mosse leggermente incontro alla mia mano, un segnale che, nonostante la sorpresa, la cosa gli stesse piacendo. Damiano venne anche lui, con un gemito soffocato, il suo corpo che si contraeva con un fremito lungo la schiena mentre il piacere lo travolgeva. Era un'ulteriore conferma di quella connessione inaspettata che stavamo scoprendo.
Gli chiesi di girarsi. Ci pensò un attimo, solo un istante di esitazione che sottolineava la portata di ciò che stavamo per fare, ma poi si girò. Continuai col dito per un po', sentendo la sua accettazione, una sorta di permesso silenzioso che mi spinse oltre. Il suo corpo era caldo contro il mio, l'aria nella stanza quasi densa di attesa. Non c'era fretta, solo una crescente intensità. Mentre la mia mano continuava a muoversi sul suo pene, mi avvicinai. Il mio sguardo cercò il suo, un attimo di conferma muta. Poi, spinto da un misto di desiderio e curiosità inebriante, premetti la punta del mio cazzo contro il suo ano. Sentii la sua pelle cedere leggermente, una resistenza sottile che si trasformava in un'accoglienza inaspettata. Spinsi lentamente, avvertendo il calore e la stretta intorno a me. Ogni millimetro era una scoperta, il mio bacino che si muoveva in un ritmo ancora incerto ma già promettente. La sensazione fu calda, avvolgente, una stretta inaspettata che mi fece quasi mancare il respiro. Ogni fibra del mio corpo sembrò vibrare. Era diverso da qualsiasi cosa avessi mai provato, un'intimità che andava oltre il semplice piacere fisico. C'era un misto di sorpresa, trionfo e una profonda connessione che mi legava a lui. I nostri respiri si fecero più affannosi, mescolandosi nell'aria, le sensazioni si amplificarono ad ogni spinta, il mio corpo che si inarcava istintivamente. Il film porno in sottofondo era ormai solo un lontano brusio, persi nel ritmo dei nostri corpi che si univano in quella danza inattesa. La tensione crebbe, si accumulò, fino a quando non riuscii più a contenerla. I suoi muscoli si tesero e poi si rilasciarono in una serie di spasmi, il suo respiro esplose in un grido soffocato mentre raggiungeva l'orgasmo e il mio sperma caldo e denso riempiva il suo culo, una scarica liberatoria che mi fece tremare, lasciandomi svuotato eppure stranamente pieno.
Non ci fu imbarazzo, non ci fu disagio dopo. Solo una sorprendente normalità. E la voglia di rifare le stesse cose. Magari l'indomani.
E l'indomani, quella voglia si concretizzò. Non ci siamo masturbati. Il mio cazzo scivolò dentro ancora meglio del giorno prima, con una facilità che quasi mi sorprese, come se i nostri corpi ricordassero già quel contatto. Lui incominciò a muoversi quasi subito, con un'urgenza che sembrava avesse aspettato quel momento tutta la notte. Le sue spinte erano decise, il suo respiro che mi arrivava affannoso, mischiandosi al mio. Era una danza che avevamo già imparato, un ritmo che trovavamo senza sforzo, un'intesa silenziosa che rendeva ogni spinta più profonda, ogni gemito più sincero. La nostra intimità era cresciuta, era diventata qualcosa di più. I nostri corpi si muovevano all'unisono, un crescendo di sensazioni che ci spingeva sempre più in alto. I gemiti di Damiano si fecero più intensi, quasi a voler raggiungere un apice. Sentii i suoi muscoli tendere e poi rilasciarsi in una serie di spasmi, il suo respiro esplodere in un grido soffocato mentre raggiungeva l'orgasmo.
Poi, mi ha chiesto se glielo facevo fare anche a lui. Senza esitazione, mi voltai, mettendomi alla pecorina. Sentii un leggero imbarazzo pensando a cosa stava per succedere, ma durò solo un attimo, spazzato via dalla fiducia e dall'eccitazione. Sentivo il suo sguardo sulla mia schiena, un calore che anticipava il contatto. C'era una fiducia assoluta, un abbandono totale a quella nuova dimensione della nostra amicizia. Sentii la sua mano accarezzarmi la natica, un tocco preliminare, quasi una preparazione. Il suo fiato caldo sul collo, l'odore della sua pelle. Poi, percepii la punta del suo pene che sfiorava il mio ano. Fu un momento di sospensione, un brivido che mi percorse la spina dorsale, una sensazione strana ma non sgradita. Non era un dolore, ma una pressione crescente, un senso di pienezza che si espandeva. Sentii il suo cazzo spingere dolcemente, il suo corpo che si muoveva contro il mio da dietro. Mi rilassai, affidandomi a lui, lasciando che la tensione si sciogliesse. E poi, lentamente, scivolò dentro. La sensazione fu intensa, profonda, un misto di leggera tensione iniziale che presto si trasformò in un piacere inaudito che si irradiava per tutto il corpo. Ogni millimetro in più era una scoperta, un'onda di calore che mi avvolgeva. Era la prima volta che provavo qualcosa di simile, ed ero lì, completamente aperto e vulnerabile, con un amico che era diventato molto di più. Il suo corpo contro il mio, il ritmo che trovavamo insieme, la sensazione della sua presenza dentro di me, un'alternanza di spinte e pause, e la sua mano che ora mi accarezzava il fianco... era una liberazione, un piacere che mai avrei immaginato, un legame sigillato in quel modo così intimo e sorprendente. Anche io raggiunsi l'orgasmo, con un gemito che si perse nell'aria, sentendo il mio corpo vibrare e poi rilassarsi in un'ondata di appagamento totale.
Quel pomeriggio, iniziato con la delusione per Laura del giorno prima, si era trasformato in qualcosa di inatteso e profondo, un'esplorazione reciproca che ha rivelato un piacere e una connessione che non avremmo mai immaginato.
scritto il
2025-06-19
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