Piacere condiviso

di
genere
gay

Tutto è iniziato un giorno quando Massimo mi ha fatto una richiesta inaspettata. "Toccami il cazzo," mi ha detto, una frase che mi ha colto di sorpresa. Nonostante la mia risposta fosse stata un secco no, una parte di me, devo ammetterlo, sperava che un'occasione simile si ripresentasse. Quella sensazione di curiosità mista a un po' di confusione mi ha accompagnato per i giorni successivi.

Poi, un giorno, il destino ha voluto che ci ritrovassimo in palestra per l'allenamento. Il professore era in ritardo e noi ci siamo stesi sui materassi del salto in alto. Massimo ha iniziato a parlare di una sua cugina, con discorsi che, naturalmente, ci hanno eccitato entrambi. Ricordo di aver visto chiaramente il suo cazzo gonfiarsi sotto i pantaloni. L'impulso è stato troppo forte: ho allungato il piede e gliel'ho toccato.
Non molto dopo, con un gesto audace, ha tirato fuori il cazzo. Ancora una volta, ho allungato il piede e gliel'ho toccato, aggiungendo quasi come una giustificazione balbettante: "Sta arrivando il prof." E proprio in quell'istante, abbiamo sentito la sua voce chiamarci, interrompendo bruscamente quel momento carico di tensione.

Passarono alcuni giorni senza che succedesse nulla di rilevante. Poi, alcuni nostri compagni hanno iniziato a parlare di un film erotico che avevano visto. "Dovresti andare a vederlo," ha detto uno a Massimo. Così, ci siamo ritrovati ad andarci insieme. Durante il film, Massimo mi ha preso la mano e l'ha guidata direttamente sul suo cazzo, che era già fuori dai pantaloni. Senza esitazione, ho iniziato a fargli una sega. Era la prima volta che lo facevo a un ragazzo.

Alla fine del film, Massimo mi ha dato un passaggio, dato che lui aveva preso l'auto del padre e io ero venuto in metro. In macchina, ha alzato la posta. Mi ha chiesto un'altra cosa, e subito dopo, mi sono sdraiato sul sedile del passeggero. Mi ha praticamente montato da dietro, strusciando il suo cazzo sul mio culo. Poi, mi ha sussurrato una frase che suonava come una promessa e una sfida: "La prossima volta lo facciamo veramente." Il mio silenzio è stato un assenso non verbale.

Non sono passati molti giorni. Massimo è venuto a prendermi in macchina e siamo andati a mangiare una pizza. Dopo cena, ci siamo appartati in un luogo discreto. Lì, ci siamo tolti tutti i vestiti, completamente nudi, e abbiamo iniziato a esplorare i nostri corpi. Lui ha iniziato a infilarmi un dito nel culo, mentre io toccavo insistentemente il suo cazzo. Poi, mi ha preso da dietro, e ho sentito il suo cazzo entrare dentro di me.
Il momento in cui è entrato è stato un mix di sensazioni: una leggera tensione iniziale, poi una distensione mentre si faceva strada, e infine una sensazione di pienezza calda. Il suo corpo era pressato contro il mio, e potevo sentire i suoi sospiri, i nostri respiri che si mescolavano in un crescendo di eccitazione. Con ogni spinta, sentivo il suo pene muoversi profondamente dentro di me, un ritmo che diventava sempre più veloce e potente. Le sue anche si muovevano contro il mio sedere, creando un attrito caldo e avvolgente. Era un'esperienza totalizzante, in cui ogni altro pensiero svaniva, lasciando spazio solo alla fisicità del momento e alla connessione tra i nostri corpi che si muovevano all'unisono.
All'improvviso, ho sentito un cambiamento nella sua spinta, un'accelerazione finale, più profonda e convulsa. Poi, una ondata di calore liquido si è riversata dentro di me, una sensazione inconfondibile di sperma caldo che si diffondeva. Massimo ha emesso un gemito soffocato, e ho sentito il suo corpo rilasciare la tensione. Per qualche istante, è rimasto immobile dentro di me, i nostri corpi ancora uniti, ansimanti, in quel silenzio che segue un orgasmo condiviso.
scritto il
2025-06-27
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