La direttrice del carcere 6 oltre il limite
di
Kyknox
genere
etero
La sala comune quella sera era calda, quasi soffocante. Le finestre sprangate non lasciavano passare un filo d’aria. I detenuti erano già radunati, eccitati come bambini prima di uno spettacolo.
Quando la direttrice Carla Belli entrò, i fischi furono più forti del solito. Forse era colpa del caldo, o forse del vestito che aveva scelto: una camicetta di seta chiara, sottile, che lasciava intravedere più di quanto celasse.
«Buonasera, signori,» disse con un tono mellifluo, «vedo che siete impazienti…»
Il suo sguardo percorse la sala, e in quel silenzio teso bastò un solo bottone lasciato aperto in più per incendiare la fantasia di tutti.
Ma stavolta i detenuti non si limitarono a ridere o fischiare. Quando Carla posò la scatola dei profilattici sul tavolo, tre di loro si alzarono e la circondarono.
«Direttrice,» disse Gino con un sorriso malizioso, «abbiamo deciso che oggi la lezione è interattiva.»
«Oh?» ribatté lei, cercando di mantenere il suo tono sicuro. «E cosa significa esattamente?»
Tonino tirò fuori un profilattico e lo fece scivolare lentamente tra le dita, come se fosse un oggetto proibito. Poi le porse la mano: «Vorremmo che fosse lei a mostrarci… di nuovo.»
Carla rise, ma la voce le uscì leggermente più roca. «State diventando coraggiosi, eh?»
Si chinò verso Tonino, afferrò il profilattico e con gesto lento lo fece scorrere su un cetriolo che qualcuno aveva portato apposta. La sala trattenne il fiato: il gesto, preciso e sensuale, sembrava un vero e proprio spettacolo erotico.
Un detenuto, però, si fece più audace: le sfiorò la mano per “aiutarla”.
La direttrice lo fissò con occhi di ghiaccio e labbra di fuoco. Per un istante l’atmosfera si caricò come se stesse per accadere l’impensabile.
I detenuti trattennero il fiato. Lei avrebbe reagito? O si sarebbe lasciata andare?
Allora Carla si alzò di scatto, con un movimento deciso che fece ondeggiare la camicetta e tremare gli sguardi.
«Attenti, ragazzi,» disse con un sorriso pericolosamente seducente, «state pericolosamente vicini a superare il limite. E se lo fate… potrei anche non fermarvi.»
Quel mezzo secondo di silenzio fu più erotico di qualunque contatto. La fantasia dei detenuti prese il volo, e la sala esplose in applausi, fischi e risate.
Carla, tornando verso l’uscita, si voltò un’ultima volta: «Ricordate… qui dentro comando io. Ma se volete farmi perdere il controllo… dovrete impegnarvi molto di più.»
E lasciò tutti sospesi tra eccitazione, desiderio e la certezza che la prossima “lezione” sarebbe stata ancora più rischiosa.
Quando la direttrice Carla Belli entrò, i fischi furono più forti del solito. Forse era colpa del caldo, o forse del vestito che aveva scelto: una camicetta di seta chiara, sottile, che lasciava intravedere più di quanto celasse.
«Buonasera, signori,» disse con un tono mellifluo, «vedo che siete impazienti…»
Il suo sguardo percorse la sala, e in quel silenzio teso bastò un solo bottone lasciato aperto in più per incendiare la fantasia di tutti.
Ma stavolta i detenuti non si limitarono a ridere o fischiare. Quando Carla posò la scatola dei profilattici sul tavolo, tre di loro si alzarono e la circondarono.
«Direttrice,» disse Gino con un sorriso malizioso, «abbiamo deciso che oggi la lezione è interattiva.»
«Oh?» ribatté lei, cercando di mantenere il suo tono sicuro. «E cosa significa esattamente?»
Tonino tirò fuori un profilattico e lo fece scivolare lentamente tra le dita, come se fosse un oggetto proibito. Poi le porse la mano: «Vorremmo che fosse lei a mostrarci… di nuovo.»
Carla rise, ma la voce le uscì leggermente più roca. «State diventando coraggiosi, eh?»
Si chinò verso Tonino, afferrò il profilattico e con gesto lento lo fece scorrere su un cetriolo che qualcuno aveva portato apposta. La sala trattenne il fiato: il gesto, preciso e sensuale, sembrava un vero e proprio spettacolo erotico.
Un detenuto, però, si fece più audace: le sfiorò la mano per “aiutarla”.
La direttrice lo fissò con occhi di ghiaccio e labbra di fuoco. Per un istante l’atmosfera si caricò come se stesse per accadere l’impensabile.
I detenuti trattennero il fiato. Lei avrebbe reagito? O si sarebbe lasciata andare?
Allora Carla si alzò di scatto, con un movimento deciso che fece ondeggiare la camicetta e tremare gli sguardi.
«Attenti, ragazzi,» disse con un sorriso pericolosamente seducente, «state pericolosamente vicini a superare il limite. E se lo fate… potrei anche non fermarvi.»
Quel mezzo secondo di silenzio fu più erotico di qualunque contatto. La fantasia dei detenuti prese il volo, e la sala esplose in applausi, fischi e risate.
Carla, tornando verso l’uscita, si voltò un’ultima volta: «Ricordate… qui dentro comando io. Ma se volete farmi perdere il controllo… dovrete impegnarvi molto di più.»
E lasciò tutti sospesi tra eccitazione, desiderio e la certezza che la prossima “lezione” sarebbe stata ancora più rischiosa.
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