Settimana Bianca incursione disastrosa
di
Kyknox
genere
corna
Capitolo 7 – L’incursione disastrosa
Dentro la baita, il fuoco arde, Markus e la moglie ridono ancora per il boato. Poi i loro occhi tornano a incrociarsi, vicinissimi. Markus le sfiora il mento con un dito, lei chiude gli occhi, pronta a cedere.
Ed ecco che, come un fulmine a ciel sereno, la porta della baita si spalanca con un fracasso.
Entra Lino, coperto di neve dalla testa ai piedi, con gli sci in spalla come se fossero armi.
— «Eccomi qua! Avanti, continuate pure, che ve servo io il contorno!»
Scivola sul tappeto, inciampa nel secchio che aveva in testa durante il travestimento e cade dritto sul letto, proprio addosso ai due. Il piumone vola in aria, le coperte si attorcigliano, i tre diventano un groviglio di gambe e braccia.
Markus, spaventato, rotola via e si ritrova in mutande, con l’asciugamano caduto a terra.
La moglie ride come una matta:
— «Amò, sembri Er Superman pugliese! Sempre all’ultimo minuto!»
Lino, ansimante, si rialza brandendo lo sci come una clava.
— «Adesso basta! Bello biondo, tu volevi insegnà a mia moglie lo slalom? Mo’ te faccio vede io lo slalom… tra i calcioni miei!»
Markus, pallido, afferra i pantaloni ma non fa in tempo a infilarli: scappa fuori a piedi nudi nella neve, urlando come un capriolo inseguito.
Lino parte all’inseguimento, sbraitando in dialetto:
— «Fermete, svedese de noantri! Che ti faccio diventà la funivia personale mia!»
Intorno alla baita, turisti incuriositi assistono alla scena: Markus corre in mutande nella neve, inseguito da un Lino paonazzo e armato di sci. Alcuni ridono, altri scattano foto, qualcuno pensa sia una performance teatrale.
Dentro la baita, la moglie si sdraia sul letto, ancora avvolta nel piumone, gli occhi che brillano di divertimento e… un pizzico di malizia.
Sospira:
— «Con Lino non ci si annoia mai… ma che uomo!»
Dentro la baita, il fuoco arde, Markus e la moglie ridono ancora per il boato. Poi i loro occhi tornano a incrociarsi, vicinissimi. Markus le sfiora il mento con un dito, lei chiude gli occhi, pronta a cedere.
Ed ecco che, come un fulmine a ciel sereno, la porta della baita si spalanca con un fracasso.
Entra Lino, coperto di neve dalla testa ai piedi, con gli sci in spalla come se fossero armi.
— «Eccomi qua! Avanti, continuate pure, che ve servo io il contorno!»
Scivola sul tappeto, inciampa nel secchio che aveva in testa durante il travestimento e cade dritto sul letto, proprio addosso ai due. Il piumone vola in aria, le coperte si attorcigliano, i tre diventano un groviglio di gambe e braccia.
Markus, spaventato, rotola via e si ritrova in mutande, con l’asciugamano caduto a terra.
La moglie ride come una matta:
— «Amò, sembri Er Superman pugliese! Sempre all’ultimo minuto!»
Lino, ansimante, si rialza brandendo lo sci come una clava.
— «Adesso basta! Bello biondo, tu volevi insegnà a mia moglie lo slalom? Mo’ te faccio vede io lo slalom… tra i calcioni miei!»
Markus, pallido, afferra i pantaloni ma non fa in tempo a infilarli: scappa fuori a piedi nudi nella neve, urlando come un capriolo inseguito.
Lino parte all’inseguimento, sbraitando in dialetto:
— «Fermete, svedese de noantri! Che ti faccio diventà la funivia personale mia!»
Intorno alla baita, turisti incuriositi assistono alla scena: Markus corre in mutande nella neve, inseguito da un Lino paonazzo e armato di sci. Alcuni ridono, altri scattano foto, qualcuno pensa sia una performance teatrale.
Dentro la baita, la moglie si sdraia sul letto, ancora avvolta nel piumone, gli occhi che brillano di divertimento e… un pizzico di malizia.
Sospira:
— «Con Lino non ci si annoia mai… ma che uomo!»
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