Natalia la guida naturale birichina

di
genere
pissing

Il sole stava scaldando i sentieri di montagna, e Natalia, guida escursionistica dal passo elegante e dallo sguardo magnetico, conduceva il piccolo gruppo lungo il percorso. Indossava shorts corti color kaki e una camicetta leggera che lasciava intravedere le curve del suo corpo atletico.

Il cammino procedeva lento, e a ogni passo Natalia sentiva crescere dentro di sé un piccolo disagio: aveva bisogno di fermarsi. Un brivido la attraversò quando si rese conto di quanto fosse urgente. Con un sorriso malizioso, si voltò verso il gruppo e annunciò una breve sosta.

Si inoltrò tra i cespugli, cercando un angolo riparato. Il fruscio delle foglie sembrava amplificare il suo battito. La sensazione di dover liberare quel bisogno si mescolava a un piacere imprevisto, un formicolio che saliva lungo le sue cosce. Lentamente, sbottonò i pantaloncini, lasciando intravedere l’intimo sottile che aderiva perfettamente alla sua pelle.

Il contrasto fra l’imbarazzo e l’eccitazione la accendeva ancora di più. La tensione la faceva tremare leggermente mentre abbassava i tessuti, scoprendo la pelle liscia e tesa, esposta all’aria fresca. Il momento di vulnerabilità si trasformava in un brivido sensuale: sapeva che qualcuno, forse, poteva sorprenderla.

Un rumore di passi dietro di lei la fece trattenere il respiro. Uno degli escursionisti l’aveva seguita, fingendo di cercare un punto panoramico. I loro occhi si incontrarono, e Natalia non si coprì subito: rimase così, mezza nuda, con un sorriso enigmatico sulle labbra.

— “Ti sei perso?” — sussurrò con voce bassa e calda, mentre il bisogno si confondeva con un desiderio più intenso.

L’uomo rimase immobile per un istante, sorpreso e rapito dalla scena che si apriva davanti a lui. Natalia inclinò leggermente il bacino, come se fosse naturale offrirgli quella visuale proibita. L’aria fresca della montagna le accarezzava la pelle, amplificando ogni sensazione.
Fece un passo verso di lei, e il fruscio delle foglie sotto i suoi scarponi suonò come un segnale complice. Natalia non si ritrasse: lo guardava intensamente, quasi sfidandolo a fare il passo successivo.

Con calma studiata, si ricompose un poco, ma solo quanto bastava a far crescere l’attesa. Il tessuto sottile della camicetta scivolava appena sul petto che si muoveva al ritmo del suo respiro accelerato.
— “Forse… sì, mi sono perso” — mormorò lui, avvicinandosi ancora.
Natalia rise piano, un suono caldo e leggermente roca, mentre con una mano lo invitava a seguirla più a fondo nel piccolo spazio nascosto tra gli alberi.
Ogni gesto diventava un gioco di provocazione: il suo sguardo magnetico, i movimenti volutamente lenti, il contatto sfiorato che faceva scattare brividi lungo la pelle. La montagna sembrava sospesa in silenzio, spettatrice muta di quell’incontro segreto.
Il desiderio cresceva rapido, mescolando l’eccitazione al brivido del rischio: bastava un attimo, un passo falso, perché gli altri escursionisti potessero scoprirli. Ed era proprio quell’ombra di pericolo a rendere ogni istante più intenso, più vivo, più irresistibile.
Natalia gli prese la mano e la guidò contro il tronco di un albero, fino a farlo fermare davanti a sé. Le loro bocche erano vicinissime, i respiri si intrecciavano, e l’uomo non resistette: le sfiorò le labbra con un bacio incerto, che lei trasformò subito in un morso caldo e deciso.
Le sue dita scivolarono lungo la camicetta sottile, percependo la tensione dei muscoli e il calore del suo corpo. Natalia si lasciò andare contro di lui, sollevando leggermente una gamba che si agganciò al suo fianco. Il contatto fu immediato, diretto, e un gemito appena trattenuto le sfuggì dalla gola.

La sensazione del tessuto che scivolava, dell’aria fresca che tornava a lambire la sua pelle nuda, accendeva ogni fibra del suo corpo. L’uomo la sorresse con forza, esplorandola con mani impazienti ma ancora attente, come se volesse memorizzare ogni curva, ogni vibrazione.
Natalia, con un gesto rapido e malizioso, gli sussurrò all’orecchio:
— “Qui… adesso… prima che qualcuno arrivi…”
Il gioco proibito diventava realtà. I loro corpi si cercarono con urgenza, muovendosi in un ritmo che univa desiderio e rischio. Il fruscio delle foglie e il canto lontano di un uccello si mescolavano ai loro sospiri concitati, creando un’armonia selvaggia, primitiva.
Ogni secondo poteva essere l’ultimo, ogni rumore dalla montagna poteva tradirli. Eppure era proprio quell’istante rubato al resto del mondo a renderli incandescenti, uniti in un segreto che nessuno avrebbe mai dovuto scoprire.
Il respiro di Natalia si fece irregolare quando l’uomo la spinse più a fondo tra gli alberi, premendola contro il tronco ruvido che contrastava con la morbidezza della sua pelle. Le mani di lui correvano veloci, impazienti, e quando la sentì cedere completamente, la sollevò con facilità, facendola avvolgere attorno a lui.
Le labbra si incontrarono ancora, questa volta senza più freni: era un bacio vorace, carico di desiderio e di fame. Natalia lasciò che le sue unghie scorressero sulla schiena dell’uomo, strappandogli un gemito basso e gutturale.
Il contatto diventò spietatamente diretto, la penetrazione improvvisa e urgente. Un sussulto le percorse il corpo, un gemito soffocato contro la sua bocca. I movimenti iniziarono rapidi, guidati da un istinto che non ammetteva esitazioni: ogni affondo si confondeva con un brivido, con la tensione che cresceva fino a farsi insopportabile.
Il ritmo era dettato dal rischio di essere scoperti: breve, intenso, devastante. Natalia si aggrappava a lui con tutta la forza, mordendogli la spalla per non gridare, mentre l’ondata di piacere la investiva all’improvviso, trascinandola in un vortice caldo e pulsante.

Pochi istanti dopo anche lui si abbandonò, stringendola forte come se volesse scolpire quell’attimo nei loro corpi. Il silenzio della montagna tornò a farsi sentire, interrotto solo dal suono dei loro respiri ansimanti.
Natalia sorrise, ancora tremante, mentre ricomponeva lentamente la camicetta e i pantaloncini. Gli lanciò uno sguardo malizioso, inclinando la testa verso il sentiero:
— “Ora sì che ti sei trovato…”
E tornò a guidare il gruppo, con il segreto di quell’incontro ancora caldo tra le gambe e negli occhi.
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2025-10-02
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