Settimana Bianca finale sexy
di
Kyknox
genere
corna
Capitolo 8 – Epilogo sexy
La notte cala sulla montagna. Dopo il putiferio della baita, Markus è sparito dall’hotel (qualcuno dice d’averlo visto correre ancora in mutande tra i boschi).
Lino, orgoglioso della sua “vittoria”, rientra in camera.
— «Ecco fatto, amò! Ho difeso l’onore de casa… manco Er Zorro c’aveva ‘sta velocità!»
La moglie lo guarda con un sorriso malizioso. È già sdraiata sul letto, avvolta in una vestaglia di seta sottile che lascia intravedere più di quanto nasconda.
— «Sai una cosa, Lino?» dice con voce sensuale.
— «Che c’è, tesoro mio?»
— «Vedere un uomo che si batte così per me… mi fa sentire… desiderata.»
Lino sgrana gli occhi.
— «Desiderata? Ma allora tutte ste figure da scemo m’hanno portato fortuna?»
Lei lo tira a sé con decisione, facendolo cadere sul letto. La vestaglia scivola via, rivelando curve mozzafiato.
— «Stasera non voglio maestri di sci… voglio solo te.»
Lino, sudato e incredulo, mormora:
— «Ammazza… e chi se lo immaginava! Dopo le piste, le corse, le corna che quasi m’erano spuntate… mo’ me tocca la discesa più bella della vacanza!»
E così, tra risate e sospiri, la camera d’albergo diventa più bollente della sauna. Lino si lancia in un “fuoripista” tutto suo, con la moglie che lo incita tra gemiti e doppi sensi:
— «Forza, amore… fammi sentire la tua… funivia privata!»
Lui, ansimando, risponde:
— «Altro che funivia… qua parte l’intero impianto sciistico!»
La notte si consuma in un turbine di passione e comicità. E mentre la neve cade silenziosa fuori dalla finestra, dentro la stanza riecheggiano risate, sospiri e urla che fanno arrossire persino il personale dell’hotel.
La notte cala sulla montagna. Dopo il putiferio della baita, Markus è sparito dall’hotel (qualcuno dice d’averlo visto correre ancora in mutande tra i boschi).
Lino, orgoglioso della sua “vittoria”, rientra in camera.
— «Ecco fatto, amò! Ho difeso l’onore de casa… manco Er Zorro c’aveva ‘sta velocità!»
La moglie lo guarda con un sorriso malizioso. È già sdraiata sul letto, avvolta in una vestaglia di seta sottile che lascia intravedere più di quanto nasconda.
— «Sai una cosa, Lino?» dice con voce sensuale.
— «Che c’è, tesoro mio?»
— «Vedere un uomo che si batte così per me… mi fa sentire… desiderata.»
Lino sgrana gli occhi.
— «Desiderata? Ma allora tutte ste figure da scemo m’hanno portato fortuna?»
Lei lo tira a sé con decisione, facendolo cadere sul letto. La vestaglia scivola via, rivelando curve mozzafiato.
— «Stasera non voglio maestri di sci… voglio solo te.»
Lino, sudato e incredulo, mormora:
— «Ammazza… e chi se lo immaginava! Dopo le piste, le corse, le corna che quasi m’erano spuntate… mo’ me tocca la discesa più bella della vacanza!»
E così, tra risate e sospiri, la camera d’albergo diventa più bollente della sauna. Lino si lancia in un “fuoripista” tutto suo, con la moglie che lo incita tra gemiti e doppi sensi:
— «Forza, amore… fammi sentire la tua… funivia privata!»
Lui, ansimando, risponde:
— «Altro che funivia… qua parte l’intero impianto sciistico!»
La notte si consuma in un turbine di passione e comicità. E mentre la neve cade silenziosa fuori dalla finestra, dentro la stanza riecheggiano risate, sospiri e urla che fanno arrossire persino il personale dell’hotel.
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