Il gioco di Graziano

di
genere
gay

La nostra squadra di calcio under 19 era un ambiente di fratellanza grezza, definita da una sola, bizzarra regola: il gioco di Graziano. Graziano toccava il pene di tutti i compagni, un gesto fulmineo compiuto con un sorriso, di solito mentre eravamo nudi in fila per la doccia. Era un'azione così sfacciatamente pubblica che nessuno lo considerava gay; era solo "un gioco". Il problema era che il gioco era a senso unico: Graziano aveva toccato venti cazzi, ma nessuno toccava lui. Io ero un bersaglio frequente, e nel mio silenzio cresceva una tensione latente.
​La dinamica si è spezzata un giorno in cui ci siamo ritrovati soli nello spogliatoio. Graziano ha segato il mio cazzo un po' più a lungo, trasformando lo scherzo in un gesto intimo, e poi mi ha chiesto di toccare il suo. Mi sono rifiutato, ma lui non si è arreso. Ha subito rilanciato con l'invito a casa sua per vedere una partita di Champions League.
​L'escalation è avvenuta in un istante di esultanza: in un abbraccio "spontaneo" per un gol, la mano di Graziano ha cercato il mio cazzo attraverso i jeans. Ho accettato. Lui mi ha slacciato i pantaloni e mi ha segato fino a farmi venire sulla sua mano. Ci siamo puliti, e abbiamo ripreso a vedere la partita come se niente fosse, ma sapevamo che il gioco era cambiato.
​La settimana successiva, la nostra routine di punizioni è diventata un'intenzione condivisa: restare soli nello spogliatoio. Dopo avermi fatto una sega, Graziano ha provato a penetrarmi, ma ho rifiutato chiaramente. Ancora una volta, ha accettato il limite e ha ribaltato il ruolo, invitandomi a penetrare lui. Ho spinto, e il mio cazzo è scivolato dentro. In quell'istante, c'è stata un'esplosione di gioia in me: Sto scopando, finalmente sto scopando! Eravamo in un ritmo inarrestabile, e Graziano ha raggiunto l'orgasmo per primo, annunciandolo con un "vengo!", cosa che mi ha sorpreso. Subito dopo, sono venuto anch'io, tenendo il cazzo dentro Graziano fino all'ultima goccia.
​Dopo quell'episodio, la nostra intimità è cresciuta. Avevamo sviluppato un'abitudine: lui mi succhiava il cazzo, e solo dopo glielo infilavo nel culo. La vera svolta, però, è arrivata quando, dopo il sesso, ci siamo baciati quasi senza rendercene conto. Per il mio modo di pensare, era stato il primo vero gesto "gay". Durante quel lungo bacio, ho preso in mano il suo cazzo e gli ho fatto una sega, non staccandomi finché non è venuto, unendo l'intimità emotiva al desiderio fisico.
​Quell'intimità ha sbloccato in me un nuovo desiderio: prenderlo nel culo, solo una volta per provare. Lui ha capito senza che io parlassi. Durante un pompino, la sua lingua ha cercato il mio ano. Mi sono girato e lui ha iniziato a leccarmi e infilare le dita. Poi, mi ha infilato il cazzo. Ho sentito un po' di dolore ma sopportabile, poi solo piacere.
​Mi sono rivestito e sono andato via. Non potevo saperlo, ma quella è stata l'unica volta in cui l'avrei preso nel culo. Non per mia scelta, perché mi era piaciuto e l'avrei rifatto volentieri.
​La dura verità è arrivata presto: dopo essersi fatto il mio culo, Graziano ha incominciato a frequentare un altro amichetto. Ho capito che il suo vero gioco non era quello di trovare un partner, ma quello di scoparsi una sola volta il ragazzo che sceglieva, volta per volta, per poi passare al prossimo. La nostra intensa storia d'amore e scoperta era stata, per lui, semplicemente la riuscita del suo gioco finale.
scritto il
2025-10-01
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