Avventura folle (parte 1)

di
genere
sadomaso

Ileana non sapeva come vestirsi. Si era cambiata già 3 volte.
I vestiti in prova erano tutti buttati sul letto. Dalla finestra aperta entrava un po’ di aria fresca in quell’inizio estate che sembrava non sarebbe mai arrivata.
Quello sobrio le sembrava troppo sobrio, appunto.
Rise di sé stessa: se una persona vuole essere sobria, il vestito non può che essere tale.
La risata era nervosa perché tale si sentiva.
Tutti i vestiti provati sarebbero rimasti ammucchiati sul letto sino al suo ritorno.
Accadeva sempre così per ogni suo appuntamento avente fini erotici ed il letto sarebbe stato sistemato al suo rientro, in quanto gli uomini da scopare a casa sua non sarebbero mai entrati.
Non voleva avere niente nella sua abitazione che le ricordasse i suoi rapporti sessuali privi di coinvolgimento emotivo.
Quella volta, però, era maggiormente tesa, in quanto pensava che aveva esagerato con la scelta dell’avventura erotica.
Negli ultimi anni aveva diradato le esperienze da una botta via perché era stanca di corpi vuoti, privati di una storia dietro a quelle mani che avevano accesso al suo corpo.
Il problema era forse quello. Infatti la mancanza di emozioni nei contatti umani le rendeva sempre più arido l’orgasmo, sia il proprio, sia quello dell’occasionale amante, anche se non l’avrebbero mai ammesso.
Per sopperire al venir meno del piacere fisico, aveva cercato esperienze sempre più forti che le potessero dare emozioni sconvolgenti nell’anima e nel corpo, pur senza entrare nella sua vita privata.
Però questa volta aveva esagerato, forse. Forse no.
Per tutta la settimana che aveva preceduto la scelta dei vestiti si era interrogata sull’opportunità, o meno, di volere effettivamente vivere quell’avventura. La sua convinzione aveva ceduto un paio di volte, anche in maniera risolutiva, per poi rifare nuovamente capolino quando cominciava a sentire il bisogno di far esultare il corpo e le sue sensazioni erotiche.
Alla fine aveva optato per un vestito sexy, che male non fa mai. Almeno è un biglietto da visita di ciò che il suo corpo e la sua raffinatezza possono promettere.
Mentre chiudeva le due serrature della porta di casa, si chiese se quel particolare abbigliamento sarebbe stato necessario.
Prima di immettersi nel traffico ebbe ancora incertezza. Al secondo semaforo rimase con la fronte appoggiata al volante fino a che la macchina che attendeva dietro diede un colpo di clacson abbastanza discreto.
Giunta a destinazione, superò il punto del non ritorno.
Chiuse la vettura nel parcheggio che non aveva bisogno di essere custodito, in quanto c’era solo quella fattoria in mezzo a chilometri di campi.
Non aveva la valigia perché le era stato detto essere del tutto inutile.
Ebbe un brivido quando ripensò a tutti i documenti che aveva dovuto firmare.
Inizialmente, quando le era stato detto che avrebbe dovuto procedere con quella formalità, le era sembrata una cosa ridicola. Successivamente, mentre leggeva il contenuto, ne comprese il motivo, capendo tutte le implicazioni valutate con il suo occhio professionale. Aveva taciuto solo sulla professione. Non ce l’aveva fatta a scrivere che era un magistrato.
Una forma di protezione inutile, con la non riservatezza che la rete assicura.
Quello era stato lo scoglio più duro da superare, fare i conti con la sua vita professionale, l’unica che aveva non possedendone una privata, segnata dalla solitudine degli ultimi 10 anni, per la quale si era data la scusa, alla quale nemmeno lei credeva, della carriera e dell’amore per il suo lavoro che la assorbiva completamente ma che lei sapeva essere solo un alibi per non avere confronti umani.
Tutti i dati personali, comunque, erano tenuti strettamente riservati. A parte l’organizzatore, nessuno avrebbe avuto accesso ai suoi dati, nemmeno la o le persone con le quali avrebbe avuto avuto a che fare sessualmente.
Questo l’aveva tranquillizzata.
Superò l’alto cancello in legno pieno. Dalla parte interna, il muro di recinzione era solido ma non curato, scrostato in molti punti, a differenza da ciò che appariva se visto da fuori.
Si fermò a guardare ciò che non le era mai stato reso noto quando aveva preso i primi contatti.
All’esterno della fattoria, una lunga fila di alberi alti separava il viale che portava al parcheggio dove aveva lasciato l’auto da un prato verde e curato, nel quale vi era un trattore abbandonato. Ad un'occhiata più attenta appariva chiaro che il compito del mezzo agricolo fosse esclusivamente coreografico.
Oltre il muro, invece, il cortile era in terra battuta. La casa padronale era curata, bianchissima al punto da parere appena imbiancata. Il resto invece era il frutto di una evidente mancanza di manutenzione.
Il muro rappresentava un confine preciso che lei aveva ben chiaro aver passato.
Finalmente poté vedere il luogo sul quale aveva fantasticato ed era stato al centro di molte sue masturbazioni notturne, comunque lontanissime dalla realtà.
L’amplissimo cortile era in terra battuta.
In quel momento stava transitando un calesse leggero trainato da due ragazze completamente nude, fatta eccezione per le scarpe.
Erano imbrigliate al petto per poter trainare il mezzo. La direzione e la velocità era data da un uomo vestito in maniera sportiva.
In tutta la scena, Ilaria fu attratta dalle scarpe sneakers perfettamente pulite dell’uomo, così come la camicia bianca sui pantaloni di tela blu.
Aveva in mano le briglie collegate ai morsi nelle bocche delle due ragazze in funzione di cavalle.
Nell’altra mano aveva una frusta il cui uso non era certo lesinato. La corsa doveva essere iniziata da poco e, con buone probabilità, proveniva dal portico sulla sinistra dove c’erano altre vetture simili. La schiena delle ragazze-cavallo erano ancora abbastanza intonse ed i giovani corpi non ancora ricoperti di sudore.
Accanto all’uomo c’era una donna elegante ma che denunziava la differenza di età con quella delle cavalle. Sul portabagagli del calesse c’era un cestino da picnic ed una borsa termica.
Nessuno sembrava essersi accorto di lei finché non si riscosse e si diresse verso la casa padronale, come da istruzioni ricevute.
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2025-09-22
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