Avventura folle (parte 2)

di
genere
sadomaso

Ilaria entrò nella casa padronale. Era stata facile da individuare in quanto l’unica costruzione nel cortile elegante e ben tenuta, a contrasto con gli altri edifici che, in epoca precedente ma non molto lontana, dovevano essere stati destinati quale stalla, fienile, deposito attrezzi, canile, insomma tutto ciò che ci si aspetta di trovare in un casolare tipico di una fattoria o, almeno, di quella immagine che le persone nate e cresciute in città sono state abituate a vedere nelle immagini dei libri o dei documentari.
Non aveva invece notato l’esistenza di un edificio nel quale potessero essere ricoverati i mezzi agricoli meccanici, quali trattori ecc., insomma quelli più moderni.
La sensazione era di un’area confinata in un tempo lontano o, forse meglio, fuori dal tempo, nella quale manca la presenza di elementi tipici della modernità.
Non aveva nemmeno visto l’auto del proprietario parcheggiata all’interno. Solo il parcheggio esterno, nel prato ben curato.
All’interno delle mura, nessun mezzo meccanico. Non aveva visto nemmeno l’antenna della televisione. Probabilmente era possibile collegarsi a mezzo internet, ma, sebbene non più necessaria, ancora ci si aspetta di vedere almeno una parabola. Invece niente.
Solo quelle mura della vecchia fattoria, con alcuni attrezzi in legno negli appositi sostegni, con la parte interna del muro di cinta scrostata e con evidente necessità di manutenzione oppure, cominciò a pensare, volutamente non mantenuta per contribuire a creare quell’atmosfera particolare che, vista l’originaria effettiva destinazione dell’area, non appariva finta o costruita ad arte, ma del tutto reale.
Un colpo di frusta la riportò alla realtà, quella sua, quella della sua scelta di vivere quell’avventura, quell’esperienza, quella follia, quella cosa assurda dalla quale stava provando la tentazione di scappare.
Si voltò e comprese che il colpo era destinato alla schiena di una delle schiave cavalle che stavano tirando il calesse.
L’uomo stava dando la seconda frustata sulla schiena dell’altra che, già al colpo precedente, aveva aumentato l’andatura assieme alla sua compagna.
Il colpo non le fu comunque risparmiato. Il Padrone diede una scossa anche alle briglie che sicuramente provocarono un ulteriore colpo alle spalle delle ragazze e una tirata al morso. Fu infatti evidente il leggero contraccolpo delle teste che, però restarono abbastanza ferme, in quanto irrigidite. Evidentemente le due schiave cavalle erano abituate a quell’uso.
Ilaria si fermò un attimo a guardare l’andatura più veloce e l’uomo che, manovrando le briglie, diresse le cavalle verso il lato estremo del cortile dal quale si poteva accedere ad una strada in mezzo ad un campo, dove evidentemente era diretto per godersi il giro ed il fresco che la velocità delle cavalle in corsa era in grado di contribuire al benessere, vista la giornata calda.
Ilaria mise una mano in borsetta per sentire il contatto rassicurante delle chiavi dell’auto, come a volersi sincerare della possibilità di andarsene. La mano si strinse sul mazzo in una indecisione tale che la portò nuovamente a fermare l’andatura che la stava portando verso la casa padronale a consegnarsi.
Fu l’immagine forte che le si parò davanti a farle prendere la decisione, una scena vista solo in alcuni video e che l’aveva sempre eccitata ma che ora, vedendola nel reale, le apparve come un pugno dello stomaco, il cui colpo le fece mancare il respiro e spalancare gli occhi, immaginandosi al posto di quella ragazza nuda, con una catena legata ad un collare in ferro, rinchiusa in un canile, all’aperto con la sola protezione di una tettoia.
Il colpo ricevuto le scese però alla figa la quale cominciò con l’ormai noto formicolio che, subito, produce umido tra le cosce, quello che poi risale alla bocca dello stomaco e le scatena qualcosa nella parte del cervello dedicata all’erotismo, quello forte, estremo, quello da pazzi, come lo definiva lei.
Quella scena le trasmise agli occhi le sue fantasie mai raccontate agli amanti, anche a quelli più fidati, forse più per paura di sé stessa che delle loro reazioni.
Adesso era lì, e osservando la ragazza vide la propria anima e le sue esigenze erotiche, le sue fantasie agevolate dal fatto che di fronte a sé avrebbe avuto sconosciuti, come se la mancanza di conoscenza personale potesse rendere meno umano il rapporto, forse più eccitante, in quanto anche lei sarebbe stata vista come “meno umana”.
Sarebbe stata l’oggetto sessuale, la schiava vera, senza la necessità di corteggiamento o la solita fase iniziale in cui le due persone si girano intorno per osservarsi e capire fin dove spingersi.
Si avvicinò a quella ragazza più giovane di lei. La cagna, forse, la immaginò quale sua potenziale Padrona e, pur vedendo una certa tensione, le vide l’eccitazione negli occhi.
Era accucciata a terra. Doveva essere lì da un po’ di tempo in quanto non era pulitissima.
Si immaginò al suo posto. Ormai passato l’effetto “pugno nello stomaco”, restò la vibrazione alla bocca di quello stomaco prima colpito.
La ragazza si mise a quattro zampe e la osservò. Doveva avere capito, dopo la prima impressione, che davanti a sé non c’era una potenziale Padrona.
Il viso le si rilassò e le sorrise, come se si preparasse ad averla accanto a sé nel canile, nuda, accucciata, senza il timore di avere una pericolosa avversaria che avrebbe potuto portarle via l’interesse di qualche Padrone o Padrona in quanto lei era più giovane e, da una occhiata attenta, probabilmente anche più attraente.
Ilaria tolse la mano dalla borsetta abbandonando definitivamente le chiavi dell’auto. Si diresse definitivamente verso l’avventura che aveva deciso di percorrere. La paura dell’ignoto si trasformò in eccitazione.
Chiuse la borsetta più per comunicare a sé stessa che la decisione ormai era presa, che il dado era tratto ed aveva passato il suo Rubicone.
di
scritto il
2025-09-23
1 5 1
visite
1
voti
valutazione
10
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Avventura folle (parte 1)
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.