La parete a vetri (parte 3)

di
genere
dominazione

Anche per il ritorno guidò Isabelle, che fece ricorso ad una guida meno aggressiva.
La mano di Carlo era sulla cosce, si avvicinava al bordo delle autoreggenti ma si fermava appena i polpastrelli sentivano la pelle calda.
C’era silenzio nell’abitacolo privo di musica.
Uno orecchio attento avrebbe potuto sentire i respiri leggermente alterati, tipici di chi è in attesa di un evento che ha provocato o del quale ne avrà il controllo.
“Hai sbagliato strada, così la allunghi”.
Non era una domanda, era una constatazione alla quale Carlo sapeva che non ci sarebbe stata replica.
Isabelle allargò appena le cosce, alzando così ancora un poco il vestito, come fosse un invito.
Arrivati a casa il marito restò indietro.
Sarebbe andata avanti lei.
Il suo culo lo faceva impazzire. Quelle natiche già ben dotate di natura e rese ancora appetibili dallo sport che Isabelle non aveva mai smesso di fare, avevano sempre il potere di eccitarlo.
La donna ancheggiò in maniera più pronunciata rispetto ai movimenti utilizzati al ristorante per provocarlo.
Il timone stava per cambiare di mano, inizialmente tenuto saldo da Isabelle e, lentamente passato a Carlo, in auto, in casa dove, adesso, da attrice era diventata oggetto di ammirazione, di eccitazione.
L’uomo aveva allungato la mano per posarla sul fianco, quale presa di possesso del corpo di quella donna che ancora desiderava in maniera proporzionale all’amore che aveva.
Lei, senza allungare il passo, spostò leggermente l’anca per sottrarsi alla stretta ma non al contatto.
Carlo non la inseguì con la mano sul fianco, non volendo reagire alla provocazione, almeno non direttamente.
L’azione della donna lo aveva incoraggiato a compiere ben altro atto di possesso, senza aumentare il passo, per essere raggiungibile, toccabile.
Carlo fece un passo un po’ più lungo e la prese per il collo, da dietro, quel collo sottile che stava nella sua mano.
Stabilita la presa, non aveva compiuto lui il passo per colmare la distanza, ma aveva attirato indietro lei, verso di sé, fino a che i due corpi non fossero a contatto.
La mano di Carlo rimase sul collo, ma la prese nella parte davanti, per farle sentire la presa e per tenerla al contatto col suo corpo.
Il bacino dell’uomo, che già manifestava evidente eccitazione, cercò il solco delle natiche di Isabelle, alla quale non sfuggì lo stato del marito.
Spinse in avanti il bacino, lasciando che i due corpi nelle zone erogene si sfiorassero ma non avessero il contatto stretto da consentire a lui di inserire il cazzo, ancora nei pantaloni, tra le natiche di lei, ancora protette dal vestito.
Tenendo ferma la mano sul collo, Carlo pose l’altra sul ventre piatto e la attirò a sé, con decisione.
Le alzò il vestito infilando la mano tra le cosce che non si allargarono, mentre la testa di Isabelle era reclinata indietro così da appoggiarsi alla spalla dell’uomo.
Carlo diede una sculacciata alla donna che, rispondendo al comando, allargò quel tanto le cosce da consentire al marito di entrare nella figa con un dito.
Il cazzo spingeva contro il solco delle natiche.
Isabelle si allontanò quel tanto da consentirle di frapporre tra i due bacini la sua mano, che andò a impugnare il cazzo, stringendolo nei pantaloni.
Carlo era eccitatissimo.
Lo eccitava quel profumo, lo eccitava il vestito aderente attraverso il quale aveva visto i capezzoli e sotto il quale sapeva non esserci intimo, lo eccitava lei, fortemente.
Spinse la moglie in camera da letto.
La corresse quando lei cercò di andare verso il letto, dove pensava che lui l’avrebbe spinta per prenderla.
Invece lui si diresse verso la vetrata, contro la quale la spinse.
Cazzo, davanti a lei c’era la vallata.
Potenzialmente avrebbe potuto vederla qualcuno, anche se era impossibile.
Tuttavia la circostanza la eccitò.
Non poté fare a meno di pensare alla fantasia sessuale che la tormentava, quella di essere presa da numerosi uomini che facessero di lei ciò che volevano.
La vetrata dava sulla vallata ma per lei il luogo pubblico, esposto, divenne una piazza, deserta, di sera, dove lei era al centro di un cerchio di uomini vestiti ma col cazzo fuori.
Carlo la spinse ancor più contro il vetro e lei indietreggiò quel tanto da offire il culo e la figa.
Nella sua fantasia non la offriva al marito ma a tutti quegli uomini che la circondavano.
La mano di Carlo che la prese per i capelli mentre la penetrava, per lei era la mano del prossimo uomo che l’avrebbe scopata e che nel frattempo le teneva la testa per farsi fare un pompino.
Si eccitò terribilmente e la figa si bagno moltissimo.
Se ne dovette essere accordo anche Carlo perchè un corpo eccitato trasmette vibrazioni e sensazioni che a loro volta eccitano, stravolgono le viscere del sesso e fanno scopare con più impeto.
Così, il nuovo desiderio di Carlo che cominciò a scoparla spingendo con più forza, per lei divenne un altro uomo che l’aveva presa dopo che il primo le aveva goduto dentro.
Il marito sentì tutto ciò che il corpo eccitato della moglie gli stava trasmettendo e si eccitò al punto da spingere con maggior decisione il cazzo nella figa.
Le godette dentro, spingendo il membro fino in fondo e, per Isabelle, quello era il terzo uomo che la sfondava mentre qualcun altro le teneva la testa per i capelli.
Si stesero a letto, dopo che Carlo aveva calmato il respiro stando ancora dentro di lei.
Come suo solito, lui si addormentò dopo il sesso. Non a lungo, ma abbastanza da consentire a Isabelle di pensare alla scopata nella quale lei aveva immaginato tutt’altro rispetto a ciò che stava avvenendo.
Non aveva scopato con Carlo. Lui invece aveva scopato con lei.
Carlo si svegliò e, come suo solito, cercò il suo sguardo ed il suo viso sul quale posò una carezza.
“Da tanto non ti sentivo così eccitata. Ultimamente ti sentivo sempre un poco trattenuta”.
Per lei fu un colpo allo stomaco il fatto che lui si fosse accorto di una sua reazione e avesse potuto pensare ad un suo allontanamento.
Le mancavano l'intimità e la complicità.
Cercò le parole giuste per raccontargli della sua fantasia, sicura che lui questa volta avrebbe capito e, insieme, l’avrebbero soddisfatta.
di
scritto il
2025-11-21
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