La chat dei desideri nascosti

di
genere
gay

Eravamo solo soprannomi, etichette cariche di significato in una chat rigorosamente anonima, ma l'attrazione tra noi era innegabile, un filo rosso che si dipanava attraverso lo schermo. Io ero Culetto Sborrato, un nome che non lasciava molto all'immaginazione sulla mia predisposizione a ricevere. Poi c'era Scopamaiali, la cui reputazione di cacciatore e dominatore era chiara fin dai primi messaggi. E infine Tappabuchi, l'uomo versatile, capace di riempire ogni vuoto, di adattarsi a ogni situazione.
​Le conversazioni erano iniziate in modo leggero, battute e doppi sensi, ma presto si erano fatte più audaci, esplicite. Ogni tanto, qualcuno scriveva qualcosa che faceva battere forte il cuore, un'allusione così diretta che non c'era bisogno di ulteriori spiegazioni. Eravamo un trio perfetto, ciascuno con un ruolo ben definito, desiderosi di esplorare i limiti della nostra intimità virtuale.
​Un giorno, Scopamaiali ha lanciato la proposta che tutti stavamo aspettando, ma che nessuno osava formulare. "Basta chiacchiere," ha scritto, e un'emoticon di un maiale con gli occhi maliziosi seguiva il messaggio. "Chi vuole dare forma a questi soprannomi?"
​Un brivido mi ha percorso. Era arrivato il momento. Tappabuchi ha risposto quasi immediatamente: "Un Tappabuchi è sempre pronto a intervenire dove c'è bisogno."
​Io, Culetto Sborrato, ho scritto semplicemente: "Non mi tiro indietro." Il mio cuore batteva forte. L'anonimato della chat stava per essere infranto, ma solo con la presenza fisica, non con l'identità personale.

​La decisione è stata presa in fretta. Uno di noi, Scopamaiali, ha offerto la sua casa come punto di incontro, un luogo neutro e sicuro per la nostra prima "partita" dal vivo. L'appuntamento era per un venerdì sera, la stessa atmosfera rilassata delle nostre chat, ma con un'eccitazione palpabile nell'aria.
​Quando sono arrivato, Scopamaiali era già lì, ad aprirmi la porta. Il suo aspetto era sconosciuto, ma la sua aura di dominanza era inconfondibile. C'era un sorriso sfrontato sul suo volto, e i suoi occhi mi hanno squadrato con un'intensità che non avevo mai percepito dietro uno schermo. "Benvenuto, Culetto Sborrato," ha detto, la sua voce profonda e roca, esattamente come l'avevo sentita nella mia testa.
​Poi è arrivato Tappabuchi. Anche lui, un volto nuovo, ma il suo spirito, quella sua capacità di mettere tutti a proprio agio, era subito evidente. Ci ha abbracciati entrambi, con un calore genuino che ha sciolto l'iniziale tensione. "Allora, ragazzi, chi è pronto a tappare qualche buco stasera?" ha scherzato, ma il suo sguardo su di me era carico di un significato più profondo.
​Nessuno ha menzionato i nomi veri. Eravamo e saremmo rimasti i nostri soprannomi, e questo ci dava una libertà che difficilmente avremmo trovato altrimenti. La birra ha cominciato a scorrere, e abbiamo iniziato a giocare a carte, una partita a poker, come se fosse la cosa più normale del mondo. Ma sotto la superficie, i nostri soprannomi, e i desideri che rappresentavano, erano più vivi che mai.

​Scopamaiali ha sbattuto le carte sul tavolo, un sospiro teatrale. "Uff, la partita è un po' morta, non trovate?" Ha guardato me e poi Tappabuchi, un sorrisetto che gli incurvava le labbra. "Il mio ruolo ha fame."
​Tappabuchi ha giocato con le sue carte, un'espressione pensierosa sul viso. "Beh, un Tappabuchi può trovare soluzioni. E un Culetto Sborrato... beh, è sempre lì, no?" Ha lanciato un'occhiata ammiccante nella mia direzione.
​Ho sentito un calore diffondersi nel mio stomaco. Il desiderio si stava concentrando, diventando più diretto tra noi tre.
​Tappabuchi ha fatto il primo passo. Si è alzato dal tavolo e si è stiracchiato, poi si è avvicinato a me. La sua mano si è posata sulla mia spalla, scendendo lentamente verso la schiena e poi, con una pressione leggera ma inequivocabile, sul mio culo, sentendo il tessuto sottile dei miei boxer aderire alla mia pelle. Ho ansimato piano. "Non c'è bisogno di altro per divertirsi, vero Culetto?" ha sussurrato, la sua voce calda e roca.
​Scopamaiali ha osservato la scena con interesse, un luccichio nei suoi occhi. Non ha detto nulla, ma il suo sguardo era un chiaro incoraggiamento.
​Tappabuchi ha continuato la sua esplorazione. La sua mano si è fatta più decisa, massaggiando il mio culetto sborrato attraverso i boxer. Poi, con un movimento fluido, ha abbassato la mia cerniera e ha infilato una mano all'interno dei miei boxer. Ho tremato. "Sei già così recettivo, Culetto," ha mormorato, le sue dita che trovavano il loro percorso con una familiarità sorprendente, sfiorando la mia entrata già umida.
​Scopamaiali ha sorriso, un ghigno che annunciava le sue intenzioni. "Finalmente un po' d'azione," ha detto, e si è alzato, dirigendosi verso di noi.
​Scopamaiali mi ha afferrato per i fianchi, tirandomi contro di lui. Ho sentito il suo cazzo turgido premere contro i miei boxer tesi. Intanto, Tappabuchi aveva già sfilato i miei pantaloni e con essi anche i miei boxer, lasciandomi completamente esposto. Le sue dita hanno iniziato a lubrificare la mia entrata con cura, preparandomi.
​Scopamaiali mi ha sussurrato all'orecchio: "Stasera il tuo culetto sborrato sarà tutto per me." E con quello, si è posizionato dietro di me.
​La sensazione delle dita di Tappabuchi che mi aprivano con delicatezza, e la pressione del cazzo di Scopamaiali che si avvicinava, mi hanno fatto gemere. Tappabuchi era lì, a facilitare, a rendere l'esperienza completa. Era chiaro che la serata avrebbe raggiunto nuove vette di piacere.

​Scopamaiali ha spinto lentamente, con precisione, e ho sentito il suo cazzo entrare nel mio culetto sborrato. Ho ansimato, un misto di dolore e piacere che si mescolavano. Le mie mani si sono aggrappate alle sue spalle, mentre lui si muoveva con ritmo. I suoi occhi erano fissi sui miei, una determinazione quasi animale nel suo sguardo. "Ti piace, vero, Culetto? Sentirmi tutto dentro di te?" ha ringhiato, e la sua voce profonda ha fatto vibrare il mio corpo.
​Tappabuchi non era rimasto inattivo. Si è inginocchiato davanti a noi, il suo sguardo attento a ogni nostra reazione. Le sue mani sono scivolate sulle mie cosce, poi sul mio inguine, dove ha iniziato a manipolare il mio cazzo diventato turgido e caldo, in attesa di essere liberato. Poi, ha preso in bocca il mio cazzo, succhiando con abilità, mentre Scopamaiali continuava a penetrarmi.
​Ero stretto tra i due, la sensazione del cazzo di Scopamaiali dentro di me e la bocca di Tappabuchi sul mio, una combinazione esplosiva di piaceri. I miei gemiti si sono fatti più forti, spronando Scopamaiali a spingere più a fondo, più velocemente. Scopamaiali stava facendo il suo lavoro con una foga incredibile, e io, Culetto Sborrato, ero completamente alla sua mercé, godendomi ogni spinta.
​Ho sentito il mio corpo tendere, un'ondata di piacere che saliva rapidamente. Ho urlato, un grido strozzato di liberazione, mentre venivo abbondantemente nella bocca di Tappabuchi. Contemporaneamente, Scopamaiali ha affondato le sue ultime spinte, e ho sentito il suo sborrato riempire il mio interno, un'altra ondata di calore che mi ha lasciato tremante.
​Tappabuchi ha inghiottito con un mugolio soddisfatto, mentre Scopamaiali ha continuato a tenermi stretto, i nostri corpi che si muovevano leggermente nell'esaurimento post-orgasmo. Eravamo tutti e tre lì, uniti da un'esperienza intensa e appagante.

​L'adrenalina è scemata lentamente, lasciando spazio a una calma profonda. Le risate e le battute di poco prima erano scomparse, sostituite da un silenzio che non era imbarazzante, ma carico di una nuova consapevolezza. I nostri soprannomi non erano più solo etichette divertenti, ma un legame, un'esperienza che ci aveva uniti in un modo più intimo e sorprendente.
​Ci siamo sciolti dall'abbraccio. Nessuno ha parlato del futuro, o di cosa significasse tutto ciò. Per il momento, bastava la sensazione del corpo caldo dell'altro, il ricordo vivido dei gemiti condivisi e l'odore intenso che ancora aleggiava nell'aria. Ci siamo aggiustati i vestiti, ognuno con un sorriso discreto sulle labbra.
​Scopamaiali mi ha dato una pacca sulla spalla. "Hai tenuto duro, Culetto Sborrato," ha detto, con un tono che combinava scherzo e un velo di affetto. Io ho solo annuito, troppo esausto ma felice per parlare.
​Tappabuchi mi ha rivolto un'occhiata, i suoi occhi brillanti. "Beh, come Tappabuchi, direi che abbiamo coperto tutte le basi," ha sussurrato, e il suo complimento mi ha fatto arrossire.
​Proprio in quel momento, Scopamaiali, con un'espressione astuta, ha lanciato un'occhiata significativa a Tappabuchi. Quest'ultimo, ancora con un sorriso sulle labbra, si è posizionato dietro di me, che ero ancora sul divano, rilassato. Scopamaiali si è avvicinato, senza dire una parola, e ha spinto Tappabuchi più a fondo. Poi, con un gesto deciso ma inaspettato, ha afferrato i fianchi di Tappabuchi e ha spinto il proprio cazzo nel suo culo, proprio mentre Tappabuchi era ancora dentro di me.
​Un gemito strozzato è sfuggito a Tappabuchi, che ha inarcato la schiena, mentre il suo cazzo si è serrato e affondato ancora di più nel mio culetto sborrato. Eravamo diventati un trenino: io davanti, Tappabuchi che mi penetrava, e Scopamaiali che penetrava Tappabuchi. I nostri corpi si sono mossi in un ritmo condiviso, spinti dalla foga di Scopamaiali e dal piacere improvviso di Tappabuchi.
​I miei gemiti si sono uniti a quelli di Tappabuchi, mentre Scopamaiali ansimava dietro di lui. Il piacere era triplice, intenso, inaspettato. Il mio culetto sborrato sentiva la spinta di Tappabuchi, che a sua volta sentiva la pressione di Scopamaiali. L'orgasmo è arrivato quasi simultaneamente per tutti e tre, un'esplosione di piacere che ci ha lasciato ansimanti e completamente svuotati.
​I nostri corpi si sono separati lentamente, stanchi ma appagati. La serata, iniziata con un'anonima chat e una partita a poker, si è conclusa con un'esperienza di intimità così profonda e viscerale da superare ogni aspettativa. Ognuno di noi ha capito che i nostri soprannomi, e i desideri che portavano con sé, avevano trovato la loro perfetta realizzazione in quel momento. Ci siamo alzati, stanchi ma con un sorriso soddisfatto, sapendo che quella singola notte aveva unito i nostri soprannomi in un modo indimenticabile.
scritto il
2025-08-19
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