Con Ivo nella tenda
di
minkanku91
genere
gay
La montagna era silenziosa, solo il fruscio del vento tra gli abeti e il crepitio lontano della legna che bruciava. Eravamo in tenda, io e Ivo, in campeggio tra le vette. L’aria era fredda, ma dentro la tenda mi sentivo al sicuro, eppure qualcosa era cambiato tra noi.
Io e Ivo siamo amici da sempre, ma condividiamo un segreto inespresso. Io sono stato due volte con Ignazio, un ragazzo gay. L'ho visto diverse volte anche con Ivo, e sono sicuro che pure lui ci è stato. Non ne abbiamo mai parlato.
La sera prima di andare a dormire, eravamo stati al bar di Sonia. In apparenza Sonia è una bellissima ragazza, ma si dice sia un trans.
Quando siamo tornati alla tenda, siamo rimasti sopra il sacco a pelo, entrambi con le sole mutande e maglietta. La luce della luna filtrava debolmente attraverso il telo. Ivo si è voltato verso di me. “Sonia… la scoperei volentieri,” ha detto, "anche se ha il cazzo." Ha continuato con un sorriso provocatorio. "Perché tu no?"
Anche se provai a dormire, la tensione mi teneva sveglio. Il silenzio nella tenda era troppo pesante. Sentivo il suo respiro regolare accanto a me.
Non riuscivo a dormire. Ero consapevole del suo corpo accanto al mio. Mi voltai lentamente, cercando di capire se fosse sveglio. I suoi occhi erano aperti, fissi sul buio sopra di noi.
“Non riesci a dormire?” sussurrai.
“No,” rispose piano. La sua voce era profonda, diversa dal solito.
Ci fissammo nel buio per un tempo che sembrò infinito. Ivo allungò lentamente una mano e sfiorò la mia. Non era un gesto casuale; era deliberato e incerto.
Un brivido mi corse lungo la schiena. Non ritirai la mano. Invece, la presi nella sua. Le sue dita erano ruvide per il lavoro e l’escursione, calde nonostante l’aria fredda della montagna. Sentivo un’eccitazione crescere nel mio stomaco, un desiderio che mi lasciava stordito.
Ivo si avvicinò ancora di più, il suo viso a pochi centimetri dal mio. Riuscivo a sentire il suo odore, un misto di sudore e natura selvaggia. “Cosa stiamo facendo?” sussurrò, ma il suo tono non era di rimprovero, ma di pura curiosità.
“Non lo so,” risposi, la voce quasi un sussurro.
La risposta fu un tocco. Le sue labbra si posarono sulle mie, timide all’inizio, poi più sicure. Non era come niente che avessi provato prima. Era un bacio che sapeva di scoperta, di amicizia che si trasformava in desiderio. Le nostre bocche si aprirono, la sua lingua si fece strada nella mia, un’esplorazione lenta e intensa.
Le sue mani si mossero sotto la mia maglietta, accarezzando la mia pelle. Il contatto elettrizzò ogni nervo del mio corpo. La paura scomparve, lasciando il posto a un’urgenza che ci spinse l’uno verso l’altro.
Nella tenda, i nostri corpi si muovevano in un ritmo che sembrava naturale. I sacchi a pelo si intralciavano, ma non ci importava.
Ivo mi spogliò lentamente, le sue mani si muovevano con sicurezza sul mio corpo. Ero completamente nudo e vulnerabile, ma mi sentivo desiderato. Sentii il suo fiato caldo sul mio collo mentre scendeva verso il mio inguine. Si inginocchiò tra le mie gambe, la sua bocca si posò sul mio pene. Era un gesto di profonda intimità che mi fece tremare.
La sua bocca era abile e sicura. Sentii la sua lingua calda che mi avvolgeva, un contatto lento e sensuale. Le sue labbra si muovevano con un ritmo che mi tolse il respiro. Il piacere era così intenso che gemetti, un suono che si perse nel silenzio della montagna. La sua abilità mi portò rapidamente al limite. Quando raggiunsi l'apice, sentii lo sperma schizzare nella sua bocca, e mi abbandonai completamente.
Ivo si sollevò, si spogliò rapidamente, rivelando la sua erezione tesa e pulsante. I suoi occhi mi fissavano nel buio. “Adesso tocca a me,” disse, la sua voce roca dal desiderio.
Mi avvicinai e lo presi in bocca. Il sapore salato mi colpì subito. Il sapore non mi piacque, e mi fece esitare.
Invece di continuare con la bocca, mi voltai lentamente, mettendomi alla pecorina. Volevo che mi prendesse, che prendesse il controllo.
Ivo capì subito. Si avvicinò da dietro, la sua erezione dura che premeva contro il mio sedere. Le sue mani mi afferrarono i fianchi con forza.
Non c'era fretta, solo un'intensa consapevolezza di ciò che stava per accadere. La sua lingua calda mi preparò, un tocco inaspettato e piacevole. Quando spinse, sentii subito un'intensa pienezza. Il suo corpo robusto era premuto contro la mia schiena, e sentii il calore del suo cazzo che si faceva strada in me, lento e inesorabile.
Il suo respiro era profondo e rauco, e le sue mani si mossero per afferrarmi i glutei, guidandomi nel ritmo. Ogni spinta era un'ondata di piacere che si propagava in tutto il corpo. Sentii il suo cazzo pulsare dentro di me, un'esperienza che superava qualsiasi cosa avessi mai immaginato.
Ivo iniziò a spingere. Il movimento del suo cazzo dentro di me era un'alternanza costante di piacere e pressione. Sentivo la sua erezione piena che si muoveva in profondità, un attrito caldo e umido che mi fece ansimare. Ogni volta che si ritraeva, sentivo un vuoto momentaneo, subito riempito con la spinta successiva. Il ritmo divenne più veloce, più deciso. Il suo corpo si sbatteva contro il mio, creando un suono primordiale nella tenda. Non ero più solo un osservatore, ero parte di un’esperienza viscerale. Sentivo il suo calore interno, la forza delle sue spinte, e ogni volta che si muoveva, il piacere aumentava, portandomi verso un climax irresistibile.
Il confine tra paura e desiderio si era dissoluto completamente. C'erano solo i nostri corpi, il suono della carne che si sbatteva e il piacere che mi inondava. Quando raggiunse il culmine, sentii una scarica calda e densa dentro di me.
Eravamo completamente esausti. Crollammo l’uno accanto all’altro, i nostri corpi ancora intrecciati e sudati. Ci addormentammo nel silenzio della montagna.
Mi svegliai prima io. La tenda era ancora buia, l'aria più fredda di prima. Sentii il movimento di Ivo accanto a me. Non c'era bisogno di parlare.
Ivo si mosse verso di me. Senza esitare, scese tra le mie gambe. Prese il mio cazzo in bocca. Sentii la sua bocca calda e umida avvolgermi. La sua lingua si mosse con abilità, il ritmo lento e sensuale. I suoi gemiti sommessi mi fecero eccitare immediatamente.
Poi si mise alla pecorina davanti a me. Il suo sedere invitante mi fece capire cosa voleva. Mi inginocchiai dietro di lui. Il mio cazzo premeva contro il suo culo. Lo presi per i fianchi e spinsi lentamente. Sentii il suo corpo rilassarsi e il mio pene si fece strada dentro di lui. Era una sensazione di pienezza e calore, un'unione intensa che mi tolse il fiato.
Iniziai a muovermi. Ogni spinta era profonda e decisa. Sentivo il suo corpo muoversi sotto il mio, un ritmo costante che accelerava. Il rumore della nostra pelle che si sbatteva riempiva la tenda. Il piacere era viscerale, un'ondata che mi travolgeva. Sentivo i suoi gemiti, un suono che mi eccitava ancora di più. Non c'era fretta, solo il desiderio di possederlo. Raggiunsi il culmine con un gemito soffocato, sentendo la mia eiaculazione calda dentro di lui.
Dopo pochi minuti, la voglia era troppa.
Ivo si voltò verso di me, i suoi occhi che brillavano nel buio. Non c'era bisogno di parole. Mi inginocchiai davanti a lui e afferrai il suo cazzo. Lo presi in bocca. Sentii la sua erezione calda e dura. La mia lingua si mosse con sicurezza, e le mie labbra avvolsero il suo pene. Il sapore salato era forte, ma il desiderio era più intenso.
Non ci pensai troppo. Mi misi inginocchiato davanti a lui. Le mie mani afferrarono il suo cazzo teso e lo guidai verso il mio ano. Sentii il suo cazzo entrare lentamente. Era una sensazione di pienezza e calore, più intensa della volta precedente. Le sue spinte erano più sicure, più profonde. C'era un ritmo costante tra i nostri corpi, un'ondata di piacere che ci travolgeva. Sentii il suo corpo contro il mio, il suono della carne che si sbatteva e i nostri gemiti che riempivano la tenda. Raggiunse il culmine, la sua eiaculazione calda e densa dentro di me. Eravamo esausti, ma uniti in un'intimità che andava oltre l'amicizia.
Dopo, rimanemmo lì per un attimo, i nostri corpi esausti, i nostri respiri affannosi che si calmavano.
Ci vestimmo in silenzio, smontammo la tenda. Il sole stava sorgendo, illuminando la montagna. Non parlammo di ciò che era successo. Non c'era bisogno di parole.
Ci sarebbero stati altri momenti di intimità. Questa esperienza in montagna aveva aperto una nuova porta nella nostra relazione. E mentre tornavamo a casa, sapevo che la nostra amicizia era cambiata per sempre.
Io e Ivo siamo amici da sempre, ma condividiamo un segreto inespresso. Io sono stato due volte con Ignazio, un ragazzo gay. L'ho visto diverse volte anche con Ivo, e sono sicuro che pure lui ci è stato. Non ne abbiamo mai parlato.
La sera prima di andare a dormire, eravamo stati al bar di Sonia. In apparenza Sonia è una bellissima ragazza, ma si dice sia un trans.
Quando siamo tornati alla tenda, siamo rimasti sopra il sacco a pelo, entrambi con le sole mutande e maglietta. La luce della luna filtrava debolmente attraverso il telo. Ivo si è voltato verso di me. “Sonia… la scoperei volentieri,” ha detto, "anche se ha il cazzo." Ha continuato con un sorriso provocatorio. "Perché tu no?"
Anche se provai a dormire, la tensione mi teneva sveglio. Il silenzio nella tenda era troppo pesante. Sentivo il suo respiro regolare accanto a me.
Non riuscivo a dormire. Ero consapevole del suo corpo accanto al mio. Mi voltai lentamente, cercando di capire se fosse sveglio. I suoi occhi erano aperti, fissi sul buio sopra di noi.
“Non riesci a dormire?” sussurrai.
“No,” rispose piano. La sua voce era profonda, diversa dal solito.
Ci fissammo nel buio per un tempo che sembrò infinito. Ivo allungò lentamente una mano e sfiorò la mia. Non era un gesto casuale; era deliberato e incerto.
Un brivido mi corse lungo la schiena. Non ritirai la mano. Invece, la presi nella sua. Le sue dita erano ruvide per il lavoro e l’escursione, calde nonostante l’aria fredda della montagna. Sentivo un’eccitazione crescere nel mio stomaco, un desiderio che mi lasciava stordito.
Ivo si avvicinò ancora di più, il suo viso a pochi centimetri dal mio. Riuscivo a sentire il suo odore, un misto di sudore e natura selvaggia. “Cosa stiamo facendo?” sussurrò, ma il suo tono non era di rimprovero, ma di pura curiosità.
“Non lo so,” risposi, la voce quasi un sussurro.
La risposta fu un tocco. Le sue labbra si posarono sulle mie, timide all’inizio, poi più sicure. Non era come niente che avessi provato prima. Era un bacio che sapeva di scoperta, di amicizia che si trasformava in desiderio. Le nostre bocche si aprirono, la sua lingua si fece strada nella mia, un’esplorazione lenta e intensa.
Le sue mani si mossero sotto la mia maglietta, accarezzando la mia pelle. Il contatto elettrizzò ogni nervo del mio corpo. La paura scomparve, lasciando il posto a un’urgenza che ci spinse l’uno verso l’altro.
Nella tenda, i nostri corpi si muovevano in un ritmo che sembrava naturale. I sacchi a pelo si intralciavano, ma non ci importava.
Ivo mi spogliò lentamente, le sue mani si muovevano con sicurezza sul mio corpo. Ero completamente nudo e vulnerabile, ma mi sentivo desiderato. Sentii il suo fiato caldo sul mio collo mentre scendeva verso il mio inguine. Si inginocchiò tra le mie gambe, la sua bocca si posò sul mio pene. Era un gesto di profonda intimità che mi fece tremare.
La sua bocca era abile e sicura. Sentii la sua lingua calda che mi avvolgeva, un contatto lento e sensuale. Le sue labbra si muovevano con un ritmo che mi tolse il respiro. Il piacere era così intenso che gemetti, un suono che si perse nel silenzio della montagna. La sua abilità mi portò rapidamente al limite. Quando raggiunsi l'apice, sentii lo sperma schizzare nella sua bocca, e mi abbandonai completamente.
Ivo si sollevò, si spogliò rapidamente, rivelando la sua erezione tesa e pulsante. I suoi occhi mi fissavano nel buio. “Adesso tocca a me,” disse, la sua voce roca dal desiderio.
Mi avvicinai e lo presi in bocca. Il sapore salato mi colpì subito. Il sapore non mi piacque, e mi fece esitare.
Invece di continuare con la bocca, mi voltai lentamente, mettendomi alla pecorina. Volevo che mi prendesse, che prendesse il controllo.
Ivo capì subito. Si avvicinò da dietro, la sua erezione dura che premeva contro il mio sedere. Le sue mani mi afferrarono i fianchi con forza.
Non c'era fretta, solo un'intensa consapevolezza di ciò che stava per accadere. La sua lingua calda mi preparò, un tocco inaspettato e piacevole. Quando spinse, sentii subito un'intensa pienezza. Il suo corpo robusto era premuto contro la mia schiena, e sentii il calore del suo cazzo che si faceva strada in me, lento e inesorabile.
Il suo respiro era profondo e rauco, e le sue mani si mossero per afferrarmi i glutei, guidandomi nel ritmo. Ogni spinta era un'ondata di piacere che si propagava in tutto il corpo. Sentii il suo cazzo pulsare dentro di me, un'esperienza che superava qualsiasi cosa avessi mai immaginato.
Ivo iniziò a spingere. Il movimento del suo cazzo dentro di me era un'alternanza costante di piacere e pressione. Sentivo la sua erezione piena che si muoveva in profondità, un attrito caldo e umido che mi fece ansimare. Ogni volta che si ritraeva, sentivo un vuoto momentaneo, subito riempito con la spinta successiva. Il ritmo divenne più veloce, più deciso. Il suo corpo si sbatteva contro il mio, creando un suono primordiale nella tenda. Non ero più solo un osservatore, ero parte di un’esperienza viscerale. Sentivo il suo calore interno, la forza delle sue spinte, e ogni volta che si muoveva, il piacere aumentava, portandomi verso un climax irresistibile.
Il confine tra paura e desiderio si era dissoluto completamente. C'erano solo i nostri corpi, il suono della carne che si sbatteva e il piacere che mi inondava. Quando raggiunse il culmine, sentii una scarica calda e densa dentro di me.
Eravamo completamente esausti. Crollammo l’uno accanto all’altro, i nostri corpi ancora intrecciati e sudati. Ci addormentammo nel silenzio della montagna.
Mi svegliai prima io. La tenda era ancora buia, l'aria più fredda di prima. Sentii il movimento di Ivo accanto a me. Non c'era bisogno di parlare.
Ivo si mosse verso di me. Senza esitare, scese tra le mie gambe. Prese il mio cazzo in bocca. Sentii la sua bocca calda e umida avvolgermi. La sua lingua si mosse con abilità, il ritmo lento e sensuale. I suoi gemiti sommessi mi fecero eccitare immediatamente.
Poi si mise alla pecorina davanti a me. Il suo sedere invitante mi fece capire cosa voleva. Mi inginocchiai dietro di lui. Il mio cazzo premeva contro il suo culo. Lo presi per i fianchi e spinsi lentamente. Sentii il suo corpo rilassarsi e il mio pene si fece strada dentro di lui. Era una sensazione di pienezza e calore, un'unione intensa che mi tolse il fiato.
Iniziai a muovermi. Ogni spinta era profonda e decisa. Sentivo il suo corpo muoversi sotto il mio, un ritmo costante che accelerava. Il rumore della nostra pelle che si sbatteva riempiva la tenda. Il piacere era viscerale, un'ondata che mi travolgeva. Sentivo i suoi gemiti, un suono che mi eccitava ancora di più. Non c'era fretta, solo il desiderio di possederlo. Raggiunsi il culmine con un gemito soffocato, sentendo la mia eiaculazione calda dentro di lui.
Dopo pochi minuti, la voglia era troppa.
Ivo si voltò verso di me, i suoi occhi che brillavano nel buio. Non c'era bisogno di parole. Mi inginocchiai davanti a lui e afferrai il suo cazzo. Lo presi in bocca. Sentii la sua erezione calda e dura. La mia lingua si mosse con sicurezza, e le mie labbra avvolsero il suo pene. Il sapore salato era forte, ma il desiderio era più intenso.
Non ci pensai troppo. Mi misi inginocchiato davanti a lui. Le mie mani afferrarono il suo cazzo teso e lo guidai verso il mio ano. Sentii il suo cazzo entrare lentamente. Era una sensazione di pienezza e calore, più intensa della volta precedente. Le sue spinte erano più sicure, più profonde. C'era un ritmo costante tra i nostri corpi, un'ondata di piacere che ci travolgeva. Sentii il suo corpo contro il mio, il suono della carne che si sbatteva e i nostri gemiti che riempivano la tenda. Raggiunse il culmine, la sua eiaculazione calda e densa dentro di me. Eravamo esausti, ma uniti in un'intimità che andava oltre l'amicizia.
Dopo, rimanemmo lì per un attimo, i nostri corpi esausti, i nostri respiri affannosi che si calmavano.
Ci vestimmo in silenzio, smontammo la tenda. Il sole stava sorgendo, illuminando la montagna. Non parlammo di ciò che era successo. Non c'era bisogno di parole.
Ci sarebbero stati altri momenti di intimità. Questa esperienza in montagna aveva aperto una nuova porta nella nostra relazione. E mentre tornavamo a casa, sapevo che la nostra amicizia era cambiata per sempre.
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