Una vita in vacanza

di
genere
etero

Più che un pompino del buongiorno è un pompino del risveglio, e infatti si sveglia prima il suo attrezzo che lui. La sua mano sulla testa e il suo "buongiorno amore" mi notificano che è tornato al mondo, ma solo un po' dopo. Non rispondo solo perché è maleducazione parlare con la bocca piena.

Tuttavia non voglio giocare così, gli salgo sopra e mi infilzo. Urgh, uh, ahi... la solita spranga, ma lo sapevo. Mi dico sempre che dovrei usare più cautela, ma a me piace in questo modo.

Dopo qualche centinaio di facce in mezzo minuto, riapro gli occhi e lo vedo, bello sveglio pure lui. Sorrido: "Ciao, scopiamo?". Ride e traduce lo "scopiamo?" in "scopami!", prende decisamente il comando delle operazioni. Non è esattamente quello che avevo in testa ma figuriamoci se mi lamento. Cioè, sì, mi lamento e faccio la lagna, ma per altri motivi.

Sono in fissa su una cosa da quando mi sono svegliata, anche se in realtà me la porto dietro da ieri sera più o meno all'ora dell'aperitivo (a proposito, com'è che stanotte non abbiamo scopato? siamo svenuti?).

La mia fissa è che mi venga dentro. No, d'accordo, detta così non è nulla di speciale. In realtà voglio stringergli il cazzo e sentire gli scatti che fa quando spruzza. E anche le sue mani che mi artigliano le chiappe e mi appiattiscono a lui, mettiamoci pure questo, va’. Tra l'altro sento che l'orgasmo non è lontano, sarebbe perfetto.

L'annuncio: "Ti vengo in bocca". Lo ignoro deliberatamente. La delicata presa per i capelli, messi a coda nella sua mano e strattonati un pochino. Nulla di brusco, solo un segnale. Cazzo... d'accordo, vado giù, appena in tempo. Con la testa bloccata dalle sue mani faccio fatica a stargli dietro e a deglutire. Devo pure recuperare un po' di fiato prima di ripulirlo.

Lo guardo, ha un viso molto più rilassato. Io invece gli mando un'occhiata non dico mezza incazzata ma quasi. Del tipo: "Mi piace quando fai il prepotente ma stavolta avevo in mente un'altra cosa".

Mi dice: “Colazione e poi corsetta”. Cazzo, più colazione di così? La sto ancora mandando giù. Comunque sì, caffellatte e un paio di biscotti. Tengo un po’ il muso per ripicca, lui manco se ne accorge, forse pensa che sono ancora rincoglionita dal sonno e dalla scopata.

Poi sul lungomare andata e ritorno, tra mamme e nonne che spingono carrozzine e cani a spasso. Sul litorale le otto di mattina è l’ora dei cani. Ultimo allungo verso la spiaggia, via scarpe e fantasmini e poi tuffo, ci asciughiamo al sole sulle sdraio. Colazione, quella vera. Sigaretta.

Torniamo camminando sul bagnasciuga, mi prende alle spalle e mi solleva, minaccia di ributtarmi in acqua. Tutto troppo facile per lui, considerata la sua forza e il mio peso. Rido e strillo, la gente si volta a guardarci e sorride: “Mettimi giuuuù”. Giochi da innamorati. Mi bacia il collo e mi dice "amore mio". Eh sì, amore mio...

Mi piace quando fa un po’ il prepotente, e spesso mi piace quando fa quello che vuole lui, come prima a letto. “Mi piace quando mi usi come una troia”. Vorrei dirglielo, ma sono ancora un po’ incazzata e non glielo dico. Forse più tardi.



scritto il
2025-08-01
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