Canzoni #7

di
genere
etero

È uno che quando ti si batte doggystyle ti afferra per i capelli a rischio di romperti l'osso del collo e ti ringhia di descrivergli per filo e per segno cosa ti sta facendo e cosa provi. E tu lo fai. Senza nessun pudore ma con qualche difficoltà, perché nel frattempo spinge come un forsennato.

È uno che quando gode senti i suoi schizzi nella vagina e godi pure più di lui, nonostante abbia già un paio di orgasmi alle spalle.

È uno che, mentre tu te ne stai distesa e piacevolmente dolorante - ha un cazzo appena sopra la media ma lo usa bene e soprattutto dura tantissimo - ti fa capire che è ora di toglierti dalle palle con uno schiaffetto sulle chiappe (wow, grazie!) prima ancora che con le parole.

È uno che, mentre lo saluti, ti domandi come cazzo puoi fare per farti scopare almeno un'altra volta.

Sai benissimo che, per usare le sue parole, è "già impegnato" e che tu sei stata solamente lo spasso di una sera. Ma questo non conta nulla, perché dei suoi "impegni" te ne frega less than zero. E ancor meno del fatto che la sua principale preoccupazione sia scoparsi le turiste. Mica è amore, il tuo. È che ti sei incastrata in lui peggio di quanto lui si sia incastrato dentro di te. E ti mangia viva la curiosità di sapere se, in una eventuale prossima volta, riuscirai a tenere il conto di quante volte gli strillerai "mi stai sfondando" e se saprai inventarti qualche oscenità nuova, perché quelle che conosci le hai usate tutte.

Ci sono ragazzi così. E ci sono ragazzi come quello che mi sta battendo i pezzi stasera. Carino, perbene, per nulla molesto. Di un'insistenza serrata ma, vorrei dire, raffinata allo stesso tempo. Perfettamente in tono con questo luogo, dove anche in costume da bagno la gente non dimentica mai le buone maniere. Potrebbe essere il candidato ideale per queste vacanze, un vero cavaliere. Sono abbastanza sicura che mi farebbe divertire, perché chiacchierando così e cosà mi ha fatto capire che di locali, qui, ne conosce tanti. Magari ha pure un bell'arnese e scopa bene, che ne so, però sono anche abbastanza sicura che non sia uno di quelli che pretendono che tu gliela dia. Certo, ci spera, è ovvio e persino giusto. Ma non è uno da do ut des, mi ci gioco quello che volete.

Tuttavia... ho detto che non è molesto? Ecco: improvvisamente mi sta sulle palle in un modo che non riuscirei neanche a descrivervi. Di colpo ho la tentazione assurda di dirgli "senti, bello, nothing can come between us" e subito dopo raccontargli per filo e per segno di cosa ho fatto l'altra sera e di come mi piace essere trattata a letto. Volendo, anche con qualche disegnino allegato. Sto letteralmente andando via di testa per quello lì.

Fortunatamente, arriva un messaggio di "quello lì", l'indigeno: "Sei libera domani sera?”. Ma è chiaro che sono libera domani sera, lo ero pure stasera, non ho un cazzo da fare, sono in vacanza! Non è essenziale rispondere proprio così, ok, ma basta questo a far passare la mia animosità verso ragazzo carino, perbene e per nulla molesto. E per fargli capire che non è aria: bye bye baby.

E poco più tardi è più forte di me: a letto mi sparo un ditale megagalattico (colonna sonora: i suoi reiterati e beffardi "ti piace il cazzo?") e la mattina dopo e tutto il giorno li dedico all'edging più estremo: stringere le gambe e toccarsi senza venire, fermarsi proprio quando sei lì lì, a loop. Una tortura, ne convengo, ma una volta che hai imparato è qualcosa di splendido. A un certo punto sembra che ogni cosa intorno a te sappia di sesso, persino mangiare un'insalata.

Mi sono tormentata in questo modo fino a sera, contando i minuti.

La cena è stata ottima, solo la gente del posto conosce certi posti. Ma il dolce lo voglio sulla spiaggia, ci ho pensato tutto il giorno, l'ho sperato tutto il giorno. Lo voglio davvero, con le ginocchia sulla sabbia e la sua mano sulla testa. E la sua voce che dice “brava, prendilo tutto”. In certi momenti certe ragazze vogliono certi complimenti, e io sono una di quelle. Oggi mi veniva persino da ridere pensando che, chissà, magari lui si stava chiedendo se avrebbe dovuto sedurmi un'altra volta. Quando ci siamo detti "ci si vede" gli ho lanciato un sorriso enigmatico, ero stata talmente il suo giocattolino che volevo recuperare un po' di autostima. Però non vorrei che avesse frainteso. Non vorrei che avesse capito "bella scopata, ma non ci sarà un bis".

Qualche dubbio adesso mi viene. Perché è vero, camminiamo allacciati sulla sabbia e a piedi nudi, con le sue scarpe e i miei sandali nelle mani libere. Ma lui sembra andarci in punta di piedi, mi parla di cose poco futili che a me non interessano. Già l'altra sera, quando mi ha rimorchiata, avevo notato questo suo aspetto e ci avevo riso un po' sopra. Cioè, io non so se giocasse a fare il bel tenebroso, ma a un certo punto gli ho domandato "vieni da un funerale?". Il suo atteggiamento era in perfetto contrasto con tutto il classico casino vacanziero che ci circondava. Però magari è anche per questo che l'ho notato.

Adesso invece mi invita a guardare il cielo stellato che, sono d'accordo, è un vero capolavoro. Ma perché perdere tempo con un capolavoro? Dovremmo piuttosto perdere la testa e impazzire, cazzo. Dovremmo stare da qualche parte a rotolarci tutta la notte. Ah sì, perché una cosa va detta, una cosa che all'inizio ho dimenticato di scrivere: pochi mi hanno fatta rotolare come lui. Tra le tante skill, lui è anche uno che comincia in un modo e finisce in un altro. E nel mezzo ti fa provare tutte le altre posizioni, ti gira e ti ribalta senza che nemmeno te ne accorgi, ti ritrovi in piedi sul letto con la faccia al muro o aggrappata a lui mentre ti porta in giro per la stanza infilzata dal suo affare. Normalmente penso "troppa grazia", l'altra sera al contrario pensavo "non smettere mai".

Ma il dolce sulla spiaggia bisogna meritarselo, vero? Cheesecake, vaniglia, cioccolato, oppure una di quelle torte colorate... Qualunque cosa sia devi fare la brava bambina se ne vuoi un po'. Mi sono preparata a questo, sono pronta, è dalla notte scorsa che sono pronta. Domanda: quando è che diventiamo selvaggi? Risposta: ora.

Mi fermo, metto le mani sotto la gonna e mi tiro giù le mutandine sotto il suo sguardo perplesso. Me le sono messe solo per questo, per togliermele teatralmente davanti a lui. È un'idea che mi è venuta mentre mi vestivo. Ridacchio, dico "se ci fosse il sole le metterei ad asciugare", gliele consegno impregnate del mio desiderio. Lui senza dire nulla mi bacia mettendomi una mano tra le gambe, la testa mi parte un po', giusto un pochino. Gli artiglio i capelli e gli sussurro "è da ieri sera che voglio farti un pompino". Va bene, magari non qui, magari facciamo altri cento metri, i più lunghi della mia vita, magari la strada e le luci non sono poi così lontane... Ma sticazzi? Non ce la faccio più: voglio la mia prima fetta di torta.

E poi voglio la seconda, mentre lui seduto su un tronco rinsecchito domanda "perché non andiamo a casa mia?" e io gli salto sopra come un'ossessa. Sì certo, è chiaro che dopo andiamo a casa tua. Ma adesso sparami dentro la tua glassa, infilzami con le dita e poi dammela da leccare. E per favore, ti prego, ti supplico in ginocchio, chiedimi anche stanotte "ti piace il cazzo?".

Ci sono quelli che ti chiedono "ti piace il cazzo?" e quelli che ti chiedono "ti piace il MIO cazzo?". Sembra niente, ma c'è una differenza abissale. Se uno mi chiede "ti piace il cazzo?" è come se mi chiedesse se mi piacciono tutti i cazzi e, in ultima analisi, se sono una mignotta. E questo mi manda fuori come un balcone: SDENG! Stanotte si ulula alla luna, anche se non è piena.

E siccome oltre che troia sono pure stronza, mentre mi facevo scopare lì sopra ho dedicato un pensiero al ragazzo carino, perbene e per nulla molesto. Cazzo, questa sì che è una fetta di torta, tu al massimo sei una caramella. Potete dirlo: stronzaggine mode on e motori al massimo, vero. Ma sono fatta così.

Al mattino, per ritornare in albergo, faccio il giro lungo, calpestando a piedi scalzi la stessa sabbia sulla quale abbiamo camminato in cerca di solitudine, sulla quale mi sono inginocchiata e sulla quale cavalcandolo ho avuto il primo orgasmo della notte.

La manata sul sedere per dirmi che era ora di togliermi dalle palle è stata solo l'ultima di una lunga serie. Ho le natiche che vanno a fuoco ma mi è piaciuta anche quella. Mi è piaciuto anche il modo in cui mi ha trattata quando eravamo ormai inutili l'uno all'altra, con una certa insofferenza ma senza volgarità. Del resto certe cose le capisco da sola, una troia-chic lo capisce quando è diventata di troppo. E io amo essere una troia-chic.

Poiché si è tenuto il mio perizoma sento qualcosa di liquido che mi solletica l'interno coscia, forse più roba sua che mia. Se rispondi "nemmeno a me" a uno che ti dice "non mi piacciono i preservativi" è il minimo che può succedere. Percorro questa specie di piccola walk of shame domandandomi se si nota che, per camminare, devo allargare un po' le gambe. Per qualche ora dovrò farlo, mi sa. Ma mi piace anche questo, quasi ci rido sopra e quasi vorrei che qualcuno se ne accorgesse.

E rido anche se penso a come camminerei se gli avessi detto sì quando voleva il culo. Per un momento ci ho pensato pure, forse mi andava. Ma poi come al solito mi sono negata, in automatico, come faccio tutte le volte che qualcuno è così gentile da domandarmelo. Chissà, potrebbe essere un'idea per la prossima, se ci sarà (mi sento di sì, ma non si sa mai). Potrei mandargli un messaggio tipo "ci vediamo? ho voglia di darti il culo", dopo tutto quello che gli ho detto stanotte non penso proprio che si scandalizzerebbe. Potrei lanciargli quel sorriso enigmatico, appoggiarmi su quel tronco rinsecchito e aprirmi le chiappe da sola.

No, credo di no, credo che non lo farò. Certe volte mi vengono in mente delle idee di cui poi mi pento.

Però pensiamoci bene, potrebbe essere la terza fetta di torta sulla spiaggia!


scritto il
2025-05-08
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