Forse era meglio Wimbledon

di
genere
etero

Un giretto non molto convinto per i canali. Nulla di nuovo, nulla che ci convinca. Ma probabilmente siamo noi a essere scazzati.

- Vuoi guardare Wimbledon?
- A quest’ora ci saranno solo repliche, o chiacchiere.

Una serie, dunque. Vecchia, vecchissima e famosa. All'epoca, mai vista da nessuno dei due, è evidente che avevamo di meglio da fare. Noi la guardiamo a singhiozzo, qualche volta nemmeno ci ricordiamo bene cosa succede e chi è chi. Comunque, è la seconda stagione.

All'improvviso, interno notte: lei, che all'inizio la dava a Kevin Spacey, è distesa a pancia in giù, bocconi sul lenzuolo. Un suo amico se la sta trombando, vabbè.

“Cazzo, è una mania”, non lo dico ma lo penso. La stessa identica scena l'abbiamo vista in un film ieri sera. Uno di quelli che girano su Sky o su Netflix e di cui non ricordi il titolo e spesso e volentieri neanche la trama, perché ti annoia e smetti di guardarlo prima della fine. Lui sopra e lei sotto, distesa a pancia in giù, bocconi sul lenzuolo. Attori e attrici diversi ma stessa dinamica, quasi la stessa inquadratura.

Tempo della trombata previsto dalla sceneggiatura: dieci secondi più o meno, in entrambi i casi. Cioè, non sono proprio sicurissima, bisognerebbe cronometrare.

Queste scene di sesso così, fuori contesto, mi hanno sempre infastidita. Nei film ma soprattutto nelle serie. Le trovo una specie di clickbait per immagini: seguiteci e ogni tanto vedrete una tetta e dieci-secondi-dieci di scopata. Come se la protagonista e il protagonista non possano litigare o risolvere un omicidio, che ne so, la mattina a colazione o mentre sono in macchina. Che senso ha? Chi vogliono eccitare? Cazzo, se voglio eccitarmi davanti a uno schermo vado su Youporn, come facevo una volta.

A differenza del film di ieri sera, l’episodio almeno finiamo di vederlo, anche se io osservo le ultime scene in piedi e con lo spazzolino in bocca.

- Nanna?
- Nanna.

In estate la mia svestizione non contempla l'utilizzo successivo di un pigiama o di una camicia da notte. Non fate pensieri strani, non c’è nulla di scabroso e non prelude a nulla, adoravo farlo sin da bambina anche se mia madre me l’ha sempre vietato. Mi butto sul letto e lo osservo mentre si spoglia e si infila i pantaloncini. Lui sì che non riesce a dormire nudo se non in quelle notti in cui facciamo tali e tante acrobazie da crollare svenuti.

Gli ultimi giorni prima delle vacanze sono sempre carichi di lavoro supplementare e stanchezza supplementare, ormai l'abbiamo imparato entrambi. Certe sere uno dei due si addormenta sul divano, se non tutti e due. Per cui, in mezzo alla settimana, si fa quel che si può. Ciò che mi balena nel cervello è che stanotte, tuttavia, si può. Il motivo, credo, è che mentre si metteva i pantaloncini, non mi dava le spalle come al solito. Chissà perché in alcuni momenti capita e in altri no, ma certe visioni possono tirarti fuori qualcosa che non ti aspetti. Parlo per me, è chiaro, lui direi che sia lontano mille miglia dal pensarlo. Anzi, ne sono iper sicura: se la mano non la non mettessi dentro i suoi Adidas da tennis la metterei sul fuoco.

In genere, la cosa che ci verrebbe più naturale a questo punto sarebbe dare vita ad un botta e risposta ironico e via via più osceno prima di passare ai fatti. È uno dei nostri codici di coppia preferiti, del resto voi avrete i vostri. Stasera però ci sono solo i miei occhi piantati nei suoi che dicono "ho voglia, anche tu, vero?". Non c'è bisogno di fare parole, non c'è nemmeno bisogno di preliminari: una delle cose che ho sempre apprezzato in lui - e di cui in realtà non smetto di sorprendermi ogni volta, nonostante lo conosca ormai alla perfezione - è la sua capacità di farsi trovare "pronto" in pochissimi secondi. Ma molto "pronto", se capite ciò che intendo. Anche io però non scherzo. Perciò gli salgo sopra e mi infilzo alla grande, mordendomi il labbro per evitare di lanciare il solito urletto.

Questa sì che è una replica. Lo scorso weekend lo abbiamo passato al mare dai suoi e la prima notte ci siamo lasciati andare - ma molto "lasciati andare", se capite ciò che intendo - con il solo impegno di ridurre a zero le mie emissioni vocali. La villetta non è piccola ma nemmeno Versailles. Una specie di Gioco del Silenzio che mi ha eccitata, e persino divertita. E allora perché non rifarlo, anche se non ce n'è bisogno? 
Eye contact molto prolungato e breve cavalcata fino alla fine del mondo. Sta' in campana, che adesso però strillo e dico qualche zozzeria. Missione compiuta. Wow. Quando riapro gli occhi devo avere un sorriso carico di impertinenza e di lussuria che lui cerca di ricambiare per quanto può. Se non ci riesce del tutto è perché è concentrato. Ma molto "concentrato", se capite ciò che intendo.

È cosa nota, non ci si bada perché siamo assuefatti, ma è così: troppo spesso ciò che guardiamo o che ascoltiamo finisce per condizionarci. Aspetta un attimo... sì, mi costa un po’ farti uscire, ma fammi mettere in questo modo.

Bravi, avete indovinato. Distesa a pancia in giù, bocconi sul lenzuolo. Lui dietro di me, sopra di me, dentro di me. Cerco pure di tenere il culo un po' sollevato per agevolarlo, ma non ce ne sarebbe nemmeno bisogno. Schiacciata dal suo peso, a ogni spinta schiacciata un po' di più. A ogni spinta un suo sospiro più pesante, a ogni sospiro più pesante un mio miagolio. Ogni tanto un grugnito, ogni tanto un "così, così" come risposta. Persino qualche "dammelo tutto!" un po' pleonastico, per la verità, perché obiettivamente più "tutto" di così la vedo difficile. Ma a volte sono irragionevole, lo so.

Mezzo fuori, tutto dentro, mezzo fuori, tutto dentro. A lungo, da impazzire. Vuole giustamente portare a termine la sua missione, e lo voglio moltissimo anch'io. A dispetto di ciò che avviene, ho una percezione abbastanza precisa del mio stato: bocca aperta, guancia che struscia sul lenzuolo, occhi sgranati che vedono impercettibilmente avvicinarsi e impercettibilmente allontanarsi la testiera del letto. Pensieri inespressi: mio Dio, che cazzo che hai, fottimi più forte, sono la tua troia. No, anzi, una cosa gliela dico, ma mi esce fuori come una lunghissima lagna, me ne accorgo io stessa: "Oddio... montami". Ringrazio il Cielo di avere già avuto il mio, essere già venuta mi consente di godermi appieno questo sfoggio di potenza maschile, la protervia della sua mole che quasi mi impedisce di respirare, le percussioni ritmiche e profonde con cui cerca l'unica cosa che gli deve interessare in questo momento, la sua soddisfazione.

Una volta ho scritto un racconto per spiegare perché prendere cazzo doggystyle è il modo in cui mi piace di più. Non l'unico, per fortuna. Ma questa posizione ha una parentela molto stretta con il doggystyle, ci sono molti tratti in comune. Essere presa alle spalle e soggiogata, come prima cosa, e poi la mancanza di una visione diretta, il fatto di essere guardata e non guardare, l'irruenza e, perché no, la prepotenza da subire e di cui sfamarmi. Che magnifico despota che ho nel letto.

Lo dicevo io che, nonostante la stanchezza, le distrazioni e i mille pensieri di questi giorni, una scopata di giovedì sera sarebbe stata megagalattica. Me lo sentivo. E che cazzo, mica abbiamo cinquant'anni! Mica abbiamo bisogno di scene porno soft in televisione per eccitarci.

D'accordo, ho accettato inconsciamente un suggerimento e gliela sto dando così, distesa a pancia in giù, bocconi sul lenzuolo. E allora? Non starei tanto a preoccuparmi di questo, ho altro cui pensare. Mi preoccuperei piuttosto dei tanti desideri che stanno cominciando ad affastellarsi e che, lo so benissimo, sono impossibili da soddisfare tutti e tutti insieme. Sto parlando del suo premio liquido. Deciderà lui? Deciderò io? E in tal caso, cosa vorrei?

Lasciarmi inondare la vagina, è ovvio. Ma anche sentire soffici e calde frustate di sperma sulla schiena e sulle natiche. Oppure una brutale tirata di capelli e la faccia lordata di splat splat splat. O ancora il suo cazzo piantato così a fondo nella gola da non poter quasi assaporare gli spruzzi del suo seme.

Voice from the outer space: “Amore, adesso ti inculo”.

Forse era meglio Wimbledon. O addirittura un teatro.

- AHIA! CAZZO! SÌ!

Con tanti saluti al Gioco del Silenzio.

Nelle serie questo non succede mai. Almeno credo.
scritto il
2025-07-14
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