L’atterraggio su Xyron-7
di
Petulka
genere
fantascienza
Petra era una mercenaria spaziale con un appetito sessuale che non conosceva confini, nemmeno quelli della galassia. La sua nave, SS-Rapture, era un laboratorio di perversioni futuristiche: pareti vibranti con frequenze orgasmiche, poltrone di stimolazione clitoridea a gravità zero, e un androide programmato per scopare 24/7 con cazzo intercambiabili di ogni forma e dimensione aliena. Ma quella sera, Petra aveva in programma qualcosa di più estremo.
Mentre attraversava la nebulosa di Zarnak, Petra ricevette un segnale di soccorso da un pianeta deserto noto per i suoi abitanti: i Xyroniani, creature umanoidi con corpi bioluminescenti e tentacoli penici che secernono feromoni in grado di far perdere il controllo a qualsiasi essere senziente. La sua nave, danneggiata da un attacco di pirati cyber-sessuali, atterrò con un boato sul suolo rosso sangue del pianeta. Appena uscì dal portello, fu circondata da una dozzina di Xyroniani, i loro occhi a infrarossi fissi sulla sua tuta aderente che si illuminava di umori erotici.
Petra, con il suo corpo geneticamente modificato per assorbire piacere interdimensionale, uscì dal portello della SS-Rapture con un passo malfermo, il sangue che pompava a mille all’ora nelle vene. La tuta aderente, fatta di tessuto bio-reattivo, si illuminava di un rosso pulsante a ogni suo gemito, rivelando le sue tette rifatte con impianti di tessuto alieno, i capezzoli sostituiti da sensori erotici che captavano le vibrazioni orgasmiche dell’ambiente. Il suolo di Xyron-7 era una distesa di fango acido che fumava, striato di vene luminose che sembravano respirare. L’aria sapeva di zolfo e feromoni, e Petra inspirò a fondo, sentendo il cazzo finto di un drone voyeur vibrare contro il suo clitoride artificiale, già ipertrofico per l’adrenalina.
I Xyroniani avanzarono in cerchio, le loro forme umanoidi deformi avvolte da una pelle gelatinosa che brillava di colori ultravioletti. I tentacoli penici, spessi come braccia umane e lunghi almeno sessanta centimetri, erano coperti di protuberanze pulsanti simili a occhi ciechi. Ogni tentacolo terminava in una punta biforcuta che si divideva in due lingue viscide, capaci di iniettare enzimi che dissolvevano i tessuti per un’immersione più profonda. Petra si strappò la tuta con un colpo secco, il materiale si polverizzò in scintille violacee, rivelando la sua fica depilata, modificata con innesti di muscoli alieni che si contraevano autonomamente. I suoi fianchi erano stati allargati chirurgicamente per ospitare organi sessuali multipli, inclusa una vagina secondaria nella parte bassa della schiena, connessa a un nervo ottico che le faceva vedere gli orgasmi attraverso i colori.
Il primo Xyroniano, con un grugnito gutturale che sembrava un’esplosione subsonica, le infilò il tentacolo penico in bocca. Petra sentì la biforcazione separarsi, una parte avvolgere la lingua, l’altra scivolare giù per la gola, toccando le corde vocali con movimenti circolari. La punta vibrava a frequenze ultrasoniche, facendole espellere un liquido pre-sborra dalle tette, che gocciolò sul suolo rosso, facendolo ribollire come lava. Il secondo alieno le strappò le mutandine cybernetiche con un morso, e il suo tentacolo, dotato di uncini retrattili, perforò la fica con un colpo che le fece schizzare il sangue erotico lungo la coscia. Petra urlò, ma il collare vocale distorse il suono in un’onda d’urto che fece crollare una torre aliena in lontananza.
Mentre i due tentacoli pompavano in sincronia, un terzo Xyroniano si avvicinò. Il suo cazzo, invece di biforcarsi, si aprì a ventaglio, trasformandosi in una sorta di frusta con venti punte minuscole che le frustarono il culo, già dilatato da un impianto analesferico. Ogni frustata iniettava un feromone che accelerava il battito cardiaco di Petra fino a 300 bpm. Lei, in preda a convulsioni, iniziò a gridare “Scopatemi il cervello! Voglio un cazzo che mi perfori il cranio!” e uno degli alieni obbedì: dal petto si aprì un’appendice simile a un verme, lunga due metri, che si avvicinò al suo orecchio. La creatura lo infilò dentro, e Petra sentì il parassita strisciare lungo il canale uditivo fino al cervello, dove iniziò a pomparsi come un vibratore neurale.
I tentacoli penici dei Xyroniani non si limitarono alla fica, alla bocca e al culo. Uno si annidò nell’ombelico, scavando un tunnel fino al fegato per iniettare sperma mutageno. Un altro le penetrò l’occhio sinistro, sostituendo il bulbo oculare con una lente orgasmica che le mostrava il mondo in slow motion erotico. Petra, ormai un groviglio di carne e circuiti, iniziò a sborrare da ogni orificio: dalle tette esplose sperma dorato, dalla fica e dal culo uscì una schiuma bioluminescente che avvolse i corpi degli alieni, fondendoli in una massa unica.
Il collare vocale, però, non smetteva di vibrare. Ogni suo gemito era un’esplosione di energia sonica che faceva a pezzi la vegetazione aliena. Un albero carnivoro esplose in una nuvola di polline afrodisiaco, e Petra inalò il vapore, sentendo il cazzo interno del robot K-9X (ancora a bordo della nave) vibrare a distanza, come se fosse dentro di lei. La sua vagina secondaria, quella sulla schiena, iniziò a contrarsi autonomamente, richiamando altri Xyroniani da chilometri di distanza.
Quando il primo alieno venne, Petra sentì il tentacolo penico espandersi fino a riempire tutta la sua trachea. Lo sperma, denso come magma, le scese in gola, ustionandola ma regalandole un orgasmo che le fece espellere un dente, sostituito all’istante da un impianto in titanio con incastonata una capsula di piacere alieno. Il secondo Xyroniano le sborrò direttamente nella fica, e il suo sperma, dotato di cellule autoreplicanti, iniziò a crescere dentro di lei, formando una sorta di corallo erotico che le vibrava le viscere.
Il suolo di Xyron-7, nel frattempo, si trasformò in una distesa di carne pulsante, come se il pianeta stesso stesse godendo attraverso il corpo di Petra. Le piante si attorcigliarono ai suoi arti, iniettandole polline nelle vene, mentre un fiume di acido erotico scorreva vicino a lei, riflettendo il cielo in fiamme.
Petra, con la bocca piena di sperma alieno e il culo dilatato fino a sembrare un buco nero, gridò “Sono vostra, cazzo! Fate di me un altare di dolore e piacere!” e il collare vocale, in risposta, iniziò a vibrare a una frequenza che fece crollare l’intero portello della nave, risucchiando all’esterno un esercito di droni sessuali pronti a unirsi alla festa.
La notte non era nemmeno iniziata. E Xyron-7, piano piano, stava diventando il pianeta più osceno della galassia.
Mentre attraversava la nebulosa di Zarnak, Petra ricevette un segnale di soccorso da un pianeta deserto noto per i suoi abitanti: i Xyroniani, creature umanoidi con corpi bioluminescenti e tentacoli penici che secernono feromoni in grado di far perdere il controllo a qualsiasi essere senziente. La sua nave, danneggiata da un attacco di pirati cyber-sessuali, atterrò con un boato sul suolo rosso sangue del pianeta. Appena uscì dal portello, fu circondata da una dozzina di Xyroniani, i loro occhi a infrarossi fissi sulla sua tuta aderente che si illuminava di umori erotici.
Petra, con il suo corpo geneticamente modificato per assorbire piacere interdimensionale, uscì dal portello della SS-Rapture con un passo malfermo, il sangue che pompava a mille all’ora nelle vene. La tuta aderente, fatta di tessuto bio-reattivo, si illuminava di un rosso pulsante a ogni suo gemito, rivelando le sue tette rifatte con impianti di tessuto alieno, i capezzoli sostituiti da sensori erotici che captavano le vibrazioni orgasmiche dell’ambiente. Il suolo di Xyron-7 era una distesa di fango acido che fumava, striato di vene luminose che sembravano respirare. L’aria sapeva di zolfo e feromoni, e Petra inspirò a fondo, sentendo il cazzo finto di un drone voyeur vibrare contro il suo clitoride artificiale, già ipertrofico per l’adrenalina.
I Xyroniani avanzarono in cerchio, le loro forme umanoidi deformi avvolte da una pelle gelatinosa che brillava di colori ultravioletti. I tentacoli penici, spessi come braccia umane e lunghi almeno sessanta centimetri, erano coperti di protuberanze pulsanti simili a occhi ciechi. Ogni tentacolo terminava in una punta biforcuta che si divideva in due lingue viscide, capaci di iniettare enzimi che dissolvevano i tessuti per un’immersione più profonda. Petra si strappò la tuta con un colpo secco, il materiale si polverizzò in scintille violacee, rivelando la sua fica depilata, modificata con innesti di muscoli alieni che si contraevano autonomamente. I suoi fianchi erano stati allargati chirurgicamente per ospitare organi sessuali multipli, inclusa una vagina secondaria nella parte bassa della schiena, connessa a un nervo ottico che le faceva vedere gli orgasmi attraverso i colori.
Il primo Xyroniano, con un grugnito gutturale che sembrava un’esplosione subsonica, le infilò il tentacolo penico in bocca. Petra sentì la biforcazione separarsi, una parte avvolgere la lingua, l’altra scivolare giù per la gola, toccando le corde vocali con movimenti circolari. La punta vibrava a frequenze ultrasoniche, facendole espellere un liquido pre-sborra dalle tette, che gocciolò sul suolo rosso, facendolo ribollire come lava. Il secondo alieno le strappò le mutandine cybernetiche con un morso, e il suo tentacolo, dotato di uncini retrattili, perforò la fica con un colpo che le fece schizzare il sangue erotico lungo la coscia. Petra urlò, ma il collare vocale distorse il suono in un’onda d’urto che fece crollare una torre aliena in lontananza.
Mentre i due tentacoli pompavano in sincronia, un terzo Xyroniano si avvicinò. Il suo cazzo, invece di biforcarsi, si aprì a ventaglio, trasformandosi in una sorta di frusta con venti punte minuscole che le frustarono il culo, già dilatato da un impianto analesferico. Ogni frustata iniettava un feromone che accelerava il battito cardiaco di Petra fino a 300 bpm. Lei, in preda a convulsioni, iniziò a gridare “Scopatemi il cervello! Voglio un cazzo che mi perfori il cranio!” e uno degli alieni obbedì: dal petto si aprì un’appendice simile a un verme, lunga due metri, che si avvicinò al suo orecchio. La creatura lo infilò dentro, e Petra sentì il parassita strisciare lungo il canale uditivo fino al cervello, dove iniziò a pomparsi come un vibratore neurale.
I tentacoli penici dei Xyroniani non si limitarono alla fica, alla bocca e al culo. Uno si annidò nell’ombelico, scavando un tunnel fino al fegato per iniettare sperma mutageno. Un altro le penetrò l’occhio sinistro, sostituendo il bulbo oculare con una lente orgasmica che le mostrava il mondo in slow motion erotico. Petra, ormai un groviglio di carne e circuiti, iniziò a sborrare da ogni orificio: dalle tette esplose sperma dorato, dalla fica e dal culo uscì una schiuma bioluminescente che avvolse i corpi degli alieni, fondendoli in una massa unica.
Il collare vocale, però, non smetteva di vibrare. Ogni suo gemito era un’esplosione di energia sonica che faceva a pezzi la vegetazione aliena. Un albero carnivoro esplose in una nuvola di polline afrodisiaco, e Petra inalò il vapore, sentendo il cazzo interno del robot K-9X (ancora a bordo della nave) vibrare a distanza, come se fosse dentro di lei. La sua vagina secondaria, quella sulla schiena, iniziò a contrarsi autonomamente, richiamando altri Xyroniani da chilometri di distanza.
Quando il primo alieno venne, Petra sentì il tentacolo penico espandersi fino a riempire tutta la sua trachea. Lo sperma, denso come magma, le scese in gola, ustionandola ma regalandole un orgasmo che le fece espellere un dente, sostituito all’istante da un impianto in titanio con incastonata una capsula di piacere alieno. Il secondo Xyroniano le sborrò direttamente nella fica, e il suo sperma, dotato di cellule autoreplicanti, iniziò a crescere dentro di lei, formando una sorta di corallo erotico che le vibrava le viscere.
Il suolo di Xyron-7, nel frattempo, si trasformò in una distesa di carne pulsante, come se il pianeta stesso stesse godendo attraverso il corpo di Petra. Le piante si attorcigliarono ai suoi arti, iniettandole polline nelle vene, mentre un fiume di acido erotico scorreva vicino a lei, riflettendo il cielo in fiamme.
Petra, con la bocca piena di sperma alieno e il culo dilatato fino a sembrare un buco nero, gridò “Sono vostra, cazzo! Fate di me un altare di dolore e piacere!” e il collare vocale, in risposta, iniziò a vibrare a una frequenza che fece crollare l’intero portello della nave, risucchiando all’esterno un esercito di droni sessuali pronti a unirsi alla festa.
La notte non era nemmeno iniziata. E Xyron-7, piano piano, stava diventando il pianeta più osceno della galassia.
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