In spiaggia
di
Petulka
genere
orge
Petra si godeva una giornata di sole al mare, il suo bikini rosso fuoco attirava sguardi ovunque andasse. Due bagnini, Matteo e Marco, non riuscivano a staccarle gli occhi di dosso mentre passeggiava sulla spiaggia. Matteo, il più audace, si avvicinò e le chiese se avesse bisogno di crema solare. Petra, con un sorriso malizioso, accettò, sapendo bene cosa stava per succedere.
Matteo iniziò a spalmarle la crema sulle spalle, poi lentamente scese fino al sedere, stringendo e massaggiando le natiche sode. Petra sentiva il suo membro duro premere contro di lei. Marco, non volendo essere da meno, si unì a loro, iniziando a baciare il collo di Petra mentre Matteo le sfilava il pezzo sopra del bikini, esponendo i seni perfetti. Le mani di Marco scivolarono sul suo corpo, pizzicando i capezzoli turgidi mentre Matteo le slacciava il pezzo sotto, lasciandola completamente nuda.
Petra era distesa sulla sdraio, il sole che abbronzava ogni centimetro del suo corpo nudo dopo che i bagnini l’avevano spogliata. Matteo, il cazzo lungo e grosso come un salsicciotto, le sputò sulla fica già bagnata e le disse: «Ammunì, troia, oggi ti facciamo il culo a pezzi». Marco, con un cazzo curvo verso l’alto, le schiaffò una manata sul sedere e rise: «Hai visto che cazzo? Ti spacca il buco di merda, ma ti piace, eh, cagna?». Petra, con un sorriso sfrontato, rispose ansimando: «Sììì, datemi tutto… Voglio sentire il cazzo fino in gola e nel culo».
Quando Matteo le infilò il cazzo in bocca, Petra lo prese fino alla base, le labbra strette intorno alla cappella violacea, mentre lui le afferrava i capelli e iniziava a fotterla come un pornostar. «Succhiami sto cazzo, troia!» grugniva lui, spingendo fino a farla vomitare. Petra, con gli occhi lucidi, lo guardò e disse: «Sì, sono la vostra cagna… Venitemi in faccia, voglio pisciare mentre mi scopate».
Marco, nel frattempo, le spalmava il lubrificante (o forse era solo la sua saliva) sul culo e ci sbatteva dentro il cazzo con un colpo secco. Petra urlò, la bocca libera per un attimo: «Ahhh, cazzo, mi spacchi il culo! Più forte, porco!». Lui obbedì, spingendo fino a farla sbattere contro la parete della cabina, mentre un altro uomo, un tizio con un cazzo da pornostar europeo, le infilava due dita in fica e le leccava il culo: «Che fica che hai, troia… Quanto sperma ti farò entrare in corpo che non sai più chi cazzo ti ha scopato».
Gli uomini degli ombrelloni vicini, ormai una folla di dieci, si accalcavano dentro la cabina. Uno di loro, con un piercing al glande, le disse: «Tu non esci da qui finché non ti sei presa ogni cazzo di tutti noi, chiaro?». Petra, con la bocca piena del cazzo di Matteo, mugolò e annuì, gli occhi fissi su di lui. Marco, ancora dentro il culo, aggiunse: «E ogni volta che vieni, ci pisci addosso. Ti facciamo diventare una fontana di merda e sperma».
Quando Matteo venne in bocca, Petra ingoiò quel che poteva, ma il resto le colò lungo il mento. Un altro uomo, più anziano e peloso, la girò a pecora e le infilò il cazzo nella fica già dilatata: «Guarda che buco che ho trovato… Sembra che ci hanno scopato un reggimento qua dentro». Petra, con il culo in aria, gridò: «Perché non mi prendi a testate il culo, brutto porco? Voglio sentire il tuo sperma anche nelle budella!». Lui rise e iniziò a spingere con forza, mentre Marco continuava a martellare il culo, e Matteo le sborrava sulla schiena.
Poi toccò a un uomo con un cazzo enorme, quasi ridicolo: «Ti piace il cazzo grosso? Questo ti fa pisciare sangue, troia». Petra, ansimante, lo supplicò: «Fammi male, fammi diventare una cagna zozza… Voglio sentire ogni cazzo fino nello stomaco». Lui le allargò le natiche e le entrò nel culo con un colpo che la fece urlare. «Ahhh! Mi spacchi! Sìììì, porco!» Marco, alle sue spalle, le infilò un vibratore nella fica e lo accese: «Così impari a non smettere di godere, zoccola!».
Alla fine, Petra era riversa per terra, coperta di sperma, piscio e sudore. Matteo le sputò in faccia: «Sei una vera troia. Quanto sperma ti abbiamo sparato dentro?». Petra, con voce roca, rispose: «Tanto che mi esce anche dal culo… Sono vostra, ogni giorno, ogni cazzo, ogni sborrata». Marco, finendo di pisciarle sulla pancia, concluse: «Torna domani, che ti facciamo un cazzo a forma di buco».
La cabina era un inferno di odori: sudore, sperma, piscio e desiderio. Petra, esausta, pensò solo: Che cazzo di giornata.
Matteo iniziò a spalmarle la crema sulle spalle, poi lentamente scese fino al sedere, stringendo e massaggiando le natiche sode. Petra sentiva il suo membro duro premere contro di lei. Marco, non volendo essere da meno, si unì a loro, iniziando a baciare il collo di Petra mentre Matteo le sfilava il pezzo sopra del bikini, esponendo i seni perfetti. Le mani di Marco scivolarono sul suo corpo, pizzicando i capezzoli turgidi mentre Matteo le slacciava il pezzo sotto, lasciandola completamente nuda.
Petra era distesa sulla sdraio, il sole che abbronzava ogni centimetro del suo corpo nudo dopo che i bagnini l’avevano spogliata. Matteo, il cazzo lungo e grosso come un salsicciotto, le sputò sulla fica già bagnata e le disse: «Ammunì, troia, oggi ti facciamo il culo a pezzi». Marco, con un cazzo curvo verso l’alto, le schiaffò una manata sul sedere e rise: «Hai visto che cazzo? Ti spacca il buco di merda, ma ti piace, eh, cagna?». Petra, con un sorriso sfrontato, rispose ansimando: «Sììì, datemi tutto… Voglio sentire il cazzo fino in gola e nel culo».
Quando Matteo le infilò il cazzo in bocca, Petra lo prese fino alla base, le labbra strette intorno alla cappella violacea, mentre lui le afferrava i capelli e iniziava a fotterla come un pornostar. «Succhiami sto cazzo, troia!» grugniva lui, spingendo fino a farla vomitare. Petra, con gli occhi lucidi, lo guardò e disse: «Sì, sono la vostra cagna… Venitemi in faccia, voglio pisciare mentre mi scopate».
Marco, nel frattempo, le spalmava il lubrificante (o forse era solo la sua saliva) sul culo e ci sbatteva dentro il cazzo con un colpo secco. Petra urlò, la bocca libera per un attimo: «Ahhh, cazzo, mi spacchi il culo! Più forte, porco!». Lui obbedì, spingendo fino a farla sbattere contro la parete della cabina, mentre un altro uomo, un tizio con un cazzo da pornostar europeo, le infilava due dita in fica e le leccava il culo: «Che fica che hai, troia… Quanto sperma ti farò entrare in corpo che non sai più chi cazzo ti ha scopato».
Gli uomini degli ombrelloni vicini, ormai una folla di dieci, si accalcavano dentro la cabina. Uno di loro, con un piercing al glande, le disse: «Tu non esci da qui finché non ti sei presa ogni cazzo di tutti noi, chiaro?». Petra, con la bocca piena del cazzo di Matteo, mugolò e annuì, gli occhi fissi su di lui. Marco, ancora dentro il culo, aggiunse: «E ogni volta che vieni, ci pisci addosso. Ti facciamo diventare una fontana di merda e sperma».
Quando Matteo venne in bocca, Petra ingoiò quel che poteva, ma il resto le colò lungo il mento. Un altro uomo, più anziano e peloso, la girò a pecora e le infilò il cazzo nella fica già dilatata: «Guarda che buco che ho trovato… Sembra che ci hanno scopato un reggimento qua dentro». Petra, con il culo in aria, gridò: «Perché non mi prendi a testate il culo, brutto porco? Voglio sentire il tuo sperma anche nelle budella!». Lui rise e iniziò a spingere con forza, mentre Marco continuava a martellare il culo, e Matteo le sborrava sulla schiena.
Poi toccò a un uomo con un cazzo enorme, quasi ridicolo: «Ti piace il cazzo grosso? Questo ti fa pisciare sangue, troia». Petra, ansimante, lo supplicò: «Fammi male, fammi diventare una cagna zozza… Voglio sentire ogni cazzo fino nello stomaco». Lui le allargò le natiche e le entrò nel culo con un colpo che la fece urlare. «Ahhh! Mi spacchi! Sìììì, porco!» Marco, alle sue spalle, le infilò un vibratore nella fica e lo accese: «Così impari a non smettere di godere, zoccola!».
Alla fine, Petra era riversa per terra, coperta di sperma, piscio e sudore. Matteo le sputò in faccia: «Sei una vera troia. Quanto sperma ti abbiamo sparato dentro?». Petra, con voce roca, rispose: «Tanto che mi esce anche dal culo… Sono vostra, ogni giorno, ogni cazzo, ogni sborrata». Marco, finendo di pisciarle sulla pancia, concluse: «Torna domani, che ti facciamo un cazzo a forma di buco».
La cabina era un inferno di odori: sudore, sperma, piscio e desiderio. Petra, esausta, pensò solo: Che cazzo di giornata.
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