Incontro al fiume
di
minkanku91
genere
gay
Oggi, niente mare. Per me e i miei amici – Sandro, Valerio e Gianni – l'idea era chiara: via dalla ressa, via dagli sguardi. Solo noi, il fiume, e la libertà di farci il bagno nudi, come natura ci aveva fatti. L'aria era già calda, prometteva un pomeriggio di spensieratezza, risate e un tuffo nell'acqua fresca lontano da tutto.
Stavamo per tuffarci, già spogliati, la pelle esposta all'aria tiepida, quando, a sorpresa, Demetrio ci raggiunse. Indossava solo un paio di boxer scuri, che aderivano ai suoi fianchi muscolosi. Il mio cuore ebbe un sussulto, una fitta inaspettata. Con lui avevo avuto una storia, una cosa solo nostra, fatta di seghe che gli facevo io. Era un gioco intimo, un segreto eccitante. Poi, le cose si erano fatte più intense. Avevamo deciso di spingerci oltre, di provare ad andare oltre, con l'anale. Ma proprio quel giorno, quello del grande passo, lui non si era presentato. Era sparito. Da allora, non l'avevo più rivisto. E ora era qui, in boxer, come se niente fosse.
Ci tuffammo uno dopo l'altro, l'acqua fresca che ci avvolgeva con un sollievo immediato dal caldo. Risate e schiamazzi riempirono l'aria mentre ci spruzzavamo a vicenda, le nostre nudità a malapena notate nella frenesia del gioco. Eravamo lì per divertirci, liberi e senza pensieri, il ricordo di Demetrio quasi svanito nella leggerezza del momento.
Fu solo dopo un po', mentre lanciavo un'altra ondata verso Sandro, che il mio sguardo si posò su di lui. Demetrio si era tuffato, e ora era in disparte, seduto con le spalle appoggiate alla roccia. L'acqua gli arrivava al busto, ma le sue gambe e il basso ventre erano sommersi, nascosti dalla superficie increspata. Sembrava assorto nei suoi pensieri, un'isola di quiete nella nostra baldoria.
Lo guardai. Le sue labbra si mossero, mi disse qualcosa che non riuscii a sentire per via del frastuono dei nostri giochi. Così, mi avvicinai, l'acqua che mi si stringeva intorno al corpo. Quando fui abbastanza vicino, riprovai. "Mi dispiace," disse, la sua voce bassa e roca. "Sarei voluto venire quel giorno a casa tua, davvero. Ma è successo un casino. Mia madre... è stata ricoverata d'urgenza. Ne abbiamo passate brutte."
Demetrio fece una pausa, il suo sguardo che si perdeva per un istante sulla superficie dell'acqua. "Non è finita," aggiunse, riprendendo a parlare, "ma ora va molto meglio. Infatti, sono qui con voi."
"Anche io avrei voluto che venissi a casa mia," dissi, la mia voce quasi un sussurro. "Ti stavo aspettando."
Alle mie parole, Demetrio si era visibilmente eccitato. Il suo cazzo era ora chiaramente fuori dall'acqua, una sagoma scura e tesa che si protendeva dalla superficie, inconfondibile. Per fortuna, tutti gli altri erano tornati sopra la roccia ad ascoltare musica e prendere il sole. Da lì nessuno ci avrebbe visto. Solo se qualcuno si fosse tuffato di nuovo, ci avrebbe potuto vedere.
Mi inginocchio di fronte a lui. L'acqua mi arrivava appena alle gambe, lasciando il mio culo interamente fuori dall'acqua, ben in vista.
Prendo in mano il suo cazzo. È caldo, duro, bagnato. Lui mi tocca il culo, e poi, con una presa ferma, mi attira a sé, facendomi voltare lentamente. Sento i miei fianchi ruotare, il mio corpo che si allinea con il suo.
Poi, senza esitazione, mi infila un dito. Non c'è sorpresa, solo la pressione decisa che cerca l'apertura. Mentre il suo dito esplora, mi attira ancora più vicino, e mi sento scivolare. Mi siedo sul suo cazzo, sentendo la sua punta premere forte contro di me. Lui prova subito a infilarmi.
Con un movimento deciso, il suo cazzo scivola dentro di me. Un brivido mi percorre da capo a piedi, un misto di dolore e piacere che mi toglie il fiato. Sento la sua lunghezza, calda e spessa, che si fa strada, un'invasione piena e profonda. Spalanco gli occhi e lo guardo, il respiro affannoso. "Bravo, adesso spingi forte," sussurro, la voce roca per l'emozione, stringendomi ai suoi fianchi con le mie mani.
Lui non se lo fa ripetere. Con un ringhio basso, Demetrio spinge forte. Il suo cazzo affonda ancora di più, riempiendomi completamente. Ogni muscolo del mio culo si tende per accoglierlo. L'acqua intorno a noi si increspa per i nostri movimenti. Sento il suo cazzo pulsare in profondità, un peso vivo e caldo che mi dilata. La sua anca preme contro il mio culo.
Il ritmo si scatena. Non ci sono più esitazioni. Demetrio affonda, veloce e furioso, ogni spinta un colpo secco che mi fa gemere. Ma non sono da meno. Inizio a muovere il culo, incontrando ogni sua spinta, ruotando i fianchi, cercando di macinare contro di lui, di prenderlo ancora più in profondità. Le mie gambe si stringono convulsamente intorno ai suoi fianchi mentre io mi aggrappo, la mia schiena si inarca, cercando di dargli ancora più accesso. Ogni affondo è pura passione, un desiderio crudo e potente che ci consuma entrambi. L'acqua schizza, un turbine di onde che si alzano e ricadono con la stessa furia dei nostri movimenti. I nostri respiri si fanno sempre più affannosi, mescolandosi in un unico, roco ansimo.
La pressione dentro di me diventa insopportabile, una tensione che si accumula con ogni spinta. Sento i suoi muscoli contrarsi, il suo corpo che si tende. Il suo ritmo si fa quasi frenetico. Un ultimo affondo, più profondo e violento degli altri. Demetrio emette un gemito strozzato, un urlo di pura liberazione. E poi, sento il calore liquido, una scarica di sperma caldo che mi riempie, pulsando dentro di me, un'onda rovente di piacere che mi fa tremare. Stringo forte, i muscoli del culo che gli strizzano il cazzo mentre lui si svuota. Il mio corpo si arrende al piacere, un brivido che mi scuote fino alle punte dei piedi, mentre il suo respiro si placa, ma il calore dentro di me rimane, un ricordo vivido del suo piacere.
L'eco del nostro piacere si stava ancora placando quando un tonfo improvviso ruppe la quiete. Un tuffo. Qualcuno era arrivato. I nostri occhi si spalancarono e si incontrarono in un lampo di intesa: eravamo stati scoperti, o quasi. Senza una parola, ci separammo. Demetrio si immerse, scomparendo sotto la superficie e riemergendo con un'elegante bracciata verso la riva opposta. Io mi tuffai a mia volta, dirigendomi con una rapidità inaspettata verso un angolo più nascosto della pozza.
Mi affrettai a sciacquarmi il culo con l'acqua fredda e limpida, un gesto rapido e necessario, eliminando ogni traccia del nostro incontro. Poi, senza esitare, mi mossi con agilità, arrampicandomi sulla roccia più alta dove gli altri ci aspettavano, il cuore che ancora martellava per l'adrenalina, ma con un sorriso innocente stampato in faccia.
Poco dopo, Demetrio, il mio compagno di piacere di pochi istanti prima, si ricongiunse a noi. Era tornato a essere freddo e controllato, il suo sguardo privo di ogni traccia della passione che ci aveva travolti. Con una disinvoltura sorprendente, si unì al gruppo. Ci vestimmo tutti in fretta, le chiacchiere leggere che coprivano la tensione appena percepibile nell'aria. Mentre mi allacciavo le scarpe, Demetrio si avvicinò con un piccolo libro tra le mani. "Tieni, ti prego di leggerlo," mi disse, passandomelo. "Ne possiamo parlare quando me lo ridarai." Capii subito il messaggio implicito. Aprendo il libro più tardi, avrei trovato il suo numero scritto a penna sulla prima pagina. Poi, con l'ultimo saluto, andammo via. Sapevo che ci saremmo rivisti, molto presto.
Stavamo per tuffarci, già spogliati, la pelle esposta all'aria tiepida, quando, a sorpresa, Demetrio ci raggiunse. Indossava solo un paio di boxer scuri, che aderivano ai suoi fianchi muscolosi. Il mio cuore ebbe un sussulto, una fitta inaspettata. Con lui avevo avuto una storia, una cosa solo nostra, fatta di seghe che gli facevo io. Era un gioco intimo, un segreto eccitante. Poi, le cose si erano fatte più intense. Avevamo deciso di spingerci oltre, di provare ad andare oltre, con l'anale. Ma proprio quel giorno, quello del grande passo, lui non si era presentato. Era sparito. Da allora, non l'avevo più rivisto. E ora era qui, in boxer, come se niente fosse.
Ci tuffammo uno dopo l'altro, l'acqua fresca che ci avvolgeva con un sollievo immediato dal caldo. Risate e schiamazzi riempirono l'aria mentre ci spruzzavamo a vicenda, le nostre nudità a malapena notate nella frenesia del gioco. Eravamo lì per divertirci, liberi e senza pensieri, il ricordo di Demetrio quasi svanito nella leggerezza del momento.
Fu solo dopo un po', mentre lanciavo un'altra ondata verso Sandro, che il mio sguardo si posò su di lui. Demetrio si era tuffato, e ora era in disparte, seduto con le spalle appoggiate alla roccia. L'acqua gli arrivava al busto, ma le sue gambe e il basso ventre erano sommersi, nascosti dalla superficie increspata. Sembrava assorto nei suoi pensieri, un'isola di quiete nella nostra baldoria.
Lo guardai. Le sue labbra si mossero, mi disse qualcosa che non riuscii a sentire per via del frastuono dei nostri giochi. Così, mi avvicinai, l'acqua che mi si stringeva intorno al corpo. Quando fui abbastanza vicino, riprovai. "Mi dispiace," disse, la sua voce bassa e roca. "Sarei voluto venire quel giorno a casa tua, davvero. Ma è successo un casino. Mia madre... è stata ricoverata d'urgenza. Ne abbiamo passate brutte."
Demetrio fece una pausa, il suo sguardo che si perdeva per un istante sulla superficie dell'acqua. "Non è finita," aggiunse, riprendendo a parlare, "ma ora va molto meglio. Infatti, sono qui con voi."
"Anche io avrei voluto che venissi a casa mia," dissi, la mia voce quasi un sussurro. "Ti stavo aspettando."
Alle mie parole, Demetrio si era visibilmente eccitato. Il suo cazzo era ora chiaramente fuori dall'acqua, una sagoma scura e tesa che si protendeva dalla superficie, inconfondibile. Per fortuna, tutti gli altri erano tornati sopra la roccia ad ascoltare musica e prendere il sole. Da lì nessuno ci avrebbe visto. Solo se qualcuno si fosse tuffato di nuovo, ci avrebbe potuto vedere.
Mi inginocchio di fronte a lui. L'acqua mi arrivava appena alle gambe, lasciando il mio culo interamente fuori dall'acqua, ben in vista.
Prendo in mano il suo cazzo. È caldo, duro, bagnato. Lui mi tocca il culo, e poi, con una presa ferma, mi attira a sé, facendomi voltare lentamente. Sento i miei fianchi ruotare, il mio corpo che si allinea con il suo.
Poi, senza esitazione, mi infila un dito. Non c'è sorpresa, solo la pressione decisa che cerca l'apertura. Mentre il suo dito esplora, mi attira ancora più vicino, e mi sento scivolare. Mi siedo sul suo cazzo, sentendo la sua punta premere forte contro di me. Lui prova subito a infilarmi.
Con un movimento deciso, il suo cazzo scivola dentro di me. Un brivido mi percorre da capo a piedi, un misto di dolore e piacere che mi toglie il fiato. Sento la sua lunghezza, calda e spessa, che si fa strada, un'invasione piena e profonda. Spalanco gli occhi e lo guardo, il respiro affannoso. "Bravo, adesso spingi forte," sussurro, la voce roca per l'emozione, stringendomi ai suoi fianchi con le mie mani.
Lui non se lo fa ripetere. Con un ringhio basso, Demetrio spinge forte. Il suo cazzo affonda ancora di più, riempiendomi completamente. Ogni muscolo del mio culo si tende per accoglierlo. L'acqua intorno a noi si increspa per i nostri movimenti. Sento il suo cazzo pulsare in profondità, un peso vivo e caldo che mi dilata. La sua anca preme contro il mio culo.
Il ritmo si scatena. Non ci sono più esitazioni. Demetrio affonda, veloce e furioso, ogni spinta un colpo secco che mi fa gemere. Ma non sono da meno. Inizio a muovere il culo, incontrando ogni sua spinta, ruotando i fianchi, cercando di macinare contro di lui, di prenderlo ancora più in profondità. Le mie gambe si stringono convulsamente intorno ai suoi fianchi mentre io mi aggrappo, la mia schiena si inarca, cercando di dargli ancora più accesso. Ogni affondo è pura passione, un desiderio crudo e potente che ci consuma entrambi. L'acqua schizza, un turbine di onde che si alzano e ricadono con la stessa furia dei nostri movimenti. I nostri respiri si fanno sempre più affannosi, mescolandosi in un unico, roco ansimo.
La pressione dentro di me diventa insopportabile, una tensione che si accumula con ogni spinta. Sento i suoi muscoli contrarsi, il suo corpo che si tende. Il suo ritmo si fa quasi frenetico. Un ultimo affondo, più profondo e violento degli altri. Demetrio emette un gemito strozzato, un urlo di pura liberazione. E poi, sento il calore liquido, una scarica di sperma caldo che mi riempie, pulsando dentro di me, un'onda rovente di piacere che mi fa tremare. Stringo forte, i muscoli del culo che gli strizzano il cazzo mentre lui si svuota. Il mio corpo si arrende al piacere, un brivido che mi scuote fino alle punte dei piedi, mentre il suo respiro si placa, ma il calore dentro di me rimane, un ricordo vivido del suo piacere.
L'eco del nostro piacere si stava ancora placando quando un tonfo improvviso ruppe la quiete. Un tuffo. Qualcuno era arrivato. I nostri occhi si spalancarono e si incontrarono in un lampo di intesa: eravamo stati scoperti, o quasi. Senza una parola, ci separammo. Demetrio si immerse, scomparendo sotto la superficie e riemergendo con un'elegante bracciata verso la riva opposta. Io mi tuffai a mia volta, dirigendomi con una rapidità inaspettata verso un angolo più nascosto della pozza.
Mi affrettai a sciacquarmi il culo con l'acqua fredda e limpida, un gesto rapido e necessario, eliminando ogni traccia del nostro incontro. Poi, senza esitare, mi mossi con agilità, arrampicandomi sulla roccia più alta dove gli altri ci aspettavano, il cuore che ancora martellava per l'adrenalina, ma con un sorriso innocente stampato in faccia.
Poco dopo, Demetrio, il mio compagno di piacere di pochi istanti prima, si ricongiunse a noi. Era tornato a essere freddo e controllato, il suo sguardo privo di ogni traccia della passione che ci aveva travolti. Con una disinvoltura sorprendente, si unì al gruppo. Ci vestimmo tutti in fretta, le chiacchiere leggere che coprivano la tensione appena percepibile nell'aria. Mentre mi allacciavo le scarpe, Demetrio si avvicinò con un piccolo libro tra le mani. "Tieni, ti prego di leggerlo," mi disse, passandomelo. "Ne possiamo parlare quando me lo ridarai." Capii subito il messaggio implicito. Aprendo il libro più tardi, avrei trovato il suo numero scritto a penna sulla prima pagina. Poi, con l'ultimo saluto, andammo via. Sapevo che ci saremmo rivisti, molto presto.
1
9
voti
voti
valutazione
6.6
6.6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Prima o poiracconto sucessivo
Il figlio del marchese
Commenti dei lettori al racconto erotico