Costretto a venire 3

di
genere
gay

Il contratto era stato firmato, ma ero dilaniato dai sensi di colpa, la mia morale era sotto i piedi.
Non riuscivo a smettere di pensare a quello che avevo permesso che mi facessero.
Rimasi a casa per qualche giorno, il mio socio aveva paura che fossi caduto in depressione, non riusciva a capire perché dopo essere riuscito a chiudere quell'importante contratto fosso in uno stato catatonico.
Avrei dovuto essere felice ed invece....
Dopo aver riflettuto a fondo, consapevole del piacere provato ed amareggiato profondamente proprio di questo, mi ero ripromesso che non sarebbe mai più successo!
Sono un uomo sposato, di sani e rispettabili principi, mi avevano trasformato in qualcosa di molto lontano da me.
Comunque il tempo passa inesorabile, le forniture procedevano, i pagamenti erano puntuali e non avevo più avuto contatti diretti con l'impresa o con l'imprenditore, tutto era stato delegato agli uffici competenti della nostra azienda.
Il cantiere finì e fummo invitati all'inaugurazione dello stabile.
Il mio socio era molto eccitato voleva assolutamente partecipare a questo evento che si prospettava pieno di personaggi influenti e danarosi.
Gli feci capire che non avevo voglia di andare e che avrei glissato l'invito.
Tornai a casa con il solito broncio, ormai era la mia espressione costante, stavo pensando anche di rivolgermi ad uno psicanalista per farmi aiutare a superare quel periodo.
A casa mia moglie mi sorprese facendosi trovare con un bellissimo abito da sera.
Se fosse per te non avrei saputo nulla! Gridò.
Subìto dopo mi spiegò che la compagna del mio socio l'aveva chiamata per chiederle che cosa avrebbe indossato all'inaugurazione del nuovo stabile della città.
Cercai in tutti i modi di dirle che non mi sentivo di andare, ma nulla, aveva deciso che saremmo dovuti essere presenti. E così fu!
La sera dell'evento stavo di merda, emotivamente parlando, ma lo smoking mi stava da Dio.
Passarono a prenderci il mio socio e la sua compagna, cercai di indossare la mia migliore metaforica maschera e nella speranza che nulla di strano potesse succedere, andai.
La serata fu piacevole, convenevoli a destra e manca e mi ero tenuto sufficientemente lontano dall'impresario e i suoi collaboratori, la serata passava tranquilla.
Giunta al termine, stavamo salendo in macchina, quando, uno dei collaboratori dell'impresario corse verso di noi chiedendomi se potevo trattenermi, il sig. X voleva vedermi.
Risposi cordialmente rimandando ad un'altra momento, il mio socio mi prese da parte e con muso duro mi disse:
"Fatti passare qualsiasi cosa tu abbia, ci dobbiamo accaparrare qualche altro cantiere, muoviti e vai a parlare con lui, ora!!!"
Salirono in macchina tutti e tre lasciandomi lì con lo scagnozzo.
Il mio socio mi disse che avrebbe accompagnato le signore a casa e poi sarebbe tornato a prendermi.
Dentro di me pensai che poteva accadere nuovamente, non lo avrei permesso, non mi interessava perdere il cantiere.
Il salone, che pochi minuti prima, era pieno di gente si stava svuotando, il ragazzo mi accompagnò all'ascensore e mi disse di premere il pulsante per l'ultimo piano.
Avrei voluto piangere, ma che cazzo avrei potuto fare, ero pure senza auto.
La porta dell'ascensore si aprì e mi trovai davanti uno dei camerieri con un bicchiere di vino bianco, lo presi e seguii le indicazioni che mi aveva sussurrato, aprii la porta davanti a me e mi trovai di fronte una scena al quanto bizzarra: la stanza era vuota, fatta eccezione per una tenda nera, una sorta si sipario che la divideva a metà.
Silenzio assoluto, la stanza vuota riecheggiava dei miei passi, mi avvicinai alla tenda, ero curioso di scorgere cosa ci fosse dietro.
Dopo un attimo sentii una mano spingermi qualcosa in faccia, persi i sensi.
Quando mi svegliai ero nudo, la parte superiore del corpo, legato ad una sorte di panca, da un lato della tenda e la parte inferiore dall' altra parte del "sipario", qualcosa in bocca che non mi permetteva di parlare o urlare.
Sentivo che dietro alla tenda, dalla parte del culo, stavano parlando, ma ancora annebbiato non riuscivo a capire esattamente le parole.
Qualcuno stava già usando il mio culo, nel periodo in cui avevo perso i sensi, avevano già iniziato ad usarmi, sentivo chiaramente almeno due dita dentro di me, avevo una strana sensazione di bagnato ed appiccicoso sull'ano.
"Si è svegliato, attaccagli il tira latte da mucche!"
Cazzo mi volevano mungere con uno di quei così meccanici che si usano per le mammelle delle vacche.... Stavo per piangere!
Cercavo di urlare ma usciva solo uno strano lamentato. Sentivo ridere e qualcuno che diceva che mettevo dei muggiti.
Mi fu attaccato quel macchinario, mentre qualcosa o qualcuno iniziò a penetrarmi.
Dopo pochi secondi il mio stato mentale cambiò, godevo e il mio cervello mi aveva nuovamente messo in uno stato di trance, avevo la sensazione che qualcosa switchasse in me, diventava predominante una personalità "ninfomane".
Sentivo che si alternavano, mi penetravano ma non capivo chi e quanti fossero, sentivo che mi scopavamo, ma nessuno veniva nel mio culo, mentre io mi stavo lasciando andare al primo devastante orgasmo.
Tutto il mio sperma venne raccolto da quella strana macchina.
Tutto continuò come prima, si erano accorti che ero venuto, ma non smisero neppure un minuto, la mia erezione venne meno e lo strumento che avevo sul cazzo cadde.
Qualcuno si attaccò con la bocca al mio cazzo, mi teneva eccitato mentre da dietro continuavano a scoparmi, non mi facevano venire intenzionalmente.
Dopo un po' di quel trattamento, quasi improvvisamente, tutto si fermò.
Ero legato, il culo ben esposto ed aperto, il cazzo in tiro, sembrava assolutamente strano che tutto si fosse interrotto.
Sentii la porta della stanza aprirsi e chiudersi più volte, dopo qualche minuto comparve davanti a me l'impresario.
Mi guardò dritto negli occhi, si era abbassato per guardarmi in faccia, e mi disse: "non hai idea di quanti cantieri faremo insieme, siamo un'ottima squadra noi!!"
Scuotevo la testa, cercando di dirgli che doveva liberarmi, ma il suono che emettevo non era comprensibile, iniziò a denudarsi davanti a me.
Fisico atletico, un uomo di sessanta e passa anni, raramente è messo così fisicamente, possente, capezzoli enormi, ma soprattutto, abbassandosi le mutande, scorsi un cazzo enorme in larghezza, contrassi i muscoli del culo istintivamente.
Slegatelo! Ordinò. Dedussi, quindi, che non eravamo soli.
Erano in quattro, non mi tenevo in piedi, due mi presero per le braccia e spalle e altri due mi tenevano le gambe.
Guardavo il soffitto, mi tenevano a mezz'aria, il sig.x si posizionò vicino al mio culo, mi penetrò in un colpo solo, sentivo quel palo di carne martellarmi la prostata, mi prese il cazzo in mano e mi masturbava tenendo lo stesso ritmo. Ogni volta che mi impalava completamente faceva scorrere la mano sulla mia asta. Il movimento era ritmato, lento, sentivo che il piacere cresceva, stavo per venire. Si fermò bruscamente!
L'orgasmo fu interrotto, dalla punta del glande uscirono un paio di gocce di sperma, ma infastidito urlai che volevo venire.
Rise sonoramente, uscì dal mio culo e andò alla porta.
Fece entrare un uomo, anche lui legato con le mani dietro alla schiena, completamente nudo.
Aveva una maschera e delle cuffie antirumore. La maschera non aveva i buchi per gli occhi.
Che cosa stava succedendo????
Insieme all'uomo con la maschera entrarono due ragazzi, uno iniziò a succhiare il cazzo all'uomo mascherato, l'altro venne verso di me e delicatamente iniziò a toccarmi il glande.
Quando l'uomo mascherato fu in totale erezione gli misero un cockring, lo avvicinarono a me e lasciarono che il suo cazzo scivolasse dentro il mio culo.
I quattro che mi tenevano sollevato seguivano il ritmo imparato del sig. X.
Ogni volta che batteva le mani facevano in modo che avessi una penetrazione profonda sul cazzo dell'uomo.
Il ragazzo continuava a toccarmi il glande delicatamente, l'orgasmo si stava avvicinando, sentivo il cuore battere forte e il piacere avvilupparmi il cervello, le vampate pervenivano dalla mia prostata.
Quando l'uomo in maschera stava per venire, il sig. X lo smascherò, il mio socio era tornato a prendermi, era lui.
Venne dentro di me, la sua espressione era inorridita, il suo sguardo mi chiedeva scusa. Il sig. X poggiò la sua bocca sul mio cazzo e venni!

di
scritto il
2025-05-22
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