Nel bosco
di
Mins78
genere
gay
Forse mi sono perso.
Le indicazioni nel sentiero non erano chiarissime e fare un'escursione in montagna da solo non sembrava più un emblema di libertà.
Soprattutto perché in montagna fa notte presto.... Cazzo e adesso???
Il cellulare non prendeva , GPS dava indicazioni irrealizzabili visti i crepacci... Cerco di tornare indietro. Qualcuno incontrerò.
Ormai era buio, non avendo un gran senso dell'orientamento neppure di giorno... Figuriamoci di notte, ebbi un'idea geniale, accendendo un fuoco qualcuno lo vedrà.
Rimasi lì rannicchiato ad aspettare, davanti alle fiamme. Ero stato un boyscout, qualcosa ricordavo, erano passati vent'anni, ma all'occorrenza....
Erano circa le 21,30, tenevo le orecchie dritte , rumori di animali in ogni direzione, ero spaventato ma non terrorizzato.
Dopo un po' sentii l'abbaiare di cani, subito pensai ad una squadra di ricerca, avevano visto il fuoco, il non rientrare in albergo avrà allertato qualcuno.
Dopo poco due cani di media taglia mi stavano abbaiando contro.
- buoni.... State buoniiii
- darla! Jak! Qui. Seduti!!!
Un omone, con un fucine sulla spalla era comparso dal nulla. Era evidentemente un cacciatore. Mi guardava con occhio gelido, poi con accento tedesco:
- turisti di merda!!!
- scusi, mi sono perso, potrebbe aiutarmi?
- tu aiuti me ora!
- che significa?
Imbracciò il fucile e me lo puntò addosso.
- ehy ehy... Stia calmo....
- dammi i tuoi vestiti, telefono, orologio e quello che hai...
- ma sta scherzando vero????
Sparò sul falò, a pochi cm dalle mie gambe.
- muovitiii
- ok ok ma non mi uccida...
- muoviti
Gli lanciai lo zaino, il cellulare e l'orologio.
- ora dammi i tuoi vestiti muoviti!
Tentennai in attimo, ma vedendo che mi stava puntando il fucile addosso, velocizzati i miei movimenti, rimasi in mutande, avevo gettato tutto verso di lui.
- togli le mutande!
- ma che ci fa con le mie mutande????
- obbedisci!
Diede un comando ai cani che iniziarono ad avvicinarsi ringhiando.
- ok ok lo faccio.
Ero nudo come un verme.
Richiamò i cani e iniziò a avvicinarsi lentamente, quando fu a pochi metri, sempre tenendo il fucile puntato, prese una corsa che aveva in tasca e me la tirò.
- legati i polsi, ben stretti e rilanciami la corda.
Obbedì, ma cercai di tenermi un margine per poterla sfilare. Lanciai l'estremo della corda verso l'uomo. La raccolse senza perdermi mai di vista, quando l'ebbe in mano, con uno strattone molto forte, mi tirò a se, non me lo aspettavo, mi stesi lungo inciampando in qualcosa.
Con un balso mi fu sopra, si mise a sedere sulla schiena, con la sua faccia rivolta verso i miei piedi.
- allora chi ti manda??? Sei venuto a spiare???
- noooo no io mi sono perso facendo un'escursione!!!
- devi dirmi chi ti mandaaaa
- nessuno, mi sono perso veramente!!
Mise una mano su una natica allargandola, sputò sull'ano e mi poggiò il fucile.
Spinse un po' ... avevo la canna del fucine nel culo.
Ero terrorizzato.
-se adesso pigio il grilletto le tue viscere se le mangeranno i miei cani...
Mi misi a piangere, lo pregai, lo supplicai.
- ora vieni con me!!!
Mi rimise in piedi e mi fece camminare, legato per i polsi e collo, si era assicurato che non potessi scappare. Ero nudo, senza scarpe, avevo le piante dei piedi insanguinati. Arrivammo ad una capanna, era evidente che abitava lì.
Accese diverse candele, poca luce, ma l'ambiente era comunque squallido, sudicio.
Mi legò, facendomi sedere a terra, con le braccia sopra la testa, fissò la corda ad un palo di legno che sostenva il tetto.
- che intenzioni hai...
Dissi con un filo di voce.
Non rispose, stava aprendo delle scatolette e le versò su una sorta di piatto in legno.
Mi guardava, seduto su una panca, mentre mangiava rumorosamente. Quando ebbe quasi terminato quella brodaglia grassa, si alzò, ruttò rumorosamente, vi avvicinò e porgendomi il cucchiaio vicino alla bocca, ordinò di mangiare.
Aprii la bocca, ma fu più quello che mi cadde addosso che quello che riuscì a mangiare, sembrava lo avesse fatto appositamente.
Mi colava tutto sul petto, sull'addome e sui genitali.
Chiamò i cani che erano rimasti fuori, lo fece entrare e me li inviò contro.
Chiusi gli occhi e girai la testa, il loro muso era all'altezza della mia faccia.
Sentivo le loro lingue si di me, leccavano quella brodaglia ovunque, sentivo la loro invia anche sul cazzo.
Ero terrorizzato, credevo mi volesse fare sbranare.
Dopo poco li richiamò e li fece uscire.
- non si spreca nulla nella foresta!
Si iniziò a spogliare, rimase nudo, fisico muscoloso, pelosissimo, due palle enormi e un cazzo che da moscio poteva essere paragonato ad una melanzana 🍆.
Si mise davanti a me, avevo il suo membro a pochi cm dalla mia faccia, stava sciogliendo la fune dalla trave.
La prese come fossi un cane al guinzaglio e mi fece alzare.
Non proferiva parola.
Era notte e mi stava portando fuori.
Caminava nel bosco come se conoscesse ogni centimetro, mente io di continuo chiedevo dove stessimo andando, cosa mi avrebbe fatto, lui rimaneva impassibile.
Sentii il rumore dell'acqua che scorre, eravamo entrambi nudi, mi fece immergere in un ruscello.
Quando fui con l'acqua alle ginocchia, acqua gelida ovviamente, mi disse:
- ci si lava prima di andare a dormire!
Teneva stratta la fune, le mie mani erano immobilizzate, faceva tutto lui, prendeva l'acqua e me la versava addosso strofinando. Mi mancava il respiro dal freddo che faceva, tremavo. Mi lavò accuratamente, poi si lavo per sé.
L'effetto dell'acqua fredda sul suo corpo nudo sembrava non provocasse nessun effetto.
Riuscivo a malapena a camminare, ero stanco, infreddolito, bagnato, i piedi doloranti e in preda alle manie di un matto che viveva da solo in mezzo al nulla.
Tornammo alla capanna, continuava a strattonarmi, si mise seduto, mi fece segno di mettermi a sedere sulle sue coscie, come si fa con i bambini. Mi avvicinai lentamente, troppo lentamente, uno strattone e caddi con la pancia e il petto sulle sue gambe.
- bravo proprio così! Ora ci scambiamo un po' che dici???
- ti prego, lasciami andare, cosa vuoi farmi???
- ti lascio andare??? E dove vai? Domani mattina ti troveranno sbranato dai lupi... Sta notte sei il mio cucciolo.
Mi stava accarezzando la schiena come se veramente fossi un animale da compagnia.
Poi la mano scese sulle natiche, andava sul solco, sfiorava il buco.
- ti prego... Cosa vuoi da me...
Piagniucolavo.
- Sento dove sei più caldo.
Stava massaggiandomi l'ano.
Scattai istintivamente, cercai di alzarmi, non sapevo cosa stavo facendo, ma qualcosa dovevo fare, nel tentativo di alzarmi, persi l'equilibrio e caddi.
Si imbestialì, mi fu subito addosso, era sopra di me, il dubbio di me, sia in peso che in altezza , una mano sul collo, ma senza stringere. La sua faccia a pochi millimetri dalla mia, ringhiava rabbioso come un cane.
- se continui a fare di testa tua ti ammazzo di botte, dopo che ti avrò pestato a sangue ti scoperò comunque.... Che decidi?????
Mi sollevò come fossi una busta vuota e mi sbatté sull'asse di legno che usava come tavolo.
Avevo gli occhi pieni di lacrime, respiravo affannatamente, riuscivo solo ad implorare.
Mi fissò mani e caviglie al tavolo.
- adesso prova a scappare.
Mi sussurrò all'orecchio, ma io rimasi immobile.
Urlò fortissimo SCAPPAAAAAA.
Con i nervi a fior di pelle e in preda alla paura provai a muovere gli arti, ma nulla.
Rise di gusto...
- vedi... Adesso i nodi tengono...
Si allontanò di qualche passo, lentamente, su di una mensola, prese una sorta di barattolo, con due dita prelevò una bella quantità, sembrava essere un grasso di qualche genere.
Mi mise a sedere ad un lato del tavolo, di fianco a me.
- vedi queste due dita?
- si ( voce tremante)
- beh tra poco non le vedrai più, spariranno dentro di te...
Singhizzai mentre con la testa facevo segno di no, lo guardavo implorante.
Sentii che mi spalmava l'ano con l'unto e piano piano entrava in me.
Stringevo i denti, tirai la testa indietro.
Con la mano libera mi afferrò per i capelli..
-devi guardarmi
Avevo il suo volto vicino al mio, le sue dita dentro di me, le stava muovendo lentamente, non sentivo dolore fisico, ma il dolore di essere usato oscenamente da quel troglodita.
- apri la bocca!
Feci segno di no con la testa e Serrai le labbra, quasi ghignò... Infilò rapidamente il terzo dito nel mio culo e spinse.
- ahhhhhh
Urlai, prontamente mi fece colare la sua saliva dentro la bocca.
- se sputi ti ammazzo!
Deglitì.
Ero umiliato, annichilito.
Continuò a scoparmi il culo con le dita per un tempo lunghissimo, mi costrinse a bere la sua saliva, mi leccava le orecchie.
Non so per quale motivo, ma dopo un po' il mio cazzo reagì, stavo avendo un'erezione.
Quando vide il mio cazzo svettare, la sua espressione da psicopatico muto in quella di un bambino che vede i regali la mattina di Natale.
Si alzò, a quel punto vidi la bestia, il suo cazzo eretto era equino.
Non sembrava quello di un uomo, ma quello di un asino.
Raggiunse i miei piedi, avevo le gambe divaricate, ogni caviglia legata al lato opposto del tavolo. Iniziò a leccarmi i piedi, poi ci passava il cazzo sopra, grugniva.
Mi afferrò per i fianchi tirandomi a se. Le mani legate mi facevano male, mi tirò ancora, avevo il culo leggermente fuori dal tavolo.
Tornò al barattolo del grasso, ne prelevò più di prima, mi cosparse il pene eretto di quella sostanza, poi massaggiò le palle, il perineo e ancora il buco del culo.
- ti prego non farlo...
Trovai il coraggio di una nuova supplica.
- ti piace, non dire bugie, chi mente è una brutta persona, il tuo cazzo non mente, tu sì!
Appoggiò la cappella sul buco del culo, solo appoggiata, nessuna pressione, poi prese a massaggiarmi il cazzo e le palle lentamente.
Le sue mani enormi, ora, erano diventate delicatissime.
Il massaggio durò molto, stavo godendo, ma ogni volta che stavo per raggiungere l'orgasmo si bloccava, veniva vicino alla mia faccia, mi chiedeva di aprire la bocca e lasciava che un po' della sua saliva colasse sulla mia lingua. Ormai ubbidivo.
Dopo un tempo lunghissimo di questa , che stava diventando una tortura, mentre stavo nuovamente per venire, con un filo di voce:
- ti prego fammi venire... Non ne posso più...
Ghignò ma non rispose.
Questa volta però, mentre stavo per raggiungere l'orgasmo, stacco le mani da me, ma fece pressione e iniziò a penetrarmi, pochissimo, ma fu comunque doloroso, persi un po' la rigidità dell' asta. Riprese il massaggio e ogni volta che il piacere cresceva, entrava sempre un po' di più in me.
Ad un certo punto mi sentì pieno di lui, mi fece venire, le contrazioni del mio ano erano bloccate dalla massa taurina del suo cazzo. Esplosi una quantità di sperma disumana.
Stavo respirando affannosamente, il mio pene stava perdendo l'erezione, ma lui rimase in me, immobile.
Durante il piacere, il suo cazzo dentro il mio culo, aveva un effetto moltiplicativo del piacere stesso. Adesso mi dava fastidio. Ma lui non si toglieva. Cercavo di spostarmi per farlo uscire, ma vista la sua lunghezza e il mio poco spazio di manovra, non ci riuscivo.
- hai ancora freddo?
Mi chiese...
Alzai un po' la testa dal tavolo per guardarlo, non capivo la domanda.
- ora sentirai un calore dentro...
Non capivo, continuava a non muoversi...
Poi sentì qualcosa dentro di me, vidi la sua espressione..... Stava pisciando dentro il mio intestino.
- non ti muovere. Quando avrò finito uscirò da te, non devi fare cadere una goccia mentre ti slego, ti porterò fuori e rilascerai tutto nel bosco, chiaro???
- non so se....
- chiarooooo?????
- sì.
Riuscii nell'impresa, una volta fuori mi accovacciai e .... Tutto fuori.
- tocca tornare a lavarsi!
Oddio ancora quell'acqua gelida!!!
Per tornare alla capanna inciampai e caddi, mi sollevò, mi mise su una spalla e mi teneva con una mano sul gluteo, ma le dita arrivavano all'ano. Con un dito era dentro.
Eravamo quasi arrivati quando gli dissi che dovevo pisciare.
Non si fermò.
Rientrammo, alla luce fioca delle candele vidi che il suo cazzo era quasi completamente eretto.
Riattinse nuovamente dal barattolo del grasso e se lo spalmò sul cazzo.
Lo guardai disperato:
- no, non ancora, ti prego... Devo anche pisciare...
- adesso pisci stai zitto! Chinati sul tavolo e divarica le gambe.
Devastato fisicamente e mentalmente lo feci.
Mi penetrò, il culo dolorante dall'invasione precedente, adesso bruciava tantissimo.
- cammina lentamente fino alla porta ma il mio cazzo non deve mai uscire.
Mentre mi teneva per il collo da dietro, camminavo lentamente davanti a lui, ero impalato e il movimento dei passi era un dolore atroce per me, ma un godere per lui, ansimava.
Arrivammo alla porta, la apri, mi teneva sulla soglia e mi ordinò di pisciare.
Avevo un palo di carne nel culo ... Mi sforzavo, ma avevo difficoltà.
Lui era immobile, pianto in me, dopo un po' visto l'estrema urgenza, riuscii, stavo pisciando, a metà della pisciata iniziò a muoversi rendendo tutto più difficile.
Quando ebbi finito mi spinse la testa in avanti, mi mise a pecora e mi scopò profondamente.
Usciva di colpo e mi impalava di nuovo, ogni volta un dolore lancinante. Finalmente venne dentro di me, ero pieno.
Mi portò su una sorta di letto, mi legò la corta a polsi e collo e mi disse di dormire.
Probabile svenni. Ero devastato.
La mattina dopo mi svegliai, ero ancora legato ma solo. Con la luce del giorno quella catapecchia era veramente agghiacciante.
Mi guardavi intorno per cercare una via di uscita, cercando di capire cosa potessi fare.
Provai a sedermi sulla tavola che fingeva da letto, sentii il culo dolere.
Dopo qualche tentativo riuscì a mettermi in piedi, avevo dolori ovunque, mi concentrai per slegare la corda, cazzo, ci stavo riuscendo... Ero libero, mi avvicinai alla porta, aprii un po' per vedere se il mio aguzzino fosse nei paraggi, non c'era nessuno. Cercavo i miei vestiti, ma nulla... Dove cazzo lo avrà messi... Almeno le scarpe... Pregavo tutte le divinità possibili... Senza le scarpe non sarei potuto andare lontano.
Poi le vidi, erano sul ramo dell'albero antistante... Non è possibile, fu subito chiaro che il cacciatore mi stava tendendo una trappola. Le scarpe fungevano da esca. Capito ciò fui preso dalla disperazione più totale. Ero la pedra di un matto.
Mi fermai a riflettere.
Non c'era altra soluzione, da preda mi sarei dovuto trasformare in cacciatore.
Avrei dovuto aspettarlo dentro, prima o poi sarebbe tornato, mi guardai intorno per vedere se trovavo qualcosa con cui colpirlo.
Nulla che avrebbe potuto annullare la nostra differenza di stazza. Lo sconforto prevalse, mi rannicchiai in un angolo. Stavo morendo di fame, ero nudo e avevo una fottuta paura.
Il cacciatore tornò con una lepre.
- sei ancora qui, sei meno stupido di quanto pensassi!
Uscì, squoio la lepre..
- vado a lavarla al fiume, vedi di non costringermi a farti fare la stessa fine.
Ero immobile, sguardo vacuo.
Tornò, accese un fuoco e cosse la preda, la spezzo con le mani e me ne tirò un pezzo.
Mangiato famelico.
- Adesso che siamo sazi sai cosa succede vero?
- no...
- dimmi come vuoi che ti scopi
- non voglio che mi scopi!
In un momento fu su di me...
- non hai capito!!!! La domanda è COME non se farlo o meno! RISPONDI.
- cosa ti devo dire ... Fai come vuoi, tanto lo farai, nel modo meno doloroso.
- ieri sera non hai sofferto poi tanto, godevi!
Mi sdraiai sul tavolo di mia sponte, non ero legato, ma mi misi nella stessa posizione, aspettando di essere impalato.
Si spogliò, mi guardava, era eccitato, si posizionò fra le mie gambe, guardavo il soffitto, deglutivo vistosamente. Cercavo di fami coraggio.
Abbassò la testa sul mio cazzo molle e mi prese in bocca... Rimasi stupito!
Grondava saliva , la sua lingua lavorava il mio cazzo come poco prima lavorava le ossa della lepre. Mi stava facendo godere, parecchio..... Venni senza dire nulla e lui bevve tutto.
- ti prendo le scarpe! Puoi andare!
- stai scherzando?
- no, vai sei libero!
Mi portò tutte le mie cose, mi rivestii, lo guardavo incredulo...
- mi ucciderai mentre me ne sto andando?
Non rispose, se ne stava seduto nudo a guardarmi.
- allora posso andare??? Davvero?
- vattene
Iniziai a camminare, provai ad accendere il Cell ma era senza batteria... Mi fermai un attimo. Mi girai a guardarlo, era tranquillo sulla porta, ancora nudo, mi guardava andare via. Tornai indietro, lo guardai:
- scopami come ieri sera. Poi me ne vado!
Le indicazioni nel sentiero non erano chiarissime e fare un'escursione in montagna da solo non sembrava più un emblema di libertà.
Soprattutto perché in montagna fa notte presto.... Cazzo e adesso???
Il cellulare non prendeva , GPS dava indicazioni irrealizzabili visti i crepacci... Cerco di tornare indietro. Qualcuno incontrerò.
Ormai era buio, non avendo un gran senso dell'orientamento neppure di giorno... Figuriamoci di notte, ebbi un'idea geniale, accendendo un fuoco qualcuno lo vedrà.
Rimasi lì rannicchiato ad aspettare, davanti alle fiamme. Ero stato un boyscout, qualcosa ricordavo, erano passati vent'anni, ma all'occorrenza....
Erano circa le 21,30, tenevo le orecchie dritte , rumori di animali in ogni direzione, ero spaventato ma non terrorizzato.
Dopo un po' sentii l'abbaiare di cani, subito pensai ad una squadra di ricerca, avevano visto il fuoco, il non rientrare in albergo avrà allertato qualcuno.
Dopo poco due cani di media taglia mi stavano abbaiando contro.
- buoni.... State buoniiii
- darla! Jak! Qui. Seduti!!!
Un omone, con un fucine sulla spalla era comparso dal nulla. Era evidentemente un cacciatore. Mi guardava con occhio gelido, poi con accento tedesco:
- turisti di merda!!!
- scusi, mi sono perso, potrebbe aiutarmi?
- tu aiuti me ora!
- che significa?
Imbracciò il fucile e me lo puntò addosso.
- ehy ehy... Stia calmo....
- dammi i tuoi vestiti, telefono, orologio e quello che hai...
- ma sta scherzando vero????
Sparò sul falò, a pochi cm dalle mie gambe.
- muovitiii
- ok ok ma non mi uccida...
- muoviti
Gli lanciai lo zaino, il cellulare e l'orologio.
- ora dammi i tuoi vestiti muoviti!
Tentennai in attimo, ma vedendo che mi stava puntando il fucile addosso, velocizzati i miei movimenti, rimasi in mutande, avevo gettato tutto verso di lui.
- togli le mutande!
- ma che ci fa con le mie mutande????
- obbedisci!
Diede un comando ai cani che iniziarono ad avvicinarsi ringhiando.
- ok ok lo faccio.
Ero nudo come un verme.
Richiamò i cani e iniziò a avvicinarsi lentamente, quando fu a pochi metri, sempre tenendo il fucile puntato, prese una corsa che aveva in tasca e me la tirò.
- legati i polsi, ben stretti e rilanciami la corda.
Obbedì, ma cercai di tenermi un margine per poterla sfilare. Lanciai l'estremo della corda verso l'uomo. La raccolse senza perdermi mai di vista, quando l'ebbe in mano, con uno strattone molto forte, mi tirò a se, non me lo aspettavo, mi stesi lungo inciampando in qualcosa.
Con un balso mi fu sopra, si mise a sedere sulla schiena, con la sua faccia rivolta verso i miei piedi.
- allora chi ti manda??? Sei venuto a spiare???
- noooo no io mi sono perso facendo un'escursione!!!
- devi dirmi chi ti mandaaaa
- nessuno, mi sono perso veramente!!
Mise una mano su una natica allargandola, sputò sull'ano e mi poggiò il fucile.
Spinse un po' ... avevo la canna del fucine nel culo.
Ero terrorizzato.
-se adesso pigio il grilletto le tue viscere se le mangeranno i miei cani...
Mi misi a piangere, lo pregai, lo supplicai.
- ora vieni con me!!!
Mi rimise in piedi e mi fece camminare, legato per i polsi e collo, si era assicurato che non potessi scappare. Ero nudo, senza scarpe, avevo le piante dei piedi insanguinati. Arrivammo ad una capanna, era evidente che abitava lì.
Accese diverse candele, poca luce, ma l'ambiente era comunque squallido, sudicio.
Mi legò, facendomi sedere a terra, con le braccia sopra la testa, fissò la corda ad un palo di legno che sostenva il tetto.
- che intenzioni hai...
Dissi con un filo di voce.
Non rispose, stava aprendo delle scatolette e le versò su una sorta di piatto in legno.
Mi guardava, seduto su una panca, mentre mangiava rumorosamente. Quando ebbe quasi terminato quella brodaglia grassa, si alzò, ruttò rumorosamente, vi avvicinò e porgendomi il cucchiaio vicino alla bocca, ordinò di mangiare.
Aprii la bocca, ma fu più quello che mi cadde addosso che quello che riuscì a mangiare, sembrava lo avesse fatto appositamente.
Mi colava tutto sul petto, sull'addome e sui genitali.
Chiamò i cani che erano rimasti fuori, lo fece entrare e me li inviò contro.
Chiusi gli occhi e girai la testa, il loro muso era all'altezza della mia faccia.
Sentivo le loro lingue si di me, leccavano quella brodaglia ovunque, sentivo la loro invia anche sul cazzo.
Ero terrorizzato, credevo mi volesse fare sbranare.
Dopo poco li richiamò e li fece uscire.
- non si spreca nulla nella foresta!
Si iniziò a spogliare, rimase nudo, fisico muscoloso, pelosissimo, due palle enormi e un cazzo che da moscio poteva essere paragonato ad una melanzana 🍆.
Si mise davanti a me, avevo il suo membro a pochi cm dalla mia faccia, stava sciogliendo la fune dalla trave.
La prese come fossi un cane al guinzaglio e mi fece alzare.
Non proferiva parola.
Era notte e mi stava portando fuori.
Caminava nel bosco come se conoscesse ogni centimetro, mente io di continuo chiedevo dove stessimo andando, cosa mi avrebbe fatto, lui rimaneva impassibile.
Sentii il rumore dell'acqua che scorre, eravamo entrambi nudi, mi fece immergere in un ruscello.
Quando fui con l'acqua alle ginocchia, acqua gelida ovviamente, mi disse:
- ci si lava prima di andare a dormire!
Teneva stratta la fune, le mie mani erano immobilizzate, faceva tutto lui, prendeva l'acqua e me la versava addosso strofinando. Mi mancava il respiro dal freddo che faceva, tremavo. Mi lavò accuratamente, poi si lavo per sé.
L'effetto dell'acqua fredda sul suo corpo nudo sembrava non provocasse nessun effetto.
Riuscivo a malapena a camminare, ero stanco, infreddolito, bagnato, i piedi doloranti e in preda alle manie di un matto che viveva da solo in mezzo al nulla.
Tornammo alla capanna, continuava a strattonarmi, si mise seduto, mi fece segno di mettermi a sedere sulle sue coscie, come si fa con i bambini. Mi avvicinai lentamente, troppo lentamente, uno strattone e caddi con la pancia e il petto sulle sue gambe.
- bravo proprio così! Ora ci scambiamo un po' che dici???
- ti prego, lasciami andare, cosa vuoi farmi???
- ti lascio andare??? E dove vai? Domani mattina ti troveranno sbranato dai lupi... Sta notte sei il mio cucciolo.
Mi stava accarezzando la schiena come se veramente fossi un animale da compagnia.
Poi la mano scese sulle natiche, andava sul solco, sfiorava il buco.
- ti prego... Cosa vuoi da me...
Piagniucolavo.
- Sento dove sei più caldo.
Stava massaggiandomi l'ano.
Scattai istintivamente, cercai di alzarmi, non sapevo cosa stavo facendo, ma qualcosa dovevo fare, nel tentativo di alzarmi, persi l'equilibrio e caddi.
Si imbestialì, mi fu subito addosso, era sopra di me, il dubbio di me, sia in peso che in altezza , una mano sul collo, ma senza stringere. La sua faccia a pochi millimetri dalla mia, ringhiava rabbioso come un cane.
- se continui a fare di testa tua ti ammazzo di botte, dopo che ti avrò pestato a sangue ti scoperò comunque.... Che decidi?????
Mi sollevò come fossi una busta vuota e mi sbatté sull'asse di legno che usava come tavolo.
Avevo gli occhi pieni di lacrime, respiravo affannatamente, riuscivo solo ad implorare.
Mi fissò mani e caviglie al tavolo.
- adesso prova a scappare.
Mi sussurrò all'orecchio, ma io rimasi immobile.
Urlò fortissimo SCAPPAAAAAA.
Con i nervi a fior di pelle e in preda alla paura provai a muovere gli arti, ma nulla.
Rise di gusto...
- vedi... Adesso i nodi tengono...
Si allontanò di qualche passo, lentamente, su di una mensola, prese una sorta di barattolo, con due dita prelevò una bella quantità, sembrava essere un grasso di qualche genere.
Mi mise a sedere ad un lato del tavolo, di fianco a me.
- vedi queste due dita?
- si ( voce tremante)
- beh tra poco non le vedrai più, spariranno dentro di te...
Singhizzai mentre con la testa facevo segno di no, lo guardavo implorante.
Sentii che mi spalmava l'ano con l'unto e piano piano entrava in me.
Stringevo i denti, tirai la testa indietro.
Con la mano libera mi afferrò per i capelli..
-devi guardarmi
Avevo il suo volto vicino al mio, le sue dita dentro di me, le stava muovendo lentamente, non sentivo dolore fisico, ma il dolore di essere usato oscenamente da quel troglodita.
- apri la bocca!
Feci segno di no con la testa e Serrai le labbra, quasi ghignò... Infilò rapidamente il terzo dito nel mio culo e spinse.
- ahhhhhh
Urlai, prontamente mi fece colare la sua saliva dentro la bocca.
- se sputi ti ammazzo!
Deglitì.
Ero umiliato, annichilito.
Continuò a scoparmi il culo con le dita per un tempo lunghissimo, mi costrinse a bere la sua saliva, mi leccava le orecchie.
Non so per quale motivo, ma dopo un po' il mio cazzo reagì, stavo avendo un'erezione.
Quando vide il mio cazzo svettare, la sua espressione da psicopatico muto in quella di un bambino che vede i regali la mattina di Natale.
Si alzò, a quel punto vidi la bestia, il suo cazzo eretto era equino.
Non sembrava quello di un uomo, ma quello di un asino.
Raggiunse i miei piedi, avevo le gambe divaricate, ogni caviglia legata al lato opposto del tavolo. Iniziò a leccarmi i piedi, poi ci passava il cazzo sopra, grugniva.
Mi afferrò per i fianchi tirandomi a se. Le mani legate mi facevano male, mi tirò ancora, avevo il culo leggermente fuori dal tavolo.
Tornò al barattolo del grasso, ne prelevò più di prima, mi cosparse il pene eretto di quella sostanza, poi massaggiò le palle, il perineo e ancora il buco del culo.
- ti prego non farlo...
Trovai il coraggio di una nuova supplica.
- ti piace, non dire bugie, chi mente è una brutta persona, il tuo cazzo non mente, tu sì!
Appoggiò la cappella sul buco del culo, solo appoggiata, nessuna pressione, poi prese a massaggiarmi il cazzo e le palle lentamente.
Le sue mani enormi, ora, erano diventate delicatissime.
Il massaggio durò molto, stavo godendo, ma ogni volta che stavo per raggiungere l'orgasmo si bloccava, veniva vicino alla mia faccia, mi chiedeva di aprire la bocca e lasciava che un po' della sua saliva colasse sulla mia lingua. Ormai ubbidivo.
Dopo un tempo lunghissimo di questa , che stava diventando una tortura, mentre stavo nuovamente per venire, con un filo di voce:
- ti prego fammi venire... Non ne posso più...
Ghignò ma non rispose.
Questa volta però, mentre stavo per raggiungere l'orgasmo, stacco le mani da me, ma fece pressione e iniziò a penetrarmi, pochissimo, ma fu comunque doloroso, persi un po' la rigidità dell' asta. Riprese il massaggio e ogni volta che il piacere cresceva, entrava sempre un po' di più in me.
Ad un certo punto mi sentì pieno di lui, mi fece venire, le contrazioni del mio ano erano bloccate dalla massa taurina del suo cazzo. Esplosi una quantità di sperma disumana.
Stavo respirando affannosamente, il mio pene stava perdendo l'erezione, ma lui rimase in me, immobile.
Durante il piacere, il suo cazzo dentro il mio culo, aveva un effetto moltiplicativo del piacere stesso. Adesso mi dava fastidio. Ma lui non si toglieva. Cercavo di spostarmi per farlo uscire, ma vista la sua lunghezza e il mio poco spazio di manovra, non ci riuscivo.
- hai ancora freddo?
Mi chiese...
Alzai un po' la testa dal tavolo per guardarlo, non capivo la domanda.
- ora sentirai un calore dentro...
Non capivo, continuava a non muoversi...
Poi sentì qualcosa dentro di me, vidi la sua espressione..... Stava pisciando dentro il mio intestino.
- non ti muovere. Quando avrò finito uscirò da te, non devi fare cadere una goccia mentre ti slego, ti porterò fuori e rilascerai tutto nel bosco, chiaro???
- non so se....
- chiarooooo?????
- sì.
Riuscii nell'impresa, una volta fuori mi accovacciai e .... Tutto fuori.
- tocca tornare a lavarsi!
Oddio ancora quell'acqua gelida!!!
Per tornare alla capanna inciampai e caddi, mi sollevò, mi mise su una spalla e mi teneva con una mano sul gluteo, ma le dita arrivavano all'ano. Con un dito era dentro.
Eravamo quasi arrivati quando gli dissi che dovevo pisciare.
Non si fermò.
Rientrammo, alla luce fioca delle candele vidi che il suo cazzo era quasi completamente eretto.
Riattinse nuovamente dal barattolo del grasso e se lo spalmò sul cazzo.
Lo guardai disperato:
- no, non ancora, ti prego... Devo anche pisciare...
- adesso pisci stai zitto! Chinati sul tavolo e divarica le gambe.
Devastato fisicamente e mentalmente lo feci.
Mi penetrò, il culo dolorante dall'invasione precedente, adesso bruciava tantissimo.
- cammina lentamente fino alla porta ma il mio cazzo non deve mai uscire.
Mentre mi teneva per il collo da dietro, camminavo lentamente davanti a lui, ero impalato e il movimento dei passi era un dolore atroce per me, ma un godere per lui, ansimava.
Arrivammo alla porta, la apri, mi teneva sulla soglia e mi ordinò di pisciare.
Avevo un palo di carne nel culo ... Mi sforzavo, ma avevo difficoltà.
Lui era immobile, pianto in me, dopo un po' visto l'estrema urgenza, riuscii, stavo pisciando, a metà della pisciata iniziò a muoversi rendendo tutto più difficile.
Quando ebbi finito mi spinse la testa in avanti, mi mise a pecora e mi scopò profondamente.
Usciva di colpo e mi impalava di nuovo, ogni volta un dolore lancinante. Finalmente venne dentro di me, ero pieno.
Mi portò su una sorta di letto, mi legò la corta a polsi e collo e mi disse di dormire.
Probabile svenni. Ero devastato.
La mattina dopo mi svegliai, ero ancora legato ma solo. Con la luce del giorno quella catapecchia era veramente agghiacciante.
Mi guardavi intorno per cercare una via di uscita, cercando di capire cosa potessi fare.
Provai a sedermi sulla tavola che fingeva da letto, sentii il culo dolere.
Dopo qualche tentativo riuscì a mettermi in piedi, avevo dolori ovunque, mi concentrai per slegare la corda, cazzo, ci stavo riuscendo... Ero libero, mi avvicinai alla porta, aprii un po' per vedere se il mio aguzzino fosse nei paraggi, non c'era nessuno. Cercavo i miei vestiti, ma nulla... Dove cazzo lo avrà messi... Almeno le scarpe... Pregavo tutte le divinità possibili... Senza le scarpe non sarei potuto andare lontano.
Poi le vidi, erano sul ramo dell'albero antistante... Non è possibile, fu subito chiaro che il cacciatore mi stava tendendo una trappola. Le scarpe fungevano da esca. Capito ciò fui preso dalla disperazione più totale. Ero la pedra di un matto.
Mi fermai a riflettere.
Non c'era altra soluzione, da preda mi sarei dovuto trasformare in cacciatore.
Avrei dovuto aspettarlo dentro, prima o poi sarebbe tornato, mi guardai intorno per vedere se trovavo qualcosa con cui colpirlo.
Nulla che avrebbe potuto annullare la nostra differenza di stazza. Lo sconforto prevalse, mi rannicchiai in un angolo. Stavo morendo di fame, ero nudo e avevo una fottuta paura.
Il cacciatore tornò con una lepre.
- sei ancora qui, sei meno stupido di quanto pensassi!
Uscì, squoio la lepre..
- vado a lavarla al fiume, vedi di non costringermi a farti fare la stessa fine.
Ero immobile, sguardo vacuo.
Tornò, accese un fuoco e cosse la preda, la spezzo con le mani e me ne tirò un pezzo.
Mangiato famelico.
- Adesso che siamo sazi sai cosa succede vero?
- no...
- dimmi come vuoi che ti scopi
- non voglio che mi scopi!
In un momento fu su di me...
- non hai capito!!!! La domanda è COME non se farlo o meno! RISPONDI.
- cosa ti devo dire ... Fai come vuoi, tanto lo farai, nel modo meno doloroso.
- ieri sera non hai sofferto poi tanto, godevi!
Mi sdraiai sul tavolo di mia sponte, non ero legato, ma mi misi nella stessa posizione, aspettando di essere impalato.
Si spogliò, mi guardava, era eccitato, si posizionò fra le mie gambe, guardavo il soffitto, deglutivo vistosamente. Cercavo di fami coraggio.
Abbassò la testa sul mio cazzo molle e mi prese in bocca... Rimasi stupito!
Grondava saliva , la sua lingua lavorava il mio cazzo come poco prima lavorava le ossa della lepre. Mi stava facendo godere, parecchio..... Venni senza dire nulla e lui bevve tutto.
- ti prendo le scarpe! Puoi andare!
- stai scherzando?
- no, vai sei libero!
Mi portò tutte le mie cose, mi rivestii, lo guardavo incredulo...
- mi ucciderai mentre me ne sto andando?
Non rispose, se ne stava seduto nudo a guardarmi.
- allora posso andare??? Davvero?
- vattene
Iniziai a camminare, provai ad accendere il Cell ma era senza batteria... Mi fermai un attimo. Mi girai a guardarlo, era tranquillo sulla porta, ancora nudo, mi guardava andare via. Tornai indietro, lo guardai:
- scopami come ieri sera. Poi me ne vado!
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