La creatura

di
genere
gay


Montedisotto era una borgo fortificato che mai era stato espugnato. Mille guerre, battaglie e rivolte per il controllo del territorio, avevano minato la pace e la tranquillità di quel posto incantato, ma in nessuna occasione le mura avevano ceduto.
Dietro a questa imbattibilità si celavano mille leggende. Alcuni parlavano di un'incantesimo opera di un potente mago, altri di una pietra magica e altri ancora di sacrifici umani per ingraziarsi il favore degli dei.
Nessuno conosceva l'effettivo segreto e chi ne era a conoscenza, era votato all'omertà più assoluta per paura di ripercussioni.
Tutti gli abitanti del borgo, però, erano a conoscenza della festa di Montote.
Festeggiamenti di una settimana circa dove si beveva, mangiava, cantava e ballava.
Ormai da anni, durante questi festeggiamenti accadeva qualcosa di sinistro, solitamente, un giovane uomo, spariva per giorni per poi essere ritrovato nel bosco.
Tutti coloro che venivano ritrovati avevano caratteristiche comuni: non riuscivano più a parlare, avevano un enorme paura di tutto e spesso erano votati al suicidio.
Questi accadimenti furono appellati con " la maledizione di Montote" o semplicemente con "la maledizione".

Detto questo, arriviamo al protagonista di questa storia: Arco era una giovane sui 23, alto, bello, fisico asciutto e definito.
I suoi occhi azzurri e i capelli biondi lo contraddistinguevano, i suo corpo era privo di peli, adorava nuotare nudo nel lago e le ragazzine si nascondevano dietro agli alberi per guardare il suo corpo, i suoi pettorali, gli addominali ben definiti, un pene più che nella norma, ma soprattutto il suo culo.
Arco aveva un culo perfetto, bello, muscoloso, completamente glabro e con le fossette, un culo da sogno!
Ma tutto quel ben di Dio era a disposizione solo della sua promessa sposa: Clara.
Arco era pazzo di lei e lei di lui!

I preparativi dei festeggiamenti di Montote procedevano di Gran lena, organizzati, come al solito, dall'alto prelato e da un gruppo ristretto di guardie del re. Compiti definiti, spazi ben arredati, le torce si accendevano a festa e le notti di bagordi iniziavano!
I menestrelli cantavano storie, i mangiafuoco intrattenevano i bambini e l'alcool scorreva a fiumi, tutto gratis, tutto offerto dal glorioso re!

Dopo una notte di balli e bevute, Arco e Clara stavano facendo ritorno alla dimora di lei. Ovviamente, il suo amato la stava accompagnando, arrivati sulla soglia, con la luce del sole che orami faceva capolino, la baciò appassionatamente, porto una mano sotto la veste e le diede piacere. Nessuno poteva vederli.
Con le dita sentiva le forme della sua illibata passera, la strusciava tanto quanto lei faceva con lui. A breve, finalmente , avrebbero consumato, il matrimonio di sarebbe tenuto in autunno.
Vogliosi come non mai, riuscirono a staccarsi l'uno dall'altra, riprommendosi di attendere la prima notte di nozze. Si salutarono e, per cercare di gestire l'eccitazione sessuale, il ragazzo, decise di tornare a casa correndo!
Il pantalone dal grezzo tessuto strusciava sul cazzo duro, la corsa venne interrotta quando la voglia di masturbarsi fu irrefrenabile. Si appartò in un vicilo, non poteva aspettare di essere a casa, tirò fuori il bellissimo cazzo è stuzzicandosi un capezzolo con l'altra mano, iniziò la gustosa sega.

Un colpo secco in capo, un sacco in testa, corde si strinsero intorno a lui e buio fu.
Arco venne rapito.

Riprese il sensi, non riusciva a muove le mani o le gambe, era legato, una bande gli impediva di vedere, si rese conto di essere nudo. Un odore di umido e muffa gli riempiva le narici. Urlò chiedendo aiuto e cercando, divincolandosi, di liberarsi dalle corde.
Sentì dei passi avvicinarsi, il rumore di un mazzo di chiavi pesanti e lo srotolarsi di una serratura. La porta cigolò.
Brusii e voci da prima poco chiare, adesso erano comprensibili:
- si è svegliato, possiamo procedere?
- si dobbiamo iniziare oggi stesso, dovrà essere pronto fra tre giorni!

Il ragazzo chiese:
- che sta succedendo??? Dove sono??? Perché mi avete arrestato, non ho fatto nulla di male!!!!
- caro ragazzo, non sei in arresto, sei solo tanto tanto sfortunato!

La voce che aveva risposto alla sua domanda era familiare, ma non riusciva a fare la giustifica associazione, rimase perplesso.

Ben presto la cella si riempì di odore di incenso e la porta pesantemente si richiuse.

Era il prelato!

- cosa state facendo, cosa mi farete? Prelato cosa vuole da me?
- caro ragazzo, il destino di uno non conta nulla rispetto al destino di molti!
- ma che significa???
- adesso rilassati altrimenti non riuscirò a portare a termine il rituale.
- rituale???? Per cosa???? Mi ucciderete??? Allora la leggenda è vera??? Mi sacrificherete???
- guardia, occupatevi della sua bocca, fa troppo Rumore!
La guardia lo imbavagliò saldamente.

Il prelato aveva acceso degli incensi, in un mortaio e con un pestello, stava mescolando olii e polveri mentre recitava antichi versi.
Quando la mistura fu pronta chiese alle guardie di metterlo in posizione.
Due energumeni lo misero in piedi, lo forzarono a piegare il busto in avanti e a divaricare le gambe, che erano state prontamente liberate dalle funi.
Il povero ragazzo emetteva suoni incomprensibili, quasi totalmente ovattati dal bavaglio.
Quando il suo culo, stupendo, fu correttamente esposto, il sacerdote prese l'unguento con un dito e cosparse la zona perianale, movimenti rotatori e cantilene incomprensibili seguirono per molto tempo.
Arco sembrava ipnotizzato, quando il sacerdote centrò il suo buco, tanto era frastornato che non ebbe nessuna risposta o resistenza. Il dito lo penetrò, gli unguenti lenivano e stordivano. Il dito ravanava e girava, prima piano e poi forte.
Preso dalla vista e dal fare, il prelato si lasciò scappare una frase che face sorridere le guardie:
- se solo potessi, un culo del genere, lo scoperei per giorni!!!!
Poi ammonì i due scagnozzi:
- so che voi fareste lo stesso! Non vi azzardate, sapete che dovrà essere consegnato senza che alcun pene lo abbia penetrato!
Le guardie annuirono.
Il massaggio al culo divino durò per ore, alla fine lo lasciarono e se ne andarono.

Il ragazzo crollò in un sonno profondo, era evidente che nella mistura erano presenti delle sostanze potenti.

Quando si svegliò, il giorno successivo, il suo pene era eretto, eccitatissimo. Le mani legate dietro la schiena non permettevano di toccarsi, ma le gambe erano tornate libere.
Anche la benda era stata rimossa.
Si guardò intorno e fu chiaro, era in una segreta del castello.
Un secchio in un angolo serviva come latrina, ma pisciare con il cazzo dritto non è facile, urinò, ma raramente riuscì a farla dentro al secchio.

Lo stato d'animo di Arco era annebbiato, così come la sua razionalità, si sentiva stordito, poi pensò alla sua Clara e impazzi dal dolore e dalla paura di non poterla rivedere, iniziò ad urlare.
Quando le guardie lo sentirono avvertirono subito il prelato, che rapidamente e, munito dei suoi intrugli, tornò dal giovane.
Ordinò alle guardie di rimetterlo nella medesima posizione e tra canti, incenso, unguenti e polveri, riprodusse di nuovo quella strana poltiglia oleosa.
Questa volta però, le dita inserite nell'ano del ragazzo, furono due.
Appena fu penetrato smise di dimenarsi, l'unguento lo calmò, in tutti i suoi stati, solo uno rimaneva, anzi aumentava, l'eccitazione sessuale.
Mentre il prelato lo scopava con le dita, Arco iniziò a mugolare di piacere, a quel suono il prelato fu preso da una grande eccitazione:
- Ahhhh !!!!! sì!!!! sta funzionando!!!!!
Tirò fuori le due dita, prese un'abbondante quantità di oleosa sostanza e ne inserì tre.
Massaggiava senza sosta, il ragazzo ormai era in preda all'eccitazione, i muscoli gli tremavano, sembrava stesse per esplodere in un orgasmo potente.
Quando fù chiaro che stava per venire, il prete si bloccò.
- per oggi abbiamo finito!!! Non possiamo procedere oltre, visto che domani è il terzo giorno, dovremmo fare una sessione in nottata.

Fu di nuovo solo, Arco in preda alla voglia, si rotolava e strusciava ovunque, impedito dal legaccio alle mani, tentò perfino di succhiarsi il cazzo da solo, ma senza successo, riuscì giusto a toccarsi con la punta della lingua.
Sfiancato si addormentò.

A notte fonda fu nuovamente svegliato dal cigolio della porta, questa volta non ci fu bisogno di alcuna forzatura, si fece trovare già a gambe divaricate sdraiato sull'asse di legno che usava per dormire.

- vedo che sei propenso al trattamento!

Esclamò il prelato.

- ti prego fallo ancora!!!!

Le guardie rimasero sulla porta ad ammirare il lavoro del sacerdote.

Dopo che ebbe lavorato di pestello e di parole incomprensibili, il prelato introdusse tre dita, poi quattro e alla fine tutta la sua mano scomparve dentro al giovane.
Lui urlava dal piacere, si contorceva e le guardie osservavano eccitare.
Chiesero il permesso al sacerdote di tirar fuori i loro cazzi. Il permesso fu accordato, si masturbavano, eccitati dai versi del giovane e dalla vista di quella mano, ormai diventata un pugno, che entrava ed usciva dal culo oscenamente aperto!
Quando le guardie furono sul punto di venire, il prete, con un balso, ingoiò prima il cazzo di uno e poi dell'altro bevendo golosamente il loro succo. Tutto sembravano appagati, l'unico a continuare a contorcersi e a chiedere di essere ancora penetrato era Arco, lasciato in balia di se stesso ancora una volta legato.

Dopo il trattamento, l'alto prelato, tronfio del suo successo, si recò dal Re per comunicare che il giovane era pronto.
- Sire, è con immenso piacere che sono venuto a comunirvi che il giovane è pronto per il nostro protettore!!!!
- alto prelato, siete stato eccellente, ancora una volta. Se tutto andrà bene, il nostro protettore ci difenderà ancora per un'altro anno! Spero che il ragazzo sia di suo gusto.
- fidatevi sire, non credo che il nostro protettore abbia gusti sopraffini, ma il ragazzo è veramente molto bello.
- noi dobbiamo donargli il meglio, è il nostro dovere!
- Certo sire!
Il prelato si congedo!

Ma chi o cos'era l'essere che chiamavano "il protettore"?
Da tempo immemore, un'ala del castello era chiusa, al suo interno abitava un essere non di questo mondo, un demonio per alcuni, un angelo per altri. Solo le alte cariche del regno ne erano a conoscenza. Veniva liberato durante le guerre e con poteri inimmaginabili, annientava i nemici, li mangiava, li trucidava, la sua ferocia era indicibile. Si muoveva solo di notte, la sua forma lo rendeva più simile ad una bestia che ad un essere umano.
Le vene e i muscoli si intravedevano sotto la pelle traslucida, pochi poli e mal distribuiti, artigli retrattili come un grosso felino e un corpo sottile, allungato, estremamente flessibile, ma dotato di una forza disumana.
Chi aveva avuto il coraggio di guardarlo durante i sacrifici, aveva scorpo un pene simile a quello di un uomo, doppio nelle dimensioni e nodoso come un ramo di un albero.
Le vittime, sotto i suoi colpi sembravano devastate dal piacere, al culmine, se la vittima veniva, si nutriva della su lingua, spesso li usava per giorni lasciandoli catatonici per sempre.

Il terzo giorno arrivò, i festeggiamenti del Montote stavano volgendo a termine, quella stessa notte si sarebbe dovuto tenere il sacrificio.

Arco venne lavato, ogni volta che una guardia toccava il suo corpo per insaponarlo e lavarlo, un fremito di piacere lo percorreva dalla testa ai piedi. Si doveva fare attenzione, non doveva assolutamente espellere il suo seme, doveva essere consegnato alla creatura pieno.
L'alto prelato andò nei sotterranei, con il pugno intriso di oli, lo preparò, tanto era eccitato e fremente che le gambe di Arco non lo reggevano neppure in piedi.
Nudo, venne condotto nell' ala del castello abitata dal protettore, una porta pesante fu aperta e fu scaraventato a terra.
Il pesante rumore della serratura, che si chiuse alle sue spalle, decretò il suo destino.

Arco si guardava intorno, non capiva cosa stesse succedendo, era eccitato, pene eretto, culo vibrante e mani legate dietro alla schiena. Il suo guardarsi intorno era per metà curiosità del luogo e per metà ricerca di un qualcosa di morbido su cui potersi strusciare per darsi piacere e riuscire a venire.
La ricerca venne interrotta da un respiro agghiacciante, tonfi sordi facevano presumere che qualcosa si stesse avvicinando. Era seduto sul pavimento, nudo come un verme e con le mani legate, eccitato dalla paura stessa.
Una creatura esile, slanciata, colore del latte, si stava avvicinando con movimenti che ricordavano un felino.
Gli arti superiori mostruosamente Lunghi.
Arco impallidì quando la creatura aumentò il passo e in pochi istanti gli fu sopra.
Il volto della creatura era simile a quello di un gatto senza peli e senza orecchie.
Il mostro iniziò ad annusarlo, prima la faccia poi le ascelle, il petto....
Arco serrò gli occhi e girò il volto attendendo che lo azzannasse, rimase immobile pietrificato, come lo era anche il suo cazzo svettante che da ore non riusciva a tornare molle.
Poi una sensazione: sentì come se un'enorme lingua di gatto gli leccasse la fava, delicatamente.
Il piacere fu istantaneo, la paura scomparve, divaricò le gambe a favorire il suo sesso.
Aprì gli occhi e vide l'orrido mostro leccarlo.
L'astinenza fece sì che la voglia lo investisse totalmente, si lasciò andare al piacere e al godimento.
La bestia lappava avida e dopo poco, fremendo come una foglia al vento, Arco schizzò sperma ovunque, sul suo petto, addome, collo e faccia.
La creatura scatto sopra di lui, leccò avidamente e bevve il latte dell'uomo come se non mangiasse da un' anno.
Quando lo ebbe ripulito complementente, tornò a leccarlo in mezzo alle gambe.
Con quella lingua lunga e rasposa, ogni leccata partiva dal buco del culo, passava sulle palle e finiva sulla punta dell'asta.
Neppure un minuto e Arco tornò a contorcersi dal piacere, le lappate si fecero più insistenti sul buco del culo, probabilmente la bestia era attratta dagli oli che da giorni gli somministravano, il mostro lo penetrò con la lingua che da piatta e larga si fece lunga e tozza.
Sentiva la lingua dentro di sé, arrivare in alto nel suo intestino e fare avanti e indietro.
Inarcò la schiena favorendone il movimento, iniziò a muovere il bacino per sentire meglio.
Non ci fu nessuno sfioramento dell'asta, ma la sola penetrazione con il viscido e vischioso organo, gli procurò un piacere tale da venire nuovamente.
La creatura si nutrì ancora, ma la salivazione era aumentata, adesso gli lasciava addosso, su tutto il corpo, una quantità abnorme di collosa saliva.
Leccandolo dall'addome verso il volto, si trovarono faccia faccia, o meglio dire facci a muso, si guardarono dritti negli occhi, quello sguardo penetrò l'anima del ragazzo, sentì un freddo intenso dentro di sé. Era terrorizzato e stranamente eccitato.
Il mostro introdusse forzatamente la lingua nella bocca del ragazzo inondandogli la gola di saliva e, al tempo stesso, sentì qualcosa spingere sul suo culo.
Il protettore lo stava per penetrare, resosi conto di ciò, inarcò la schiena pieno di desiderio e con un piccolo, ma lampante gesto, si propose avido di piacere, quel piacere che gli era stato negato da troppo tempo.
Il mostro capì immediatamente e lentamente si fece strada in lui. Ogni cm del mostruoso cazzo lo mandava in estasi, la respirazione era faticosa, vista la bocca era Totalmente occupata dalla lingua bavosa, stava per svenire e al tempo stesso venire. La lingua del mostro si attorcigliò alla sua, come se volesse strappargliela, ma venne ancora, il mostro, ghiotto del liquido seminale, scattò!
La bocca fu liberata e il mostro si ingoiò il cazzo del giovane per riceverne il frutto.
Arco respirava di nuovo e impalato com'era espulse ancora sperma.
Il mostro succhiava come a volerlo svuotare.

Dopo qualche istante, con un colpo secco, lo prese per le spalle e lo ruotò, adesso aveva la faccia rivolta al pavimento, durante la rotazione il pene della creatura era rimasto dentro di lui, adesso lo stava montando come un animale infuriato da dietro.
I colpi forti e lo sfregamento fra il suo cazzo e il pavimento, lo riindussero al piacere. Il mostro lo lasciò, uscì da lui, lo spinse per spostarlo e raccolse il seme, rilasciato nuovamente da Arco, leccando il pavimento.

Arco, dopo essere venuto già molte volte, non aveva più la smania di prima, adesso vedeva il nostro per quello che era. Cominciò a capire che la sua fine era questione di poco. La sua vita sarebbe terminata in quella stanza, le lacrime solcarono il suo viso, singhiozzo.
Si mise in piedi, guardando quella creatura, non aveva idea di cosa poter fare, semplicemente si voltò, come per non farsi vedere piangere.
Il mostro si avvicinò lentamente, lo annusò a lungo, poi con un artiglio recise le corde che gli tenevano i polsi giunti, Arco lo ringrazio, non sapendo se fosse in grado, o meno, di comprendere la lingua umana.
Il mostro fece per stringerlo a se, gli portò la testa sul suo petto. Ad Arco parve un gesto amicale, rincuorante, poi gli mosse la testa come se volesse che si attaccasse ad una protuberanza simile ad un capezzolo.
Arco lo fece, dalla ghiandola il mostro schizzo un liquido direttamente nella sua bocca, pareva nettare, lo ingoiò.
Subìto dopo la sensazione di eccitamento e di frenesia sessuale tornò più forte che mai.
Probabilmente il prelato usava il liquido che la creatura stessa gli forniva.
Si poggiò sul tavolo poco distante, inarcò la schiena e porse il suo bellissimo culo.
L'animale lo penetrò. Una monta forte e serrata, quella penetrazione profonda lo faceva sentire pieno e stava godendo di culo.
Il ritmo divenne scellerato fino a quando, piantandosi fino in fondo al retto, la creatura, emettendo il solito ruggito infernale, venne. La quantità di sperma emessa fu talmente importante che, il ragazzo, sentì gonfiare il suo intestino.
Pieno del cazzo e della sborra, iniziò a masturbarsi e stava per raggiungere l'orgasmo. Mentre il suo respiro si fece forte e i suoi lamenti non lasciavano alcun dubbio, la creatura, per non perdere neppure una goccia, con un movimento totalmente innaturale, ingoiò nuovamente il cazzo mentre iniziava ad esplodere. Nella mossa repentina il culo venne liberato, la pressione venne rilasciata e mentre Arco veniva sembrava squirtasse dal culo.
Dopo qualche istante, le gambe non lo ressero più, era stremato, cadde a terra quasi svenuto.
La creatura si rannicchiò vicino, lo accarezzava e lo sentiva respirare affannatamente, lo mise su un fianco, il corpo del ragazzo era completamente lasso, spossato, ma non aveva perso i senti.
Ebbe la consapevolezza che non era finita, nuovamente si sentì appoggiare il pene eretto, lo penetrò, ma non si muoveva, erano entrambi immobili, come se fossero un sol corpo.
Cadde pesantemente addormentato, si svegliò che la creatura stava ancora venendo dentro di lui.
Si rese conto che il suo corpo stava cedendo, la sua pelle stava prendendo la stesso consistenza di quella della creatura. Mentre si ritrovò ancora il suo capezzo il bocca, capì che gli stava facendo il dono di trasformarlo in qualcosa che sfuggiva alla sua comprensione.

Il castello ebbe due protettori!









di
scritto il
2025-06-30
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