I figli son tutti uguali

di
genere
incesti

La casa è immersa nel silenzio più assoluto, quando varco la porta, carica dei sacchetti della spesa. Poso sul tavolo della cucina e mi sento artigliare da due mani forti e delicate ad un tempo. Poi solo il fruscio della mia gonna che sale inesorabilmente, il perizoma scostato di lato ed il suo pene che viola la mia intimità. Mi abbandono, chinandomi sul tavolo: le braccia appoggiate sul piano. È il suo modo preferito di prendermi, quasi a sorpresa, in un qualsiasi punto della casa; sento il suo cazzo strusciare sulle pareti della mi fica, stimolando il clitoride e non ce la faccio a trattenermi: devo urlare, costi quel che costi. A lui piace sentire che sto godendo: credo lo senta come un punto di orgoglio della sua virilità, ma a me interessa poco. A me piace salire fino al paradiso e lasciarmi sconquassare dagli orgasmi, sì, più d’uno, che mi assalgono che mi privano di qualsiasi forma di resistenza abbia mai potuto pensare, senza la voglia di metterla in atto. Si ferma: mi volto verso di lui, afferro la sua testa tra le mani e lo bacio. Lui mi solleva, facendomi sedere sul tavolo e tornando a penetrarmi, assolutamente inappagato di quanto avuto sin’ora. Ed anche io non ho altro desiderio che di godere ancora con il suo tarello piantato nella fica. Fisso i miei occhi nei suoi, come a sfidarlo, come a dirgli “Vedremo chi si stanca prima!”
Mi sorride: sa che non c’è partita, sa che del suo cazzo io non sono mai sazia, sa che ho abbandonato da tempo i sensi di colpa per quello che, secondo la dottrina imperante, non dovrebbe succedere. Pistona a più non posso, con una foga che non immagini, quale volesse dire “Vincerai tu, come sempre, ma venderò cara la pelle!” ed io non chiedo di meglio che lui non si arrenda subito, che non lo faccia senza combattere fino allo stremo, che non lo faccia senza aver esaurito ogni goccia dei miei umori, senza aver ridotto il campo di battaglia che è la mia fica ad un straccio slabbrato e arrossato. Come mi scopa bene, come lo amo! Mi rimane un’unica remora e lui lo sa:
Sa che non m’importa di stare tradendo mio marito, sa anche che non m’importa più di essere sua madre; ma sa che mi sento in colpa nei confronti di suo fratello, che mi sembra di discriminarlo, che non vorrei fare distinzioni. Sa tutto questo ed è con una nuova luce negli occhi che mi guarda ancora una volta, prima di staccarsi sa me senza essere ancora venuto e non lo farebbe mai.
“Ora tocca a lui, mamma, cercare di batterti!”
Il piccolo si avvicina, lo guardo e capisco che ancora una volta lui mi ha sorpreso, che ancora una volta mi ha regalato un piacere inaspettato, che ora ho due amanti e tutti e due in famiglia.
di
scritto il
2025-03-17
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