Pigmei - commercio di schiave (parte 15)

di
genere
sadomaso

Il capo era seduto su due schiave in funzione di amaca. Le ragazze erano appese al soffitto per le gambe e le braccia, in modo da formare un’amaca umana. Tra loro erano legate saldamente in modo da formare un unico corpo sul quale un piccolo uomo avrebbe potuto stare comodo. Le gambe erano più alte delle teste.
Il Padrone era seduto sopra di loro, appoggiando la schiena alle gambe delle schiave e con i piedi appoggiati sulle facce delle due ragazze.
Doveva essere una struttura consueta in quanto vi erano corde appese troppo bene al soffitto per essere una cosa temporanea.
Le schiave-amaca avevano una imbracatura abbastanza complessa che consentiva loro di stare in quella postura e di scaricare il peso non solo sui polsi e le gambe, ma su tutto il corpo. Le corde passavano sotto di loro e le reggevano, così come la testa appoggiava sulle corde. Sostanzialmente vi era una struttura di corde fitte sulle quali erano a loro volta stese le schiave.
Evidentemente era un piacere di quel capo.
L’uomo li vide entrare. Aspettò che arrivassero davanti al trono e scese dall’amaca umana.
Anche il trono era umano.
Il capo andò a sedersi sul ventre di una giovane schiava bianca stesa su una panca in legno. A terra, quale tappeto per i piedi, vi era un'altra schiava bianca.
Accanto a sé il Padrone aveva un’altra schiava, inginocchiata e con una corda che collegava il collo fino alla gamba della panca di legno sulla quale stava stesa la schiava cuscino. La ragazza inginocchiata sembrava una cagna accanto al Padrone.
Chanel, quando era la schiava del capo, non aveva mai visto una cosa simile.
Ricordava che le poche volte in cui era venuto in visita il capo di un'altra tribù, il suo Padrone era solito aumentare il numero delle schiave al suo servizio per impressionare l’ospite.
Tuttavia mai vi era stata la presenza di ben cinque schiave solo per il capo, mentre a lato, dietro ai due pigmei, ve ne erano altre due rannicchiate a terra, in evidente funzione di sedia.
In quella sala c’era sette schiave.
Praticamente il mobilio era costituito da donne bianche, l’amaca ed il trono, compreso il tappeto per i piedi del capo.
Benché lei fosse abituata a tale schiavitù, la scena ebbe l’effetto di turbarla, anche perché i ricordi la proiettavano al tempo in cui era lei a dover essere il tappeto di qualcuno.
Pensava a quanto potessero essere scioccati Antonio e la schiava al seguito.
Chanel guardò il suo socio che aveva lo sguardo rapito, come se si trovasse nel paese dei balocchi. Evidentemente da quella manifestazione di forza aveva percepito solo il lato positivo, accantonando ogni possibile pensiero di pericolo.
Tutto sommato si trovavano in un campo di primitivi che avevano nella loro normalità la schiavitù di donne bianche, ed erano in un numero tale da sopraffare loro due e tutti quelli al campo che li aspettavano.
Antonio, invece, era eccitato. Lo si capiva.
Lei pensava di avere conservato uno sguardo neutro, per non fare vedere al capo che era rimasta impressionata. D’altro canto per il suo socio questa era la novità. Per lei era cosa già nota e, anzi, vissuta, anche se dall’altra parte, di quella dove lei stessa era il tappeto del capo.
Cosa decisamente nuova era invece l’amaca e, questa, l’aveva lasciata alquanto turbata anche se, per un attimo, ci si era vista sopra, comodamente seduta.
I due pigmei presenti in sala erano vigili ma non all’erta, come se non si attendessero una minaccia.
Si sedettero su altrettante schiave che erano già rannicchiate, come se fossero state da tempo destinate alla funzione di sedia umana e attendessero solo di essere usate.
Il capo, il cui nome non ricordava, manifestava tranquillità, sicuramente maggiore di quella che avevano le tre persone davanti a lui.
Antonio fu colpito da quella manifestazione di dominio, come se il pigmeo davanti a lui gli urlasse in faccia il suo potere. Non seppe dire per quanto tempo si guardò intorno per assaporare la scena e comprendere tutte le implicazioni.
A lui poté sembrare di essere stato rapito dalla visione per lungo tempo. Probabilmente, però, durò poco.
Ebbe la sensazione di risveglio quando Chanel iniziò a parlare, poco dopo che il pigmeo si era seduto sul trono umano ed aveva appoggiato i piedi sul seno e sul ventre della schiava tappeto.
Vi era stato un attimo di silenzio e, poi, aveva fatto cenno alla sua socia di parlare.
Loro due erano rimasti in piedi, non essendovi sedie.
Erano su una stuoia e, probabilmente, avrebbero anche potuto sedersi.
Chanel sapeva che davanti al capo tribù ci si doveva sedere a terra.
Tuttavia ebbe un blocco, non riuscendo a mettersi a terra davanti a quell’uomo seduto su una schiava quale era stata lei tempo addietro.
Le sembrava di essere tornata indietro nel tempo e non riusciva a pensare di poter vedere quell’uomo da una posizione più in basso rispetto agli occhi di lui.
Il gesto dell’uomo era un invito a parlare e non a sedersi. Quindi preferì restare in piedi, almeno in quell’inizio di trattativa.
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2024-06-02
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