Alla mamma non far sapere quanto è bello un cazzo nella fica e l'altro nel sedere
di
Troy2a
genere
incesti
“Che cerimonia noiosa! Non vedevo l’ora di scappare, tanto più che vostro padre manca… Fortuna che non ci sarà fino a domani sera, sicuro! Vado a cambiarmi e vengo. Che fate? Dai gemiti che sento dalla tv indovino che guardate un porno… come al solito.”
Vado in camera e mi svesto rapidamente. Comincia a far caldo, per cui decido di non mettere il piagiama e tornare di là coi miei collant color carne e sotto delle mutandine, non troppo striminzite, ed ul solo reggiseno sopra. Torno in soggiorno. “Che film è? A letto coi miei figli! Che palle, sarà la decima volta che lo vedete?” solo ora mi giro verso i divani e mi si gela il sangue: con loro ci sono anche Marcello e Augusto, i figli di mia sorella, diciottenni.
“Una brava mamma, non credi, zia?”
“Secondo il vostro punto di vista, forse. Scusate, vado a vestirmi.” faccio per tornare sui miei passi, quando Mirko mi chiama.
“Dai, mamma! Ormai ti hanno vista e non sei manco nuda… Puoi stare!”
“Ah, certo! Siete più nudi voi!” alludo, ammiccando ai loro cazzi fuori mentre li accarezzano.
“Sai, mamma? Abbiamo raccontato ai nostri cuginetti quanto sei amorevole e sai cosa hanno risposto loro?”
Arrossisco ed ho paura di chiederlo, ma lo faccio.
“Cosa?”
“Che il loro sogno è quello di scopare te e zia Luisa!”
“Andiamo bene! Forse è meglio vada di là!”
“Dai, mamma! Non fare la bigotta e siediti con noi. Questo film piace anche a te, anche se lo abbiamo visto tante volte.”
Con un po’ di riluttanza, mi siedo dove c’è un po’ di spazio libero, tra Federico e Giovanni. Che il film mi coinvolga, è vero: è un po’ la mia storia, lo vivo come un qualcosa di catartico, di legittimante il mio comportamento fuori dalle convenzioni. Ed in più mi eccita. Il solito Mirko se ne accorge.
“Mamma, non c’è nulla di male, se anche tu ti accarezzi un po’. Hai la fica in fiamme, ammettilo.”
“Quanto sei stronzo! Lo sai bene che non sono insensibile a queste scene: c’è bisogno di sottolinearlo e farmi fare una figuraccia coi vostri cugini?”
“Ma quale figuraccia, zia? Sei una fica incredibile.”
Il complimento di mio nipote mi lusinga, ma sono decisa a non andare oltre, non per il momento, almeno. Devo parlare coi miei figli, capire cosa ne pensano di questo e di altro. Già, perché c’è anche dell’altro che mi frulla tra i pensieri da qualche giorno.
Il film finisce, i miei nipoti vanno via: credo che il mio messaggio muto sia passato ed ora andranno a segarsi la zia in intimo nel bagno di casa loro. Mi sento un po’ in colpa a lasciarli andare così, ma devo essere attenta, sono così giovani!
“Ragazzi, vi devo dire una cosa!” esordisco, non appena sono certa che siamo rimasti soli.
“Non hai voglia di scopare?” chiede Mirko.
“Sì, certo! Che domande. Ma prima voglio parlarvi di una cosa.”
”Dall’ansia che dimostri, deve essere una cosa importante!”
Giovanni mi ha sganciato il reggiseno, lasciandomi tette al vento, ma non è certo un problema, anzi. Ho sempre odiato la costrizione di quello sciocco indumento.
“Per me lo è! Ma ancora più importante è sapere cosa ne pensate voi.”
“Allora non tenerci sulle spine, parla!”
Mi siedo nuovamente sul divano, seguita da tutti e tre. Pensare a quello che sto per dire, già mi riempie di eccitazione e quei tre cazzi che, so bene non vedono l’ora di scoparmi, non rendono l’attesa più semplice.
“In azienda, nel mio ufficio, mi hanno affiancato un ragazzo nuovo. Ha una trentina d’anni, sposato da due.”
“Quindi?”
“Lavoriamo insieme da tre mesi, o poco più.”
“Seconda puntata! Ti decidi a parlare?”
“Ho l’impressione che mi faccia il filo. Più che un’impressione è una certezza, cerca sempre di sfiorarmi, mi riempie di complimenti..”
“E Tu?”
“Beh, devo dire che è un bel ragazzo e ci sa anche fare. Sinceramente, ho voglia di scoparmelo, ma solo se a voi non da fastidio!”
“Scherzi? Perché dovrebbe? Anzi, saremmo felici se tu ce lo presentassi… Insomma, hai capito!”
“Siete proprio dei porci. Ma sto scoprendo sempre più di non essere da meno. Presentarvelo? Perché no! E poi prendere tutti e quattro i vostri cazzi. Mi sembra un’ottima idea. Ma prima mi gusterò il suo in beata solitudine.”
“Ma cosa ti eccita di più?”
“Che è un bel ragazzo e che ci sa fare già l’ho detto. Ma, ad essere sincera, mi eccita l’idea di fare cornuta una mogliettina giovane giovane!”
“Hai capito la troia? Di mogli da cornificare nel mondo ce ne sono milioni, se non miliardi!”
“Non spero certo di cornificarle tutte, ma mi sta piacendo l’idea di distribuire corna a profusione!”
Le mani dei miei figli sono già su di me, per farmi capire che il tempo delle parole è finito.
“Sai, mamma! Abbiamo pensato che, visto che una volta tanto il tempo ce lo abbiamo, ti scoperemo uno alla volta. Gli altri due staranno a guardare ed attenderanno il loro turno. Abbiamo intenzione di ridurti uno straccio, oggi!”
“Sicuri di riuscirci? Perché io ho la stessa idea per voi.”
Mi abbandono tra le braccia di Mirko, che mi aiuta a stendermi sul tappeto. Sarà lui il primo, e gli altri 2 continuano a vedere un nuovo spettacolo. Non lo dico, ma già mi immagino tra le braccia di Edmondo, il mio collega che, presto sarà il mio amante.
“Una condizione sola: per finire voglio un cazzo nella fica, uno in culo e l’altro in bocca, come sempre!”
“Sei tu il capo, no?”
Scopammo per oltre due ore e, sinceramente, avremmo anche continuato se l’indomani non ci fossero stati gli impegni di lavoro o di studio. Poi, volevo conservare un po’ di voglia per quello che mi ero prefisso.
L’indomani, niente pausa pranzo.
Mi ero vestita in modo di non passare inosservata, con una camicia cin una bella vista sul mio seno ed una gonna, diciamo non troppo lunga. Lui sembrò sybito gradire e non mi staccò gli occhi di dosso per tutta la mattinata.
All’ors di èranzo, mi invitò a prendere qualcosa al bar.
“Ti ringrazio, ma mangerò qualcosa qui. Prferisco mettermi un po’ in libertà.”
“Allora ti faccio compagnia qui, se ti fa piacere!”
“Certo che mi fa piacere. Magari ti lascio dare una sbirciata più approfondita, senza che ti cavi gli occhi!”
“Giuro che non…”
Gli posi un dito sulle labbra per zittirlo e, quando lo sollevai, lo sostituì con la mia bocca. Lui rispose subito al mio bacio e, in men che non si dica, l’idea di mangiare qualcosa era saltata in aria. Si allontanò da me solo per dare una mandata alla chiave. Poi non dovetti insegnargli nulla.
Mi spogliò con la sicurezza di chi ha esperienza e cominciò a percorrere il mio corpo con le sue labbra e la sua lingua.mi fece sedere sulla sua sceivania e prese a leccarmi la fica con una perizia tale che ebbi subito un orgasmo. Mordicchiava le grandi labbra ed il clitoride, mentre faceva saettare la lingua, come fosse un piccolo cazzo che mi scopava. Poi mi penetrò con dolcezza, quasi con riguardo, affondando lentamente nel mio corpo. Il suo cazzo era di dimensioni molto simili a quelle dei miei figli, ma le sensazioni che mi procurava erano diverse: l’eccitazione era dovuta soprattutto al pensiero di quella mogliettina che, a casa, non immaginava che un bel paio di corna stesse crescendo sul suo capo.
Eugenio, questo il suo nome, aveva un modo di scoparmi così diverso da quello dei miei figli. Lui era gentile in ogni movimento, quasi avesse paura di farmi male, ma si muoveva comunque bene, facendomi sentire il suo cazzo fino in fondo. La bravura dell’amante e la perversione dei miei pensieri da troia mi portavano a squirtare a ripetizione. Faticai a trattenermi da urlare il mio piacere, ma credo che qualcuno avvertìì i miei gemiti: lo indovinai dagli sguardi ammiccanti e dai sorrisetti delle mie colleghe quando aprimmo la porta. Ma non provai il minimo imbarazzao, anzi.
Solo, mi sentii di mettere in guardia Eugenio.
“Tra noi solo sesso. Altrimenti finisce tutto.”
“Se anche dovessi provare qualcosa di diverso, lo terrò per me.”
Gli stampai un bacio sulle labbra e riprendemmo il lavoro.
Vado in camera e mi svesto rapidamente. Comincia a far caldo, per cui decido di non mettere il piagiama e tornare di là coi miei collant color carne e sotto delle mutandine, non troppo striminzite, ed ul solo reggiseno sopra. Torno in soggiorno. “Che film è? A letto coi miei figli! Che palle, sarà la decima volta che lo vedete?” solo ora mi giro verso i divani e mi si gela il sangue: con loro ci sono anche Marcello e Augusto, i figli di mia sorella, diciottenni.
“Una brava mamma, non credi, zia?”
“Secondo il vostro punto di vista, forse. Scusate, vado a vestirmi.” faccio per tornare sui miei passi, quando Mirko mi chiama.
“Dai, mamma! Ormai ti hanno vista e non sei manco nuda… Puoi stare!”
“Ah, certo! Siete più nudi voi!” alludo, ammiccando ai loro cazzi fuori mentre li accarezzano.
“Sai, mamma? Abbiamo raccontato ai nostri cuginetti quanto sei amorevole e sai cosa hanno risposto loro?”
Arrossisco ed ho paura di chiederlo, ma lo faccio.
“Cosa?”
“Che il loro sogno è quello di scopare te e zia Luisa!”
“Andiamo bene! Forse è meglio vada di là!”
“Dai, mamma! Non fare la bigotta e siediti con noi. Questo film piace anche a te, anche se lo abbiamo visto tante volte.”
Con un po’ di riluttanza, mi siedo dove c’è un po’ di spazio libero, tra Federico e Giovanni. Che il film mi coinvolga, è vero: è un po’ la mia storia, lo vivo come un qualcosa di catartico, di legittimante il mio comportamento fuori dalle convenzioni. Ed in più mi eccita. Il solito Mirko se ne accorge.
“Mamma, non c’è nulla di male, se anche tu ti accarezzi un po’. Hai la fica in fiamme, ammettilo.”
“Quanto sei stronzo! Lo sai bene che non sono insensibile a queste scene: c’è bisogno di sottolinearlo e farmi fare una figuraccia coi vostri cugini?”
“Ma quale figuraccia, zia? Sei una fica incredibile.”
Il complimento di mio nipote mi lusinga, ma sono decisa a non andare oltre, non per il momento, almeno. Devo parlare coi miei figli, capire cosa ne pensano di questo e di altro. Già, perché c’è anche dell’altro che mi frulla tra i pensieri da qualche giorno.
Il film finisce, i miei nipoti vanno via: credo che il mio messaggio muto sia passato ed ora andranno a segarsi la zia in intimo nel bagno di casa loro. Mi sento un po’ in colpa a lasciarli andare così, ma devo essere attenta, sono così giovani!
“Ragazzi, vi devo dire una cosa!” esordisco, non appena sono certa che siamo rimasti soli.
“Non hai voglia di scopare?” chiede Mirko.
“Sì, certo! Che domande. Ma prima voglio parlarvi di una cosa.”
”Dall’ansia che dimostri, deve essere una cosa importante!”
Giovanni mi ha sganciato il reggiseno, lasciandomi tette al vento, ma non è certo un problema, anzi. Ho sempre odiato la costrizione di quello sciocco indumento.
“Per me lo è! Ma ancora più importante è sapere cosa ne pensate voi.”
“Allora non tenerci sulle spine, parla!”
Mi siedo nuovamente sul divano, seguita da tutti e tre. Pensare a quello che sto per dire, già mi riempie di eccitazione e quei tre cazzi che, so bene non vedono l’ora di scoparmi, non rendono l’attesa più semplice.
“In azienda, nel mio ufficio, mi hanno affiancato un ragazzo nuovo. Ha una trentina d’anni, sposato da due.”
“Quindi?”
“Lavoriamo insieme da tre mesi, o poco più.”
“Seconda puntata! Ti decidi a parlare?”
“Ho l’impressione che mi faccia il filo. Più che un’impressione è una certezza, cerca sempre di sfiorarmi, mi riempie di complimenti..”
“E Tu?”
“Beh, devo dire che è un bel ragazzo e ci sa anche fare. Sinceramente, ho voglia di scoparmelo, ma solo se a voi non da fastidio!”
“Scherzi? Perché dovrebbe? Anzi, saremmo felici se tu ce lo presentassi… Insomma, hai capito!”
“Siete proprio dei porci. Ma sto scoprendo sempre più di non essere da meno. Presentarvelo? Perché no! E poi prendere tutti e quattro i vostri cazzi. Mi sembra un’ottima idea. Ma prima mi gusterò il suo in beata solitudine.”
“Ma cosa ti eccita di più?”
“Che è un bel ragazzo e che ci sa fare già l’ho detto. Ma, ad essere sincera, mi eccita l’idea di fare cornuta una mogliettina giovane giovane!”
“Hai capito la troia? Di mogli da cornificare nel mondo ce ne sono milioni, se non miliardi!”
“Non spero certo di cornificarle tutte, ma mi sta piacendo l’idea di distribuire corna a profusione!”
Le mani dei miei figli sono già su di me, per farmi capire che il tempo delle parole è finito.
“Sai, mamma! Abbiamo pensato che, visto che una volta tanto il tempo ce lo abbiamo, ti scoperemo uno alla volta. Gli altri due staranno a guardare ed attenderanno il loro turno. Abbiamo intenzione di ridurti uno straccio, oggi!”
“Sicuri di riuscirci? Perché io ho la stessa idea per voi.”
Mi abbandono tra le braccia di Mirko, che mi aiuta a stendermi sul tappeto. Sarà lui il primo, e gli altri 2 continuano a vedere un nuovo spettacolo. Non lo dico, ma già mi immagino tra le braccia di Edmondo, il mio collega che, presto sarà il mio amante.
“Una condizione sola: per finire voglio un cazzo nella fica, uno in culo e l’altro in bocca, come sempre!”
“Sei tu il capo, no?”
Scopammo per oltre due ore e, sinceramente, avremmo anche continuato se l’indomani non ci fossero stati gli impegni di lavoro o di studio. Poi, volevo conservare un po’ di voglia per quello che mi ero prefisso.
L’indomani, niente pausa pranzo.
Mi ero vestita in modo di non passare inosservata, con una camicia cin una bella vista sul mio seno ed una gonna, diciamo non troppo lunga. Lui sembrò sybito gradire e non mi staccò gli occhi di dosso per tutta la mattinata.
All’ors di èranzo, mi invitò a prendere qualcosa al bar.
“Ti ringrazio, ma mangerò qualcosa qui. Prferisco mettermi un po’ in libertà.”
“Allora ti faccio compagnia qui, se ti fa piacere!”
“Certo che mi fa piacere. Magari ti lascio dare una sbirciata più approfondita, senza che ti cavi gli occhi!”
“Giuro che non…”
Gli posi un dito sulle labbra per zittirlo e, quando lo sollevai, lo sostituì con la mia bocca. Lui rispose subito al mio bacio e, in men che non si dica, l’idea di mangiare qualcosa era saltata in aria. Si allontanò da me solo per dare una mandata alla chiave. Poi non dovetti insegnargli nulla.
Mi spogliò con la sicurezza di chi ha esperienza e cominciò a percorrere il mio corpo con le sue labbra e la sua lingua.mi fece sedere sulla sua sceivania e prese a leccarmi la fica con una perizia tale che ebbi subito un orgasmo. Mordicchiava le grandi labbra ed il clitoride, mentre faceva saettare la lingua, come fosse un piccolo cazzo che mi scopava. Poi mi penetrò con dolcezza, quasi con riguardo, affondando lentamente nel mio corpo. Il suo cazzo era di dimensioni molto simili a quelle dei miei figli, ma le sensazioni che mi procurava erano diverse: l’eccitazione era dovuta soprattutto al pensiero di quella mogliettina che, a casa, non immaginava che un bel paio di corna stesse crescendo sul suo capo.
Eugenio, questo il suo nome, aveva un modo di scoparmi così diverso da quello dei miei figli. Lui era gentile in ogni movimento, quasi avesse paura di farmi male, ma si muoveva comunque bene, facendomi sentire il suo cazzo fino in fondo. La bravura dell’amante e la perversione dei miei pensieri da troia mi portavano a squirtare a ripetizione. Faticai a trattenermi da urlare il mio piacere, ma credo che qualcuno avvertìì i miei gemiti: lo indovinai dagli sguardi ammiccanti e dai sorrisetti delle mie colleghe quando aprimmo la porta. Ma non provai il minimo imbarazzao, anzi.
Solo, mi sentii di mettere in guardia Eugenio.
“Tra noi solo sesso. Altrimenti finisce tutto.”
“Se anche dovessi provare qualcosa di diverso, lo terrò per me.”
Gli stampai un bacio sulle labbra e riprendemmo il lavoro.
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