Oltre il muro
di
Troy2a
genere
incesti
L’uomo “Così non può continuare!” la ragazza, ritta, di fronte allo specchio del piccolo bagno di quella stanza di motel, si sistemava un trucco leggero, nuda. Le sue curve acerbe tradivano la giovanissima età.
“Dai, tesoro! Le solite storie. Lo sai che non è facile; lo sapevamo entrambi, no?” L’uomo sulla quarantina, disteso ancora sul letto, si passava la mano sul cazzo, con una lentezza bradipica, mentre non staccava gi occhi un attimo dal culo di lei.
“Certo! Lo sapevamo entrambi: ma tu avevi promesso di trovare una soluzione. Non mi basta più stare con te un giorno la settimana, dover aspettare il giovedì, che lei ha il cayechismo, per venire qui a fare una scopata veloce. Già, perché abbiamo solo 2 ore di tempo… Se è per questo oggi ci è anche avanzato.”
L’uomo la raggiunge, le passa le braccia intorno alla vita e la stringe a sé, facendole avvertire la sua rinnovata erezione.
“Devo sbrigarmi: Martina mi aspetta!”
“E tu lasciala aspettare! Puoi sempre dirle che sei stata trattenuta da tuo padre!” mentre le sussurra queste parole all’orecchio, le bacia il collo, facendole sentire il suo respiro caldo. Lei si abbandona lentamente, pur continuando a lamentare di aver fretta. L’uomo la prende in braccio: com’è leggera e come sono belle le sue piccole tette, sode, sormontate da due capezzoli che testimoniano un’eccitazione che lei, peraltro, non vuole nascondere. La adagia sul letto, insinua la sua testa tra le cosce di lei e la sua lingua va alla ricerca di un eccezionale clitoride, lungo un paio di centimetri e grosso come un’amarena. Lo lecca, lo succhia, mentre lei sembra quasi perdere i sensi, mentre si abbandona totalmente a lui.
“Dai, Maddalena! Cominciamo!”
“Rispondo un attimo al messaggio di mio figlio e vi raggiungo.”
La donna, un poco in carne, ma dai lineamenti precisi e dolci, rilegge il messaggio, con un sorriso compiaciuto sulla bocca.
“Ho voglia di incularti!”: i suoi messaggi sono sempre espliciti e lei ha imparato ad apprezzarli e, anzi, a rispondere in maniera altrettanto esplicita, senza falsi moralismi.
“Ed io di essere inculata da te!”
Chiude l’applicazione ed a passo svelto raggiunge le altre che stanno già osservando i ragazzi, prima di cominciare la lezione di catechismo.
La ragazza mugola di piacere, sotto i colpi di lingua di lui. Le sue mani si intrufolano tra i suoi capelli ricci e corti.
“Mangiamela! È tua: fammi godere come non hai fatto mai finora.”
“Impossibile, piccola! Lo sai che tiri fuori il meglio di me fin dalla nostra prima volta.”
“Giuro: nessuno è stato capace di farmi godere come te, papà! Ti amo!”
“Ti amo anche io, piccola!”
Le si pone di sopra, attende che le braccia di lei si aggrappino al suo collo, aspetta che sia lei achiederlo.
“Dai, papà! Voglio sentirti dentro ancora, non fare soffrire la tua bambina.”
Le sorride, mentre, senza guidarlo, il suo cazzo bussa alla fica della figlia. Lei lo accoglie con un gemito, serrando le palpebre.
“Meraviglioso! Non smettere mai di scoparmi, papà, ti prego!”
“Vorrei poterlo fare ogni giorno, piccola: credo che tu sia il sogno di ogni uomo.”
“Ma io sogno solo il mio papà!”
“Anche se scopi con altri…”
“Vorrei vedere te: a 18 anni scopare una volta alla settimana. E poi, non vorrai mica dire che tu con mamma non scopi mai?”
“Fa parte dei miei doveri coniugali…”
“Allora smettila di fare il geloso e fai il tuo dovere di papà, rendendo felice tua figlia!”
Le loro labbra si cercano, si uniscono in un bacio frenetico e passionale, mentre il cazzo di lui continua a scivolare con un ritmo adagio nella sua fica. Sa che a lei piace così, almeno per i primi 20 minuti. Sa che poi vorrà sentirlo nel culo e sa che, alla fine, vorrà che il ritmo diventi sempre più veloce, brioso fino a svuotarsi i coglioni sulla sua pancia. Sa che raccoglierà la sborra con le dita e, fissandolo negli occhi, se la porterà alla bocca, sa che lo farà perché a lui piace così. Sa che il pompino non è la sua arte preferita e che non può chiedergliene un altro, dopo quello avuto nel primo rapporto. Si conoscono bene, da tempo, ormai. Ognuno sa bene come dare piacere all’altro e tutto quello che entrambi desiderano e rendere felici a vicenda. Sanno che, tra poche ore, dovranno tornare a fingere un normale rapporto padre/figlia, anche in quei momenti in cui vorrebbero saltarsi addosso e riscoprire il sesso dell’altro.
Seduto sulla sia KTM, il ragazzo maschera con difficoltà crescente la sua apatia, mentre gli altri continuano a parlare di discorsi vuoti. Ogni tanto fissa lo sguardo sulla sua ragazza, seduta sui gradini, cercando di capire cosa prova per lei. Innegabilmente, è una bella ragazza, con le curve giuste e due occho grandi ed espressivi. Non gli ha mai negato nulla, nel sesso, accettando anche di farsi scopare da lui ed i suoi amici. Eppure, lui non riesce a non pensare al messaggio che ha mandato a sua madre “Ho voglia di incularti!” ed alla risposta di lei: “Ed io di essere inculata da te!”. La loro storia incestuosa è cominciata da poco, senza alcun trauma, come fosse la naturale conclusione di quello che entrambi desidevano da tempo. Com’è stato bello la prima volta che le ha posato una mano sul culo, con la paura di una sua reazione violenta ed ancora più bello, invece, ricevere in cambio un sorriso che era un invito a continuare. Com’era stato bello la prima volta che il suo cazzo era sprofondato nella fica di lei, in quella camera di motel, dove lei era andata dicendo al marito di avere una riunione in parrocchia. Cercavano un momento d’intimità ovunque, felici di aver scoperto che il loro amore andava oltre gli schemi convenzionali, per sfociare nella reciproca scoperta dei loro corpi, di notare ogni giorno di più come il desiderarsi abbattesse le barriere dell’età e della società. Decise che, in qualche maniera, entro sera avrebbe realizzato il suo desiderio di incularla, mise in moto e si allontanò senza salutare.
“Dai, tesoro! Le solite storie. Lo sai che non è facile; lo sapevamo entrambi, no?” L’uomo sulla quarantina, disteso ancora sul letto, si passava la mano sul cazzo, con una lentezza bradipica, mentre non staccava gi occhi un attimo dal culo di lei.
“Certo! Lo sapevamo entrambi: ma tu avevi promesso di trovare una soluzione. Non mi basta più stare con te un giorno la settimana, dover aspettare il giovedì, che lei ha il cayechismo, per venire qui a fare una scopata veloce. Già, perché abbiamo solo 2 ore di tempo… Se è per questo oggi ci è anche avanzato.”
L’uomo la raggiunge, le passa le braccia intorno alla vita e la stringe a sé, facendole avvertire la sua rinnovata erezione.
“Devo sbrigarmi: Martina mi aspetta!”
“E tu lasciala aspettare! Puoi sempre dirle che sei stata trattenuta da tuo padre!” mentre le sussurra queste parole all’orecchio, le bacia il collo, facendole sentire il suo respiro caldo. Lei si abbandona lentamente, pur continuando a lamentare di aver fretta. L’uomo la prende in braccio: com’è leggera e come sono belle le sue piccole tette, sode, sormontate da due capezzoli che testimoniano un’eccitazione che lei, peraltro, non vuole nascondere. La adagia sul letto, insinua la sua testa tra le cosce di lei e la sua lingua va alla ricerca di un eccezionale clitoride, lungo un paio di centimetri e grosso come un’amarena. Lo lecca, lo succhia, mentre lei sembra quasi perdere i sensi, mentre si abbandona totalmente a lui.
“Dai, Maddalena! Cominciamo!”
“Rispondo un attimo al messaggio di mio figlio e vi raggiungo.”
La donna, un poco in carne, ma dai lineamenti precisi e dolci, rilegge il messaggio, con un sorriso compiaciuto sulla bocca.
“Ho voglia di incularti!”: i suoi messaggi sono sempre espliciti e lei ha imparato ad apprezzarli e, anzi, a rispondere in maniera altrettanto esplicita, senza falsi moralismi.
“Ed io di essere inculata da te!”
Chiude l’applicazione ed a passo svelto raggiunge le altre che stanno già osservando i ragazzi, prima di cominciare la lezione di catechismo.
La ragazza mugola di piacere, sotto i colpi di lingua di lui. Le sue mani si intrufolano tra i suoi capelli ricci e corti.
“Mangiamela! È tua: fammi godere come non hai fatto mai finora.”
“Impossibile, piccola! Lo sai che tiri fuori il meglio di me fin dalla nostra prima volta.”
“Giuro: nessuno è stato capace di farmi godere come te, papà! Ti amo!”
“Ti amo anche io, piccola!”
Le si pone di sopra, attende che le braccia di lei si aggrappino al suo collo, aspetta che sia lei achiederlo.
“Dai, papà! Voglio sentirti dentro ancora, non fare soffrire la tua bambina.”
Le sorride, mentre, senza guidarlo, il suo cazzo bussa alla fica della figlia. Lei lo accoglie con un gemito, serrando le palpebre.
“Meraviglioso! Non smettere mai di scoparmi, papà, ti prego!”
“Vorrei poterlo fare ogni giorno, piccola: credo che tu sia il sogno di ogni uomo.”
“Ma io sogno solo il mio papà!”
“Anche se scopi con altri…”
“Vorrei vedere te: a 18 anni scopare una volta alla settimana. E poi, non vorrai mica dire che tu con mamma non scopi mai?”
“Fa parte dei miei doveri coniugali…”
“Allora smettila di fare il geloso e fai il tuo dovere di papà, rendendo felice tua figlia!”
Le loro labbra si cercano, si uniscono in un bacio frenetico e passionale, mentre il cazzo di lui continua a scivolare con un ritmo adagio nella sua fica. Sa che a lei piace così, almeno per i primi 20 minuti. Sa che poi vorrà sentirlo nel culo e sa che, alla fine, vorrà che il ritmo diventi sempre più veloce, brioso fino a svuotarsi i coglioni sulla sua pancia. Sa che raccoglierà la sborra con le dita e, fissandolo negli occhi, se la porterà alla bocca, sa che lo farà perché a lui piace così. Sa che il pompino non è la sua arte preferita e che non può chiedergliene un altro, dopo quello avuto nel primo rapporto. Si conoscono bene, da tempo, ormai. Ognuno sa bene come dare piacere all’altro e tutto quello che entrambi desiderano e rendere felici a vicenda. Sanno che, tra poche ore, dovranno tornare a fingere un normale rapporto padre/figlia, anche in quei momenti in cui vorrebbero saltarsi addosso e riscoprire il sesso dell’altro.
Seduto sulla sia KTM, il ragazzo maschera con difficoltà crescente la sua apatia, mentre gli altri continuano a parlare di discorsi vuoti. Ogni tanto fissa lo sguardo sulla sua ragazza, seduta sui gradini, cercando di capire cosa prova per lei. Innegabilmente, è una bella ragazza, con le curve giuste e due occho grandi ed espressivi. Non gli ha mai negato nulla, nel sesso, accettando anche di farsi scopare da lui ed i suoi amici. Eppure, lui non riesce a non pensare al messaggio che ha mandato a sua madre “Ho voglia di incularti!” ed alla risposta di lei: “Ed io di essere inculata da te!”. La loro storia incestuosa è cominciata da poco, senza alcun trauma, come fosse la naturale conclusione di quello che entrambi desidevano da tempo. Com’è stato bello la prima volta che le ha posato una mano sul culo, con la paura di una sua reazione violenta ed ancora più bello, invece, ricevere in cambio un sorriso che era un invito a continuare. Com’era stato bello la prima volta che il suo cazzo era sprofondato nella fica di lei, in quella camera di motel, dove lei era andata dicendo al marito di avere una riunione in parrocchia. Cercavano un momento d’intimità ovunque, felici di aver scoperto che il loro amore andava oltre gli schemi convenzionali, per sfociare nella reciproca scoperta dei loro corpi, di notare ogni giorno di più come il desiderarsi abbattesse le barriere dell’età e della società. Decise che, in qualche maniera, entro sera avrebbe realizzato il suo desiderio di incularla, mise in moto e si allontanò senza salutare.
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