Il viaggio 3
di
Marcolino63
genere
etero
Arrivati a Ferrara uscimmo dall’autostrada e prendemmo la superstrada per Comacchio dove Elisa conosceva un buon ristorante per farmi provare il capitone grigliato.
Il locale era a gestione familiare e lei, una volta entrati, mi presentò Lucia, una bionda trentenne appariscente figlia del proprietario, con la quale si appartò per alcuni minuti.
Ci sedemmo in un tavolo appartato ed Elisa mi raccontò che con Lucia erano amiche da sempre aggiungendo “mi sa che hai fatto colpo su di lei, soprattutto dopo che gli ho detto che sei anche ben dotato e che scopi bene”.
Il pranzo fu ottimo e, sebbene inzistii, Lucia non volle essere pagata, e mi salutò dicendo ironicamente “hai reso felice la mia amica” strizzando l’occhio.
Usciti dal locale, dopo aver visto la cittadina, disse “ti va di vedere un posto carino?”
“certo specialmente se un pò appartato”
“ho capito hai sempre in mente quella cosa lì..”
“credo che sei pronta e che la vuoi anche tu”
“sai ne ho parlato anche con Lucia e lei mi ha invogliato a farlo dicendomi che lo fa spesso e gli piace molto”.
L’eccitazione salì di colpo e prendemmo una strada secondaria che ci avrebbe portato verso il bosco di Mesola.
Durante il tragitto lei si mise di fianco ed alzandosi la gonna disse “l’ho messo prima di uscire dal ristorante” aggiungendo “così ti facilito il compito” mostrando il bottoncino rosso del dildo fra le sue splendide chiappe.
Dopo poco ad un bivio prendemmo una strada sterrata che si inoltrava in un boschetto senza nessuno.
Arrivati in uno spiazzo mi fece fermare dicendomi “a quest’ora non ci disturberà nessuno” invitandomi a girare intorno l’auto per andare dal suo lato dove seduta, con lo sportello aperto, si tolse la maglietta.
Nel percorso notai fra l’erba molti fazzolettini e qualche preservativo segno evidente di come veniva utilizzato il posto per poi dirgli “scommetto che non è la prima volta che ci vieni”. Appena mi avvicinai sorridendo mi sbottonò il pantalone dicendomi “fai il geloso” poi tirandolo fuori aggiunse “ora te lo preparo per bene”.
Non fu delicata come la volta precedente, ma lo prese subito tutto in bocca con lo scopo di insalivarlo per bene mentre io le massaggiavo le tette pizzicandogli i capezzoli per farla eccitare.
Poi si alzò in piedi e dopo essersi tolto il perizoma mi sussurrò nell’orecchio “promettimi che farai piano e se dirò basta ti fermerai” aggiungendo “stai per cogliere la mia verginità anale!”e dopo avermi baciato si mise in ginocchio sul sedile con le gambe leggermente aperte, sporgendo il culetto verso di me.
Lo spettacolo che vidi rimase scolpito nei miei ricordi fino ad oggi e dopo essermi velocemente spogliato presi il tubetto della vaselina dal cruscotto e mi accovacciai dietro di lei iniziando a massaggiargli le natiche divaricandogliele energicamente e provocando l’apertura anche delle labbra della fica che bagnate e carnose spiccavano dai folti riccioli neri della vulva tornando a respirare il suo intenso odore.
Il bottoncino rosso del dildo, che gli nascondeva il buchino, spiccava fra le sue splendide e vellutate natiche e prendendolo dall’impugnatura iniziai dolcemente a tirarlo fuori guardando il suo sfintere allargarsi per poi rimanere per qualche secondo aperto dopo averlo tolto.
Cosparsi il dildo di un abbondante strato di vaselina per poi rimetterlo dentro ripetendo l’azione più volte fino a quando rilassandosi, il suo ano restò leggermente aperto a lungo ed infilandoci il beccuccio del tubetto gli versai una buona quantità nel suo interno.
Mentre mi cospargevo anche il mio uccello di vaselina gli feci l’ultima raccomandazione “se inizi a sentire dolore apriti bene le chiappe con entrambe le mani e vedrai che si calmerà”.
Ero eccitatissimo nel vedere il suo buchino una volta appena visibile ora dilatato e lubrificato pronto per essere deflorato.
La presi saldamente per i fianchi ed appoggiai la mia cappella fra le natiche strofinandola fino a trovare l’apertura, iniziando ad inserirla pian piano nel suo interno. Appena tentai di andare più a fondo sentii un lamento e vidi le sue mani aprire energicamente le sue chiappe, segno che iniziava a provare dolore.
Mi fermai subito fino a che sentii il suo sfintere tornare a rilassarsi, poi lo tirai fuori ed aggiungendo altra vaselina ripetei l’operazione arrivando ad inserirne, senza segni di sofferenza, più della metà del mio uccello.
Dopo un altro stop, dove ripetei l’operazione, fu lei stessa con un colpo secco a farselo entrare completamente emettendo un lamento e stringendolo con forza.
Rimase immobile e dopo un pò iniziai a muoverlo lentamente tirandolo leggermente fuori per poi riaffondarlo.
Dopo un pò tornò a rilassarsi e gemendo di piacere cominciò a muoversi facendolo entrare sempre più in profondità, dimenando il culetto e supplicandomi di non fermarmi.
Ero abbastanza esperto del sesso anale e sapevo come tentare di fargli raggiungere l’orgasmo, così feci scivolare la mano fino a raggiungere la sua fichetta superbagnata iniziando a strofinarla energicamente concentrandomi sul clitoride.
La sentii scatenarsi a lungo per poi bloccarsi di colpo in un forte orgasmo, iniziando a sentire il suo ano stringere ritmicamante il mio uccello e sentendo uno schizzo colpirmi le gambe e sentendola gridare “ancora...ancora!”
Persi ogni inibizione e tenendola per i fianchi iniziai a dargli degli affondi poderosi, mentre gli venivo ripetitivamente dentro, fino a che esausto mi accasciai sopra di lei cercando di baciarla.
Quando lo tirai fuori era ancora duro tanto da lasciargli l’ano arrossato e spalancato dal quale spinse fuori un notevole quantitativo di sborra ancora densa e bianca che formò molte chiazze bianche sul terreno sabbioso.
Esausti e senza rivestirci ci sdraiammo sui sedili abbassati iniziando a coccolarci commentando positivamente l’accaduto, rimpiangendo di essere entrambi impegnati sentimentalmente.
Lei disse di non aver avuto mai un orgasmo così intenso durante il quale aveva squirtato un paio di volte, cosa che non credeva che potesse mai succedergli.
Poi sommessamente aggiunse “adesso mi brucia un pò...” e sorridendo “chissà quando potrò fare la cacca senza problemi” gli risposi che anche per me era stato molto intenso scusandomi per la veemenza e di non avergli chiesto il permesso di venirgli dentro.... e lei “ed io di squirtarti addosso!” scoppiando entrambi a ridere.
Era oramai l’ora di separarci e tristemente l’accompagnai a casa salutandoci e ripromettendoci di rivederci, per poi proseguire in solitudine il mio viaggio.
In verità il seguito ci fu e coinvolse anche la sua amica Lucia, ma questa è un’altra storia che non sò se racconterò.
Sottolineando la mia consapevolezza di essere ben lontano dal considerarmi uno scrittore di racconti, sarebbero graditi commenti e anche critiche da parte di lettrici alla solita email sanimarco961@gmail.com
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