Se questa è una nonna! 3 - Fare l'amore la prima volta proprio con lei.

di
genere
incesti

Con i miei amici, avevamo sempre parlato di sesso e come tutti i ragazzi, ci facevamo anche le seghe in gruppo.

Ne parlavamo e ci masturbavamo senza avere però le idee chiare sull'argomento.

Tra noi, solo il ragazzo più grande ed intraprendente aveva avuto qualche esperienza diretta di cui si vantava senza mai però, fornire i dettagli credibili.

Naturalmente, della teoria sapevamo tutto 'I baci con la lingua - la scopata-il pompino- il sesso anale ma poco più delle nostre fantasticherie.

Vedere dunque mia nonna che, dopo la mia sborrata in bocca, aveva ingoiato tutto e poi, mentre la guardavo ancora ansimante e con gli occhi stupiti, aveva preso a strizzarmi il cazzo per estrarne le ultime gocce per poi leccarsi la mano bagnata e ripulirmi con la lingua da ogni traccia di sperma, mi aveva davvero sconvolto.

Mai, avrei potuto immaginare che si potesse ingoiare quella crema biancastra e dal disgustoso odore pungente che noi ragazzi lasciavamo cadere a terra e nel lavandino quando ci masturbavamo a casa o nei cessi della scuola.

Mia nonna invece, senza mai distogliere lo sguardo dai miei occhi, alla fine della 'Pulizia' si leccava le labbra con aria soddisfatta.

-Ti è piaciuto Gigi?

Scommetto che non sapevi esattamente come funziona un pompino...ora lo sai!-

-Dio se mi è piaciuto nonna, mentre me lo succhiavi mi pareva di morire e poi....-

-E poi cosa Gigi?-

-E poi, scoprire che anziché sputare hai ingoiato tutto e vederti poi ripulirmi tutto con la lingua, mi ha sconvolto e riempito di orgoglio per averti dato quello che cercavi.-

-Bravo, hai capito proprio tutto!

Io a differenza di certe donne che lo fanno malvolentieri e un po' schifate, quando faccio un pompino voglio che il mio maschio ne tragga il massimo godimento e solo così, ne provo piacere anch'io e mi eccito per essere pronta al seguito.-

-Seguito? Che seguito nonna?-

Avevo chiesto curioso per ciò che mi aspettava.

A quel punto mia nonna si era alzata e prendendomi la mano e se l'era passata tra le cosce che avevo trovato completamente bagnate.

-Gigi, scommetto che è la prima volta che metti la mano sulla fica di una donna!

Ti assicuro però, che non è sempre così!

Di solito bisogna lavorarci un po' di mano o di fantasia perché si bagni coi propri umori oppure, bisogna essere molto eccitate come in questo caso in cui l'aver fatto godere il mio nipotino con la bocca ed averne gustato la crema del suo piacere, ha fatto arrapare anche me come una bestia.

Adesso vorrei baciarti in bocca ma è troppo presto per una esperienza così, voglio invece che tu mi ricambi il piacere che ti ho dato, voglio che tu mi lecchi la fica sino a farmi godere.

Qui è scomodo per farlo come piace a me, vieni, andiamo sul mio letto.-

Giunti in camera, si era sdraiata subito sul letto senza spogliarsi ma semplicemente sollevando sino alla pancia la gonna ed alzando le gambe appoggiate sui talloni, le aveva allargate per offrirmi la vista della sua incredibile fica.

Era la prima volta che ne vedevo una dal vivo ed era davvero impressionante vedere il monte di venere così liscio col grilletto turgido sulle grandi labbra dischiuse ed in fondo, aperte e rosse come una ferita, le piccole labbra roride di umori: "Lecca! Leccamela Gigi e fammi godere!"

Naturalmente, a quell'invito così eccitante, a causa della mia inesperienza, non sapevo come reagire ed è stata lei stessa, che afferrandomi la testa da dietro la nuca, mi aveva tirato tra le cosce stringendomi contemporaneamente come in una morsa con le gambe.

Il seguito era avvenuto seguendo le sue istruzioni che mi avevano guidato secondo dopo secondo facendomi scoprire i punti più sensibili ed i modi in cui mordere, leccare, succhiare ed accarezzare sino a farla esplodere in un devastante orgasmo i cui spruzzi, mi avevano annaffiato il viso, i capelli e la maglietta che avevo ancora indosso.

-Sei stato bravissimo Gigi, mi hai fatta godere come una vera femmina, bravo!

Ma ora Gigi, voglio di più da te.

Voglio che tu mi lecchi, ripulisca e gusti i miei umori trascinandomi verso piaceri meno convulsi e lunghi, più dolci sino a farmi sciogliere in modo languido e senza fine.-

Dio che goduria sapere che con la mia lingua e le mie carezze, stavo regalando a mia nonna, le chiavi del paradiso.

Dio che meraviglia, quando mia nonna, abbracciandomi e stringendomi a se, mi tempestava di carezze e di baci.

A tavola, sembravamo due fidanzatini in una intima cena a lume di candela in cui le mani continuavano a cercarsi con amore, bramosia e desiderio.

A letto eravamo entrambi completamente nudi e lei, dopo avermelo succhiato per farlo diventare duro come marmo, si era girata assumendo, stesa su di me, la postura del 69.

Lei era venuta due volte sulla mia bocca stando attenta (Che abilità! Che esperienza!) a darmi piacere evitando però di farmi raggiungere l'orgasmo.

Quella situazione, come mi aveva detto in precedenza, evitava di farmi scaricare ed al tempo stesso, diluiva il mio piacere in un'eccitazione parossistica.

Poi, scivolando leggera sul mio corpo, si era girata e distesa su di me, mi regalava il contatto della sua fica calda col mio cazzo durissimo, la spinta dei suoi capezzoli turgidi sul mio petto e le sue labbra sulle mie in un intreccio di lingue che da sole valevano una notte di passione.

Poi si era sollevata e posizionandosi, col busto ben eretto la sua fica a contatto col mio membro, si era lasciata calare sino all'urto del mio glande col suo utero e le mie palle col suo culo.

In quella postura, aveva cominciato a roteare piano il suo bacino facendomi sentire incredibilmente potente dentro di lei che, con le mani mi strizzava dolorosamente i capezzoli confondendomi la mente ed aumentando la mia libidine in un mix di piacere e dolore.

Poi mi si era abbassata ancora addosso schiacciando i gonfi seni sul mio torace mentre la sua bocca si stampava ancora sulla mia simulando con la rotazione e l'intreccio delle lingue, la danza del mio cazzo nel suo corpo.

Infine, con uno scatto felino, si era sollevata e tenendomi le mani appoggiate alle mie spalle, aveva cominciato a cavalcarmi come un'amazzone con i seni scossi al ritmo della sua monta, la bocca dischiusa ed ansimante, i capelli lanciati al vento sino a che, in un impressionante grido : "Vengo.. vengo.. vieni anche tu Gigi.. vieni.. vieni.. sborra.. sborra.. infiammami l'utero.. mettimi incinta dioooo... godo... godooooo."

La mia sborrata pareva non voler avere mai fine dentro quel corpo così caldo ed accogliete e col tono roco del mio orgasmo, avevo accompagnato i fremiti del suo corpo ed i gemiti del suo piacere e dell'impossibile desiderio di essere ingravidata dal mio seme.

segue
scritto il
2025-11-23
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