Il circo

di
genere
orge

Petra si sentiva un pesce fuor d'acqua, ma allo stesso tempo elettrizzata. Invitata come madrina d'onore per l'inaugurazione del "Circo dei Sogni Proibiti" uno spettacolo circense riservato ad un pubblico di soli adulti, un nuovo modo di fare circo che prometteva di spingere i limiti dell'intrattenimento, era seduta in un posto d'onore. L'aria era densa di odore di popcorn, segatura e una sottile, eccitante aura di trasgressione. Il tendone era un tripudio di colori sgargianti, ma gli occhi di tutti, prima o poi, si posavano su di lei, vestita con un elegante abito da sera rosso scarlatto che spiccava come il sangue sul velluto nero delle poltrone.

Lo spettacolo iniziò con acrobati volanti e domatori di fiere, ma fu l'arrivo dei clown a catturare completamente l'attenzione di Petra. Erano tre, con il viso dipinto di bianco, enormi rossetti sorridenti e occhi neri e vuoti come pozze. I loro movimenti erano goffi e comici, ma c'era qualcosa di innaturale, di predatorio nel modo in cui la fissavano dal centro dell'arena. Dopo una serie di scherzi con acqua e torte in faccia, il capo clown, quello con un parrucca verde shocking, si avvicinò al bordo del palco e, con una voce gutturale e distorta, la invitò a scendere.

"SIGNORE E SIGNORI, LA NOSTRA MADRINA D'ONORE! VENGA A CONDIVIDERE CON NOI IL GIOCO!"

Petra esitò, ma un'ondata di applausi e l'incoraggiamento del pubblico la spinsero ad alzarsi. Scendendo i gradini che portavano all'arena di sabbia, sentì l'abbraccio caldo dei riflettori. Appena fu in mezzo a loro, l'atmosfera cambiò. Le risate dei clown divennero più basse, più cavernose. Le loro mani, che prima erano state buffe e goffe, ora la afferravano con una presa salda e sicura. Il clown con la parrucca verde le si avvicinò da dietro, il suo respiro caldo e umido sul suo collo.

"Sei così... bella," sussurrò, la sua voce non più una maschera comica. Le sue mani iniziarono a vagare sul suo corpo, seguendo le curve del suo abito. Petra si irrigidì, un misto di paura e un brivido inaspettato le percorse la schiena. Gli altri due clown la circondarono, bloccandola ogni via di fuga. Le loro risate si placarono, sostituite da un respiro affannoso. Iniziarono a palparla, le loro mani grasse e ruvide che le sollevavano la gonna, che le stringevano i seni, che le scivolavano tra le gambe. La paura di Petra si stava trasformando in un'eccitazione tremenda, un desiderio oscuro che non sapeva di possedere. Vide che i loro pantaloni a pois si gonfiavano, promettendo qualcosa di grosso e duro.

Senza alcuna cerimonia, i tre clown si aprirono i pantaloni, tirando fuori i loro cazzi. Erano palesemente eccitati, duri e pulsanti, le loro teste violacee già lucide di pre-eiaculazione. Iniziarono a masturbarsi di fronte a lei, i loro occhi fissi sul suo corpo, mentre continuavano a toccarla con le loro libere. Petra era immobile, ipnotizzata.
Uno dei clown le afferrò la mano e la portò al suo cazzo caldo e rigido. Lei lo strinse, sentendolo pulsare nel palmo. Quasi contemporaneamente, i tre gemettero e, senza nemmeno toccarla, iniziarono a sborrare. Getti densi e caldi di sperma le colpirono l'abito, le gambe, il viso. Era umiliante e incredibilmente eccitante. Si sentivano come animali che marcavano il territorio, e lei era il territorio.

Mentre i clown, esauriti, si allontanavano ridendo sommessamente, il sipario si aprì su una nuova scena. Dall'ingresso principale dell'arena arrivarono i giocolieri. Erano alti, incredibilmente muscolosi, con la pelle abbronzata e lustrata dal sudore. Indossavano solo dei perizoma di pelle che a malapena contenevano i loro corpi possenti. Dietro di loro, un gruppo di nani dall'aspetto lascivo, con i loro occhi brillanti di avidità.

"La festa è appena iniziata, madrina," disse il capo dei giocolieri, un uomo con i capelli neri e una barba da pirata. La sua voce era un ruggito basso e sensuale. Senza perdere tempo, la sollevò come se non pesasse nulla e la gettò su un materasso che era apparso dal nulla al centro dell'arena. Le strapparono via l'abito ormai rovinato, lasciandola nuda e tremente sotto i riflettori e gli occhi di centinaia di persone.

Il primo ad entrare in lei fu il capo giocoliere. La sua penetrazione fu brutale e immediata. Le aprì le gambe e la inondò con il suo cazzo enorme, facendola urlare per il dolore e il piacere che la trafiggevano. Lo sentì fino nello stomaco, ogni colpo profondo che la faceva tremare. Mentre lui la scopava con una forza primordiale, un altro giocoliere si inginocchiò vicino alla sua testa, le aprì la bocca e la riempì con il suo cazzo, costringendola a succhiare. Petra era intrappolata in un vortice di carne, un oggetto del loro desiderio. Sentiva le loro mani muscolose che le stringevano i seni, che le leccavano i capezzoli, che le schiaffeggiavano i glutei.

Poi arrivarono i nani. Erano veloci e agili come scimmie. Uno di loro si infilò sotto di lei, mentre un giocoliere la teneva sollevata, e la penetrò nel culo con un cazzo sorprendentemente grosso e duro. Petra urlò soffocata, un orgasmo potentissimo la scosse mentre veniva riempita da entrambe le estremità. Un altro nano le montò sul petto, leccandole i seni e mordicchiandole i capezzoli, mentre un terzo le metteva le dita in bocca, facendole leccare il suo sapore. Era una sborra umana, un'orgia di corpi, sudore e sperma. Ogni giocoliere la prese, la girò, la piegò in ogni posizione immaginabile, scopandola la figa, il culo e la bocca senza sosta. Le sborrate erano innumerevoli: sentiva il caldo sperma le riempire la vagina, le colare lungo le cosce, le inondare il viso e i capelli. Lei stessa ebbe orgasmi multipli, così intensi da farle perdere la cognizione del tempo e dello spazio, un'onda dopo l'altra di puro piacere animale che la lasciava tremante e inerme.

L'umiliazione finale arrivò quando, esausta e ricoperta di fluidi, uno dei giocolieri la sollevò tenendola per i capelli. "La nostra regina ha sete," annunciò al pubblico. E poi, davanti a tutti, iniziò a pisciarle addosso. Il getto caldo e umido le colpì il petto, scendendo lungo lo stomaco e le gambe. Non era solo umiliazione, era un atto di totale dominazione, e Petra, in un ultimo, folle slancio di abbandono, si mise a ridere, un isterico, liberatorio suono di piacere puro. Anche gli altri la seguirono, pisciandole addosso finché non fu completamente inzuppata, il suo corpo che tremava non più solo per l'eccitazione, ma per il freddo e lo sfinimento totale.

Quando l'ultimo uomo si allontanò, Petra crollò sul materasso, un cumulo di membra contuse, ricoperta di sperma, urina e sudore. Le luci del circo si abbassarono, lasciandola in un alone di luce solitaria. Non riusciva a muoversi, a pensare, a parlare. Era stata usata, umiliata, distrutta e portata a vette di piacere che non aveva mai immaginato. Mentre la coscienza le sfumava via, l'ultima cosa che vide fu il sorriso dipinto di un clown che la fissava dall'ombra, un sorriso che ora non sembrava più affatto comico, ma infinitamente saggio e complice. Il collasso fu dolce, un'ombra ristoratrice che la avvolse dopo la tempesta.
scritto il
2025-11-17
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