La visita - cap.4
di
Petulka
genere
orge
Capitolo 4: Laboratorio Segreto – Operazione Ovarium
Petra uscì dal *Palais des Congrès* con il vestito incollato alla pelle dallo sperma ovarico, le cosce tremanti per gli orgasmi accumulati. Non fece in tempo a chiamare la limousine che due SUV neri la circondarono. Uomini in tenuta tattica le strapparono il sacchetto dalla testa, rivelando un volto coperto da un passamontagna con la scritta *«OVARIUM-001»*. «Petra, sei *nostro*», sibilò uno, iniettandole un sedativo nel collo prima che potesse gridare.
Si svegliò nuda su un lettino d’acciaio, le gambe bloccate in staffe regolabili, i seni esposti a telecamere termiche. Sopra di lei, il colonnello—volto segnato da cicatrici di guerra—si slacciò i pantaloni, liberando un cazzo spesso come un caricatore, con vene pulsanti che sembravano mappe topografiche. «Il tuo corpo è un’arma», ringhiò, affondando il glande oltre la cervice. Petra urlò quando il cazzo toccò le ovaie, un getto di sperma ovarico schizzando sul soffitto. «Registra la pressione interna», ordinò a un tecnico, mentre pompava con colpi lenti ma devastanti, spingendo fino a sentire le tube contrarsi intorno al membro.
Petra perse il controllo al terzo colpo: le ovaie pulsarono come cuori gemelli, un orgasmo violento la fece inarcare, le cosce serrate in spasmi incontrollabili. Un altro getto di sperma ovarico schizzò fuori, colpendo il colonnello in faccia. «Cazzo, è *ipersensibile*!», esclamò lui, aumentando il ritmo fino a farla svenire per la prima volta.
Al risveglio, erano già entrati gli ufficiali.
Il primo le strinse i capezzoli con pinze emostatiche, infilandole un *dildo telescopico* nella fica. «Le tue tube si dilatano come un *condotto tattico*», sibilò, allungando la sonda fino a farla uscire dalla bocca di Petra. Lei urlò quando la vibrazione a 150 Hz colpì le ovaie, un orgasmo che le fece perdere il controllo della vescica—urina e sperma ovarico inondarono il lettino. Il secondo le bloccò la testa tra le cosce, scopandole la gola con colpi brevi e violenti, mentre il terzo le penetrava il culo con un dildo a forma di *mina Claymore*, freddo e liscio, spingendo fino a farla gridare di dolore e piacere. Il quarto le applicò elettrodi al clitoride, aumentando la potenza fino a farla inarcare come un arco. «Ogni spasmo produce 200 ml di sperma ovarico», annunciò un tecnico, raccogliendo il fluido con una siringa.
Petra svenne di nuovo quando il dildo telescopico raggiunse le ovaie, un orgasmo così intenso da farle vedere le stelle.
«Fase due: *massima saturazione*», ruggì il colonnello. La porta blindata si aprì, e **60 soldati** irruppero nella stanza, i volti segnati dalla fame sessuale dopo sei mesi di caserma.
I primi dieci la circondarono con una precisione militare. Due uomini le bloccarono le cosce, guidando un cazzo nella fica e un altro nel culo *simultaneamente*. «Respira, puttana, o ti *faccio esplodere*», ringhiò uno, spingendo fino a sentire le ovaie battere contro il glande. Petra urlò quando entrambi i cazzi vennero all’unisono, lo sperma caldo che colava fuori mescolato allo sperma ovarico. Un orgasmo la travolse—le gambe si contorsero, i muscoli interni si contrassero in spasmi convulsi, e un getto di sperma ovarico schizzò fino al soffitto. Prima di svenire, sentì altri due soldati sostituire i compagni, infilandole *due cazzi nella fica* e uno nel culo.
Al risveglio, era girata a pecorina, i seni strizzati tra le staffe del lettino. Un soldato le penetrava le tube con un cazzo sottile ma lunghissimo, spingendo fino a farle rigurgitare sperma ovarico. Un altro le sborrò nel culo, il calore che la fece venire di nuovo—un orgasmo così violento da farle perdere il controllo dell’intestino. «Guardate! Sta *squirtando dal retto*!», urlò un tecnico, mentre Petra svenne per la terza volta, il corpo inarcato in un ultimo spasmo.
Quando riprese conoscenza, le staffe del lettino erano state regolate per esporre il clitoride a un vibratore a ultrasuoni. «Questa è *stimolazione d’urto*», sibilò un carrista, attivando il dispositivo a 300 Hz. Petra urlò quando le onde sonore colpirono le ovaie, un orgasmo dopo l’altro la travolsero—il corpo sobbalzava come sotto scariche elettriche, le dita artigliavano l’acciaio del lettino. Un soldato le infilò due dita nella bocca, costringendola a succhiare mentre un altro le scopava le tube con un dildo robotico. «Bevi il tuo sperma, troia», ringhiò, mentre il fluido lattiginoso colava dalle labbra di Petra.
Gli ultimi venti la immobilizzarono a pecorina, infilandole *tre cazzi contemporaneamente*: due nella fica, uno nel culo. «Le tue tube reggono come *cavi d’acciaio*!» urlò un soldato, afferrandole i fianchi mentre pompava con furia. Petra perse il conto degli orgasmi—ogni spinta era un fulmine che la faceva contorcere, le ovaie che pulsavano in sincronia con i colpi. Quando uno dei due cazzi nella fica venne—riempiendola fino a farla rigurgitare—l’altro accelerò, spingendo fino a toccare le ovaie con la punta del glande. Il terzo, nel culo, usò un dildo vibrante, strappandole urla che fecero vibrare le telecamere.
Alla fine, Petra non svenne: *collassò*. Il corpo cedette come un ponte sotto bombardamento, le membra inerti, il respiro ridotto a rantoli. Sul collo, un tatuaggio appena fatto: *«PROPRIETÀ DEL DIPARTIMENTO DELLA DIFESA – CODICE OVARIUM-001»*.
Sul telefono del colonnello lampeggiava un messaggio: *«Confermato: Petra è la prima unità con capacità di produzione ovarica illimitata. Prossimo test: impianto di chip per orgasmi controllati a distanza.»*
Petra, semi-cosciente, sorrise tra sé. *Le ovaie erano solo l’inizio*, pensò, mentre l’aereo militare decollava. *E questa volta, avrebbero usato i droni per colpirla dove nessun uomo era mai arrivato.*
Petra uscì dal *Palais des Congrès* con il vestito incollato alla pelle dallo sperma ovarico, le cosce tremanti per gli orgasmi accumulati. Non fece in tempo a chiamare la limousine che due SUV neri la circondarono. Uomini in tenuta tattica le strapparono il sacchetto dalla testa, rivelando un volto coperto da un passamontagna con la scritta *«OVARIUM-001»*. «Petra, sei *nostro*», sibilò uno, iniettandole un sedativo nel collo prima che potesse gridare.
Si svegliò nuda su un lettino d’acciaio, le gambe bloccate in staffe regolabili, i seni esposti a telecamere termiche. Sopra di lei, il colonnello—volto segnato da cicatrici di guerra—si slacciò i pantaloni, liberando un cazzo spesso come un caricatore, con vene pulsanti che sembravano mappe topografiche. «Il tuo corpo è un’arma», ringhiò, affondando il glande oltre la cervice. Petra urlò quando il cazzo toccò le ovaie, un getto di sperma ovarico schizzando sul soffitto. «Registra la pressione interna», ordinò a un tecnico, mentre pompava con colpi lenti ma devastanti, spingendo fino a sentire le tube contrarsi intorno al membro.
Petra perse il controllo al terzo colpo: le ovaie pulsarono come cuori gemelli, un orgasmo violento la fece inarcare, le cosce serrate in spasmi incontrollabili. Un altro getto di sperma ovarico schizzò fuori, colpendo il colonnello in faccia. «Cazzo, è *ipersensibile*!», esclamò lui, aumentando il ritmo fino a farla svenire per la prima volta.
Al risveglio, erano già entrati gli ufficiali.
Il primo le strinse i capezzoli con pinze emostatiche, infilandole un *dildo telescopico* nella fica. «Le tue tube si dilatano come un *condotto tattico*», sibilò, allungando la sonda fino a farla uscire dalla bocca di Petra. Lei urlò quando la vibrazione a 150 Hz colpì le ovaie, un orgasmo che le fece perdere il controllo della vescica—urina e sperma ovarico inondarono il lettino. Il secondo le bloccò la testa tra le cosce, scopandole la gola con colpi brevi e violenti, mentre il terzo le penetrava il culo con un dildo a forma di *mina Claymore*, freddo e liscio, spingendo fino a farla gridare di dolore e piacere. Il quarto le applicò elettrodi al clitoride, aumentando la potenza fino a farla inarcare come un arco. «Ogni spasmo produce 200 ml di sperma ovarico», annunciò un tecnico, raccogliendo il fluido con una siringa.
Petra svenne di nuovo quando il dildo telescopico raggiunse le ovaie, un orgasmo così intenso da farle vedere le stelle.
«Fase due: *massima saturazione*», ruggì il colonnello. La porta blindata si aprì, e **60 soldati** irruppero nella stanza, i volti segnati dalla fame sessuale dopo sei mesi di caserma.
I primi dieci la circondarono con una precisione militare. Due uomini le bloccarono le cosce, guidando un cazzo nella fica e un altro nel culo *simultaneamente*. «Respira, puttana, o ti *faccio esplodere*», ringhiò uno, spingendo fino a sentire le ovaie battere contro il glande. Petra urlò quando entrambi i cazzi vennero all’unisono, lo sperma caldo che colava fuori mescolato allo sperma ovarico. Un orgasmo la travolse—le gambe si contorsero, i muscoli interni si contrassero in spasmi convulsi, e un getto di sperma ovarico schizzò fino al soffitto. Prima di svenire, sentì altri due soldati sostituire i compagni, infilandole *due cazzi nella fica* e uno nel culo.
Al risveglio, era girata a pecorina, i seni strizzati tra le staffe del lettino. Un soldato le penetrava le tube con un cazzo sottile ma lunghissimo, spingendo fino a farle rigurgitare sperma ovarico. Un altro le sborrò nel culo, il calore che la fece venire di nuovo—un orgasmo così violento da farle perdere il controllo dell’intestino. «Guardate! Sta *squirtando dal retto*!», urlò un tecnico, mentre Petra svenne per la terza volta, il corpo inarcato in un ultimo spasmo.
Quando riprese conoscenza, le staffe del lettino erano state regolate per esporre il clitoride a un vibratore a ultrasuoni. «Questa è *stimolazione d’urto*», sibilò un carrista, attivando il dispositivo a 300 Hz. Petra urlò quando le onde sonore colpirono le ovaie, un orgasmo dopo l’altro la travolsero—il corpo sobbalzava come sotto scariche elettriche, le dita artigliavano l’acciaio del lettino. Un soldato le infilò due dita nella bocca, costringendola a succhiare mentre un altro le scopava le tube con un dildo robotico. «Bevi il tuo sperma, troia», ringhiò, mentre il fluido lattiginoso colava dalle labbra di Petra.
Gli ultimi venti la immobilizzarono a pecorina, infilandole *tre cazzi contemporaneamente*: due nella fica, uno nel culo. «Le tue tube reggono come *cavi d’acciaio*!» urlò un soldato, afferrandole i fianchi mentre pompava con furia. Petra perse il conto degli orgasmi—ogni spinta era un fulmine che la faceva contorcere, le ovaie che pulsavano in sincronia con i colpi. Quando uno dei due cazzi nella fica venne—riempiendola fino a farla rigurgitare—l’altro accelerò, spingendo fino a toccare le ovaie con la punta del glande. Il terzo, nel culo, usò un dildo vibrante, strappandole urla che fecero vibrare le telecamere.
Alla fine, Petra non svenne: *collassò*. Il corpo cedette come un ponte sotto bombardamento, le membra inerti, il respiro ridotto a rantoli. Sul collo, un tatuaggio appena fatto: *«PROPRIETÀ DEL DIPARTIMENTO DELLA DIFESA – CODICE OVARIUM-001»*.
Sul telefono del colonnello lampeggiava un messaggio: *«Confermato: Petra è la prima unità con capacità di produzione ovarica illimitata. Prossimo test: impianto di chip per orgasmi controllati a distanza.»*
Petra, semi-cosciente, sorrise tra sé. *Le ovaie erano solo l’inizio*, pensò, mentre l’aereo militare decollava. *E questa volta, avrebbero usato i droni per colpirla dove nessun uomo era mai arrivato.*
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