La visita - cap.3

di
genere
orge

**Capitolo 3: Il Congresso Mondiale del Desiderio**

Petra si sistemò il tubino nero davanti allo specchio dell’albergo, le dita tremanti mentre aggiustava il filo di perle false intorno al collo. Quella mattina, una mail urgente l’aveva convocata al *Congresso Internazionale di Ginecologia Avanzata* a Montecarlo: «La sua condizione è unica al mondo. Partecipi come caso studio in diretta streaming per 50.000 specialisti». Non aveva esitato. Ora, con le cosce umide e il cuore accelerato, salì sulla limousine che l’attendeva, diretta al *Palais des Congrès*, una reggia di vetro e acciaio affacciata sul Mediterraneo.

All’ingresso, fu accolta dal Dottor Rossi, impeccabile in smoking bianco, e da un team rinnovato: un ginecologo giapponese con mani minuscole ma letali, un chirurgo brasiliano dal fisico da pornostar, una sessuologa francese con labbra carnose e un paio di occhiali da vista appannati dal desiderio. «Sei pronta a diventare *leggenda*, Petra?» sussurrò il Dottor Rossi, guidandola verso una sala blindata al piano superiore.

La stanza era un teatro futuristico: al centro, un lettino ginecologico regolabile con staffe dorate, circondato da schermi 8K che trasmettevano in tempo reale a ospedali di Tokyo, New York e Dubai. Sul palco, un podio con microfoni e un display gigante mostrava la scritta *«Caso 001: Ipertrofia Tubarica con Secrezione Ovarica Anomala»*. Petra salì sul lettino, le gambe che tremavano non per la paura, ma per l’attesa. Il pubblico online superava già i 200.000 spettatori—tra cui primari, ricercatori e pornostar curiosi.

«Signore e signori», esordì il Dottor Rossi, la voce amplificata dagli altoparlanti, «oggi vi mostreremo qualcosa che sfida ogni manuale medico.» Con un gesto teatrale, fece scivolare il tubino di Petra fino a terra, esponendo il suo corpo perfetto. «Osservate la cervice della paziente: non solo aperta, ma *pronta per l’esplorazione*.» Estrasse una sonda endoscopica high-tech, lunga 30 cm, con una telecamera 4K all’estremità e una vibrazione regolabile. «Questa arriverà *dove nessuno è mai arrivato prima*… fino alle ovaie.»

La sonda, lubrificata con gel al mentolo, scivolò dentro di lei con una facilità sconvolgente. Petra gemette quando la punta vibrante superò la cervice, illuminando le tube dilatate sullo schermo principale. «Guardate!» esclamò il ginecologo giapponese, indicando le immagini. «Le tube sono *trasparenti*, come se aspettassero l’intrusione.» La telecamera zoomò sulle ovaie, due sfere pulsanti avvolte in una rete di vene bluastre. «E ora… la *magia*», aggiunse la sessuologa francese, attivando la vibrazione al massimo.

Petra urlò quando la sonda toccò le ovaie. Un getto denso e lattiginoso schizzò fuori dalla sua fica, colpendo lo schermo principale. «Squirt ovarico in diretta!» gridò il chirurgo brasiliano, mentre i commenti online esplodevano: *«WTF! È reale?!»*, *«Voglio questa paziente nel mio ospedale!»*. Il Dottor Rossi raccolse il fluido con una provetta, mostrandolo alla telecamera. «Questo non è sperma comune. È un *ibrido* di ormoni e cellule germinali. Una rarità che potrebbe rivoluzionare la fecondazione assistita.»

Ma il controllo stava sfumando. Un medico in prima fila—un giovane specializzando spagnolo con occhi da folle—si alzò in piedi, slacciandosi i pantaloni. «Non resisto più!» urlò, precipitandosi verso il lettino. Prima che il Dottor Rossi potesse fermarlo, infilò due dita nella fica di Petra, spingendo *oltre* la sonda. «Cazzo, è vuota qui dentro! Le tube sono *vuote*!», gridò, mentre Petra inarcava la schiena, travolta da un orgasmo.

Fu il segnale. Dal pubblico, una decina di medici si lanciarono in avanti, strappandosi i camici. Il ginecologo giapponese le bloccò le caviglie, guidando il cazzo sottile ma lunghissimo nella fica già dilatata. «Le tube accolgono il mio cazzo come fosse una *via naturale*», gemette, affondando fino a sentire le ovaie contrarsi intorno al glande. Il chirurgo brasiliano le prese il culo, lubrificandolo con il gel dell’ecografia prima di penetrarla con un colpo secco. «Questo buco è *mio*, troia», ringhiò, spingendo fino a toccare l’intestino tenue.

La sessuologa francese non stette a guardare: strappò la sonda dalla fica di Petra e la sostituì con il suo vibratore a forma di serpente, infilandolo *dove nessuna donna era mai stata*. «Ora ti faccio *venire con le ovaie*», sibilò, attivando le vibrazioni. Petra urlò quando il vibratore toccò le ovaie, un secondo getto di fluido lattiginoso inondando il lettino.

«Guardate online!» esclamò qualcuno. Sullo schermo principale, i commenti esplodevano: *«Sta producendo sperma a ritmo continuo!»*, *«Voglio assaggiarlo!»*. Un ricercatore indiano, collegato da Mumbai, chiamò il Dottor Rossi: «Dottore, posso *partecipare*? Ho un drone medico qui con me». Prima che rispondesse, un ronzio riempì la stanza: un drone telecomandato entrò dalla finestra, trasportando un dildo di titanio. «Benvenuto, dottor Patel!», rise il Dottor Rossi, guidando il drone verso la fica di Petra. Il dildo si infilò nelle tube, vibrando a 50 Hz, mentre Petra perdeva il controllo—urina, sperma ovarico e orgasmi si mescolavano in un fiume caldo.

Nel caos, la sessuologa francese le strappò il camice, esponendo i seni. «Succhiami i capezzoli, puttana», ordinò, inginocchiandosi sul suo viso. Petra obbedì, leccando la fica rasata della donna mentre il ginecologo giapponese le sborrava nelle tube, il fluido caldo che colava fuori insieme allo sperma ovarico. Il chirurgo brasiliano, non da meno, le puntò il cazzo in bocca: «Ingoia tutto, troia. Questo è *sapere medico*».

A un tratto, il display principale mostrò un messaggio: *«20.000 nuovi spettatori da Pornhub Live. Richiesta di accesso VIP per toccare la paziente»*. Il Dottor Rossi sorrise. «Aprite le porte!». La stanza si riempì di medici in arrivo da ogni angolo del mondo—un russo con un cazzo enorme, un messicano che usava pinze emostatiche per stringerle i capezzoli, un egiziano che le versava miele sulle ovaie prima di leccarlo via.

Petra non contava più gli orgasmi. Il suo corpo era un campo di battaglia: cazzi nelle tube, dita nel culo, bocche sui seni. Quando il drone indiano le esplose un ultimo getto di sperma ovarico in faccia, svenne tra le grida del pubblico online—*«È morta?!»*, *«No, è solo *saturata*!»*.

Al risveglio, Petra si ritrovò avvolta in un lenzuolo macchiato di fluidi, il corpo segnato da succhiotti e graffi. Sul comodino, un biglietto: *«Grazie per averci mostrato l’impossibile. Il prossimo congresso sarà a Las Vegas. Prenota due settimane. —Il Comitato Scientifico»*.

Sorrise, le dita che accarezzavano le labbra ancora appiccicose di sperma. *Le ovaie erano solo l’inizio*, pensò, mentre il telefono vibrava—una nuova mail: *«Confermato: il tuo caso è diventato un corso obbligatorio nelle facoltà di medicina. A presto, Petra.»*
scritto il
2025-09-02
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