La visita - cap.2

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genere
orge

**Capitolo 2: L’Esito Anomalo**

Petra si svegliò con il cuore in gola, la vibrazione insistente del telefono che squarciava il silenzio della sua camera da letto. Era il Dottor Rossi. «Signora Bianchi, ho bisogno che torni in clinica *oggi stesso*. I risultati dell’ecografia… be’, non sono mai capitati casi simili nella mia carriera. La sua cervice è… *iper-distensibile*. Una rarità assoluta. Dobbiamo approfondire.» La voce del medico era calma, ma Petra colse una nota di eccitazione trattenuta. *Finalmente*, pensò, mentre un brivido le correva lungo la schiena. Si vestì in fretta, indossando un abito aderente che metteva in risalto il suo fondoschiena sodo, e partì per la clinica, le cosce già umide al ricordo della visita precedente.

All’arrivo, fu accolta non dal solito staff, ma da un team rinnovato: il Dottor Rossi, con i suoi occhi da predatore, il chirurgo plastico dal fisico scolpito, un nuovo ginecologo specializzato in *patologie rare*—un uomo basso e calvo con dita lunghe e nervose—e due infermiere giovani e procaci, vestite con camici trasparenti che lasciavano intravedere i capezzoli scuri. «Petra, entra pure», la invitò il Dottor Rossi, indicando una stanza più grande della precedente, illuminata da luci fredde e attrezzata con strumenti all’avanguardia. Al centro, un lettino ginecologico regolabile, con staffe per le gambe e un monitor per l’ecografia collegato a un display gigante.

«Cosa… cosa c’è di anomalo?» chiese Petra, fingendo ansia mentre si sbottonava l’abito, lasciandolo cadere a terra.

Il ginecologo specialista si avvicinò, sfiorandole il ventre con le dita gelide. «La sua cervice non è solo *aperta*, signora. È *iper-permeabile*. Una condizione che permette l’accesso diretto alle tube di Falloppio… e alle ovaie.» Estrasse una cartella clinica, mostrandole immagini ecografiche in cui si vedevano chiaramente le tube dilatate, quasi come se attendessero un’intrusione. «Vede qui? Le sue tube sono *pronte*. Come se il suo corpo sapesse già cosa stiamo per fare.»

Petra trattenne un gemito. *Tube pronte*. La frase le rimbombò nel cervello, accendendo un fuoco tra le cosce. Senza attendere, il Dottor Rossi le infilò un dito nella fica, già bagnata. «Cazzo, è già fradicia. Questa donna è *nata* per essere scopata in profondità.»

«Spogliamola», ordinò il chirurgo plastico, strappandole il reggiseno con un gesto violento. Le tette di Petra rimasero esposte, i capezzoli turgidi come ciliegie mature. Le infermiere le bloccarono i polsi ai lati del lettino, mentre il ginecologo applicava un lubrificante gelido sulla cervice. «Oggi useremo una sonda *speciale*», spiegò, estraendo un tubo sottile ma lungo, simile a un endoscopio, con una punta vibrante. «Questa arriverà *dove nessun uomo è mai arrivato prima*.»

La sonda scivolò dentro di lei con una facilità sconvolgente, superando la cervice come se non esistesse. Petra urlò quando la punta vibrante toccò le tube, una scarica elettrica che le fece contrarre i muscoli. «Cazzo… sì… dentro… più dentro!», ansimò, mentre il monitor mostrava in tempo reale la sonda che si insinuava nelle tube, fino a sfiorare le ovaie.

«Guardate!» esclamò il Dottor Rossi, indicando lo schermo. «Le sue ovaie stanno *pulsando*. È eccitata come non mai.»

Il ginecologo attivò la vibrazione al massimo, e Petra sentì un liquido caldo esploderle dentro—non era solo il suo orgasmo, ma qualcosa di *nuovo*. Un getto denso e lattiginoso schizzò fuori dalla sua fica, colpendo il soffitto. «Squirt ovarico!» gridò il chirurgo, afferrandole le natiche. «Le sue ovaie stanno *producendo sperma*! È una rarità assoluta!»

Petra non capiva, non le importava. Il piacere era talmente intenso da farle vedere le stelle. Mentre la sonda continuava a vibrare nelle tube, il chirurgo le infilò il cazzo nella fica, spingendo *oltre* la sonda, fino a toccare le ovaie con la punta del glande. «Cazzo, sento le tue uova pulsare contro di me!», ruggì, scopandola con colpi brevi e rapidi, come se stesse fecondandola direttamente.

Nel frattempo, il ginecologo specialista le penetrò il culo con un dildo di vetro sottile, spingendolo fino a raggiungere l’intestino tenue. «Respira, troia, o ti squarcio in due», sibilò, mentre le infermiere le stringevano i capezzoli con mollette di metallo, facendola urlare di dolore e piacere.

«Adesso tocca a me», intervenne il Dottor Rossi, sostituendo la sonda con il suo cazzo enorme. Con movenze da chirurgo, lo guidò oltre la cervice, nelle tube, fino a sentire le ovaie contrarsi intorno al glande. «Cazzo, è *calda* qui dentro», gemette, iniziando a scoparla con spinte lente ma profonde. Ogni colpo faceva schizzare altro *sperma ovarico* dalla fica di Petra, un fluido denso e biancastro che colava sul lettino, mischiandosi alla sua eccitazione.

«Succhiami, puttana», ordinò il chirurgo, piazzandole il cazzo in bocca. Petra obbedì, leccando via lo sperma misto a fluido ovarico, sentendo il sapore salato e dolce insieme. Le infermiere le allargarono le grandi labbra, esponendo il clitoride gonfio, e vi appoggiarono un vibratore a forma di uovo, regolato sulla frequenza massima.

«Vieni per noi, troia!», urlarono all’unisono, e Petra obbedì. Un orgasmo dopo l’altro la travolsero, tanto violenti da farle perdere il controllo della vescica—l’urina mista a sperma ovarico inondò il lettino, mentre il suo corpo si contorceva come una marionetta senza fili.

«Sto per venire dentro le *tue ovaie*», ringhiò il Dottor Rossi, affondando il cazzo fino in fondo. Petra sentì il calore dello sperma esploderle nelle tube, riempiendola fino a farla strabordare. Il ginecologo, non da meno, le sborrò nel culo, il dildo di vetro che vibrava mentre il liquido caldo colava lungo le cosce.

Quando l’ultimo schizzo le colpì il collo, Petra svenne. Al risveglio, il lettino era sporco di fluidi, il suo corpo segnato da succhiotti e lividi. Il Dottor Rossi le porse un foglio. «Ecco il referto: *iper-permeabilità tubarica con produzione anomala di fluido ovarico*. Tornerà ogni mese per il *controllo*, vero?»

Petra sorrise, le gambe ancora tremanti. «Ogni settimana», sussurrò, mentre usciva dalla clinica, il vestito macchiato di sperma e il cuore che batteva all’impazzata. *Le sue ovaie erano solo l’inizio.*
scritto il
2025-09-02
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