I giorni del Zum Zum

di
genere
gay

La mia storia con Tiziano è iniziata con un gioco chiamato “Zum Zum”. Quando viveva a Valencia, era un rito tra ragazzi. Si trattava di strisciare, vestiti, il cazzo sul sedere dell'altro. Mi sembrava un gioco sciocco, ma eravamo felici di farlo, a turno. Quando Paco mi proponeva il “Zum Zum”, andavamo in una cantina lontano da occhi indiscreti: era il nostro segreto. Non ci eravamo mai spogliati, anche se la voglia cresceva. Mi piaceva sia sentire il suo cazzo strisciare sui miei jeans, sia farlo a lui.
Un giorno, dopo un concerto, dove suonava una cover band con un mio compagno di classe alla batteria. A concerto finito, era tardi e Gianni, un ragazzo che faceva seghe per 10 euro, ci chiese se poteva fare la strada con noi. Tiziano gli rispose: “Solo se ci fai la sega a tutti e due al prezzo di una”. Gianni accettò e ci seguì.
Quando eravamo quasi arrivati, ci sedemmo su una panchina. Gianni fece prima una sega a Tiziano e poi a me. Fu la prima volta che io e Tiziano vedemmo il cazzo dell'altro. Dopo quell'esperienza, vista l'eccitazione, facemmo un po' di “Zum Zum” e poi andammo a dormire. Nonostante quell'esperienza ci avesse segnato un po', ci vedemmo solo la settimana successiva a causa di impegni scolastici.
Era maggio, e con l'arrivo delle belle giornate, marinai la scuola. Andammo in una villa con piscina, di proprietà di una persona che di solito arrivava a fine giugno. Ci spogliammo, restando solo con il costume, godendoci un po’ di intimità e la piscina tutta per noi.
Probabilmente la vista del mio corpo quasi nudo eccitò Tiziano. Tirò fuori il cazzo e disse: “Peccato che non ci sia Gianni, così ci facevamo fare una sega”. Forse per gelosia, o chissà cos'altro, mi girò per la testa di rispondergli: “Se vuoi te la posso fare io”.
Per la prima volta presi in mano il suo cazzo e iniziai a masturbarlo finché non venne. Poi fece lo stesso lui a me. Soddisfatti, restammo entrambi nudi a prendere il sole e ogni tanto a fare un tuffo.
Stesi al sole, io mi misi a pancia in giù. Lui sembrava addormentato, ma aveva il cazzo in erezione che guardavo curioso. Aprì gli occhi e si accorse che lo stavo guardando. La vista del mio culetto scatenò qualcosa in lui. Si avvicinò e mi chiese di fare un pò di “Zum Zum”. Non mi mossi di un centimetro, e lui lo prese per un sì.
Iniziò a strisciare il cazzo sul mio sedere. Io restavo impassibile. Ogni tanto prendeva il suo cazzo in mano e lo faceva scorrere in mezzo alle natiche, sfiorando e toccando il mio ano con la punta. Poi provò a infilarlo, ma non ci riuscì. Visto che non dicevo nulla, rifece le cose precedenti fino a provare nuovamente a infilarlo, questa volta con più decisione, quasi rassegnato. "Non entra", disse.
“Ci vorrebbe del sapone”, dissi io, eccitato.
“Sì,” rispose lui, ricordando di avere della crema solare nello zaino. La spalmò sul mio ano con l'aiuto di un dito, che fece scorrere all'interno. Così riuscì a penetrarmi. Piano piano, all'inizio faceva un po’ male, ma poi con più passione. Mi stava piacendo molto sentire il suo cazzo
andare su e giù dentro di me, fino a sentire il suo sperma fuoriuscire.
Poi mi concesse il suo sedere. A quanto pare, non era la prima volta per lui, perché non ci fu bisogno di crema per farlo entrare. Iniziai a spingere forte, tenendolo per i fianchi, finché non venni, esausto.
Ci sdraiammo e ci addormentammo. Quando ci svegliammo era un po’ tardi, ma voleva ancora scopare, era tardi e poteva farlo solo uno. Mi disse che la prossima volta avrei iniziato io, e così mi misi alla pecorina e presi per la seconda volta il suo cazzo nel culo in quella giornata indimenticabile.
scritto il
2025-07-21
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