Africa addio!

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genere
etero

Due anni fa, ottenuta la laurea in Medicina, mia madre che era un Personaggio importante della Croce Rossa Italiana, mi propone di trasferirmi in Somalia per dedicarmi all'infanzia malata, denutrita. Accettai subito la sua propostae lì riuscii a sconfiggere malattie assai difficili da gestire ma con i vaccini e la mia passione di Medico riscuotei tanta fiducia ed ammirazione da interi popoli che mi avevano improntato attrezzatissimi ambulatori e lì potevo lavorare usando tante tecniche che mi fecero vincere tante battaglie professionali. Ero per i villaggi di lì diventato un mito: chi mi chiamava "Doc" o "Grande maestro"! Quando poi per un crollo di salute fui costretto a tornare in Italia e lo dovetti fare clandestinamente quasi fuggendo, per evitare il crearsi una piccola rivoluzione tra i popoli che tenevo in cura e che si sarebbero certo opposti al mio Addio da loro, mi ritrovai a Roma, l' sentii ancora di più l'improvviso distacco da quel popolo che mi adorava. A Roma fui seguito da Medici specialistie con pochi mesi mi ritrovai operativo a quasi stavo per riprendere il viaggio di ritorno in Somalia ma mia madre fece di tutto opponendosi alla partenza perchè lì avrei corso più rischi al mio debilitato fisico e per tutta risposta mi propose di accettare l'incarico di operare in un colleggio femminile gestito da Suore all'Eur popoloso quartiere di Roma. Per non sentirmi disoccupato ma sopratutto avvilito per avere "tradito" il popolo somalese, allora acconsentii a seguire le studentesse e le Suore in istituto. Il giorno che mi presentai al colleggio fui ricevuto dalla Madre Superiore che mi fece conoscere tutte le allieva ospiti, le consorelle che erano con lei in sei lì e visitai ogni angolo dell'istituto, concludendo col mio ambulatorio che vidi attrezzatissimo da fare invidia alla rimpianta Somalia. Caso volle che dopo neanche un'ora che stavo lì da solo nel mio studio a sistemare strumenti e mobilio ( lettino, scrivania ed armadii di strumenti di lavoro, venne a bussare alla porta una Suora che poi si presentò: Suor Donata, una giovane e bella insegnante della scuola, che mi chiedeva di seguirla nella aula dove stava insegnando perchè una ragazza svenne improvvisamente ed allora corremmo lì. La ragazza fu trasferita con il lettino a rotelle al mio ambulatorio, la feci spogliare e la visitai a fondo come quando si fa una ispezione cercando in ogni angolo. Arrivai alla conclusione che stava dimagrendo velocemente e, quando riuscii a farle riprendere i sensi, riuscii anche a farle confessare che voleva dimagrire perchè si sentiva grassa. La feci rimanere sul lettino, congedai Suor Donata perchè rimanendo solo con Teresa, così si chiamava la splendida ragazzona alta uno ed ottanta, proprio per capire il perchè del volere dimagrire che poi le spiegai, parlandole da uomo e non da Medico, che se fosse troppo "secca", i ragazzi la avrebbero ignorata e lì le risvegliai l'amor proprio tanto che mi chiese di dirle se aveva belle gambe, belle cosce, un bel seno, ed il viso (?). Fui costretto a guardarla più da uomo che Medico e le risposi che era una gra bella gnocca, come si usa dire a Roma. Poi Tersa si girò a pancia sotto e mi chiese se per me il suo sedere era un gran culo oppure no! Le affermai subito che consideravo beato chi le avrebbe fatto per primo "la festa". Lei mi sorrise e mi chiese se volevo fargliela io ma le risposi invece che le avrei scritto una dieta per riprendere peso e chiamai Suor Donata per accompagnarla a mangiare subito qualcosa. Se ne andarono via ed io ripresi il mio lavoro. Alla pausa del pranzo sentii bussare ed era Teresa la cavallona bionda che mi disse che era lì per ringraziarmi e si avvicinò per darmi due baci alle guance ed io rimasi basito ma lei poi chiuse la porta a chiave e venne a slacciarmi la patta dei calzoni facendomeli scivolare a terra, poi si accosciò ed abbasso gli slip, lasciando uscire fuori il pisellone già ben tosto e subito lei se lo prese tra le sue sensualissime labbra e...dopo una lunga, lenta succhiata spompinata, le sparai in bocca una notevole quantità di sborra che lei si sorbì con espressione felicissima vedendomi godere maestosamente. Me lo ripulì fino all'ultima goccia poi si mise dritta in piedi e mi abbracciò infilandomi la sua linguetta in bocca e, dopo che mi disse sarebbe venuta spesso da me a farsi visitare per malori continui, se ne andò via schioccando con le labbra un bacio. Caspita che modo di cominciare un nuovo lavoro per me!?!
scritto il
2025-07-13
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