La casetta al mare.

di
genere
etero

Acquistai una minuscola casetta al mare con la liquidazione da sottufficiale delle Forze Armate in congedo, dando così il via alla mia passione per il mare e la pesca. Un mattino ero tutto preso a sistemare i pochi mobili per arredare la mia nuova abitazione, quando sentii una voce femminile chiamare, uscii di casa e vidi una bellissima ragazza sopra un altrettanto bellissimo cavallo: mi salutò e poi chiese di aiutarla perchè salendo in sella aveva messo male il piede sulla staffa e si era procurata una storta assai dolente. Niente di meglio che andare a cadere nelle mani di un Sottufficile medico, infatti la aiutai a scendere giù e la presi in braccio portandomela in casa. Uscii poi ad avvicinare il cavallo al fusto pieno di acqua dolce e ce lo legai per dissetarsi. Rientrai da lei che subito mi ringraziòe, toltole lo stivale, palpai la caviglia dolente e lei si lamentò un poco. Presi una pomata validissima per vari dolori muscolari ecc., spalmandogliela dolcemente: lei, dopo alcuni minuti stava muovendo il piede senza accusare dolore e si mise, addirittura, in piedi senza accusare nuovo dolore. Mi volle ringraziare dandomi un bacio alla guancia ed io subito m'ingalluzzii ed iniziai il "corteggiamento" alla bambolona alta, biondina, formosissima e tanto carina di viso. Le proposi di fermarsi un pò da me e farmi compagnia a fare merenda. Avevo un vinello rosato leggero e gustoso e dei panini fatti da me con salumi casarecci. Lei abboccò subito all'esca propostale e, dopo il secondo bicchiere di vino già si stava sciogliendo a tal punto che mi vide avvicinare a lei e, senza che io potessi fermare le manine velocissime, mi fece ritrovare coi calzoni calati giù e seguiti subito dagli slip...per poi mettersi in bocca il batacchione che in pochi attimi si sollevò in alto facendo spalancare gli occhioni dolci alla gnoccolona: mi fece gustare un bocchino come assai pochi così in vita mia e le scaricai nella rosea boccuccia una solenne sborrata. Poi lei andò al lavandino e si lavò bene la bocca per poi strngersi addosso a me e slinguandomi sul viso fino ad infilare forzatamente la lingua nella mia bocca e, dopo slinguate da fare vibrare il mio corpo, le proposi di passare dal tavolo al letto dove la feci stendere e le sfilai gli stivali e gli slippini; subito le leccai la figona pelosissima biondo grano e sentii il sapore agrodolce che usciva a fiotti ed io assaporai con gran gusto. Mi misi poi a spogliarla tutta e le baciai l'ombelico, i seni, il collo, dietro alle orecchie, la feci rigirare su se stessa, mettendola a pancia sotto così potei leccarle le cosce affusolate e lunghe e salii al forellino roseo e profumato di creme dermiche e lì le feci una solenne leccata, ma quando lei sentì che stavo per penetrarla in culo, subito strinse i muscoli delle natiche impedendomi di incularla ma la volgia in me era scatenata e lei mi disse subito che ne aveva una gran paura, vedendo poi come era ben messo il mio batacchiolo. Le chiesi se prendeva la pillola ma lei trasalì chiarendomi che era ancora vergine e non voleva essere madre così presto. La rssicurai, tranquillizzai che ero munito di profilattici perciò se voleva, poteva vivere con me quela splendida esperienza. Non mi fece continuare il discorso e subito mi sbocchinò nuovamente il cazzone e, baciandomi poi in bocca, mi chiese se veramente era molto dolorosa la prima volta ed io, più da medico che uomo, le precisai che se si faceva l'amore con passione e non forzando la donna contro il suo volere. Certo il dolorino sarebbe durato pochi decimi di secondi e non un lungo tormento straziante se lo si faceva, appunto, con sentimento, amore, sesso... . Allora lei mi chiese cosa poteva farmi per prepararmi a fare sesso. Le risposi di fare quello che sentiva in lei. Mi leccà nuovamente il cazzo poi mi spalancò le gambe e si mise a leccarmi le palle e dopo passò a leccarmi anche l'ano forzandomelo poi con la lingua ben tesa ed aiutandosi ancora infilandomi l'Indice tutto dentro ed io vibrai come una corda di chitarra e lì non potei fermarmi più e, accostatole il glande nella fighina, glielo spinsi lentamente dentro e lei sospirò piena di curiosità, di paura. Glielo feci riuscire fuori e la slinguai fino a causarle un orgasmo che la fece scizzare fuori umori bollenti che io gustai e poi, visto che la figona era ormai ben lubrificata per fare scivolare dentro il batacchione scorrendo bene, allora glielo riinfilai e lo spinsi fino a sentire l'ostacolo dell'imene. Lì mi fermai e, dopo averla baciata sulle guance, dietro alle orecchie mordicchiandole i lobi che la fecero vibrare e schizzare molti umori, le spinsi dento dolcemente il cazzo deflorandola e lei mi fece sentire solo un brevissimo e lieve gridolino: le avevo preso la sua virtù!! Rimasi fermo dentro di lei ma poi iniziai a scoparla prima lentamente ma poi in crescendo che la trascinò nel vortice del piacere sessuale ed anch'io, nonstante la barriera del piacere delpreservativo, mi lasciai andare godendo! Rimanemmo stretti abbracciati e, dopo una breve sosta, mi cambiai il profilattico e scopammo di nuovo e con un nuovo piacere, godimento. Ripetemmo il gioco altre tre volte e poi. durante la sosta ci accorgemmo di non esserci neanche presentati, quindi: "io, Checco e tu? Io Isabella!" Poi ci mettemmo sotto la doccia e, una volta rivestiti, lei mi baciò sulla guancia e, salita sul suo cavallo, senza dire nulla lo spronò e scomparse all'orizzonte della spiaggia. Rimasi a guardare il mare, quasi incredulo se fosse stata realtà oppure un solo sogno.
scritto il
2025-10-13
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