La casetta al mare 2.

di
genere
etero

Erano passati dei giorni dall'incontro con Isabella e non trovavo pace a pensare che quella bellezza della natura non la avrei potuto rivedere più. Pensa e ripensa trovai la strada da seguire per trovare l'agognata pace e goduria nel potermi nuovamente coccolare quella sventolona: Mi rivolsi a dei colleghi militari esperti nella ricerca di persone scomparse ecc. Passarono solo due giorni ed uno di loro venne a trovarmi con la notizia di sapere tutto su quella ragazza che poi io avevo saputo ben presentare disegnando il suo volto ed i miei colleghi seppero bene inserire il mio disegno nel computer e lì si rivelarono le notizie precise: Isabella abitava a pochi chilometri da me e fu il mio solerte collega ad accompagnarmi a pochi metri dal casolare dove abitava Isabella. Osservammo col binocolo dapertutto e riconobbi subito il magnifico cavallo della biondona. Riaccompagnatomi a casa il mio collega se ne tornò a Roma ed io mi misi subito in azione, prendendo la mia bicicletta e volai letteralmente al casolare, Giunto lì vidi una signora intenta a stendere panni da sciugare al sole e mi avvicinai a lei. Dopo che mi presentai lei fu gentilissima: mi invitò a casa sua a bere una birrafresca e, mentre bevevamo, sentimmo in lontananza il galoppo di un cavallo che poi non era altro che quello di Isabella che, quando arrivò, mi riconobbe e venne ad abbracciarmi lasciando sua madre sbalordita ma io subito dopo le spiegai del piccolo infortuneo alla figliola e del mio soccorrerla. Chiacchierammo a lungo e poi, visto l'avvicinarsi dell'ora di pranzo, fui invitato a mangiare con loro e dopo Isabella si offrì per mettere la mia bicicletta sulla sua auto ed accompagnarmi a casa. Accettai e, quando arrivammo da me, scendemmo a terra e subito ci lanciammo ad abbracciarsi e baciarci appassionatamente...dopo una doccia ci lanciammo letteralmente sul mio lettone e giu a fare l'amore con foga e passione. Dopo tre round ci riposammo un poco rilassandoci ma poi, vedendo lei che ancheggiava andando al bagno, rimasi fulminato dal suo bel culo e, al suo ritorno le propsi di dedicarci al suo forellino ormai solo l'unico buco intatto e quindi era proprio il caso di pensare anche a lui! Lei accettò ma non mi nascose che ne aveva un pò timore al pensare che il mio batacchione potesse passre per lo stretto buchettino. La rassicurai che sarei stato dolce e delicato come fu con la fighina e lei si rilassò un poco. Io ne approfittai a cominciare a stuzzicare l'ano col dito e poi con la lingua che si intrufolò nel buchino già palpitante e ciò mi stava già eccitando da morire di piacere. La presi a piccoli morsi sui fianchi, sulle natiche, e sulle cosce, dopo aprii la scatolina della crema che cosparsi subito intorno all'ano ed infilai dentro col dito teso. Passai poi a baciarla in bocca fino a farle dimenticare cosa le stava per accadere e la eccitai ancora di più carezzandole il clitoride già teso e colmo di umori. Strofinai il cazzone alla fighina intrisa di umori che lo resero più viscido permettendomi di penetrare Isabella senza tanti sforzi e poi pregai lei di smuovere i muscoli intorno all'ano per farmi entrare ancora meglio e quindi iniziai ad accostare il batacchio al culetto spingendo con dolcezza ma anche fermezza. Dopo pochi attimi mi fermai senza spingere più e lei mi chiese se avevo difficoltà ma per tutta risposta le spinsi più dentro allargandole il fatidico anello che di solito si stringeva in difesa dell'ano ma io fui un pò prepotente e glielo infilai così tutto interamente dentro. Mi misi a smuovere il batacchio su e giù e lei ad un certo punto gemette per il dolore che stava provando ed allora volli concludere con colpi più intensi facendo gridare Isabella che mi disse stava provando molto dolore e così, per non prolungarle la sofferenza, la penetrai con più intensità e lei nuovamente urlò ma poi mi confessò che il gioco le era comunque piaciuto ed io mi lasciai andare, innondandole il culo con solenni fiotti di sborra fino a traboccare dall'ano. Nel dolore e nel piacere avevamo goduto insieme!
Ci riposammo un pò ma poi il desiderio accese di nuovo il motore del piacere e fu lei stessa a chiedermi di incularla ben bene ed allora, dopo averle leccato il buchino la inculai di nuovo e lei ad un certo punto, dopo grida di dolore e gemiti di piacere si mise a piangere di gioia. Giocammo ancora un poco ma poi lei disse che doveva andare a casa sua ma quella volta ci scambiammo i numeri dei cellulari e, poco dopo lei nuovamente scomparse all'orizzonte!
scritto il
2025-10-14
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