Il viaggio in treno
di
Petulka
genere
dominazione
Petra era seduta nel vagone semivuoto, le gambe accavallate con eleganza, la gonna a tubo nera che le aderiva alle cosce tornite come una seconda pelle. Il tailleur, costoso e impeccabile, metteva in mostra il suo corpo da urlo: una camicetta di seta bianca così attillata che i capezzoli, duri e prominenti, premevano contro il tessuto come proiettili pronti a perforarlo. I seni, grossi e sodi, sembravano sfidare la gravità, spingendo in avanti il tessuto con ogni respiro. I capelli biondi, lunghi e lucenti, le incorniciavano il viso perfetto, con quegli occhi azzurri che sembravano nascondere un fuoco nascosto, mentre digitava furiosamente sul laptop. Era una donna abituata al comando, una predatrice nel lavoro… ma quella notte sarebbe diventata la preda.
I quattro balordi entrarono come lupi affamati, i loro sguardi porci incollati sul corpo di Petra. Il capo, un bestione con un giubbotto di pelle strappato e un odore di sudore e alcol che lo precedeva, si fermò di fronte a lei. "Cazzo, che figa… guardate 'sta troia con il suo vestitino da signora!"
Petra alzò gli occhi, gelida. "Toglietevi di torno oppure chiamo il controllore."
"Chiami 'sto cazzo, puttana!" ruggì lui, strappandole il laptop di mano e scagliandolo a terra. Gli altri tre chiusero la porta del vagone con un clangore metallico, ridendo come iene.
"Avete sentito, ragazzi? Vuole chiamare il controllore…" ghignò uno, con un piercing al labbro che brillava nella penombra. "Le facciamo controllare il culo, piuttosto."
Prima che Petra potesse reagire, fu immobilizzata. Il capo le afferrò i polsi, inchiodandola al sedile, mentre un altro le strappava via la camicetta, esponendo i seni nudi, con i capezzoli duri come pietre. "Cazzo, che tette… sembrano scolpite!" urlò, premendoli fino a farla gemere.
"Succhia!" le ordinò il terzo, infilandole in bocca un cazzo già duro, con una vena sporgente che le graffiò il palato. Petra soffocò, ma lui non le diede tregua, pompando avanti e indietro mentre il capo le strappava la gonna, lasciandola nuda dalla cintola in giù, la fica lucida di secrezioni.
"Guarda qua… la zoccola è già pronta per noi," sibilò il capo, premendo il glande contro la sua fessura. "Ti rompiamo in due, troia. E tu ci supplicherai di dartene ancora."
Il dolore fu lancinante quando entrò, il cazzo spesso che le dilaniava la vagina. Petra urlò, ma il cazzo in bocca soffocò il suono. "Cazzo, sì… stringi, zoccola!" grugnì lui, pompando come un ossesso.
Poi arrivò l’altro. Il tatuato, con un cazzo grosso e corto, si inginocchiò dietro di lei. "Adesso ti insegno io cos’è un cazzo nel culo, signorina tailleur." Senza preavviso, le infilò due dita lubrificate con la saliva nel culo, allargandola fino a farla gridare. "Rilassati, bellezza… o ti spacchiamo il buco a manate."
Il dolore si trasformò in un piacere perverso quando il cazzo entrò, spingendo senza pietà. Petra gemette intorno al cazzo che le martellava la bocca, i fianchi che iniziavano a muoversi, inconsciamente, per incontrare i colpi dei due cazzi che la penetrazione in fica e nel culo.
"Lo sapevo… sei una schifosa che ama il cazzo!" rise il capo, aumentando il ritmo. "Ecco qua… ti riempio questa fica da zoccola col mio sperma."
Poi il tipo con il piercing si inginocchiò tra le sue gambe, infilando il cazzo accanto a quello del capo. "Due cazzi in fica, troia… sei la nostra pornostar personale."
Petra urlò quando i due uomini iniziarono a spingere all’unisono, i cazzi che si scontravano dentro di lei, dilaniandola. "Cazzo, che caldo… sento il suo culo che si stringe intorno a me!" grugnì il tatuato, pompando più forte.
Petra era al limite estremo della resistenza, non aveva mai provato in vita sua una sensazione e stimolazione cosi forte.. aveva tre cazzi durissimi e grossi dentro di lei che la pompavano senza ritegno ne sosta!
L’orgasmo la colpì come un uragano. Il corpo si inarcò, i muscoli si contrassero in spasmi violenti, mentre un grido strozzato le usciva dalla gola. "Cazzo, viene! La troia viene con tre cazzi dentro!" urlò il capo, aumentando il ritmo fino a esplodere, il suo sperma che schizzò dentro di lei come un geyser.
Ma non ebbe tregua. Il tatuato si ritrasse dal culo, e subito il quarto uomo, un ragazzone con un cazzo lungo e grosso, lo sostituì. "Ora ti inculiamo per bene… e ti facciamo bere il nostro sperma."
Lei obbedì, succhiando con foga il cazzo che le sborrò in bocca, il seme che le colava dagli angoli della bocca mentre i tre uomini si avvicendavano. Doppie penetrazioni, triple, cazzi nel culo, nella fica, in bocca… ogni orifizio violato, ogni centimetro del suo corpo trasformato in un campo di battaglia, con sborrate su tutto il suo corpo..
Quando finalmente furono esausti, i quattro si allontanarono, ridendo e vantandosi. "La prossima volta ti portiamo a casa, zoccola… e ti facciamo godere per giorni."
Petra rimase a terra, il corpo ricoperto di sperma, il sesso e il culo pulsanti di dolore e piacere. Ma nei suoi occhi azzurri, un barlume di desiderio oscuro brillava. "Tornate… vi aspetto."
I quattro balordi entrarono come lupi affamati, i loro sguardi porci incollati sul corpo di Petra. Il capo, un bestione con un giubbotto di pelle strappato e un odore di sudore e alcol che lo precedeva, si fermò di fronte a lei. "Cazzo, che figa… guardate 'sta troia con il suo vestitino da signora!"
Petra alzò gli occhi, gelida. "Toglietevi di torno oppure chiamo il controllore."
"Chiami 'sto cazzo, puttana!" ruggì lui, strappandole il laptop di mano e scagliandolo a terra. Gli altri tre chiusero la porta del vagone con un clangore metallico, ridendo come iene.
"Avete sentito, ragazzi? Vuole chiamare il controllore…" ghignò uno, con un piercing al labbro che brillava nella penombra. "Le facciamo controllare il culo, piuttosto."
Prima che Petra potesse reagire, fu immobilizzata. Il capo le afferrò i polsi, inchiodandola al sedile, mentre un altro le strappava via la camicetta, esponendo i seni nudi, con i capezzoli duri come pietre. "Cazzo, che tette… sembrano scolpite!" urlò, premendoli fino a farla gemere.
"Succhia!" le ordinò il terzo, infilandole in bocca un cazzo già duro, con una vena sporgente che le graffiò il palato. Petra soffocò, ma lui non le diede tregua, pompando avanti e indietro mentre il capo le strappava la gonna, lasciandola nuda dalla cintola in giù, la fica lucida di secrezioni.
"Guarda qua… la zoccola è già pronta per noi," sibilò il capo, premendo il glande contro la sua fessura. "Ti rompiamo in due, troia. E tu ci supplicherai di dartene ancora."
Il dolore fu lancinante quando entrò, il cazzo spesso che le dilaniava la vagina. Petra urlò, ma il cazzo in bocca soffocò il suono. "Cazzo, sì… stringi, zoccola!" grugnì lui, pompando come un ossesso.
Poi arrivò l’altro. Il tatuato, con un cazzo grosso e corto, si inginocchiò dietro di lei. "Adesso ti insegno io cos’è un cazzo nel culo, signorina tailleur." Senza preavviso, le infilò due dita lubrificate con la saliva nel culo, allargandola fino a farla gridare. "Rilassati, bellezza… o ti spacchiamo il buco a manate."
Il dolore si trasformò in un piacere perverso quando il cazzo entrò, spingendo senza pietà. Petra gemette intorno al cazzo che le martellava la bocca, i fianchi che iniziavano a muoversi, inconsciamente, per incontrare i colpi dei due cazzi che la penetrazione in fica e nel culo.
"Lo sapevo… sei una schifosa che ama il cazzo!" rise il capo, aumentando il ritmo. "Ecco qua… ti riempio questa fica da zoccola col mio sperma."
Poi il tipo con il piercing si inginocchiò tra le sue gambe, infilando il cazzo accanto a quello del capo. "Due cazzi in fica, troia… sei la nostra pornostar personale."
Petra urlò quando i due uomini iniziarono a spingere all’unisono, i cazzi che si scontravano dentro di lei, dilaniandola. "Cazzo, che caldo… sento il suo culo che si stringe intorno a me!" grugnì il tatuato, pompando più forte.
Petra era al limite estremo della resistenza, non aveva mai provato in vita sua una sensazione e stimolazione cosi forte.. aveva tre cazzi durissimi e grossi dentro di lei che la pompavano senza ritegno ne sosta!
L’orgasmo la colpì come un uragano. Il corpo si inarcò, i muscoli si contrassero in spasmi violenti, mentre un grido strozzato le usciva dalla gola. "Cazzo, viene! La troia viene con tre cazzi dentro!" urlò il capo, aumentando il ritmo fino a esplodere, il suo sperma che schizzò dentro di lei come un geyser.
Ma non ebbe tregua. Il tatuato si ritrasse dal culo, e subito il quarto uomo, un ragazzone con un cazzo lungo e grosso, lo sostituì. "Ora ti inculiamo per bene… e ti facciamo bere il nostro sperma."
Lei obbedì, succhiando con foga il cazzo che le sborrò in bocca, il seme che le colava dagli angoli della bocca mentre i tre uomini si avvicendavano. Doppie penetrazioni, triple, cazzi nel culo, nella fica, in bocca… ogni orifizio violato, ogni centimetro del suo corpo trasformato in un campo di battaglia, con sborrate su tutto il suo corpo..
Quando finalmente furono esausti, i quattro si allontanarono, ridendo e vantandosi. "La prossima volta ti portiamo a casa, zoccola… e ti facciamo godere per giorni."
Petra rimase a terra, il corpo ricoperto di sperma, il sesso e il culo pulsanti di dolore e piacere. Ma nei suoi occhi azzurri, un barlume di desiderio oscuro brillava. "Tornate… vi aspetto."
3
0
voti
voti
valutazione
6.2
6.2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La Dea della ninfomania paradossaleracconto sucessivo
Il tagliando
Commenti dei lettori al racconto erotico