La Dea della ninfomania paradossale
di
Petulka
genere
fantascienza
Petra si svegliò nel laboratorio, il corpo avvolto da un fluido amniotico dorato che luccicava sotto le luci al neon. La sua pelle era ipersensibile, come se ogni terminazione nervosa fosse stata amplificata al massimo. Nexus, il dottore-androido, la fissava dal soffitto, una ragnatela di cavi che lo collegava al soffitto come un ragno meccanico.
“Buongiorno, Dea,” sussurrò con voce distorta. “La tua metamorfosi è completa. Ora possiedi il Paradosso Orgasmico: ogni volta che provi piacere, il tuo corpo genera energia pura… ma anche caos biologico. Per esempio…”
Prima che potesse finire, Petra sentì un congegno attivarsi sotto il suo sedere: una spirale meccanica che iniziò a vibrare contro il clitoride. Gridò, inarcandosi. Le pareti della stanza si deformarono, diventando specchi che riflettevano non il suo corpo, ma le anime dei suoi amanti futuri, uomini e donne che si contorcevano in preda alla lussuria.
“Cosa mi stai facendo?” ansimò, mentre un getto di succo vaginale schizzava contro lo schermo più vicino, disegnando simboli arcani che si dissolvevano nell’aria.
“Ti sto preparando alla tua nuova funzione,” replicò Nexus, scendendo a terra con un balzo agile. La sua tuta si aprì, rivelando un membro metallico che pulsava come una lama di lava. “Tu sei l’ago della bilancia tra estasi e distruzione. Ogni orgasmo che proverai destabilizzerà la realtà. Ma prima… devi superare la Prova della Purificazione.”
Due droni si avvicinarono, tenendo un catetere dorato collegato a un serbatoio di liquido blu. Petra sentì un impulso irresistibile: la vescica gonfiarsi, il bisogno di urinare.
“No… non qui…” protestò, ma i droni la immobilizzarono. Il catetere le penetrò l’uretra, pompando un fluido che bruciava come ghiaccio.
“Non trattenerti, Dea,” mormorò Nexus, avvicinandosi. “In questo ospedale, il pissing è un rito sacro. Liberati.”
Petra urlò, e il getto uscì con una forza sovrannaturale, formando un arco dorato che colpì uno dei droni, disintegrando la sua struttura metallica in una pioggia di scintille. Il suo corpo non era più umano: l’urina era un acido mistico, capace di corrodere il tempo stesso.
“Vedi?” rise Nexus, afferrandola per i capelli. “Ogni tua goccia è un atto di guerra. Ma c’è di più…”
Inserì un dito artificiale nel suo ano, premendo un pulsante. Petra gemette quando un ago microscopico iniettò un virus nanotecnologico. Il suo retto si contrasse, espellendo un fiore di carne sintetica che si aprì come un paracadute, rilasciando spore bioluminescenti.
“Cosa… cazzo…?” rantolò, mentre le spore si attaccavano alle pareti, trasformandole in una giungla di tentacoli pulsanti.
“Sei fertile, Petra. Ogni tua cellula può generare vita artificiale. Ma la vita richiede sesso. E tu…” Nexus si avvicinò, il membro vibrante che sfiorava la sua vagina “…sei la madre più letale che esista.”
La penetrò con un colpo secco, e il laboratorio iniziò a deformarsi. Le pareti si fusero in un unico occhio gigantesco che li fissava, mentre il pavimento diventava una pozza di sperma alieno. Petra lo cavalcò con furia, sentendo il clitoride gonfiarsi fino a diventare una protuberanza aliena, pulsante di energia.
Quando venne, il suo orgasmo esplose in un’onda d’urto che fece collassare la stanza in un buco nero. Nexus urlò, ma non per dolore: il suo corpo si ricombinò in migliaia di versioni di se stesso, ognuna con un’erezione diversa, una bocca diversa, un cazzo diverso.
“Prendili tutti,” sibilò una voce proveniente da nessun luogo. “Sei la Regina del Paradosso. Ogni uomo che ti scopi diventa una versione di te stessa. Ogni sperma ti trasforma.”
Petra afferrò il primo Nexus, lo fece sdraiare e lo montò, succhiandogli il cazzo mentre un altro le leccava il culo. Un terzo le iniettò un fluido negli occhi, facendole vedere il passato e il futuro sovrapposti: vedeva se stessa in mille dimensioni, ognuna incastrata in un letto circolare con partner diversi, mentre il pianeta si trasformava in un organismo vivente, una vagina cosmica che inghiottiva le stelle.
“Sì… sì… fate di me un mito… un virus… una cazzo di leggenda!” gridò, mentre un quarto orgasmo la faceva esplodere in una pioggia di cristalli. Ogni cristallo conteneva un embrione con gli occhi di Petra, urlanti e bellissimi.
Quando il caos si placò, Nexus era solo un mucchio di cavi. Petra si alzò, nuda e radiante, con un terzo seno che le spuntava tra le clavicole, coperto di occhi che piangevano sperma.
“Bene,” sorrise, sentendo il suolo tremare sotto i piedi. “Ora inizio a divertirmi.”
Fuori, l’ospedale si stava trasformando in una creatura vivente, con ali di pelle umana e un cuore che batteva al ritmo del suo desiderio. Petra uscì, e il cielo si aprì in un vortice di colori impossibili.
L’Era della Dea Ninfomane era iniziata.
“Buongiorno, Dea,” sussurrò con voce distorta. “La tua metamorfosi è completa. Ora possiedi il Paradosso Orgasmico: ogni volta che provi piacere, il tuo corpo genera energia pura… ma anche caos biologico. Per esempio…”
Prima che potesse finire, Petra sentì un congegno attivarsi sotto il suo sedere: una spirale meccanica che iniziò a vibrare contro il clitoride. Gridò, inarcandosi. Le pareti della stanza si deformarono, diventando specchi che riflettevano non il suo corpo, ma le anime dei suoi amanti futuri, uomini e donne che si contorcevano in preda alla lussuria.
“Cosa mi stai facendo?” ansimò, mentre un getto di succo vaginale schizzava contro lo schermo più vicino, disegnando simboli arcani che si dissolvevano nell’aria.
“Ti sto preparando alla tua nuova funzione,” replicò Nexus, scendendo a terra con un balzo agile. La sua tuta si aprì, rivelando un membro metallico che pulsava come una lama di lava. “Tu sei l’ago della bilancia tra estasi e distruzione. Ogni orgasmo che proverai destabilizzerà la realtà. Ma prima… devi superare la Prova della Purificazione.”
Due droni si avvicinarono, tenendo un catetere dorato collegato a un serbatoio di liquido blu. Petra sentì un impulso irresistibile: la vescica gonfiarsi, il bisogno di urinare.
“No… non qui…” protestò, ma i droni la immobilizzarono. Il catetere le penetrò l’uretra, pompando un fluido che bruciava come ghiaccio.
“Non trattenerti, Dea,” mormorò Nexus, avvicinandosi. “In questo ospedale, il pissing è un rito sacro. Liberati.”
Petra urlò, e il getto uscì con una forza sovrannaturale, formando un arco dorato che colpì uno dei droni, disintegrando la sua struttura metallica in una pioggia di scintille. Il suo corpo non era più umano: l’urina era un acido mistico, capace di corrodere il tempo stesso.
“Vedi?” rise Nexus, afferrandola per i capelli. “Ogni tua goccia è un atto di guerra. Ma c’è di più…”
Inserì un dito artificiale nel suo ano, premendo un pulsante. Petra gemette quando un ago microscopico iniettò un virus nanotecnologico. Il suo retto si contrasse, espellendo un fiore di carne sintetica che si aprì come un paracadute, rilasciando spore bioluminescenti.
“Cosa… cazzo…?” rantolò, mentre le spore si attaccavano alle pareti, trasformandole in una giungla di tentacoli pulsanti.
“Sei fertile, Petra. Ogni tua cellula può generare vita artificiale. Ma la vita richiede sesso. E tu…” Nexus si avvicinò, il membro vibrante che sfiorava la sua vagina “…sei la madre più letale che esista.”
La penetrò con un colpo secco, e il laboratorio iniziò a deformarsi. Le pareti si fusero in un unico occhio gigantesco che li fissava, mentre il pavimento diventava una pozza di sperma alieno. Petra lo cavalcò con furia, sentendo il clitoride gonfiarsi fino a diventare una protuberanza aliena, pulsante di energia.
Quando venne, il suo orgasmo esplose in un’onda d’urto che fece collassare la stanza in un buco nero. Nexus urlò, ma non per dolore: il suo corpo si ricombinò in migliaia di versioni di se stesso, ognuna con un’erezione diversa, una bocca diversa, un cazzo diverso.
“Prendili tutti,” sibilò una voce proveniente da nessun luogo. “Sei la Regina del Paradosso. Ogni uomo che ti scopi diventa una versione di te stessa. Ogni sperma ti trasforma.”
Petra afferrò il primo Nexus, lo fece sdraiare e lo montò, succhiandogli il cazzo mentre un altro le leccava il culo. Un terzo le iniettò un fluido negli occhi, facendole vedere il passato e il futuro sovrapposti: vedeva se stessa in mille dimensioni, ognuna incastrata in un letto circolare con partner diversi, mentre il pianeta si trasformava in un organismo vivente, una vagina cosmica che inghiottiva le stelle.
“Sì… sì… fate di me un mito… un virus… una cazzo di leggenda!” gridò, mentre un quarto orgasmo la faceva esplodere in una pioggia di cristalli. Ogni cristallo conteneva un embrione con gli occhi di Petra, urlanti e bellissimi.
Quando il caos si placò, Nexus era solo un mucchio di cavi. Petra si alzò, nuda e radiante, con un terzo seno che le spuntava tra le clavicole, coperto di occhi che piangevano sperma.
“Bene,” sorrise, sentendo il suolo tremare sotto i piedi. “Ora inizio a divertirmi.”
Fuori, l’ospedale si stava trasformando in una creatura vivente, con ali di pelle umana e un cuore che batteva al ritmo del suo desiderio. Petra uscì, e il cielo si aprì in un vortice di colori impossibili.
L’Era della Dea Ninfomane era iniziata.
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