Schiavo per amore. Sesto episodio

di
genere
dominazione

La guardai con un po’ di trepidazione. “Allora, Diana? Per quale motivo hai voluto vedermi?” le chiesi.
“ Va beh, togliamo la suspense e andiamo subito al dunque. Voglio che, fino a quando questa faccenda non si concluda, tu venga a casa mia. Ho bisogno dei tuoi consigli e voglio che tu mi indirizzi su quello che devo fare e che devo dire. Pertanto, ti voglio sempre a portata di mano”
Aggrottai le sopracciglia in segno di stupore. “Stai scherzando, spero. Io non voglio e non posso venire a casa tua. Il mio appartamento è piccolo, poco luminoso, con mobili di terz’ordine, ma è casa mia e qui ho tutto il mio mondo”
“ Puoi portare il tuo mondo nella mia villa. Ti ho destinato una stanza che è più grossa di tutto il tuo appartamento messo insieme. Ad Alberto posso anche non dire nulla, visto com’è la situazione tra noi due, ma potremo anche dire che stanno facendo i lavori di ristrutturazione a casa tua e, naturalmente, venuta a sapere la cosa, io che sono la tua migliore amica, ho deciso di ospitarti. Oppure, lo prendo a sberle come ho fatto ieri sera, e gli impedisco persino di aprire bocca. Che ne dici? Potrebbe essere un’ottima soluzione”
“ No senti Diana. Non è tuo marito il motivo per cui io non voglio venire. E’ semplicemente perché voglio restarmene a casa mia”
“ Lo sapevo che avresti fatto storie.” disse alzandosi e venendo di fronte a me, mentre ero ancora seduto sulla poltrona. La sua visione, oltre che eccitante, era maestosa. La sua altezza considerevole e quei tacchi da capogiro le facevano superare abbondantemente i 190 centimetri, un’altezza che incute timore e soggezione, e se poi la persona in questione era una come Diana, una tipa spesso simpatica ed estroversa, ma anche lunatica e irascibile, il timore e la soggezione lasciavano spesso il posto a una vera e propria paura. E Diana spesso si cibava di quella paura. Soprattutto con me. Cercai però di replicare. Ero convinto che se c’era uno al quale non aveva mai torto un capello sul serio, ero proprio io
“ E certo che faccio storie, Diana. Dai, ci terremo in contatto. D’altronde, se tu non sei un’esperta della dominazione femminile, io lo sono ancora meno, e quel poco che so l’ho letto su internet. Fatti pure tu una bella ripassatina e ti farai una cultura, vedrai. Hai delle doti innate per diventare una dominatrice coi fiocchi ”
Inizialmente, Diana non rispose e la cosa cominciava a preoccuparmi seriamente. Cosa diavolo aveva in mente? Si chino’ dinanzi a me per guardarmi negli occhi. “Si, lo sapevo che non avresti voluto aiutarmi, e mi sono detta che ho tre mezzi per convincerti. Il primo è la forza”
Non ebbi nemmeno il tempo di replicare che Diana mi afferrò per il braccio, mi sollevò di peso dalla poltrona, mi girò facendomi trovare con le mie spalle sul suo seno e, infine, con l’altro braccio mi afferrò per la gola. Erano trascorsi due secondi ed ero neutralizzato, completamente nelle sue mani. Anzi, nel suo braccio, un braccio che conoscevo bene. Non era enorme, anche se piuttosto delineato muscolarmente, a maggior ragione in un caso come quello dove usava la forza, ma era soprattutto impossibile divincolarsi se ti prendeva nella sua morsa. Quante volte mi ci ero trovato in una simile situazione? Ma la differenza stava che, mentre nel passato era evidente che si trattasse di un gioco, quella volta non ne ero affatto sicuro. E, per non farmi mancare nulla, come se non bastasse il suo braccio intorno al mio collo, la mano che mi aveva afferrato il braccio iniziò a torcerlo. Come posso descrivere quello che stavo vivendo? Con tre parole. Paura, dolore e frustrazione. Stavo per aprire bocca per chiederle di lasciarmi ma Diana mi anticipò e proseguì il discorso di prima “Come ti dicevo, il primo mezzo è la forza. Per me è veramente di una facilità irrisoria immobilizzarti. A questo punto, mi basterebbe stringere un pochino di più e a te mancherebbe l’aria e sverresti. Facile come bere un bicchier d’acqua”
“ Non fare sciocchezze, Diana, sto cominciando a sentirmi male. Mi stai strozzando” mi lamentai.
Non ebbi risposta. Cosa diavolo aveva in mente quella pazza? Aveva veramente intenzione di farmi svenire? No, per mia fortuna, non aveva quell’intenzione e il suo braccio rilasciò il mio collo, e la mia respirazione riprese in modo normale. Ma non ero affatto libero. L’altro braccio era ancora saldamente nella mano di Diana e, appena accennavo un movimento, lei sorrideva e me lo torceva un po’ di più, salvo poi tornare nella posizione di partenza se io stavo fermo e buono
“ Se stai fermo non ti faccio del male. Ok?”
“ Perché mi stai facendo questo, Diana? Non puoi costringermi a fare sempre quello che tu vuoi. Non è giusto”
“ Quello che decido io è giusto, e io ho deciso che ti voglio a casa mia. In questa posizione, mi basterebbe un colpo col taglio della mano alla base del collo e puff... Paolo va per terra, io me lo prendo in braccio, me lo porto via, e quando si sveglia si trova nella mia villa”
“ E poi che fai? Mi tieni prigioniero? Mi metti le manette. Dai Diana, smettiamola con questo gioco”
“ Tu prega il Signore che non scelga proprio questo sistema perché potrebbe essere un’idea”
Mi lasciò anche l’altro braccio che mi massaggiai sbuffando. Era indolenzito
“ Sei contenta adesso? A momenti me lo spezzi. Accidenti a...” Mi interruppi. Non era il caso di rischiare un’altra dose di percosse. Che si trattasse di gioco o no, a me faceva male
“ Accidenti a?” chiese però Diana sorridendo
“ A...A... nessuno. Era per dire, così ”
“ Paura eh” Sfrontata e sicura fino all’eccesso. Era ovvio che mi ero interrotto per paura nei suoi confronti, ma a lei non bastava, voleva rimarcarlo
“ Ma no, e’ che...Insomma, c’ho paura, va bene? Come si fa a non aver paura di una persona che ti manovra come vuole e che ha due tenaglie al posto delle mani? Sei contenta di questa ammissione?”
Stavolta il sorriso si tramutò in una grossa risata. “Scemo che sei. Si, sono contenta. E’ eccitante vedere nei tuoi occhi il timore. Ma questo lo sapevo già. E’ che mi diverte, e questo divertimento mi spinge a rifartelo sempre. Ora però torniamo al discorso più importante. Dicevo che posso costringerti con la forza, e questo è assodato. Però tu sei dolce come il miele e buono come il pane, e potrei anche attuare altre strategie”
“ Quali strategie? Chiesi preoccupato vedendo che stava vendo di nuovo di fronte a me. Feci qualche passo indietro ma, alla fine, c’era il muro. Diana però non si fermava ma, infine, mi guardò in faccia.
“ Questa” Mi abbracciò fingendo di piangere “Ti prego Paolo, ho bisogno del tuo aiuto. Tu sei il migliore amico che ho, l’unica persona in grado di aiutarmi. Ti prego, amico mio, vieni a casa mia fino a quando tutto non si è risolto per il meglio”
La guardai esterrefatto. “E cosa significa questa messinscena?”
“ Se te lo chiedessi in questo modo, accetteresti?”
“Non lo so. Forse. Il problema è che so che tu stai fingendo”
“ Esatto, stavo fingendo e a me non piace fingere. Quindi questa ipotesi la scartiamo, anche se poteva essere una buona idea”
“ E adesso cos’altro ti inventerai? Hai detto che avevi tre opzioni”
“ Sono convinta che la terza opzione ti piacerà."
Era ancora di fronte a me e, come al solito, il mio turbamento era profondo. Diana afferrò le mie mani, stavolta con estrema delicatezza, le mise sopra la mia testa e poi abbassò il suo bel viso all’altezza del mio
“ Che cosa stai facendo?” le chiesi turbato come non mai per quella vicinanza
“Sto per baciarti, scemo”
Baciare me? Non era possibile. Erano 15 anni che lo desideravo. Perché proprio adesso?
“ Non capisco. Perché”
“ Perché questa è la terza opzione. So che sei innamorato di me, e quindi ti convinco in questo modo”
Sentii le sue labbra avvicinarsi alle mie, sentivo il suo profumo, quel corpo meraviglioso che spingeva contro il mio causandomi un’eccitazione fisica e mentale mai registrata prima. Poi il contatto, e mi parve di essere entrato in un’altra dimensione. Poi sentii la sua lingua che entrava nella mia e il mio cuore che aumentò i battiti in maniera esponenziale. Stavo baciando Diana. Mi sembrava impossibile, ma era la pura verità. Tutti quegli anni a desiderare quel bacio e, finalmente, la sua bocca era attaccata alla mia. Si staccò anche se io avrei continuato a baciarla per il resto della mia vita
“ Io...Io non è vero che sono innamorato di te” mentii
“ Non dire scemenze. Pensi davvero che io non me ne sia mai accorta? Ho sempre saputo che mi amavi, e il bacio che ci siamo scambiati lo testimonia. Solo un uomo innamorato mi avrebbe baciata come hai fatto te”
Lasciò le mie mani e, con le sue, prese il mio viso e lo portò delicatamente incontro al suo per baciarci di nuovo. Era meraviglioso, erano i miei sogni che finalmente si avveravano. Quante volte avevo pensato a un bacio con Diana? A come sarebbe potuto essere. Ecco, adesso lo sapevo. Meraviglioso e incredibilmente eccitante. Talmente eccitante che me ne venni senza che riuscissi a trattenermi. Non potevo crederci. Con un semplice bacio, mi aveva procurato un orgasmo. Era pazzesco! Intanto, io e Diana continuavamo a unire le nostre labbra e ci staccammo solo dopo diversi secondi, tanto era durato quel bacio meraviglioso che mi aveva addirittura provocato un orgasmo. Mi sorrise e mi accarezzò.
“Ripetimi che non sei innamorato di me”
No, ormai non potevo piu’ mentirle. Le baciai le labbra, le guance, poi ancora le labbra e sbottai, dicendole tutto quello che lei aveva capito da sola
“ Si, ti amo, Diana. Ti amo da sempre. Ti amo disperatamente. Ti amo perché sei bellissima, ti amo perché solo quando sto vicino a te io mi sento bene, ti amo persino quando mi tratti male, quando mi dai ordini, e quando godi nel mostrarmi tutta la tua forza, ti amo addirittura quando ho timore di te, e ti amo perché so che non mi faresti mai veramente del male” Si, le avevo finalmente detto tutto riguardo i miei sentimenti e lei sorrise
“ Lo sapevo ma è piacevole sentirselo ripetere. Anche se sul fatto che non ti farei mai del male... Beh, al posto tuo questa sicurezza non ce l’avrei”
“ Mi faresti del male?”
“ Non mettermi mai alla prova. Ma dicevo che tu non sei soltanto innamorato di me. Io so che mi desideri come non potresti mai desiderare un’altra donna. Non e’ così?”
“ Si, è così. Farei pazzie per fare l’amore con te”
Lei però sorrise scuotendo la testa. “E no, tesoro mio. Non così. Faremo l’amore, te lo prometto, e tu sai che io mantengo le promesse, ma lo faremo soltanto dopo che sarai venuto a stare a casa mia. Perché tu verrai, non è vero?” La guardai. Aveva vinto lei. Di nuovo, come sempre
“ Si, amore mio. Verrò”
“ Lo immaginavo che la terza opzione sarebbe stata vincente. In fondo, non avevo voglia di picchiarti veramente, e questa opzione è sicuramente quella più gradevole anche per me. Ora fila a preparare una valigia e mettici solo poche cose. In seguito verrai a prendere tutto quello che ti serve”
“ Si, amore mio. Farò come vuoi”
“ Non avevo dubbi, Paolo. Mai avuto dubbi in proposito”

Fine sesto episodio.
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davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2025-05-20
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