Mia cugina: Parte 3

di
genere
incesti

Passano alcune settimane. Per tutto questo tempo non ci siamo né visti né messaggiati. Ho pensato a lungo a ciò che è successo. Non mi sarei mai aspettato che mia cugina mi baciasse. Tanto meno in quel modo. Se non fosse arrivato il suo ex, forse avremmo finito per fare sesso. Alla fine, ho scacciato quel pensiero, sebbene mi sia rimasta la curiosità. Ma ogni volta che ci penso, mi eccito. La cosa curiosa è che non mi fa più schifo. Credo di essere a un passo dal superare il limite.
Due giorni dopo, incontro mia cugina all’azienda vinicola. Sono qui con Ilaria e alcuni amici. Ho scoperto che Ilaria è la nipote del nuovo proprietario. Com'è piccolo il mondo.
Mia cugina ci ha portato visitare le cantine e i filari d'uva, che ormai conosco come le mie tasche. Ogni tanto mi lanciava delle occhiatacce quando Ilaria diventava appiccicosa. Non capivo se era gelosa o infastidita dal fatto che Ilaria le parlava sopra o perché stesse vicino a me. Alla fine, siamo andati tutti alla trattoria e abbiamo bevuto parecchio vino. I miei amici hanno cominciato a fare casino. Ilaria, tra sorrisi e risatine infantili, ha iniziato a provarci con me, in modo giocoso. Ad un certo punto, ha appoggiato la testa sulle mie gambe e mi ha fissato per tutta la serata con un sorriso da ubriaca sul volto.
Mia cugina non ha bevuto. Fissava me e Ilaria irritata. Il comportamento di Ilaria, all'inizio, ha messo in imbarazzo anche i nostri amici. Poi non ci hanno fatto più caso, ubriachi marci com'erano.
Sul tardi, i nostri amici sono andati via. Mia cugina si è messa a parlare con la cuoca della trattoria. Sono rimasto da solo con Ilaria. Lei ha cominciato a biascicare qualcosa sul futuro. Non capivo una parola. Alla fine, si è addormentata.
Due ore dopo, quando sono uscito dal bagno, Ilaria era in piedi davanti alla cucina. Non sembrava per niente ubriaca. Anzi, direi che era quasi lucida. Parecchio strano. Sembrava quasi che abbia finto per tutto il tempo.
Dieci minuti dopo, faccio la mia passeggiata notturna lungo i filari d’uva. Ilaria mi segue.
— È stata una bella serata — dice.
— Già.
Si stringe al mio braccio. — Farai il consulente finanziario per sempre?
Mi stacco dalla sua stretta. — Perché?
Lei ci si attacca di nuovo con nonchalance. — Puoi venire a lavorare per me.
Ritraggo il braccio. — Fa caldo. Non ti attaccare.
Mi lancia uno sguardo, torvo. — Sei gay?
— Gay? No. Per niente.
— Non ti vedo mai uscire con nessuna, se non per farci sesso. Ho cominciato a credere che fosse una scusa per nascondere la tua omosessualità.
— Ho solo troppo da fare.
— Con me, però, ci esci.
— Sei mia amica.
— Anche tu sei mio amico, ma esco anche con altri.
— Buon per te — dico.
Ilaria mi blocca per un braccio. — Sarò stupida, non so, ma… — Si interrompe, mi fissa intensamente. — Lasciamo perdere.
Torniamo a camminare, sotto la volta stellata. All'orizzonte, le luci della città.
— Non vuoi sposarti? — chiede Ilaria.
— No.
— Nemmeno io. Credo che il matrimonio cambi le cose.
— Lo penso anch'io. Complica tutto. Non esiste il vissero tutti felici e contenti.
— Ora capisco perché non esci con nessuna. Devono averti fatto molto male, in passato.
La guardo. — Non proprio. È solo che non ci credo. C'è una data di scadenza a tutto.
Proseguiamo in silenzio per un po'.
— Come mai continui a uscire con me? — chiede Ilaria.
— Per il tuo stesso motivo.
— Sai qual è il mio?
— C'è un motivo?
— Sì, c'è.
— Ah…
Breve silenzio.
— Non vuoi saperlo? — domanda.
— Credo lo sappia già.
— Qual è?
— Sei mia amica.
Non risponde.
Ci fermiamo davanti a una staccionata che dà su un canale, la luna riflessa sulle acque punteggiate di erbacce.
— Stasera mi sono resa ridicola, non è vero? — chiede Ilaria.
— Non preoccuparti. Ti rendi sempre ridicola.
Mi molla un pugno sul braccio con un sorrisino. — Cretino!
— Comunque fino a un minuto fa eri ubriaca. Come fai a riprenderti così velocemente?
Fa spallucce. — Non lo so. So solo che quando dormo poi mi passa un po'. E poi ho dormito per un’ora e mezza.
— Due ore.
— Ah, due ore?
— Sì, mi hai sbavato sui pantaloni.
Sorride, affettuosa. — Sai perché esco con te?
— Perché sei mia amica?
— In realtà… mi piacerebbe essere di più.
La guardo, turbato. — Di più?
Mi fissa negli occhi. — Pensavo che... l'avessi capito.
— Beh…
— Per te non è lo stesso?
Abbasso gli occhi sulle acque torbide del canale. Non rispondo.
— Non ti vedo mai con nessuna. Esci solo con me. Pensavo che… Insomma, che fossi interessato a me. Ho frainteso!?
Sposto lo sguardo su di lei. — Meglio andare, ora.
Mi blocca il polso. — Rispondimi.
— Ilaria…
Lei mi fissa per un momento. Mi bacia. Mi sposta con il corpo contro un muretto, mi infila la lingua in bocca e continua a baciarmi. Poi mi mette una mano sul pene. Apro gli occhi, sorpreso. Lei continua a baciarmi, mi stringe il pene. Mi diventa durissimo.
Ilaria si abbassa, mi allenta la cinta e mi tira giù i pantaloni e i boxer.
Mi copro il pene con le mani. — Che cazzo stai facendo!?
— Quello che volevo fare da tanto tempo.
— Sei impazzita?
Scaccia la mano dal mio pene e se lo mette in bocca. Roteo gli occhi all'indietro, gemo. Lei comincia a succhiarlo piano mentre mi guarda negli occhi. Sento il calore della sua bocca, il rumore della sua saliva, la sua lingua intorno al mio glande. La faccio alzare, la giro di faccia contro il muretto e le abbasso la gonna e le mutandine. Glielo metto dentro.
Lei geme.
Le cingo la schiena tra mie braccia. Ilaria ansima, mi stringe una mano. I miei fianchi sbattono veloci e forti contro il suo piccolo sedere mentre le bacio la nuca, il collo. È salato. È tutta sudata. Anche io. C'è troppa umidità. Lei continua a ansimare, il rumore del mio inguine contro il suo sedere risuona nella notte.
Le vengo dentro.
Lei si volta verso di me ancora di schiena, il viso sfatto, arrossato, sudato. — Mi sei venuto dentro?!
Sgrano gli occhi. Realizzo solo in quel momento cosa ho fatto. Lo tiro subito fuori. — Scusa, io…
Non risponde. Si abbassa a guardarsi la vagina da cui cola lo sperma.
Prendo un fazzoletto dalla tasca pantaloni ai miei piedi e glielo do.
— Grazie — dice. E si pulisce sotto.
Mi rimetto pantaloni e boxer. Non so cosa dire. Mi sento a disagio. Ho fatto sesso con la mia migliore amica. È così strano. È impossibile. Sto sognando.
Ilaria si alza le mutandine e la gonna. Mi guarda turbata. — Beh…
— Già…
— Vado.
— Ti accompagno.
— Non serve.
La guardo andare via. Sembra strana. Si vergogna così tanto? Oppure non le piaccio più? Che diavolo le prende?
scritto il
2025-05-20
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