Schiavo per amore. Terzo episodio
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Diana entrò nello studio di suo marito mettendosi seduta sulla sedia girevole posta dietro la scrivania. Poi si spostò leggermente mettendosi di fronte a me che ero rimasto in piedi. Accavallò le sue lunghissime gambe, visione che mi provocò un’erezione. L’ennesima di fronte a lei. Mi chiesi se avesse la minima idea che quegli atteggiamenti mi provocavano sconquassi ormonali, ma cercai di volgere la mia attenzione su ciò che diceva visto che aveva ripreso a parlare dopo aver tirato un paio di boccate alla sigaretta
“ Ricapitoliamo, Paolino. Tu sostieni che se io l’accontentassi...”
“ Se tu l’accontentassi, potresti ridurlo alla tua mercé. Almeno suppongo. Ma è comunque una tesi che dobbiamo prendere in considerazione”
Diana mi scrutò mentre un bel sorriso si formò sulla sua bocca. Ma non era un sorriso che prometteva bene. “A quel punto, credo di poterci arrivare da sola. Tu credi che se io divento...come si dice?”
“ La sua padrona. Credo che uomini con queste tendenze chiamino la loro donna dominante con questo appellativo”
“ E quindi, se io dovessi diventare la sua padrona, lui farebbe qualsiasi cosa per me, anche revocare quello stupido contratto prematrimoniale?”
“ Più o meno. Non so fino a che punto tu possa spingerti. Bisogna vedere quanto lui sia schiavo nell’anima e quanto invece prevale la sua voglia di giocare. Ma se è proprio schiavo, credo che difficilmente ci possano essere limiti. Un uomo con quelle idee, con quel desiderio, ti si inginocchierà ai piedi facendo tutto quello che vuoi”
“ Ma lo sai che comincia a piacermi quest’idea? Credimi, godrei nel togliergli tutto e farlo rimanere in mutande”
“ Adesso non correre troppo. Non sappiamo esattamente cosa vuole e bisognerà andarci coi piedi di piombo”
“ Si, va bene, ma cosa debbo fare? Lo devo picchiare o no? Ho una gran voglia di prenderlo a calci e pugni fino a rompergli le ossa”
“ No, quella è l’ultima cosa che devi fare. Devi prima di tutto capire. Se tu vuoi veramente sottometterlo, devi fare ciò che lui ama e, siccome noi non sappiamo cosa lui ama veramente, dobbiamo arrivarci pian piano”
“ Cioè, mi stai dicendo che io diventerei la sua padrona ma dovrei fare quello che vuole lui?”
La guardai. Che bella! Solo un suo accavallamento di gambe mi aveva provocato eccitazione Dovevo però distogliere lo sguardo da tutto quel ben di Dio, e pensare a ciò che aveva appena detto. E, a dimostrazione che fosse tutt’altro che stupida, la sua ultima frase aveva un fondamento più che logico
“ Ascolta Diana, io penso che comunque ci debba essere uno scambio. Cosa vuole uno schiavo?”
“ Cazzo ne so. Essere frustato?”
“ Non possiamo saperlo. Può darsi che se tu lo frusti lui scappa lontano, chiama la neuro e ti denuncia. Capisci quindi che, per quanto possa sembrare assurdo, tu dovrai fare ciò che lui ama, fargli ciò che, secondo la sua mentalità, lo potrebbe portare a una sottomissione, tanto da poterlo poi obbligare a fare ciò che vuoi tu. Do ut des, Diana”
“ Per noi gente di strada?” Sorrisi. Forse il latino non era nelle corde della mia amica
“ Significa che se tu dai una cosa a lui, lui dovrà darne una a te. Quindi, per il momento, posso solo immaginare e presumo che ogni schiavo sia diverso dall’altro, e se noi non sappiamo cosa vuole realmente tuo marito, non possiamo girare la situazione a nostro favore”
“ A mio favore, please”
“ Va beh, a tuo favore. Sappiamo che ama le donne che fanno arti marziali, sappiamo che probabilmente vuole farsi sottomettere da una di loro, sappiamo che ama un certo tipo di abbigliamento, ma dobbiamo sapere quali sono i suoi limiti, e capire come sfruttare queste sue debolezze”
“ Quindi?”
“ Quindi, appena arriva a casa puoi cominciare a dargli dei piccoli ordini. Prova a farlo ridiscendere per una stronzata e vediamo cosa dice”
“ Che tipo di stronzata?”
“ Mah, per andare a comperarti le sigarette oppure perché hai voglia di un gelato”
“ Uhm. Credo che possa andare. Lo sai che spesso mi ha chiesto se avevo un desiderio da esprimere che lui subito avrebbe accettato di compiacermi?”
“ E malgrado questo tu non ti sei resa conto di niente?”
“ Me l’hai già detto. Non ripeterti, per favore. Pensavo che fosse amore e non che non vedeva l’ora di mettersi a quattro zampe col collare”
“ Non sappiamo se una pratica del genere possa interessargli. Lui, di sicuro, vuole sentire su di sé la tua forza. Lo eccita anche sessualmente, a quanto hai detto prima, e quindi, per il momento, mi baserei su quello”
“ Ma se accetta? Come faccio a dargliele se obbedisce?”
“ E tu trova una scusa. Magari fai finta di incazzarti perché ci ha pensato troppo prima di scendere. Oppure può anche darsi che lui ti disobbedisca proprio per stimolarti. Ricordati che sto andando a tentativi”
“ Ma come lo picchio se mi hai detto di non fargli troppo male?”
“ E mica lo puoi ammazzare sul serio. E poi, soprattutto all’inizio, devi essere più morbida. Tu sei anche esperta di judo, non è vero?”
Diana mi prese per il mento. Ancora una volta ce l’avevo a pochi millimetri dalla mia bocca. “Mi stai dicendo se io sono esperta di judo? Senti bello, io sono cintura nera 4° dan che, per i profani come te, significa che sono ai massimi livelli. E uno come Alberto me lo metto in tasca e ci gioco a palla, se solo mi viene la voglia. E tu lo sai benissimo”
“ Ok, ok, non c’e’ bisogno che ti inalberi” dissi cercando di calmarla. Non avevo proprio voglia che si sfogasse su di me con la solita scusa dell’amicizia
“ E quindi, gli faccio una bella mossa di judo e lo mando col culo per terra e poi una bella leva o una torsione e lo faccio piangere dal dolore fino a che non mi chiede pietà. Che ne dici? E’ una bella idea?”
“ Basta che non gli rompi il braccio. Io le conosco le tue mosse e so che fai male”
“ Non divagare. E poi?”
“ Non sto divagando. Ti sto dicendo di fare attenzione. Oh, credo però che, prima di tutto, ci vuole un tipo di abbigliamento consono. Hai visto le foto di quelle modelle? Bene, evidentemente la sua visione di come deve essere una padrona è quella e tu dovresti possibilmente vestirti come loro”
“ E dove le trovo quelle cose? “
“ Comprandole su internet. Però per questa sera dovrai arrangiarti. Scommetto che nel tuo guardaroba hai qualcosa di simile”
Sorrise. “Mi conosci, eh! Potrei indossare una bella mini di pelle. L’ultima volta che l’ho messa, ho fatto rigirare pure i morti, e soprattutto Alberto mi guardava con una faccia. Quanto alle scarpe, ne ho la scarpiera piena di scarpe col tacco a spillo. Lo sai che le adoro”
“ Lo so, lo so”
“ Stivali o decollété?”
Spalancai gli occhi. Per quanto riguardava i miei gusti personali, non avevo preferenze ma, forse per un uomo che ama baciare i piedi, potevano essere più adatte le decollèté. Glie lo feci presente “Anzi,” aggiunsi, “Potresti proprio cominciare ordinandogli di togliertele e farti un massaggio.”
“ Capirà subito. Di solito è lui a chiedermelo. Per di più, se mi vede vestita in quel modo dentro casa...A me piace vestire provocante ma solo quando esco.”
“ Perché adesso sei vestita normale? Hai una minigonna che ti copre appena la patatina, e mi vieni a dire che a casa vuoi vestire comoda”
“ Scemo che sei. Sono vestita così perche’ sono andata in palestra. Mica ci posso andare vestita in tailleur pantalone”
“ E chi te lo impedirebbe? Dai lasciamo stare”
Diana gettò la sigaretta nel posacenere e si riavvicinò a pochi centimetri da me
“ Mi piace quando fai il geloso”
“ Non sono geloso. E’ solo una constatazione” mi schernii
“ Si, come no. Dai andiamo avanti. Dove eravamo rimasti?”
“ Al punto in cui lui potrebbe capire che tu sai tutto di lui. Secondo me, non ha importanza. Tanto prima o poi ci deve arrivare. Anzi, se ci ragioni, è pure probabile che lui ti abbia lasciato il computer con tutti i suoi files aperti proprio per farsi scoprire e per indurti a farti diventare quella che vuole. E’ anche probabile che lui ti possa ringraziare per aver accettato”
“ E io che gli dico?
“ Che ironia del cavolo! No, secondo me non devi ammetterlo. Non deve proprio pensare che tu possa fare tutto questo per farlo contento. Deve avere dubbi sul tuo comportamento, in modo che fra un po’, quando tu gli ordinerai di stracciare il contratto prematrimoniale, lui si appresterà a farlo per paura di perdere la sua padrona. Quindi, non ammettere niente, ok?”
“ Si, ok. Ricapitolando, minigonna di pelle e decollété col tacco 12. Trucco?”
“ Piuttosto pesante senza scendere nel ridicolo. Direi un bel rossetto rosso di sicuro. E poi guarda tu. Credo che tu sia abbastanza esperta in questo”
“ Insomma, glie lo devo far drizzare solo facendomi guardare”
“ Per quel poco che gli riesce” ironizzai
“ Ehi, non ti permettere. Stai parlando di mio marito” rispose Diana sempre sul tono dell’ironia“ Comunque, se e’ giusto il tuo ragionamento, e Alberto si eccita al massimo solo se lo prendo a botte, mi sa che mi posso vestire come voglio e non cambia niente”
“ Questo non è detto, Diana. Potrebbe anche eccitarsi al solo pensiero di avere una padrona. Questo lo sapremo stasera. Credo che l’abbigliamento sia una specie di coreografia, capisci cosa voglio intendere? Lui immagina che una donna dominante debba andare in giro vestita in quel modo, con un look aggressivo. E, considerando il tuo modo di vestire, questo è probabilmente uno degli altri motivi per cui ha perso completamente la testa per te”
“ Si, ho capito. Dunque, ritorniamo a quello che devo fare stasera. Appena arriva gli ordino di farmi un massaggio ai piedi e poi lo spedisco a comprarmi un gelato. Che lui accetti subito o meno, gli metto le mani addosso. Giusto fino ad ora?”
“ Direi perfetto. Aggiungi qualche schiaffo. Gli schiaffi sono abbastanza umilianti. E aggiungi pure qualche frase ad effetto sul tipo ecc. Credo che ci starebbero bene e sono tutte frasi che a te riescono bene”
“ Benissimo. A quel punto?”
“ Beh, non so. Guarda come si evolve la situazione, guarda cosa ti dice, e poi ti comporterai di conseguenza”
“ Uhm. Ma che faccio dopo? Me lo scopo?”
Oh mio Dio, proprio a me chiedeva un consiglio del genere. Io che avrei dato l’anima al diavolo per poterla avere tutta per me?
“ E che ti devo dire? Fai un po’ tu”
“ Ti sto chiedendo dei consigli e tu mi dici < Fai un po’ tu>”
“ Non posso sapere cosa lui voglia, Diana. Quello che sappiamo è che si eccita in certe situazioni e con un certo tipo di abbigliamento”
“ Esatto. Ma tu prima mi hai detto che devo fare in modo che Alberto abbia una specie di dipendenza da me, in modo che poi me lo posso manovrare come voglio. Giusto?”
“ Giusto” risposi
“ Lo so che è giusto. Era una domanda retorica. Quindi, è probabile che, se glie lo faccio diventare di marmo, e poi facciamo sesso selvaggio, lui dipendente da me lo diventa per davvero in breve tempo”
La guardai inghiottendo l’ennesimo boccone amaro
“ E’ probabile” ammisi
“ Benissimo. Me lo rigiro io il signorino. Tu tieni comunque il telefonino acceso, stasera. Se avessi bisogno di qualche altro consiglio, voglio che tu sia pronto a darmelo
“ Ai tuoi ordini padrona”
Diana scoppiò a ridere. Eravamo già a stretto contatto e mi afferrò le mani. “Mi piace. Credo che io sia nata per essere una padrona.”
“ Su questo ci posso scommettere qualsiasi cosa. Almeno con me ti riesce benissimo. Ora, per favore, lasciami andare. Non ho nessuna voglia di sentire quanto sei brava e forte. Ti sfogherai stasera su Alberto”
“ Hai paura di me?” mi chiese sorridendo sorniona. Avevo paura di lei? No, forse paura non era la parola adatta. Sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male, pero’ timore si. Non era certo facile per un uomo doversi confrontare con una donna sapendo di non avere nessuna chance contro di lei e questo era psicologicamente pesante. Eppure, sarei passato sopra a ogni problema di ordine psicologico pur di stare con lei, pur di baciarla, pur di farci l’amore, e pur di viverle accanto. E invece la stavo aiutando col rischio che stasera avrebbe visto suo marito eccitato oltre misura e ci avrebbe fatto anche l’amore. Perché lo facevo? Con la remota speranza che potesse lasciarlo e mettersi con me? Oppure perché quando si ama davvero si diventa meno egoisti e si pensa soprattutto alla felicità della persona amata? Bah, era inutile pensarci. Quello che contava era che, ancora una volta, io facevo tutto quanto lei mi ordinava, mi lamentavo un po’ per questo trattamento che mi riservava, ma in fondo ne ero felice. Infine le risposi, dicendole che, in effetti, un po’ di timore me lo metteva, ma che, di certo, non me la facevo sotto di fronte a lei, soprattutto considerando l’affetto che lei nutriva per me e lei accettò ridendo sotto i baffi. Era giunto il momento di andare via? La guardai e le presi la mano
“ Allora Diana, tutto a posto? Hai capito come ti devi comportare?”
“ Mica sono stupida. Ho capito. Piuttosto, Per quanti giorni pensi che dovrà andare avanti questa messa in scena? Quando pensi che potrò ordinargli di stracciare quel cazzo di contratto e magari farmi mettere a nome mio alcuni suoi beni?”
“ Non correre. Ci vorranno dei giorni. Mica puoi pretendere che stasera finisca tutto. Lo devi far impazzire, deve pensare che una vita senza di te, senza la sua padrona, sia una vita inutile”
“ E allora ho bisogno di comperare qualche oggettino su internet. Lui vuole che la sua padrona vesta in una determinata maniera, giusto? E allora avrà pane per i suoi denti, il porco. Solo che questo pane gli andrà di traverso” concluse con un sorrisino che prometteva scintille.
Per commentare questo racconto, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
“ Ricapitoliamo, Paolino. Tu sostieni che se io l’accontentassi...”
“ Se tu l’accontentassi, potresti ridurlo alla tua mercé. Almeno suppongo. Ma è comunque una tesi che dobbiamo prendere in considerazione”
Diana mi scrutò mentre un bel sorriso si formò sulla sua bocca. Ma non era un sorriso che prometteva bene. “A quel punto, credo di poterci arrivare da sola. Tu credi che se io divento...come si dice?”
“ La sua padrona. Credo che uomini con queste tendenze chiamino la loro donna dominante con questo appellativo”
“ E quindi, se io dovessi diventare la sua padrona, lui farebbe qualsiasi cosa per me, anche revocare quello stupido contratto prematrimoniale?”
“ Più o meno. Non so fino a che punto tu possa spingerti. Bisogna vedere quanto lui sia schiavo nell’anima e quanto invece prevale la sua voglia di giocare. Ma se è proprio schiavo, credo che difficilmente ci possano essere limiti. Un uomo con quelle idee, con quel desiderio, ti si inginocchierà ai piedi facendo tutto quello che vuoi”
“ Ma lo sai che comincia a piacermi quest’idea? Credimi, godrei nel togliergli tutto e farlo rimanere in mutande”
“ Adesso non correre troppo. Non sappiamo esattamente cosa vuole e bisognerà andarci coi piedi di piombo”
“ Si, va bene, ma cosa debbo fare? Lo devo picchiare o no? Ho una gran voglia di prenderlo a calci e pugni fino a rompergli le ossa”
“ No, quella è l’ultima cosa che devi fare. Devi prima di tutto capire. Se tu vuoi veramente sottometterlo, devi fare ciò che lui ama e, siccome noi non sappiamo cosa lui ama veramente, dobbiamo arrivarci pian piano”
“ Cioè, mi stai dicendo che io diventerei la sua padrona ma dovrei fare quello che vuole lui?”
La guardai. Che bella! Solo un suo accavallamento di gambe mi aveva provocato eccitazione Dovevo però distogliere lo sguardo da tutto quel ben di Dio, e pensare a ciò che aveva appena detto. E, a dimostrazione che fosse tutt’altro che stupida, la sua ultima frase aveva un fondamento più che logico
“ Ascolta Diana, io penso che comunque ci debba essere uno scambio. Cosa vuole uno schiavo?”
“ Cazzo ne so. Essere frustato?”
“ Non possiamo saperlo. Può darsi che se tu lo frusti lui scappa lontano, chiama la neuro e ti denuncia. Capisci quindi che, per quanto possa sembrare assurdo, tu dovrai fare ciò che lui ama, fargli ciò che, secondo la sua mentalità, lo potrebbe portare a una sottomissione, tanto da poterlo poi obbligare a fare ciò che vuoi tu. Do ut des, Diana”
“ Per noi gente di strada?” Sorrisi. Forse il latino non era nelle corde della mia amica
“ Significa che se tu dai una cosa a lui, lui dovrà darne una a te. Quindi, per il momento, posso solo immaginare e presumo che ogni schiavo sia diverso dall’altro, e se noi non sappiamo cosa vuole realmente tuo marito, non possiamo girare la situazione a nostro favore”
“ A mio favore, please”
“ Va beh, a tuo favore. Sappiamo che ama le donne che fanno arti marziali, sappiamo che probabilmente vuole farsi sottomettere da una di loro, sappiamo che ama un certo tipo di abbigliamento, ma dobbiamo sapere quali sono i suoi limiti, e capire come sfruttare queste sue debolezze”
“ Quindi?”
“ Quindi, appena arriva a casa puoi cominciare a dargli dei piccoli ordini. Prova a farlo ridiscendere per una stronzata e vediamo cosa dice”
“ Che tipo di stronzata?”
“ Mah, per andare a comperarti le sigarette oppure perché hai voglia di un gelato”
“ Uhm. Credo che possa andare. Lo sai che spesso mi ha chiesto se avevo un desiderio da esprimere che lui subito avrebbe accettato di compiacermi?”
“ E malgrado questo tu non ti sei resa conto di niente?”
“ Me l’hai già detto. Non ripeterti, per favore. Pensavo che fosse amore e non che non vedeva l’ora di mettersi a quattro zampe col collare”
“ Non sappiamo se una pratica del genere possa interessargli. Lui, di sicuro, vuole sentire su di sé la tua forza. Lo eccita anche sessualmente, a quanto hai detto prima, e quindi, per il momento, mi baserei su quello”
“ Ma se accetta? Come faccio a dargliele se obbedisce?”
“ E tu trova una scusa. Magari fai finta di incazzarti perché ci ha pensato troppo prima di scendere. Oppure può anche darsi che lui ti disobbedisca proprio per stimolarti. Ricordati che sto andando a tentativi”
“ Ma come lo picchio se mi hai detto di non fargli troppo male?”
“ E mica lo puoi ammazzare sul serio. E poi, soprattutto all’inizio, devi essere più morbida. Tu sei anche esperta di judo, non è vero?”
Diana mi prese per il mento. Ancora una volta ce l’avevo a pochi millimetri dalla mia bocca. “Mi stai dicendo se io sono esperta di judo? Senti bello, io sono cintura nera 4° dan che, per i profani come te, significa che sono ai massimi livelli. E uno come Alberto me lo metto in tasca e ci gioco a palla, se solo mi viene la voglia. E tu lo sai benissimo”
“ Ok, ok, non c’e’ bisogno che ti inalberi” dissi cercando di calmarla. Non avevo proprio voglia che si sfogasse su di me con la solita scusa dell’amicizia
“ E quindi, gli faccio una bella mossa di judo e lo mando col culo per terra e poi una bella leva o una torsione e lo faccio piangere dal dolore fino a che non mi chiede pietà. Che ne dici? E’ una bella idea?”
“ Basta che non gli rompi il braccio. Io le conosco le tue mosse e so che fai male”
“ Non divagare. E poi?”
“ Non sto divagando. Ti sto dicendo di fare attenzione. Oh, credo però che, prima di tutto, ci vuole un tipo di abbigliamento consono. Hai visto le foto di quelle modelle? Bene, evidentemente la sua visione di come deve essere una padrona è quella e tu dovresti possibilmente vestirti come loro”
“ E dove le trovo quelle cose? “
“ Comprandole su internet. Però per questa sera dovrai arrangiarti. Scommetto che nel tuo guardaroba hai qualcosa di simile”
Sorrise. “Mi conosci, eh! Potrei indossare una bella mini di pelle. L’ultima volta che l’ho messa, ho fatto rigirare pure i morti, e soprattutto Alberto mi guardava con una faccia. Quanto alle scarpe, ne ho la scarpiera piena di scarpe col tacco a spillo. Lo sai che le adoro”
“ Lo so, lo so”
“ Stivali o decollété?”
Spalancai gli occhi. Per quanto riguardava i miei gusti personali, non avevo preferenze ma, forse per un uomo che ama baciare i piedi, potevano essere più adatte le decollèté. Glie lo feci presente “Anzi,” aggiunsi, “Potresti proprio cominciare ordinandogli di togliertele e farti un massaggio.”
“ Capirà subito. Di solito è lui a chiedermelo. Per di più, se mi vede vestita in quel modo dentro casa...A me piace vestire provocante ma solo quando esco.”
“ Perché adesso sei vestita normale? Hai una minigonna che ti copre appena la patatina, e mi vieni a dire che a casa vuoi vestire comoda”
“ Scemo che sei. Sono vestita così perche’ sono andata in palestra. Mica ci posso andare vestita in tailleur pantalone”
“ E chi te lo impedirebbe? Dai lasciamo stare”
Diana gettò la sigaretta nel posacenere e si riavvicinò a pochi centimetri da me
“ Mi piace quando fai il geloso”
“ Non sono geloso. E’ solo una constatazione” mi schernii
“ Si, come no. Dai andiamo avanti. Dove eravamo rimasti?”
“ Al punto in cui lui potrebbe capire che tu sai tutto di lui. Secondo me, non ha importanza. Tanto prima o poi ci deve arrivare. Anzi, se ci ragioni, è pure probabile che lui ti abbia lasciato il computer con tutti i suoi files aperti proprio per farsi scoprire e per indurti a farti diventare quella che vuole. E’ anche probabile che lui ti possa ringraziare per aver accettato”
“ E io che gli dico?
“ Che ironia del cavolo! No, secondo me non devi ammetterlo. Non deve proprio pensare che tu possa fare tutto questo per farlo contento. Deve avere dubbi sul tuo comportamento, in modo che fra un po’, quando tu gli ordinerai di stracciare il contratto prematrimoniale, lui si appresterà a farlo per paura di perdere la sua padrona. Quindi, non ammettere niente, ok?”
“ Si, ok. Ricapitolando, minigonna di pelle e decollété col tacco 12. Trucco?”
“ Piuttosto pesante senza scendere nel ridicolo. Direi un bel rossetto rosso di sicuro. E poi guarda tu. Credo che tu sia abbastanza esperta in questo”
“ Insomma, glie lo devo far drizzare solo facendomi guardare”
“ Per quel poco che gli riesce” ironizzai
“ Ehi, non ti permettere. Stai parlando di mio marito” rispose Diana sempre sul tono dell’ironia“ Comunque, se e’ giusto il tuo ragionamento, e Alberto si eccita al massimo solo se lo prendo a botte, mi sa che mi posso vestire come voglio e non cambia niente”
“ Questo non è detto, Diana. Potrebbe anche eccitarsi al solo pensiero di avere una padrona. Questo lo sapremo stasera. Credo che l’abbigliamento sia una specie di coreografia, capisci cosa voglio intendere? Lui immagina che una donna dominante debba andare in giro vestita in quel modo, con un look aggressivo. E, considerando il tuo modo di vestire, questo è probabilmente uno degli altri motivi per cui ha perso completamente la testa per te”
“ Si, ho capito. Dunque, ritorniamo a quello che devo fare stasera. Appena arriva gli ordino di farmi un massaggio ai piedi e poi lo spedisco a comprarmi un gelato. Che lui accetti subito o meno, gli metto le mani addosso. Giusto fino ad ora?”
“ Direi perfetto. Aggiungi qualche schiaffo. Gli schiaffi sono abbastanza umilianti. E aggiungi pure qualche frase ad effetto sul tipo ecc. Credo che ci starebbero bene e sono tutte frasi che a te riescono bene”
“ Benissimo. A quel punto?”
“ Beh, non so. Guarda come si evolve la situazione, guarda cosa ti dice, e poi ti comporterai di conseguenza”
“ Uhm. Ma che faccio dopo? Me lo scopo?”
Oh mio Dio, proprio a me chiedeva un consiglio del genere. Io che avrei dato l’anima al diavolo per poterla avere tutta per me?
“ E che ti devo dire? Fai un po’ tu”
“ Ti sto chiedendo dei consigli e tu mi dici < Fai un po’ tu>”
“ Non posso sapere cosa lui voglia, Diana. Quello che sappiamo è che si eccita in certe situazioni e con un certo tipo di abbigliamento”
“ Esatto. Ma tu prima mi hai detto che devo fare in modo che Alberto abbia una specie di dipendenza da me, in modo che poi me lo posso manovrare come voglio. Giusto?”
“ Giusto” risposi
“ Lo so che è giusto. Era una domanda retorica. Quindi, è probabile che, se glie lo faccio diventare di marmo, e poi facciamo sesso selvaggio, lui dipendente da me lo diventa per davvero in breve tempo”
La guardai inghiottendo l’ennesimo boccone amaro
“ E’ probabile” ammisi
“ Benissimo. Me lo rigiro io il signorino. Tu tieni comunque il telefonino acceso, stasera. Se avessi bisogno di qualche altro consiglio, voglio che tu sia pronto a darmelo
“ Ai tuoi ordini padrona”
Diana scoppiò a ridere. Eravamo già a stretto contatto e mi afferrò le mani. “Mi piace. Credo che io sia nata per essere una padrona.”
“ Su questo ci posso scommettere qualsiasi cosa. Almeno con me ti riesce benissimo. Ora, per favore, lasciami andare. Non ho nessuna voglia di sentire quanto sei brava e forte. Ti sfogherai stasera su Alberto”
“ Hai paura di me?” mi chiese sorridendo sorniona. Avevo paura di lei? No, forse paura non era la parola adatta. Sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male, pero’ timore si. Non era certo facile per un uomo doversi confrontare con una donna sapendo di non avere nessuna chance contro di lei e questo era psicologicamente pesante. Eppure, sarei passato sopra a ogni problema di ordine psicologico pur di stare con lei, pur di baciarla, pur di farci l’amore, e pur di viverle accanto. E invece la stavo aiutando col rischio che stasera avrebbe visto suo marito eccitato oltre misura e ci avrebbe fatto anche l’amore. Perché lo facevo? Con la remota speranza che potesse lasciarlo e mettersi con me? Oppure perché quando si ama davvero si diventa meno egoisti e si pensa soprattutto alla felicità della persona amata? Bah, era inutile pensarci. Quello che contava era che, ancora una volta, io facevo tutto quanto lei mi ordinava, mi lamentavo un po’ per questo trattamento che mi riservava, ma in fondo ne ero felice. Infine le risposi, dicendole che, in effetti, un po’ di timore me lo metteva, ma che, di certo, non me la facevo sotto di fronte a lei, soprattutto considerando l’affetto che lei nutriva per me e lei accettò ridendo sotto i baffi. Era giunto il momento di andare via? La guardai e le presi la mano
“ Allora Diana, tutto a posto? Hai capito come ti devi comportare?”
“ Mica sono stupida. Ho capito. Piuttosto, Per quanti giorni pensi che dovrà andare avanti questa messa in scena? Quando pensi che potrò ordinargli di stracciare quel cazzo di contratto e magari farmi mettere a nome mio alcuni suoi beni?”
“ Non correre. Ci vorranno dei giorni. Mica puoi pretendere che stasera finisca tutto. Lo devi far impazzire, deve pensare che una vita senza di te, senza la sua padrona, sia una vita inutile”
“ E allora ho bisogno di comperare qualche oggettino su internet. Lui vuole che la sua padrona vesta in una determinata maniera, giusto? E allora avrà pane per i suoi denti, il porco. Solo che questo pane gli andrà di traverso” concluse con un sorrisino che prometteva scintille.
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