Schiavo per amore. Quarto episodio

di
genere
dominazione

Guardavo con ansia il telefonino e, contemporaneamente, l’orologio. Erano da poco passate le 21.30 e di Diana non avevo avuto nessuna notizia. Cosa stava facendo? E soprattutto, Alberto come aveva accolto il fatto di trovarsi finalmente di fronte una moglie che lo dominasse? Appena tornato a casa, mi ero messo sul computer alla ricerca di notizie riguardanti la dominazione, e ciò che avevo letto mi aveva un po’ scosso, è inutile negarlo. Tanto per cominciare, quello che amava il marito di Diana aveva un nome ben preciso: femdom, abbreviazione di ovvero dominazione femminile. Il vero problema era che, al contrario di ciò che mi immaginavo, e di tutti gli stereotipi esistenti, il pianeta femdom era enorme e diversificato e, capire esattamente cosa passasse per la mente di quell’uomo, era abbastanza complicato. E’ vero, eravamo stati aiutati da tutti i suoi files, e i suoi gusti erano ormai abbastanza comprensibili. Il semplice fatto di aver sposato Diana, una donna esperta in varie arti marziali, dotata anche di una forza fisica considerevole, una tipa che ci metteva veramente poco a ridurre uno come me o come lui a mal partito, stava a testimoniare che lui amava quel tipo di donne. E questo era assodato. Ma poi? Era veramente un uomo che avrebbe accettato qualunque cosa Diana gli avrebbe fatto? E sarebbe stato un cagnolino accondiscendente tale da stracciare quel contratto prematrimoniale che tanto stava sullo stomaco a Diana? Da quello che avevo visto e letto, era complicato dare una risposta, in quanto nel pianeta femdom c’era un po’ di tutto. Ma ci potevano essere buone probabilità che un uomo con quelle fissazioni si sarebbe potuto donare completamente alla sua padrona e, se questa padrona era addirittura la moglie, sarebbe stato una specie di paradiso per lui. Un paradiso che non avrebbe voluto perdere nemmeno per tutto l’oro del mondo. Ma poteva anche trattarsi soltanto di un desiderio di giocare sul tema del sesso e, a quel punto, Alberto non avrebbe perso la sua lucidità mentale e, di conseguenza, non si sarebbe fatto infinocchiare da sua moglie. Comunque, dando per buona la prima ipotesi, Diana doveva giocarsi bene le sue carte, e questo un po’ mi preoccupava. Era una ragazza impulsiva e in quella giornata aveva accumulato un rancore enorme verso il marito. Un rancore che la poteva fuorviare da quelli che dovevano essere i suoi obiettivi, facendola andare fuori di testa, e Diana fuori di testa era una bomba pronta ad esplodere. Si, ero in ansia non per la curiosità di sapere come procedeva la faccenda, ma perché avevo timore di ricevere la telefonata di Diana che mi diceva . Feci un po’ di zapping in televisione e intanto il tempo trascorreva. Telefonarle io? No, non mi sembrava il caso anche perché potevo interromperla sul più bello e non me l’avrebbe perdonata. E finalmente, poco prima delle 22, quella benedetta telefonata arrivò
“ Paolo, sono io”
“ Lo so che sei tu. Raccontami tutto. Come sta andando?”
“ Sta andando a meraviglia. Sei un genio. Hai indovinato persino le sue reazioni. Adesso è sceso per andare a prendermi il gelato, ma e’ successo proprio quello che tu avevi predetto”
“ Vieni al dunque”
“ Tranquillo, ci metterà più di mezz’ora prima che ritorni. Gli ho ordinato di andare in una gelateria del centro per avere più tempo per prepararmi al momento cruciale. Dunque, appena è arrivato, verso le 19, a momenti gli prende un colpo. Mi sono fatta trovare con la mini di pelle e un toppino che non ho mai indossato perché troppo volgare persino per me, in quanto mi fa uscire tutte le tette e io c’ho una terza abbondante, mica sono piatta”
“ Lo so che hai un bel seno, Diana. Vai avanti, per favore”
“ Avresti dovuto vedere la sua faccia. A momenti aveva la bava. E pure il povero Josè non sapeva dove guardare”
“ C’erano pure i domestici?”
“ E certo che c’erano. Vanno nella dependance solo dopo la cena. Comunque, fino a che ci sono stati loro. non ho fatto niente. Appena terminata la cena. ho detto a Maria di lasciare tutto come stava e che avrebbe pulito la cucina domani. E finalmente. siamo rimasti soli. Lui mi ha detto quanto fossi bella. e io l’ho trattato un po’ con disprezzo, mi sono messa seduta in poltrona e gli ho ordinato di farmi un massaggino ai piedi. Dovevi osservarlo. Ha cominciato a togliermi delicatamente le scarpe baciandomi i piedi e le scarpe stesse. Mi sa che al porco piace baciare anche le scarpe”
“ E’ probabile. E’ una delle pratiche più usuali tra quelle persone. Mi sono informato e so che molti uomini farebbero pazzie pur di leccare un tacco a spillo”
“ Ti sei informato? Che tesoro! Bravo, continua a farlo. Ma non mi far divagare. Mi sono fatta rimettere le scarpe e gli ho detto di andarmi a prendere il gelato che ne avevo voglia. Lui ha un po’ nicchiato. Ha detto che era stanco e non gli andava di giocare”
“ Ha detto proprio ?”
“ Si, testuale”
“ Quindi, ha capito?”
“ Pare proprio di si. Io però l’ho afferrato per un braccio e glie l’ho storto. Lui ha gridato per il dolore e io gli ho detto che non era un gioco e che. se non faceva quello che io gli avevo detto. lo riempivo di botte. Gli ho detto anche che non si doveva azzardare a discutere un mio ordine e gli ho dato due ceffoni di quelli proprio forti. Pensa, gli ho fatto uscire un po’ di sangue dalla bocca”
“ Stai attenta, Diana. Non esagerare”
“ Ma quale esagerazione. Lo sai che ha fatto il porco quando gli ho lasciato il braccio? Si e’ inginocchiato ai miei piedi e mi ha pregato di perdonarlo e che non discuterà mai più un mio ordine”
Sospirai di sollievo. Era andato tutto bene e Alberto aveva ancora tutte le ossa sane. “E tu? Tu come ti senti?”
“ Come mi sento? Mai stata meglio. Mi sento una leonessa. Quello che gli ho fatto è stato l’antipasto e, quando torna, gli do il primo, il secondo, il contorno, e la frutta. E pure il dolce, già che ci siamo”
“ Con quale scusa? Dai, forse per la prima sera va bene così”
“ Ah, la scusa la trovo, stai tranquillo. Gli dico che il gelato si è sciolto e me lo metto sotto di brutto. Dio, c’ho una voglia di pestarlo come l’uva che non ti immagini. E poi è troppo fico vederlo tremante ai miei piedi. Pensa, mi ha eccitata e mi sono completamente bagnata. Avevo bisogno di un uomo in quel momento e quando è uscito mi sono dovuta toccare”
“ Sono tuo amico ma sono un uomo, Diana. Potresti evitare di parlare in questo modo?” Sentii una risata cristallina uscire dal telefonino
“ Ma quanto sei morigerato! Senti, sono fatta così, sono schietta e non faccio giri di parole. La situazione mi ha eccitata notevolmente, è inutile nasconderlo. E’ veramente intrigante. Va meglio così?”
“ Oh, fa un po’ come vuoi” risposi “Piuttosto, va tutto bene ma c’è il rischio che tu possa esagerare con le botte”
Ancora una risatina.“Sei noioso, Paolo. Ho capito che ti preoccupi per Alberto, ma so quello che faccio. Ho il totale controllo delle mie potenzialità e gli metto solo un po’ di paura. Anzi, molta paura. Però sto attenta a non rompergli niente. Pertanto, vai a dormire e fai sonni tranquilli. Domani mattina il porco sarà ancora vivo. Dolorante ma vivo”
“ Tu non hai capito, Diana. Io mi preoccupo per Alberto ma mi preoccupo soprattutto per te. Non voglio che tu possa passare un guaio. Intesi?”
Seguì un lungo silenzio e poi di nuovo la voce di Diana
“ E perché mai dovresti preoccuparti per me?”
“ Perché io ti...voglio molto bene e non ho intenzione di venirti a trovare in carcere portandoti arance e sigarette”
Un’altra risata. Avrei voluto dirle che l’amavo, avrei voluto dirle che avrei desiderato essere io a spegnerle quel fuoco che aveva dentro, quella strana eccitazione sessuale che le era venuta quando aveva ridotto a mal partito suo marito, che non potevo nemmeno lontanamente pensare che lei potesse avere dei guai con la giustizia, ma mi usci’ dalla bocca solo che le volevo bene
“ Lo so che mi vuoi bene. Adesso va a dormire. Domani ci aggiorniamo perché ho ancora tanto bisogno dei tuoi consigli”
“ E che te li do a fare se poi fai quello che ti passa per la mente?”
“ Non è vero e lo sai bene. Sto facendo quasi tutto quello che mi hai consigliato. Ma lasciami anche un po’ libera di decidere da sola. Il porco è andato in godimento quando gli ho fatto quello che ti ho raccontato, e voglio spingere un po’ sull’acceleratore. Ma saprò quando fermarmi. Buona notte e sogni d’oro”
La comunicazione si interruppe. Quindi, tutto era andato a meraviglia, ma il pensiero che la serata non era ancora terminata mi fece avere difficoltà nel prendere sonno. Mi alzai e decisi che potevo dedicare alcune ore alla scoperta del pianeta femdom. Accesi il computer ma, prima che potessi navigare, mi arrivò una notifica da parte di Diana. Era una sua foto ed era vestita proprio come mi aveva appena detto. Minigonna di pelle, toppino risicato e tette quasi completamente di fuori. Dio mio che visione. Mi venne duro in un batter d’occhio. Era tanta roba. Vistosa, appariscente, forse scandalosa... ma che bel vedere. Sotto la foto, anche un piccolo messaggio < Che ne dici? Sono meglio io o quelle delle foto?> Risposi sinceramente < Sei bellissima e nessuna di quelle pseudo modelle può stare al tuo livello> Mi rispose con una emoticon sorridente e tornai a navigare su internet. Due ore dopo, prima di ritornare a letto, mi ero fatto una piccola cultura in proposito. Ancora tanto era quello che dovevo comprendere, ma avevo comunque le basi per aiutare la mia amica a risolvere i suoi problemi nel modo migliore possibile.
Prima di dormire, mi riguardai la foto di Diana e poi scossi la testa. Per lei ero soltanto un amico. E quasi mi venne da piangere al pensiero che non l’avrei mai avuta.
Fine quarto episodio.

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scritto il
2025-05-14
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