Schiavo per amore. Secondo episodio episodio

di
genere
dominazione

La villetta era deliziosa. E ti credo. Con tutti i soldi di Alberto. Due piani ma c’era anche la piscina, il giardino e la dependance dove dormivano Maria e José, i loro domestici filippini che però, in quel momento, si trovavano all’interno della villa affaccendati nel loro lavoro.
Suonai il campanello e fu proprio Josè a venirmi ad aprire
“ Venga signor Paolo, venga. La signora adesso si è calmata ma è molto arrabbiata. Ha urlato fino ad ora”
Mi conosceva, naturalmente. All’inizio del loro matrimonio ero stato una specie di terzo incomodo, con Diana che mi invitava spesso a cena, forse perché mi reputava come il filo che la collegava alla sua vita di prima. Poi però, negli ultimi due mesi, aveva cominciato a diradare i suoi continui inviti e persino le telefonate. Avevo cominciato a credere che si stesse adattando a meraviglia alla sua nuova vita, alla carta di credito sempre piena e persino alle conoscenze di Alberto che, inutile sottolinearlo, non l’avevano accolta per niente bene. Guardai dunque Josè
“ Va bene, stai tranquillo. Dove si trova adesso la signora?”
“ In camera sua. La sta aspettando”
“ Bene. La raggiungo” Sembrò quasi tirare un sospiro di sollievo il povero Josè. Evidentemente, Diana doveva aver dato in escandescenze. Percorsi un corridoio, incrociai Maria che si stava dando da fare in cucina e infine salii le scale per andare al piano di sopra dove c’era la stanza di Alberto e Diana. Bussai alla porta
“ Sei tu, Paolo?”
“ Certo, sono io” risposi
“ E allora entra. Che cazzo stai a fare di fuori come un idiota”
Sempre la solita. Entrai nella sua stanza e la vidi sdraiata sul letto con le gambe piegate e con le scarpe sopra la splendida coperta ricamata, completamente vestita. Ma forse vestita non era il termine adatto. Magliettina nera elasticizzata, ai piedi scarpe da ginnastica ma soprattutto una mini di jeans che, con i piedi posizionati in quel modo, mi rimandavano un’immagine piuttosto appetitosa e addirittura qualche spiraglio delle sue parti intime. Accidenti a lei ed al suo modo di provocarmi. Non sapevo se lo faceva apposta, non sapevo se si rendeva conto che io ero un uomo, oltre ad essere suo amico. Mi avvicinai timoroso
“ Ciao Diana”
“ Finalmente!”
“ Mi sono precipitato appena mi hai chiamato”
“ Si, va beh. Avvicinati”
“ Forse sarebbe il caso che ti togliessi da quella posizione. Ti si vede tutto”
“ Uffa quante storie. Sei rimasto all’ottocento. Che mi devo mettere il cappotto per avere l’onore di riceverti?”
“ No, il cappotto no, ma insomma...”
“ E allora piantala di rompermi. Tanto ormai ho deciso di fare un omicidio. Dovessi sfogarmi pure su di te”
“ Stai calma Diana. Mi vuoi dire per favore cosa è successo?”
“ Ma certo, tesoruccio. Vieni che ti faccio vedere, così mi tolgo pure da questa posizione che ti sconvolge tanto” Si alzò. Era sempre un bel vedere, così alta, circa un paio di centimetri più di me, perfettamente strutturata. Riusciva a dare, come ho sostenuto prima, una sensazione di potenza e femminilità, un connubio abbastanza anomalo in una donna. E si, Diana possedeva in abbondanza tutte e due quelle qualità. Una femminilità feroce, non certo signorile, ostentata. Non possedeva grazia, insomma, ma sprizzava sensualità. E già, di sensualità ne aveva da vendere. Quanto alla potenza...Beh, quella la conoscevo bene. Le sue braccia e le sue gambe erano veramente forti. Mi ricordo quando mi afferrava per le mani, ridendo nel vedermi impotente, in balia di ogni suo capriccio. Si, certo, si giocava, così almeno sosteneva lei, ma mi faceva male, eccome. Senza contare la sua bravura nelle arti marziali, la sua velocità, la perfezione dovuta ad anni di costanti allenamenti. Mi ero sempre chiesto se anche col marito giocasse in quella maniera...
Ad ogni modo, mi condusse lungo il corridoio del primo piano e poi la seguii mentre entrava nella stanza privata di suo marito e si sedette sulla poltrona davanti alla scrivania
“ Avanti, guarda ed evita di vomitarmi addosso” disse indicandomi un computer portatile
“ Ma che sei matta? Quello è il portatile di tuo marito. Vuoi per caso farmi denunciare da lui?” Si alzò dalla poltrona, mi prese per un braccio e mi trascinò dinanzi al computer, ricordandomi ancora, semmai lo avessi dimenticato, quale fosse la sua forza
“ Ora ti metti seduto e apri quel cazzo di computer altrimenti ti ci lego a quella poltrona”
Obbedii. Come al solito. Accesi il computer di Alberto e poi guardai in direzione di Diana. “E adesso?”
“ Mi sembri scemo oggi. Apri le sue foto, poi uno a caso dei suoi files, poi i documenti. Sei capace o devi fare un corso accelerato di informatica per fare una cazzata del genere?”
Obbedii di nuovo, con il timore sempre più crescente di stare ad imboccare una pericolosa strada senza ritorno. Aprii le sue foto. Non c’era una password e davanti agli occhi mi si formarono una serie di fotografie. Rimasi con gli occhi spalancati mentre Diana si era messa in piedi dietro di me.
Io mi voltai e la guardai. “Va beh, dai, non è molto grave”
“ Ah no? Centinaia di foto con puttane vestite in quella maniera ti sembra una cosa poco grave?”
“ Ma dai, sono foto di donne in abiti fetish, le solite cose che un uomo guarda. Minigonne, pantaloni aderenti, abiti in pelle e tacchi alti. In fondo, non è che tu vesta in modo molto diverso da queste modelle. Insomma, non è bello scoprire il proprio marito intento a guardare cose del genere, ma non mi sembra un buon motivo per ammazzarlo”
“ E allora guarda i documenti. Tanto non c’è password. Il porco di solito se lo porta appresso questo cazzo di computer”
Aprii anche i documenti. C’erano dei video. Ne aprii uno a caso, lo osservai per alcuni secondi e stavolta, oltre agli occhi, mi si spalancò anche la bocca. Mi voltai di nuovo e stavolta Diana sorrise in modo sarcastico
“ Beh...” riuscii a dire
“ Beh un paio di palle. Adesso hai capito perché il porco ha sposato me e non una di quelle puttanelle che gli giravano intorno?” E certo che lo capivo. Stavolta lo capivo
“ Anche gli altri video sono uguali?” chiesi
“ Per quanto riguarda questi, si. Ti risparmio la visione. Sono tutte donne che prendono a botte dei maschi. Arti marziali miste o specifiche, wrestling e addirittura pugilato. Ma non è finita. Eh no, adesso arriva il bello. Togliti che ti faccio vedere io”
Mi alzai per fare posto a Diana sulla poltrona e fui io a mettermi dietro di lei. Aprì altri documenti e stavolta i residui dubbi andarono a farsi benedire. Altri video e altre foto, stavolta di uomini in ginocchio di fronte ad una donna. Uomini che baciavano i piedi, uomini che leccavano scarpe, donne vestite succintamente che prendevano sonoramente a schiaffi maschi nudi, e persino donne che penetravano i maschi con falli di gomma. Adesso la visione era completa, anche se lo chiesi a Diana
“ E’ tutto?”
“ Non ti basta? Ci sono centinaia di video su quel genere, video di dominazione femminile con altre pratiche, ma il succo non cambia. Però tra i documenti preferiti ho trovato anche un paio di forum di dominazione, ma in quelli non posso entrarci, almeno a nome di mio marito, perché esigono la password. Però mi sembra già abbastanza per commettere un omicidio, non credi?”
“ Si, brava, così in galera ci vai tu e lui è libero di farsi menare e inculare da chi crede”
“ E allora che devo fare? Lo devo riempire di botte soltanto? Col rischio che ci goda pure, il porco. Perché sono sicura che se gli meno di brutto, se ne viene come una fontana dopo quello che ho visto”
Cercai di riflettere e di fare un riassunto di ciò che avevo visto. A quanto avevo avuto modo di capire, Alberto era senza dubbio un uomo che amava le donne forti, come stavano a testimoniare le foto e i video di esperte in arti marziali che picchiavano senza pietà gli uomini, e questo spiegava il motivo per cui aveva sposato Diana che, in quanto a forza e bravura, non era seconda a nessuno. Ovvio che, appena la conobbe, e saputo delle sue caratteristiche, ci aveva perso la testa. Per di più, Diana amava anche vestirsi un po' sopra le righe. Non in modo fetish come le foto che avevo appena visto, con quelle donne inguainate nel lattice, ma poco distante da quella linea. E, dulcis in fundo, sembrava anche amare sottomettersi, come spiegavano le altre foto e gli altri video, quelli più inerenti alla dominazione femminile vera e propria. E, quanto a essere dominante, Diana non era seconda a nessuno. E si, la mia amica aveva proprio ragione stavolta.
Guardai il bellissimo volto di Diana. Quel bel viso era scuro e pensieroso. Era ovvio che stesse pensando a cosa fare, e qualunque decisione avrebbe preso sarebbe stata complicata. Le presi le mani delicatamente, quelle mani forti ma estremamente femminili, con le unghie corte, probabilmente per via dei suoi allenamenti che non prevedevano unghie lunghe, ma curatissime, con lo smalto rosso vivo
“ Lascialo! Vattene, Diana. Quell’uomo non ti ama o comunque ama soltanto la tua forza, la tua bravura nelle arti marziali e il tuo modo di fare dominante”
“ Si, certo, lo lascio e mi ritrovo a fare la fame. Ma lo sai che nel contratto prematrimoniale che mi ha fatto firmare quel grande stronzo di mio suocero, se fossi io a lasciare Alberto, non becco un soldo? No, Paolo, ho bisogno di un consiglio diverso. Ho voglia di fargliela pagare, ma anche di non lasciare questa vita che faccio ora. Non so se riesci a capirmi ma per una come me, una che a fatica riusciva a comprarsi una magliettina al mese, questa vita è un sogno”
“ Lo so ma non puoi continuare con uno del genere”
“ No, in questo modo, no. Adesso che ho scoperto tutto non riuscirei nemmeno ad andarci a letto. Per quello che vale il porco come amante”
“ Quindi, non sei felice nemmeno sotto questo aspetto”
“ Si è capito?”
“ Abbastanza” ironizzai
“ Beh, forse su questo punto ho esagerato. Bene non va ma nemmeno malissimo. Diciamo che va malino. Gli viene dritto ma... E dai, Paolo, cerca di capirmi e non mi far diventare più volgare di quanto io già sia”
“ Non tiene l’erezione?” provai ad indovinare
“ No, la tiene ma non e’ proprio al massimo, diciamo che lui fa fatica ad avere un’erezione che permetta la penetrazione, e io faccio fatica a godere, capisci?”
“ Si, capisco. Ma toglimi una curiosità. Tu prima di questa mattina non avevi avuto nessun accenno di quali fossero le sue tendenze?”
“ Adesso che lo so, si, certo. Ma che cazzo ne sapevo che fosse questo? La sera rientrava e mi chiedeva di massaggiarmi i piedi dicendomi che me li ero stancati in palestra, e io accettavo. Mi piace farmi massaggiare i piedi e mi rilasso. E poi mi chiedeva di fargli vedere qualche mossa”
“ E tu lo facevi?”
“ Ma si, però non e’ che mi mettessi a picchiarlo sul serio. Pero... Adesso che ci penso una volta gli ho fatto una mossa di judo e me lo sono messo sotto bloccandolo e gli era venuto proprio bello dritto. Abbaiamo scopato sul pavimento ed è stata la migliore notte di sesso da quando siamo sposati”
Mi sentii stringere il cuore. “Va bene, Diana, non c’è bisogno di entrare proprio nei particolari”
“ Ma e’ per farti capire” rispose fingendo innocenza.
“ Ho capito. E non avete più giocato a questo gioco?”
“ Me lo chiedeva tutte le sere, se è per questo, ma non è che poi ci mettevamo sempre a scopare. A volte gli accennavo dei calci. Cose del genere, capisci? Se avessi capito che se lo mettevo sotto gli diventava di marmo, beh, non ti nascondo che mi sarei divertita a riempirlo di botte”
“ E malgrado tutte queste avvisaglie, tu non avevi capito gli istinti di Alberto?”
Diana si fece seria. “No, cazzo. Non me ne sono resa conto. Pensavo che mi chiedesse di fargli vedere delle mosse per informarsi delle mie faccende, per giocare. Ma che ne so io di queste cose?”
“ Come che ne sai? Sei sempre stata dominante nei tuoi rapporti e proprio con quello che chiede di baciarti i piedi giochi a fare la mogliettina?”
“ Io dominante?”
“ No, mia sorella. Certo che sei dominante. Lo sei nel modo di porti, nel modo che hai di dare ordini, invece di chiedere favori. Proprio come hai fatto stamattina con me”
Diana si alzo’ dalla poltrona e si mise di fronte a me. Accidenti. Non mi passava. No, ogni volta che si metteva di fronte a me, io sentivo il battito del cuore diventare accelerato e la voglia irrefrenabile di baciarla. Dio, quanto l’amavo. Mi sorrise maliziosa
“ E quindi tu hai istinti sottomessi per fare sempre quello che io ti dico?”
“ Ma che minchiata stai dicendo. E’ che ti voglio bene, lo sai. Proprio come tu vuoi bene a me”
“ Uhm. Sarà ”
“ Non . E’ così ”
“ Non ne sono convinta del tutto. Secondo me certi istinti ce li hai anche tu. Però ora lasciamo stare questo aspetto e cerca di farti venire un’idea su come devo comportarmi col porco”
“ Ma che ne so io. Neanche io mi intendo di queste cose. E poi ho una fame da lupo che non mi fa pensare bene. Mi hai fatto venire di corsa senza nemmeno darmi il tempo di mangiare qualcosa per pranzo”
“ Ah si, il pranzo. Mi ero dimenticata, incazzata come sono. Va beh, vado a dire a Maria di prepararti qualcosa da mangiare” Si dileguò senza nemmeno chiedermi se io gradissi pranzare con lei e dopo nemmeno un minuto si riaffacciò nello studio di Alberto “Pasta col tonno e petto di pollo col vino. Va bene?”
“ Va benissimo”
“ Fra un po’ la tua pancia sarà piena. Adesso cerca anche di riempirti la scatola cranica con qualche idea buona”
Facile a dirsi. Ma cosa le potevo consigliare? Non era un argomento che conoscevo bene e non mi venivano idee decenti in mente. Dopo dieci minuti venne a chiamarci Josè. Ci aveva apparecchiato la tavola nel salone, io che a pranzo mi prendevo appena un panino e, subito dopo che ci mettemmo seduti, ritornò con un bel piatto fumante di penne con pomodoro e tonno. Solo per me. Diana si gettò invece su del riso in bianco con mais, tonno e carciofini. Conoscevo le sue abitudini alimentari e difficilmente derogava
“ Ma non ti annoia mangiare sempre le solite cose tutti i giorni”
“ Ma no, il riso mi piace. E poi devo mangiare proteine e stare attenta coi carboidrati se voglio mantenere il mio corpo così.” Si alzò e si mise le mani sui fianchi mettendosi in posa “Che dici? Il sacrificio è ricompensato?”
Deglutii nervosamente. Lo sapeva benissimo che il suo corpo era strepitoso. “Direi proprio di si” ammisi sinceramente, mentre lei sorrideva maliziosa. Terminammo di mangiare raccontandoci alcuni episodi del nostro passato. Stavo aspettando che uno dei due domestici ci portasse il caffè quando, improvvisamente, un’idea bislacca riguardo il fattaccio di Alberto si fece largo prepotentemente tra tutte le altre. Guardai la mia amica e poi esclamai
“ E se tu lo accontentassi?”
Diana aggrottò la fronte. “Ti sei impazzito? Io voglio punirlo e tu mi dici di accontentarlo?”
“ E’ questo l’errore che stiamo facendo. Non potrai mai punirlo senza punire te stessa. Ascoltami Diana. L’unico modo per punirlo veramente è quello di andartene. Lui perderebbe la sua bella moglie esperta in arti marziali, ma tu perderesti tutto ciò che ti sei guadagnata sposandolo: soldi e tutto il resto”
“ No, fermati. Soldi e basta. E’inutile che io lo neghi a me stessa. Non sono mai stata innamorata di lui. Però lo stimavo e lo rispettavo. Ed è per questo che non mi sono mai comportata in modo troppo aggressivo con lui. E non l’ho nemmeno mai tradito. Ma adesso questa stima e questo rispetto sono andati a farsi benedire, e voglio solo vendicarmi” Sapevo che Diana non ne era mai stata innamorata. L’avevo sempre saputo ed ora ne avevo la conferma
“ Non ha importanza. Resta il fatto che tu non vuoi perdere tutto questo. Non sto a giudicarti. Lo sai che a me interessa soprattutto la tua felicità. Ma torniamo a ciò che stavo dicendo e vedrai che mi darai ragione. Io non conosco bene la sua mentalità e con quello che abbiamo trovato sul computer posso solo darmi una regolata. Dunque, supponiamo che lui voglia una donna alla quale sottomettersi completamente e che riesca finalmente ad averla, come si comporterà?”
“ E che ne so? Presumo che lo dovrò picchiare e quello mi riesce bene. Posso garantirti che di fronte a me dopo dieci secondi sarebbe irriconoscibile pure per quella gran puttana della madre”
“ Oh, questo lo so benissimo. Io ti conosco meglio di chiunque altro. Ma non credo che sia solo questo. Lui aveva anche foto dove gli uomini si inginocchiano di fronte ad una donna. E questo cosa ti dice?”
“ Cosa mi dice? Stiamo giocando agli indovinelli? Vai avanti, Paolo”
“ Bene. A me dice che un uomo con quelle idee è disposto a tutto pur di non perdere una donna che lo sottometta. Soprattutto una donna con le tue capacità. Capisci cosa intendo quando dico ?”
Diana sospirò mentre Josè ci portava i caffè. Li bevemmo d’un sorso e lei si alzò per andare a prendersi una sigaretta
“ Andiamo di nuovo nello studio di Alberto per parlare liberamente” disse accendendosi la sigaretta e incamminandosi verso lo studio del marito. In quel momento, non avevo idea che quel consiglio avrebbe innescato una serie di situazioni che nemmeno con la più grande fantasia avrei mai potuto immaginare.
Fine secondo episodio.
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davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2025-05-08
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