Melissa

Scritto da , il 2020-01-10, genere dominazione

Questo racconto è stato ispirato dalla mia cara amica Lorena, alla quale lo dedico molto volentieri.

Dopo il nostro primo incontro in un albergo, andare da Mistress Anastasia nel suo dungeon era diventata una piacevolissima droga, anche perché lei riusciva sempre a sorprendermi, con nuove forme di sottomissione mai banali o di pura violenza. Da lei potevo lascia sfogare la mia indole di schiavetta perversa, senza aver alcun paura delle conseguenze, e ogni volta aspettavo quasi con ansia l’esser sodomizzata come non avrei mai permesso ad un uomo.
Inoltre da quando avevo iniziato a vederla, la mia carriera lavorativa aveva preso un’altra piega, visto che mi sentivo più sicura di me, tanto che mi era stata assegnata una piccola squadra con la quale stavo avendo ottimi risultati.
Di contro la mia vita privata tendeva sempre allo zero, ma non era solo colpa mia se nessuna donna, né tanto meno qualche uomo, riusciva a soddisfarmi sessualmente, lasciandomi sempre un senso di vuoto e pochezza. Ero però diventata una vera e propria ‘esperta’ nell’autoerotismo, grazie anche al continuo acquisto principalmente di falli e vibratori, di dimensioni sempre crescente, usandoli spesso anche in coppia o come un plus quando mi frustavo da sola.
Avevo anche preso l’abitudine di uscire talvolta con un plug infilato nel culo, in special modo quando mi recavo senza una meta precisa in qualche centro commerciale, pur sapendo che prima o poi mi sarei chiusa in un bagno, per dar sfogo alle mie voglie ormai incontrollabili. Dopo aver raccontato alla mia dominatrice questa mia piccola perversione, lei mi portò un giorno con lei per fare shopping, ma solo dopo avermi infilato due palline giapponesi nella vagina, e con quelle provare a rimanere naturale fu un’impresa difficilissima, per poi sodomizzarmi brutalmente nei bagni, ma solo dopo avermi messo un bavaglio alla bocca, per impedire a chiunque passasse li vicino di sentire le mie urla.
Per la prima volta li, carponi sul pavimento di un bagno, con lei che mi sbatteva dandomi dei bei ceffoni sul culo, mi sentii umiliata come donna, ma ciò non tolse molto al piacere che mi donava quella situazione così fuori dall’ordinario.
“La prossima volta che vieni da me ti farò una sorpresa.” mi disse mentre cercavo di darmi una sistemata, dopo aver provato uno degli orgasmi più intensi della mia vita, mettendomi così una gran voglia di rivederla al più presto.

Quel venerdì sera mi ero recata nel suo dungeon come d’accordo, ma compresi fin da subito che non sarebbe stata una serata come le altre. Ad aprirmi infatti venne una donna bellissima dai capelli rosso rame, con un fisico a dir poco statuario, fasciata in una abito di pelle verde, che senza dire nulla, mi mise un collare abbastanza spesso, al quale agganciò un lungo guinzaglio, per poi condurmi nella sala centrale del dungeon, dove c’attendeva Anastasia.
“Melissa mia piccola puttana sodomita.” mi disse la mia Mistress non appena entrammo nella sala “Permetti che ti presenti Veronica, una mia cara amica che stasera dividerà con me il piacere di usarti per quello che realmente sei, una schiava lesbica buona solo a soddisfare i nostri desideri più perversi. L’ho chiamata perché voglio scoprire sino a che punto tu possa arrivare nel cammino verso la sottomissione più completa, ma anche per vedere quanto ti si possa inculare senza che tu dica basta.”
Rimasi stupita dalle sue parole perché mi aveva sempre detto che il Bdsm è un rapporto dove non ci devono essere ‘terze parti’, e l’essere sottomessa da un’altra donna mi fece sentire quasi male, ma poi fu Veronica a rompere quel silenzio per me imbarazzante.
“Togliti il vestito troia.” mi disse guardandomi con disprezzo “Anastasia mi ha parlato molto di te, e sono curiosa di vedere se sei davvero una sottomessa con ben pochi limiti.”
Il suo tono era forse ancor più deciso di quello di Anastasia, ma soprattutto era il suo portamento quasi maschile, nonostante fosse una gran bella donna, ad incutermi un certo timore.
Veronica mi fece tenere solo mutandine e reggiseno, per poi ammanettarmi le mani davanti la pancia e bendarmi gli occhi con una mascherina di pelle.
“Ora in ginocchio e vieni ad adorarmi.” m’ordinò mentre la sentivo camminare verso l’altra Mistress.
Avevo visto che per l’occasione, Anastasia aveva sistemato una poltrona accanto alla sua, così andando gattoni cercai di dirigermi verso Veronica, che all’inizio per guidarmi tirava il guinzaglio verso di se. Una volta che sentii la sua gamba contro la spalla, non ebbi alcun dubbio sul da farsi, e abbassai ancor di più la testa per poterle baciare i piedi.
“Sei davvero una brava cagnetta.” mi disse Veronica sfilandosi la scarpa “Fammi vedere come sai usare la lingua, ma senza adoperare le mani.”
La dominatrice si divertì a muovere il piede davanti alla mia faccia, facendomi andare alla cieca alla sua ricerca, sino a quando non m’infilò in bocca quasi tutte le dita, facendomele succhiare a lungo.
“Non è che ti sei dimenticata di me ?” mi disse ironicamente Anastasia.
“No mia Signora.” le risposi dirigendomi verso di lei.
A differenza di Veronica, che aveva delle scarpe aperte davanti, quelle di Anastasia erano delle classiche decolté a tacco alto, così non potei che leccarne la pelle, prima d’esser richiamata
dall’altra Mistress tramite il guinzaglio.
“Adesso puoi usare le mani, ma solo per leccarmi meglio i piedi iniziando dalle piante.” m’ordinò Veronica una volta che fui davanti a lei.
Le due Mistress si divertirono a farsi adorare le estremità, mentre parlavano fra di loro di moda, come se fosse assolutamente normale comportarsi in quel modo.

“Devo ammettere che questa troia ha davvero un bel culo.” disse ad un certo punto Veronica all’altra dominatrice.
“Se vuoi inizia pure a scaldarglielo, le fruste sai dove sono.” le rispose Melissa “Anzi prendine una anche a me, così ci divertiamo in due.”
Non riuscendo a vedere chi mi colpiva, dove e quando, potei solo rimanere ferma in attesa della frustata successiva, e ciò fece nascere in me uno strano senso d'inquietudine, ma anche una nuova forma d’eccitazione. Le due donne mi colpirono quasi sempre le chiappe, che ben presto iniziarono a bruciarmi, ma non per questo avrei voluto che smettessero, anzi aspettavo la nuova frustata cercando solo di soffocare i primi gemiti di piacere.
Non amavo tanto il dolore, quanto il sentirmi in mano ad un’altra donna, che ovviamente poteva fare di me ciò che voleva, ben sapendo quanto quel gioco m’eccitasse. Il perizoma poi di fatto non mi copriva granché le natiche, che sapevo erano già diventate rosse per i colpi ricevuti.

“Questa troia si sta bagnando senza alcun ritegno.” disse Veronica passandomi le dita sulla parte bassa del perizoma.
“Ma io cosa t’avevo detto ?” le rispose l’altra Mistress “Che ne dici d’occuparci della fica della cagna ? Scommetto che non vedi l’ora di scoparla.”
“Sì ma prima voglio vederla implorare di poter godere.” concluse la rossa “Tu troia sdraiati per terra, togliti pure la benda dagli occhi e dammi il perizoma.”
Per la prima volta notai che Veronica non mi chiamava col mio nome, ma semplicemente troia, non solo per umiliarmi, ma anche per farmi capire che non mi considerava altro che un oggetto buono solo per darle piacere,
Ubbidì per ritrovarmi quasi subito il capo appena tolto in bocca, mentre le due dominatrici m’infilavano le mani fra le gambe. Riconobbi a occhi chiusi il delicato tocco di Melissa che mi apriva la passera con le dita, poi quasi brutalmente Veronica iniziò a penetrarmi usando sempre più dita, sino ad arrivare a quattro.
“Ora ti mostro un nuovo gioco che ho inventato da poco, che sembra fatto apposto per le troie di questo calibro.” disse Veronica prendendo sei mollette e due cordicelle “Vedi le mollette si mettono ai lati delle grandi labbra, ma come ben sai non bastano a tenere aperta la fica, quindi poi si passa sopra di loro una corda che poi si fa girare all’inizio della coscia, in modo che non si possano più muovere.”
In effetti mi ritrovai la passera spalancata, pronta a ricevere qualsiasi tipo di attrezzo volessero usare le due dominatrici. La prima a torturarmi la fica fu Veronica, che iniziò a colpirla con un sottile frustino, e nonostante usasse ben poca forza, provai subito molto dolore, che però ben presto si trasformò in una tale eccitazione da essere così evidente da impedirmi di nasconderlo.
Non feci però quasi in tempo a mugolare per il piacere, che Anastasia mi penetrò con un lungo fallo dotato di un bel manico, e subito dopo Veronica iniziò a premere contro il clito un dildo a microfono, la cui testa vibrava alla massima velocità.
“Troia se provi a venire ti rompo tanto il culo che dopo ti ci vorrà il pannolone.” mi minacciò Veronica tirandomi un capezzolo.
Fu un’incredibile tortura resistere a tutto il piacere che mi stavano facendo provare quelle due donne, scopandomi senza sosta e tenendo sempre altissima l’eccitazione anche picchiandomi sul seno, tanto che alla fine dovetti implorare pietà.
“Vi prego non resisto più.” le risposi ben sapendo che mi avrebbero punito durante se avessi avuto un orgasmo non concesso.
“Passiamo a qualcos’altro.” propose allora Anastasia alla sua amica “Ho voglia di godere di questa puttana.” liberandomi poi di mollette e cordicelle

Anastasia mi prese per il guinzaglio per portarmi davanti al letto, facendomi poi piegare in avanti usando quella sottile lingua di pelle, ed infine mi fissò un’asta divaricatrice fra le gambe, lasciandomi così così il culo completamente esposto. Rimasi immobile in attesa di subire una nuova forma di violenza, ma le due donne invece di usarmi come avevano fatto sino a qualche secondo prima, iniziarono a baciarsi in modo languido, spogliandosi a vicenda per poi toccarsi soprattutto fra le gambe.
“Cos’hai da guardare, non hai mai visto due donne lesbicare ?” mi chiese beffardamente Veronica “Ah già dimenticavo, tu sei solo una troia da sfondare, altro che fare l’amore.”
Anche Anastasia iniziò ad insultarmi, mentre ormai quasi nude e con le gambe spalancate, si masturbavano a vicenda, facendomi morire dalla voglia di stare fra loro.
Compresi subito che la mia tortura sarebbe stata vederle darsi piacere a vicenda, lasciandomi da parte come una guardona, ed effettivamente il solo guardare i loro sessi ricoperti d’umori mi faceva solo venir voglia d’andare li a leccarli, anche a costo d’esser frustata.
Le due donne si presero tutto il tempo del mondo, toccandosi tanto delicatamente da sembrare due adolescenti alle prime armi, mentre si scambiavano lunghi baci e carezze sui volti.
“Secondo me non stai soffrendo abbastanza.” mi disse all’improvviso Anastasia “Stavo giusto pensando che non ci siamo mai scopate insieme nessuna. E questa troia quasi ti incita a metterglielo nel culo, anche se prima voglio divertirmi ancora un po’ con te.”
Anastasia mi liberò dal testaletto, ma solo per farmi sdraiare al centro del letto, dove mi legò uno strap-on sopra la passera, ed un altro in bocca. Con molta calma entrambe s’impalarono su quei falli, per poi cavalcarli senza mai smettere di baciarsi e di toccarsi, usandomi così come un semplice manichino sul quale erano fissati quei cazzi finti.
Come prima la tortura era data dal non essere in alcun modo partecipe del loro piacere, anzi potevo sentire i loro gemiti e vedere la passera di Veronica che s’impalava sulla mia bocca, sempre più ricoperta dai suoi umori, e soffrivo nel poterli assaporare con la mia lingua.
Le vidi scambiarsi più volte posizione, senza però degnarmi neanche di uno sguardo, ma gemendo così tanto che mi era impossibile non sentirle, e ciò non faceva altro che farmi desiderare sempre di più d’esser posseduta anche da tutte e due contemporaneamente.
Le due donne mi usarono a lungo, rallentando ad arte quand’erano prossime all’orgasmo, in modo da ritardarlo il più possibile, per liberarmi in parte solo dopo che l’ebbero raggiunto.

Le vidi fissarsi entrambe dei grossi strap-on, molto più grandi di quelli che avevano fissato al mio corpo, che mi tolsero non appena furono pronte, per poi ordinarmi di mettermi carponi.
“Visto che sei stata brava ti concedo di godere quanto vuoi.” mi disse Anastasia inginocchiandosi davanti a me.
“Grazie Padrona.” riuscii a dire prima che lei mi spingesse almeno metà del fallo in bocca.
Veronica non perse tempo e si sistemò dietro di me, poi poggiò la punta del suo fallo contro il mio buchetto, e dopo avermi afferrato saldamente per i fianchi, ne spinse buona parte dentro.
Nonostante il dolore ebbi quasi un orgasmo, tale era la mia voglia d’esser finalmente posseduta da una di quelle due donne, ma poi non ci volle molto per farmelo raggiungere.
“Questa gran puttana gode anche col culo !” esclamò Veronica quasi sorpresa dal mio orgasmo.
“Te l’avevo detto che era una troia unica nel suo genere.” le rispose ridendo Anastasia “Ora ti faccio vedere come la faccio impazzire.”
Le vidi cambiare posizione e come prima, mi ritrovai la bocca riempita da un fallo, ma poi Anastasia fu molto più sadica di Veronica. Dopo avermi sodomizzata con la sua usuale brutalità, iniziò a fare un dentro fuori che mi provocò non poco dolore, anche perché quando m’entrava dentro era sempre molto violenta. Nonostante ciò godevo come m’era successo poco volte, ed il mio piacere crebbe a dismisura quando mi sbatté il fallo dentro la passera.
“Vedi come gode questa troia ?” disse Anastasia a Veronica “Questa sarebbe in grado di sbattersi una decina di uomini senza dire nulla se non che ne vorrebbe altri.”
“Hai ragione amica mia.” le rispose Veronica mentre si sdraiava “Ora lurida cagna fammi vedere come fai sparire nel tuo lercio culo il cazzo che ho fra le gambe.”
Anastasia mi lasciò in modo che potessi impalarmi sul fallo dell’altra dominatrice, quasi senza che mi rendessi conto che in quel modo potevano scoparmi entrambe.
“Fammi vedere come godi con due cazzi.” mi disse Anastasia mettendosi fra le mie gambe “Però prima dimmi, li hai mai presi due cazzi insieme ?”
“Sì Padrona, ma una volta sola.” le risposi quasi vergognandomi di ciò che era successo una sera ad una festa, quando un po’ ubriaca finii in una piccola orgia, dove fui scopata da due sconosciuti che mi presero senza alcun riguardo.
“Allora eccoti il bis.” mi disse infilandomi dentro il suo fallo.
Iniziai a godere senza alcun freno, urlando fin troppo il mio piacere, nonostante le due donne non si risparmiassero in alcun modo, fottendomi entrambe con tutta la loro forza, e torturando in vari modi le mie tette.
Stavo per raggiungere l’orgasmo, quando Anastasia decise di farmi fare l’ultimo passo verso la completa accettazione di essere un troia disposta a tutto, se pur solo con le donne.
“Vediamo quanto ti piace farti rompere il culo.” mi disse tirandosi un po’ indietro per poi puntare la punta del fallo contro il mio buchetto già riempito da quello di Veronica.
Nonostante quel pezzo di plastica fosse ben ricoperto dai miei umori, urlai per il gran dolore, ma Anastasia mi fece subito smettere dandomi due sonori schiaffi in piena faccia.
“Taci puttana che non sei altro e fammi vedere quanto godi a farti inculare da due donne.”
Provai allora a rilassarmi e ben presto ripresi a godere ancor più di prima, con le due donne che non smettevano mai sia d’insultarmi, che di picchiarmi sul seno e sulle chiappe.
Quando poi si scambiarono le posizioni, Anastasia mi ordinò di sodomizzarmi da sola guardandola in faccia, e subito dopo Veronica completò la doppia penetrazione anale.
“Pensare che non mi credevi quando ti ho parlato di questa troia da culo.” disse Anastasia prima di darmi due schiaffi sul seno.
“Hai ragione, ma questa è proprio puttana dentro !” le rispose Veronica “secondo me potrebbe prendere un altro cazzo semmai ci fosse lo spazio per farlo entrare.”
Per un attimo pensai a cosa sarebbe successo se la Mistress avrebbe davvero fatto quel che pensava, ma fu qualcosa di veramente rapido perché mi ritrovai quasi senza accorgermene, carponi sul letto con le mie aguzzine dietro di me.
“Ora mia cara Melissa ti rompo il culo come volevo fare da tempo. Perchè tu non aspetti altro che ti sfondi come nessuno ha mai fatto, non è vero piccola mia ? ” mi chiese ironicamente Anastasia ungendosi la mano sino al polso.
“Sì Padrona faccia di me quel che vuole.” le dissi ben sapendo a cosa stavo andando incontro.
“Bene allora ti concedo di riempirti la fica con le dita mentre io mi occupo del tuo culo.”
Mentre Veronica mi allargava il più possibile le natiche, ed io mi masturbavo come mi era stato concesso, lei iniziò coll’infilarmi nel retto tre dita, poi quattro, ed infine tutta la mano, facendomi urlare dal dolore, ma inevitabilmente anche dal piacere.
La mano di Melissa sembrava avere una vita propria mentre era dentro il mio retto, ormai allargato al massimo delle sue possibilità, mentre io non capivo più nulla sconvolta da un godimento senza fine.
Nonostante non smisero mai di colpirmi soprattutto sul culo, con Veronica che non diede tregua alla mia natica destra, ebbi un altro orgasmo ancor più violento del primo, che mi lasciò del tutto senza forze, e del tutto incapace di dire o fare qualcosa.
Le due dominatrici mi lasciarono riprendere sul letto dopo essersi allontanate da me, ben sapendo che non riuscivo quasi a muovermi tanto ero spossata. Solo dopo diversi minuti Anastasia s’avvicinò a me per dirmi d’andare a farmi una doccia, cosa che feci lasciando che l’acqua scorresse a lungo sul mio corpo, quasi volessi purificarmi dopo tutto quella perversione.
Dopo essermi rivestita tornai da Anastasia scoprendo che Veronica era già andata via, così non mi rimase che salutare la Mistress, non riuscendo ad immaginare cosa avrebbe potuto architettare per il nostro prossimo incontro.


Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
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