Asia cap 01
di
Miss Serena
genere
corna
Quello fra mio marito Amedeo e me non era altro che un tacito accordo fra le parti, dove l'intenzione di stipulare il contratto è manifestata dal comportamento di entrambi.
La banale verità era che abbiamo bisogno l’uno dell’altro, lui per poter accedere un giorno, che non si spera sia troppo lontano, all’eredità di famiglia, mentre io ambivo solo ad avere un alto tenore di vita e fare ciò che volevo senza dover badare a nulla.
Sua nonna Vittoria infatti, temendo che il nipote fosse gay, aveva scritto nel testamento che lui avrebbe potuto accedere al suo ingente patrimonio non solo se si fosse sposato, e mantenendo questo stato civile per almeno cinque anni dalla sua morte. Premesso che Amedeo era tutto tranne che omosessuale, era invece vero che ha ben più d’un problema di virilità, ma figlio di una serie di sfortune più uniche che rare.
I genitori erano entrambi periti in un incidente quando lui era ancora un ragazzino, col risultato di finire sotto la tutela della nonna paterna, che era considerata un po’ da tutti una sorta di generale nazista che voleva comandare su tutto.
Come se ciò non bastasse poco dopo aver compiuto diciannove anni, gli fu diagnostica una forma tanto rara quanto aggressiva di cancro ai testicoli, col risultato che nonostante le migliori cure, alla fine si era ritrovato con due borse vuote e un pene che serviva solo per urinare. Per sua fortuna riuscì a tenere nascosta la pesante invalidità alla nonna, e per non uscire di tutto di testa si dedicò sempre di più al lavoro, diventando in poco tempo uno dei web designer più pagati del paese.
Quanto a me non per esser immodesta, ma ero decisamente più che carina, con forme quasi perfette messe su un metro e settanta d’altezza, senza un filo di cellulite o di grasso, ma anche due occhi di un blu tanto profondo da sfiorare il viola, un po’ come la divina Liz Taylor.
La mia famiglia era invece piuttosto modesta, avendo entrambi i genitori che sono dipendenti pubblici, e che altro non volevano che prendessi anch’io il posto fisso, per poi sposarmi e dar loro i tanto sospirati nipotini. Io invece avevo ben altre ambizioni, tanto da cercare di coltivare amicizie altolocate fin dal primo giorno d’università, e finendo col conoscere Amedeo all’inizio dell’ultimo anno di giurisprudenza.
Con Amedeo fu amore a prima vista, e non solo perché lui era proprio ciò che volevo, provenendo da una delle migliori, ma anche più sfortunate, famiglie della città, ma essendo famoso per la sua gentilezza e bontà d’animo.
Volendo instaurare con lui un rapporto solido e duraturo, non mi concessi per quasi un mese, ma quando una sera in macchina sotto casa sua gli slacciai i pantaloni per infilargli la mano nelle mutande, ebbi una sorpresa a dir poco incredibile. Amedeo non solo aveva infatti un pene molto piccolo, ma mi bastò tenerglielo in mano per diversi minuti per capire che non sarebbe mai accaduto nulla, con lui che passò dall’estasi all’imbarazzo più totale nel giro di qualche secondo.
A quel punto volli vederci chiaro, così accesi la luce interna dell’auto per capire dov’era il problema, con lui che divenne rosso come un peperone.
“Asia, ecco io… non volevo dirtelo perché… però io ti amo.” riuscì a balbettare davanti al mio sguardo incredulo.
Non avendo mai visto una cosa del genere non sapevo neppure cosa dire, e a stento mi trattenni dal ridergli in faccia, mentre lui cercava di spiegare quello che in realtà era evidente.
“Senti anch’io ti amo, ma qui bisogna prendere una decisione, insomma ho vent’anni e non ho nessuna voglia di rinunciare al sesso perché tu non saresti mai in grado di farmi godere.” gli risposi dopo aver pensato accuratamente ogni singola parola.
“lo so che hai i tuoi bisogni, come del resto qualunque donna, solo ti prego di non lasciarmi o se vuoi andartene almeno di non dire nulla.” mi disse quasi piangendo.
In quel preciso momento compresi d’averlo in pugno, e che giocando bene le mie carte avrei avuto un bel marito con tutti i suoi soldi.
“Io non ti voglio lasciare, e ti giuro che non voglio neanche fingere che con te sarà sempre tutto perfetto. Sai già che ti tradirò ma non sarà mai per amore ma solo per sesso, quindi se vuoi rimaniamo insieme, e ogni volta che ti dirò che vado a comprare un libro, saprai che sono con un altro, ma che dopo tornerò sempre da te, perché Amedeo io ti amo come tu ami me.”
La mia fu una recitazione degna di un premio Oscar come migliore attrice, ma quel che fu più importante, è che Amedeo cadde nella mia trappola, finendo coll’abbracciarmi mentre non finiva mai di piangere dalla gioia d’aver trovato una donna che lo capisse.
Per una settimana passammo tutto il tempo che ci era possibile a ‘fare sesso’ nell’unico modo in cui era possibile farlo con Amedeo, il quale dopo avermi spogliata baciando ogni lembo di pelle che man mano scopriva, si metteva fra le mie gambe per leccarmi la passera sino a sfinirsi. A quel punto per ricambiare gli stimolavo l’ano soprattutto con la lingua, sino ad arrivare a una sorta di orgasmo bagnato da alcune gocce di sperma più simili all’acqua che a quello che doveva essere,
Un venerdì pomeriggio stavo passeggiando senza una vera meta quando incontrai Rodrigo, un mio ex col quale avevo avuto una breve ma a dir poco focosa avventura, e non seppi resistere alla tentazione di mandare un messaggio al mio fidanzato con la scritta “Vado a comprare un libro”, al quale lui non rispose. Una volta arrivati nell’appartamento di Rodrigo gli saltai quasi addosso, per finire col fare diverse ore di sesso durante le quali gli concessi tutta me stessa, nel senso più largo del termine.
“Ma il tuo ragazzo non ti scopa mai ?” mi chiese il mio ex mentre mi rivestivo.
“Diciamo che non è proprio uno stallone.” gli risposi ben sapendo che non potevo dire tutta la verità.
“Ho capito è una mezza sega piena di soldi.” mi disse ridendo “Però se vuole ti scopo davanti a lui così vede come si fa, sempre che poi ci riesca.”
Anche se sapevo che Rodrigo stava scherzando, l’idea di render cornuto il mio fidanzato con lui presente, s’accese in un angolo della mia mente per non spegnersi più.
La sera andai quasi con timore da Amedeo, il quale m’accolse con forse più calore del solito.
“Alla fine l’hai comprato il libro ?” mi chiese pieno d’eccitazione.
“Sì perché ?” gli risposi non sapendo dove volesse andare a finire.
“Perché voglio tutti i particolari, e non esser coincisa come da tua abitudine.”
“Va bene ma prima ci spogliamo e poi tu mi lecchi la fica, che sia chiaro non mi sono lavata dopo aver scopato, e quindi ha ancora il sapore del suo cazzo anche se non m’è venuto dentro.” gli proposi ben sapendo che avrebbe accettato.
Amedeo non mi disse nulla, ma fece esattamente quanto gli avevo chiesto, e dopo che mi fui seduta in poltrona s’accuccio fra le mie gambe ed iniziò a leccarmi la passera.
Cominciai a raccontargli quello che avevo fatto con Rodrigo, non tralasciando alcun particolare anche se apparentemente poco importante, scoprendo così che godevo più di quando fosse successo sino a quel giorno, nel sentire la sua lingua fra le gambe. Era come se dirgli quanto un altro m’avesse fatto provare quel piacere, che lui non sapeva darmi, fosse non solo un qualcosa in più, ma una vera e propria fonte di godimento.
“Davvero gli hai dato anche il culo ?” mi chiese quasi incredulo quando arrivai a raccontargli quel momento.
“Sì e credimi me l’ha buttato dentro con tanta di quella forza, che prima m’ha fatto urlare dal dolore, ma poi speravo non smettesse mai per quanto m’ha fatta godere. Ora però scendi un po’ sotto e leccami anche il buchetto che io continuo la storia.”
Amedeo ubbidì e mi portò all’ultimo orgasmo della giornata, quello forse meno intenso ma allo stesso tempo più appagante perché era il primo che avevo umiliandolo in maniera così palese.
“Adesso sdraiati voglio vederti godere.” gli dissi alzandomi in piedi per poi mettermi in ginocchio al suo fianco.
Lo baciai con una passione che con lui non avevo mai avuta, per poi dedicarmi come la solito al suo ano, solo che dopo averlo bagnato in abbondanza, l’infilai una falange dentro mentre gli presi il pene in bocca, facendolo venire quasi in un attimo.
“Mio Dio mi hai fatto impazzire.” mi disse non appena riuscì ad aprire bocca.
“No sei tu che mi hai fatto godere tantissimo.” gli risposi dicendo quella che in fondo era una mezza verità “E credimi non vedo l’ora di rifarlo.”
“Domani torni da lui ?” mi chiese quasi volesse esser certo di quello che aveva appena sentito.
“Domani no, anche perché prima voglio prendere alcune cosucce per rendere tutto più intrigante, però stai tranquillo che sarà quanto prima.”
Ci rivestimmo per andare quasi a festeggiare quella serata, che sanciva l’accordo fra Amedeo e me, dove lui era il ricco guardone ed io la vogliosa esibizionista, che dopo qualche anno c’avrebbe portato ad essere marito e moglie.
Il giorno seguente andai a fare shopping in quello che sembrava più un sexy shop dedicato esclusivamente all’abbigliamento, che un vero e proprio negozio di vestiti, uscendo con un miniabito in lattice nero , e degli stivaloni che m’arrivavano a metà della coscia in finta pelle dello stesso colore, ricevendo in omaggio un perizoma anch’esso nero davvero microscopico.
Lasciai tutto in casa di Amedeo, per poi indossare un vestito molto corto che mi ero portata da casa.
“Che dici posso andare a comprare un libro vestita così anche se sotto non ho messo nulla ?” gli scrissi dopo essermi fatta una foto in una posa decisamente sexy.
“Non ci credo che non hai le mutandine.” mi rispose dopo pochi secondi.
A quel punto non mi rimase che fare una foto della mia passera e mandargliela, per poi spiegargli che ci saremmo visti da lui, e che non doveva toccare i sacchetti che avevo lasciato.
Lui mi scrisse d’andare e che avrebbe seguito ogni mia indicazione, pur di poter replicare quanto successo qualche sera prima.
A Rodrigo non dissi nulla di quanto era poi successo con Amedeo, e del resto come scoprì che non avevo indossato alcun tipo d’intimo, mi sbatté senza alcuna pietà, trattandomi peggio d’una puttana, ma del resto era quello che volevo anch’io.
“Senti che sei una gran troia l’ho sempre saputo.” mi disse dopo che mi riversò il suo ultimo orgasmo direttamente in gola “Quindi se vuoi organizzo una cosa a tre con un amico, così poi stai calma per qualche giorno.”
“Non adesso e poi ho un ragazzo.” gli risposi anche se ero molto allettata dalla usa proposta.
“Più che un ragazzo direi un cervo !” esclamò scoppiando poi a ridere “Comunque per lui rimane sempre valida la proposta di scoparti con lui presente, così si rende conto di quant’è cornuto.”
“Magari un giorno questo si potrà fare, ma non adesso quindi accontentati di scoparmi altrimenti dimmelo che mi cerco un altro.”
Lui rise per poi darmi una pacca sul sedere ed accompagnarmi alla porta, forse immaginando di come sarebbe stato col mio fidanzato presente.
Quando arrivai da Amedeo lui era talmente eccitato che quasi non riusciva a muoversi se non tremando, e mi ci volle non poco tempo per calmarlo.
“Adesso mentre io vado di là a prepararmi, tu ti spogli e ti fai trovare bello nudo in camera come piace a me.” gli dissi dandogli l’ennesima carezza “Così poi ci divertiamo un po’ anche se questa volta ci sarà un sorpresa, ma non chiedermi nulla tanto non ti dirò nulla.”
Lui annuì così non mi rimase che prendere quanto comprato nel pomeriggio, ed andare in bagno per indossarlo.
Quando tornai da lui credo che ebbe quasi un infarto nel vedermi con una mise così audace, ma poi bastò che aprissi bocca per farlo tornare in sé.
“Allora Amedeo ti piaccio vestita così o mi preferisci com’ero prima ?” gli chiesi quasi sfiorandomi il seno con le mani.
“Asia sei bellissima.” riuscì a rispondermi dopo essersi ripreso.
“Perché vedi già oggi sono andata da Rodrigo senza le mutandine.” gli dissi giocando col vestito in modo che mi potesse vedere il perizoma, soprattutto quando gli davo le spalle “E non ti dico cos’è successo quando se n’è accorto, anzi se vuoi ti racconto tutto, ma solo se ti sdrai perché come sai mi devi scaldare un po’ per far sì che mi ricordi tutto quello che è successo.”
“Sì sì come vuoi tu.” balbettò prima di mettersi al centro del letto.
Io mi misi sopra di lui in modo che si ritrovasse il perizoma davanti alla bocca, ma senza sedermi sopra la sua faccia per permettergli di respirare senza troppi problemi.
“Bravo tu inizia a leccare così ti spiego bene tutto, allora come sono entrata in casa sua mi ha baciata, anzi direi che mi ha quasi scopata in bocca con la lingua, mettendomi subito una mano sul culo giusto per ricordarmi quanto sia maschio. Come però s’è accorto che sotto non avevo nulla m’ha detto subito che sono una gran puttana, poi ha tirato fuori il cazzo e m’ha scopata in piedi contro il muro.”
A quel punto avevo quel sottile lembo di stoffa che mi copriva la passera così bagnato, che lo spostai in modo che lui potesse darmi ancora più piacere, mentre io gli raccontavo di come l’avevo reso nuovamente cornuto.
“Dopo avermi scopata per bene, m’ha fatto inginocchiare per fagli un bel pompino, e credimi non c’è nulla di più invitante di un cazzo ricoperto dal piacere di una donna, quindi mi ci sono messa d’impegno anche perché nel frattempo mi masturbavo come una pazza pensando a te.”
“Davvero pensavi a me ?” mi chiese un po’ incredulo.
“Certo che sì perché anche se mi scopa lui, io penso che sia tu a farlo così godo di più.” dli risposi mentendo in modo credibile “Però visto che hai messo in dubbio quel che dico adesso scendi dal letto così mi leccherai anche il buchetto, tanto sai che Rodrigo s’è preso anche quello.”
Non appena lui s’inginocchio sullo scendiletto, io mi tolsi il perizoma, per poi mettermi carponi davanti a lui che m’infilò subito la lingua fra le chiappe.
“Allora ti stavo dicendo che dopo che glielo avevo succhiato a lungo lui m’ha fatto alzare per riprendere a scoparmi, ma questa volta avevo la faccia contro il muro e non potevo vederlo, ma in compenso sentivo il suo gran cazzo ogni volta che m’entrava dentro. Rodrigo mi diceva in continuazione che sono una troia e che tu sei un cornuto, ma io non lo stavo tanto a sentire perché godevo tantissimo e non riuscivo a smettere di gemere per il piacere.”
“E poi te l’ha messo nel culo ?” mi domandò quasi avesse fretta che finissi il racconto.
“Quello è successo poco dopo in camera sua, quando mi ha sdraiata sul letto, prima mettermelo dentro la fica, e poi nel culo facendomi urlare per quanto è stato violento. Però è stato giusto un attimo perché dopo ho ripreso a godere anche più di prima, e ancor di più quando mi ha messo a pecora per incularmi peggio d’una puttana da pochi soldi. Alla fine m’ha fatta girare e m’ha sborrato in bocca, e non c’è stato bisogno che mi dicesse nulla perché sapevo che non dovevo par cadere neanche una goccia del suo sperma, che ho bevuto tutto come vuole lui.”
“Asia ti prego fammi qualcosa, ho il cazzo che mi fa male !” mi supplicò eccitato a dismisura.
“Prima devi farti perdonare il fatto che oggi sono dovuta andare con Rodrigo per poter godere come merita una donna, quindi toglimi li stivali e prenditi cura dei miei piedini.” gli ordinai sperando d’averlo oramai in pugno.
Lui ci penso forse un paio di secondi prima di togliermi lo stivale destro e quindi leccarmi il piede, facendo passare più volte la lingua fra le dita oltre che sulla pianta.
“Sai cosa m’ha detto Rodrigo prima che venissi qui da te ?” gli domandai toccandomi la passera mentre lui aveva in bocca l’altro piede.
“No cosa vuole oltre ad averti ?”
“Che la prossima volta o mi presento da lui con un plug, sai quei piccoli cunei che si mettono nel buchetto per prepararlo a prendere il cazzo, già al suo posto in modo che sia chiaro che sono la sua troia.”
“Oppure ?” mi domandò con curiosità visto che non gli dicevo qual era l’alternativa.
“Che tu m’accompagni e che veda come lui mi scopa, insomma che capisci come sia farlo con uno che ha un gran cazzo, e aggiungerei io che sa anche come usarlo.”
Amedeo rimase in silenzio, cercando forse quella che per lui era la risposta giusta, ma soprattutto quella che l’avrebbe messo meno in imbarazzo.
“Posso capire quel coso che hai detto, e sinceramente credo che mi piacerebbe anche vederti con questo tipo, ma non stando davanti a voi se non altro perché poi rischierei d’esser ricattato o ancor peggio sputtanato pubblicamente.” mi disse forse sapendo che avrei demolito ogni sua affermazione.
“Hai ragione sul fatto che almeno la prima volta è meglio che tu non ti faccia vedere, ma nulla c’impedisce di farlo venire qui e mettere qualche videocamera in modo che tu ci possa guardare per esempio dal tuo studio. Potrei dirgli che la chiave è sotto lo zerbino per farmi trovare in questa stanza ed esser così sicuri che lui rimanga qui, e conoscendolo non credo che una volta finito di scopare abbia voglia di girare per la casa, anzi per esser tranquilli mi puoi chiamare e dire che stai arrivando.” gli proposi cercando di trovare una soluzione ad ogni problema che aveva posto.
“Ma sei geniale !” esclamò pieno di gioia “Lunedì esco e compro tutto quel che serve, così poi l’installo e potete mettervi d’accordo su quando venire.”
In quel preciso momento compresi che avrei potuto chiedere ad Amedeo qualunque cosa, tanto avrebbe sempre detto di sì, pur di soddisfare le sue esigenze di guardone incapace d’avere un rapporto almeno decente con una donna.
Per premiarlo gli presi in bocca il suo cazzetto e dopo avergli stimolato l’ano, gli feci avere un paio d’orgasmi uno dietro l’altro, e lasciarlo più morto che vivo sul letto mentre io mi rivestivo per tornare a casa mia pensando a cosa avrei potuto mettere in scena con Rodrigo per fargli capire ancor di più quanto fosse insignificante come maschio.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
La banale verità era che abbiamo bisogno l’uno dell’altro, lui per poter accedere un giorno, che non si spera sia troppo lontano, all’eredità di famiglia, mentre io ambivo solo ad avere un alto tenore di vita e fare ciò che volevo senza dover badare a nulla.
Sua nonna Vittoria infatti, temendo che il nipote fosse gay, aveva scritto nel testamento che lui avrebbe potuto accedere al suo ingente patrimonio non solo se si fosse sposato, e mantenendo questo stato civile per almeno cinque anni dalla sua morte. Premesso che Amedeo era tutto tranne che omosessuale, era invece vero che ha ben più d’un problema di virilità, ma figlio di una serie di sfortune più uniche che rare.
I genitori erano entrambi periti in un incidente quando lui era ancora un ragazzino, col risultato di finire sotto la tutela della nonna paterna, che era considerata un po’ da tutti una sorta di generale nazista che voleva comandare su tutto.
Come se ciò non bastasse poco dopo aver compiuto diciannove anni, gli fu diagnostica una forma tanto rara quanto aggressiva di cancro ai testicoli, col risultato che nonostante le migliori cure, alla fine si era ritrovato con due borse vuote e un pene che serviva solo per urinare. Per sua fortuna riuscì a tenere nascosta la pesante invalidità alla nonna, e per non uscire di tutto di testa si dedicò sempre di più al lavoro, diventando in poco tempo uno dei web designer più pagati del paese.
Quanto a me non per esser immodesta, ma ero decisamente più che carina, con forme quasi perfette messe su un metro e settanta d’altezza, senza un filo di cellulite o di grasso, ma anche due occhi di un blu tanto profondo da sfiorare il viola, un po’ come la divina Liz Taylor.
La mia famiglia era invece piuttosto modesta, avendo entrambi i genitori che sono dipendenti pubblici, e che altro non volevano che prendessi anch’io il posto fisso, per poi sposarmi e dar loro i tanto sospirati nipotini. Io invece avevo ben altre ambizioni, tanto da cercare di coltivare amicizie altolocate fin dal primo giorno d’università, e finendo col conoscere Amedeo all’inizio dell’ultimo anno di giurisprudenza.
Con Amedeo fu amore a prima vista, e non solo perché lui era proprio ciò che volevo, provenendo da una delle migliori, ma anche più sfortunate, famiglie della città, ma essendo famoso per la sua gentilezza e bontà d’animo.
Volendo instaurare con lui un rapporto solido e duraturo, non mi concessi per quasi un mese, ma quando una sera in macchina sotto casa sua gli slacciai i pantaloni per infilargli la mano nelle mutande, ebbi una sorpresa a dir poco incredibile. Amedeo non solo aveva infatti un pene molto piccolo, ma mi bastò tenerglielo in mano per diversi minuti per capire che non sarebbe mai accaduto nulla, con lui che passò dall’estasi all’imbarazzo più totale nel giro di qualche secondo.
A quel punto volli vederci chiaro, così accesi la luce interna dell’auto per capire dov’era il problema, con lui che divenne rosso come un peperone.
“Asia, ecco io… non volevo dirtelo perché… però io ti amo.” riuscì a balbettare davanti al mio sguardo incredulo.
Non avendo mai visto una cosa del genere non sapevo neppure cosa dire, e a stento mi trattenni dal ridergli in faccia, mentre lui cercava di spiegare quello che in realtà era evidente.
“Senti anch’io ti amo, ma qui bisogna prendere una decisione, insomma ho vent’anni e non ho nessuna voglia di rinunciare al sesso perché tu non saresti mai in grado di farmi godere.” gli risposi dopo aver pensato accuratamente ogni singola parola.
“lo so che hai i tuoi bisogni, come del resto qualunque donna, solo ti prego di non lasciarmi o se vuoi andartene almeno di non dire nulla.” mi disse quasi piangendo.
In quel preciso momento compresi d’averlo in pugno, e che giocando bene le mie carte avrei avuto un bel marito con tutti i suoi soldi.
“Io non ti voglio lasciare, e ti giuro che non voglio neanche fingere che con te sarà sempre tutto perfetto. Sai già che ti tradirò ma non sarà mai per amore ma solo per sesso, quindi se vuoi rimaniamo insieme, e ogni volta che ti dirò che vado a comprare un libro, saprai che sono con un altro, ma che dopo tornerò sempre da te, perché Amedeo io ti amo come tu ami me.”
La mia fu una recitazione degna di un premio Oscar come migliore attrice, ma quel che fu più importante, è che Amedeo cadde nella mia trappola, finendo coll’abbracciarmi mentre non finiva mai di piangere dalla gioia d’aver trovato una donna che lo capisse.
Per una settimana passammo tutto il tempo che ci era possibile a ‘fare sesso’ nell’unico modo in cui era possibile farlo con Amedeo, il quale dopo avermi spogliata baciando ogni lembo di pelle che man mano scopriva, si metteva fra le mie gambe per leccarmi la passera sino a sfinirsi. A quel punto per ricambiare gli stimolavo l’ano soprattutto con la lingua, sino ad arrivare a una sorta di orgasmo bagnato da alcune gocce di sperma più simili all’acqua che a quello che doveva essere,
Un venerdì pomeriggio stavo passeggiando senza una vera meta quando incontrai Rodrigo, un mio ex col quale avevo avuto una breve ma a dir poco focosa avventura, e non seppi resistere alla tentazione di mandare un messaggio al mio fidanzato con la scritta “Vado a comprare un libro”, al quale lui non rispose. Una volta arrivati nell’appartamento di Rodrigo gli saltai quasi addosso, per finire col fare diverse ore di sesso durante le quali gli concessi tutta me stessa, nel senso più largo del termine.
“Ma il tuo ragazzo non ti scopa mai ?” mi chiese il mio ex mentre mi rivestivo.
“Diciamo che non è proprio uno stallone.” gli risposi ben sapendo che non potevo dire tutta la verità.
“Ho capito è una mezza sega piena di soldi.” mi disse ridendo “Però se vuole ti scopo davanti a lui così vede come si fa, sempre che poi ci riesca.”
Anche se sapevo che Rodrigo stava scherzando, l’idea di render cornuto il mio fidanzato con lui presente, s’accese in un angolo della mia mente per non spegnersi più.
La sera andai quasi con timore da Amedeo, il quale m’accolse con forse più calore del solito.
“Alla fine l’hai comprato il libro ?” mi chiese pieno d’eccitazione.
“Sì perché ?” gli risposi non sapendo dove volesse andare a finire.
“Perché voglio tutti i particolari, e non esser coincisa come da tua abitudine.”
“Va bene ma prima ci spogliamo e poi tu mi lecchi la fica, che sia chiaro non mi sono lavata dopo aver scopato, e quindi ha ancora il sapore del suo cazzo anche se non m’è venuto dentro.” gli proposi ben sapendo che avrebbe accettato.
Amedeo non mi disse nulla, ma fece esattamente quanto gli avevo chiesto, e dopo che mi fui seduta in poltrona s’accuccio fra le mie gambe ed iniziò a leccarmi la passera.
Cominciai a raccontargli quello che avevo fatto con Rodrigo, non tralasciando alcun particolare anche se apparentemente poco importante, scoprendo così che godevo più di quando fosse successo sino a quel giorno, nel sentire la sua lingua fra le gambe. Era come se dirgli quanto un altro m’avesse fatto provare quel piacere, che lui non sapeva darmi, fosse non solo un qualcosa in più, ma una vera e propria fonte di godimento.
“Davvero gli hai dato anche il culo ?” mi chiese quasi incredulo quando arrivai a raccontargli quel momento.
“Sì e credimi me l’ha buttato dentro con tanta di quella forza, che prima m’ha fatto urlare dal dolore, ma poi speravo non smettesse mai per quanto m’ha fatta godere. Ora però scendi un po’ sotto e leccami anche il buchetto che io continuo la storia.”
Amedeo ubbidì e mi portò all’ultimo orgasmo della giornata, quello forse meno intenso ma allo stesso tempo più appagante perché era il primo che avevo umiliandolo in maniera così palese.
“Adesso sdraiati voglio vederti godere.” gli dissi alzandomi in piedi per poi mettermi in ginocchio al suo fianco.
Lo baciai con una passione che con lui non avevo mai avuta, per poi dedicarmi come la solito al suo ano, solo che dopo averlo bagnato in abbondanza, l’infilai una falange dentro mentre gli presi il pene in bocca, facendolo venire quasi in un attimo.
“Mio Dio mi hai fatto impazzire.” mi disse non appena riuscì ad aprire bocca.
“No sei tu che mi hai fatto godere tantissimo.” gli risposi dicendo quella che in fondo era una mezza verità “E credimi non vedo l’ora di rifarlo.”
“Domani torni da lui ?” mi chiese quasi volesse esser certo di quello che aveva appena sentito.
“Domani no, anche perché prima voglio prendere alcune cosucce per rendere tutto più intrigante, però stai tranquillo che sarà quanto prima.”
Ci rivestimmo per andare quasi a festeggiare quella serata, che sanciva l’accordo fra Amedeo e me, dove lui era il ricco guardone ed io la vogliosa esibizionista, che dopo qualche anno c’avrebbe portato ad essere marito e moglie.
Il giorno seguente andai a fare shopping in quello che sembrava più un sexy shop dedicato esclusivamente all’abbigliamento, che un vero e proprio negozio di vestiti, uscendo con un miniabito in lattice nero , e degli stivaloni che m’arrivavano a metà della coscia in finta pelle dello stesso colore, ricevendo in omaggio un perizoma anch’esso nero davvero microscopico.
Lasciai tutto in casa di Amedeo, per poi indossare un vestito molto corto che mi ero portata da casa.
“Che dici posso andare a comprare un libro vestita così anche se sotto non ho messo nulla ?” gli scrissi dopo essermi fatta una foto in una posa decisamente sexy.
“Non ci credo che non hai le mutandine.” mi rispose dopo pochi secondi.
A quel punto non mi rimase che fare una foto della mia passera e mandargliela, per poi spiegargli che ci saremmo visti da lui, e che non doveva toccare i sacchetti che avevo lasciato.
Lui mi scrisse d’andare e che avrebbe seguito ogni mia indicazione, pur di poter replicare quanto successo qualche sera prima.
A Rodrigo non dissi nulla di quanto era poi successo con Amedeo, e del resto come scoprì che non avevo indossato alcun tipo d’intimo, mi sbatté senza alcuna pietà, trattandomi peggio d’una puttana, ma del resto era quello che volevo anch’io.
“Senti che sei una gran troia l’ho sempre saputo.” mi disse dopo che mi riversò il suo ultimo orgasmo direttamente in gola “Quindi se vuoi organizzo una cosa a tre con un amico, così poi stai calma per qualche giorno.”
“Non adesso e poi ho un ragazzo.” gli risposi anche se ero molto allettata dalla usa proposta.
“Più che un ragazzo direi un cervo !” esclamò scoppiando poi a ridere “Comunque per lui rimane sempre valida la proposta di scoparti con lui presente, così si rende conto di quant’è cornuto.”
“Magari un giorno questo si potrà fare, ma non adesso quindi accontentati di scoparmi altrimenti dimmelo che mi cerco un altro.”
Lui rise per poi darmi una pacca sul sedere ed accompagnarmi alla porta, forse immaginando di come sarebbe stato col mio fidanzato presente.
Quando arrivai da Amedeo lui era talmente eccitato che quasi non riusciva a muoversi se non tremando, e mi ci volle non poco tempo per calmarlo.
“Adesso mentre io vado di là a prepararmi, tu ti spogli e ti fai trovare bello nudo in camera come piace a me.” gli dissi dandogli l’ennesima carezza “Così poi ci divertiamo un po’ anche se questa volta ci sarà un sorpresa, ma non chiedermi nulla tanto non ti dirò nulla.”
Lui annuì così non mi rimase che prendere quanto comprato nel pomeriggio, ed andare in bagno per indossarlo.
Quando tornai da lui credo che ebbe quasi un infarto nel vedermi con una mise così audace, ma poi bastò che aprissi bocca per farlo tornare in sé.
“Allora Amedeo ti piaccio vestita così o mi preferisci com’ero prima ?” gli chiesi quasi sfiorandomi il seno con le mani.
“Asia sei bellissima.” riuscì a rispondermi dopo essersi ripreso.
“Perché vedi già oggi sono andata da Rodrigo senza le mutandine.” gli dissi giocando col vestito in modo che mi potesse vedere il perizoma, soprattutto quando gli davo le spalle “E non ti dico cos’è successo quando se n’è accorto, anzi se vuoi ti racconto tutto, ma solo se ti sdrai perché come sai mi devi scaldare un po’ per far sì che mi ricordi tutto quello che è successo.”
“Sì sì come vuoi tu.” balbettò prima di mettersi al centro del letto.
Io mi misi sopra di lui in modo che si ritrovasse il perizoma davanti alla bocca, ma senza sedermi sopra la sua faccia per permettergli di respirare senza troppi problemi.
“Bravo tu inizia a leccare così ti spiego bene tutto, allora come sono entrata in casa sua mi ha baciata, anzi direi che mi ha quasi scopata in bocca con la lingua, mettendomi subito una mano sul culo giusto per ricordarmi quanto sia maschio. Come però s’è accorto che sotto non avevo nulla m’ha detto subito che sono una gran puttana, poi ha tirato fuori il cazzo e m’ha scopata in piedi contro il muro.”
A quel punto avevo quel sottile lembo di stoffa che mi copriva la passera così bagnato, che lo spostai in modo che lui potesse darmi ancora più piacere, mentre io gli raccontavo di come l’avevo reso nuovamente cornuto.
“Dopo avermi scopata per bene, m’ha fatto inginocchiare per fagli un bel pompino, e credimi non c’è nulla di più invitante di un cazzo ricoperto dal piacere di una donna, quindi mi ci sono messa d’impegno anche perché nel frattempo mi masturbavo come una pazza pensando a te.”
“Davvero pensavi a me ?” mi chiese un po’ incredulo.
“Certo che sì perché anche se mi scopa lui, io penso che sia tu a farlo così godo di più.” dli risposi mentendo in modo credibile “Però visto che hai messo in dubbio quel che dico adesso scendi dal letto così mi leccherai anche il buchetto, tanto sai che Rodrigo s’è preso anche quello.”
Non appena lui s’inginocchio sullo scendiletto, io mi tolsi il perizoma, per poi mettermi carponi davanti a lui che m’infilò subito la lingua fra le chiappe.
“Allora ti stavo dicendo che dopo che glielo avevo succhiato a lungo lui m’ha fatto alzare per riprendere a scoparmi, ma questa volta avevo la faccia contro il muro e non potevo vederlo, ma in compenso sentivo il suo gran cazzo ogni volta che m’entrava dentro. Rodrigo mi diceva in continuazione che sono una troia e che tu sei un cornuto, ma io non lo stavo tanto a sentire perché godevo tantissimo e non riuscivo a smettere di gemere per il piacere.”
“E poi te l’ha messo nel culo ?” mi domandò quasi avesse fretta che finissi il racconto.
“Quello è successo poco dopo in camera sua, quando mi ha sdraiata sul letto, prima mettermelo dentro la fica, e poi nel culo facendomi urlare per quanto è stato violento. Però è stato giusto un attimo perché dopo ho ripreso a godere anche più di prima, e ancor di più quando mi ha messo a pecora per incularmi peggio d’una puttana da pochi soldi. Alla fine m’ha fatta girare e m’ha sborrato in bocca, e non c’è stato bisogno che mi dicesse nulla perché sapevo che non dovevo par cadere neanche una goccia del suo sperma, che ho bevuto tutto come vuole lui.”
“Asia ti prego fammi qualcosa, ho il cazzo che mi fa male !” mi supplicò eccitato a dismisura.
“Prima devi farti perdonare il fatto che oggi sono dovuta andare con Rodrigo per poter godere come merita una donna, quindi toglimi li stivali e prenditi cura dei miei piedini.” gli ordinai sperando d’averlo oramai in pugno.
Lui ci penso forse un paio di secondi prima di togliermi lo stivale destro e quindi leccarmi il piede, facendo passare più volte la lingua fra le dita oltre che sulla pianta.
“Sai cosa m’ha detto Rodrigo prima che venissi qui da te ?” gli domandai toccandomi la passera mentre lui aveva in bocca l’altro piede.
“No cosa vuole oltre ad averti ?”
“Che la prossima volta o mi presento da lui con un plug, sai quei piccoli cunei che si mettono nel buchetto per prepararlo a prendere il cazzo, già al suo posto in modo che sia chiaro che sono la sua troia.”
“Oppure ?” mi domandò con curiosità visto che non gli dicevo qual era l’alternativa.
“Che tu m’accompagni e che veda come lui mi scopa, insomma che capisci come sia farlo con uno che ha un gran cazzo, e aggiungerei io che sa anche come usarlo.”
Amedeo rimase in silenzio, cercando forse quella che per lui era la risposta giusta, ma soprattutto quella che l’avrebbe messo meno in imbarazzo.
“Posso capire quel coso che hai detto, e sinceramente credo che mi piacerebbe anche vederti con questo tipo, ma non stando davanti a voi se non altro perché poi rischierei d’esser ricattato o ancor peggio sputtanato pubblicamente.” mi disse forse sapendo che avrei demolito ogni sua affermazione.
“Hai ragione sul fatto che almeno la prima volta è meglio che tu non ti faccia vedere, ma nulla c’impedisce di farlo venire qui e mettere qualche videocamera in modo che tu ci possa guardare per esempio dal tuo studio. Potrei dirgli che la chiave è sotto lo zerbino per farmi trovare in questa stanza ed esser così sicuri che lui rimanga qui, e conoscendolo non credo che una volta finito di scopare abbia voglia di girare per la casa, anzi per esser tranquilli mi puoi chiamare e dire che stai arrivando.” gli proposi cercando di trovare una soluzione ad ogni problema che aveva posto.
“Ma sei geniale !” esclamò pieno di gioia “Lunedì esco e compro tutto quel che serve, così poi l’installo e potete mettervi d’accordo su quando venire.”
In quel preciso momento compresi che avrei potuto chiedere ad Amedeo qualunque cosa, tanto avrebbe sempre detto di sì, pur di soddisfare le sue esigenze di guardone incapace d’avere un rapporto almeno decente con una donna.
Per premiarlo gli presi in bocca il suo cazzetto e dopo avergli stimolato l’ano, gli feci avere un paio d’orgasmi uno dietro l’altro, e lasciarlo più morto che vivo sul letto mentre io mi rivestivo per tornare a casa mia pensando a cosa avrei potuto mettere in scena con Rodrigo per fargli capire ancor di più quanto fosse insignificante come maschio.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
1
voti
voti
valutazione
6
6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Luisaracconto sucessivo
Asia cap 02
Commenti dei lettori al racconto erotico